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L'approccio centrato sul cliente nella terapia delle balbuzie ... - ACP

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<strong>ACP</strong> – Rivista di Studi Rogersiani - 2007<br />

di relazione e aumentare la stessa libertà di azione.<br />

Due sono le caratteristiche fondamentali del disturbo: esso è relazionale<br />

in quanto si manifesta in presenza di uno o più interlocutori e variabile<br />

perché varia a seconda della qualità e della quantità degli interlocutori e<br />

inoltre varia negli anni e persino nell'arco della giornata a seconda della<br />

situazione interna al soggetto o esterna ambientale. Le difficoltà si<br />

manifestano quasi sempre con esitazioni, ripetizioni e blocchi della parola.<br />

Le ultime quattro conferenze internazionali tenute in Olanda e organizzate<br />

dall'Università di Nijmegen (Olanda) nel 1985 (Peters & Hulstijn (1987), nel<br />

1990 (Peters, Hulstijn & Starkweather, 1991), nel 1996 (Hulstijn, Peters & van<br />

Lieshout, 1997) e nel 2001 (Maassen, Hulstijn, Kent, Peters, van Lieshout,<br />

2001 ), sono testimonianza del fatto che negli ultimi anni vi è stato un<br />

nutrito numero di indagini eziologiche aventi per oggetto il livello della causa<br />

e quello connesso della menomazione. In particolar modo nelle ultime due<br />

conferenze è stata presentata una numerosa serie di studi di brain imaging<br />

condotti su soggetti <strong>balbuzie</strong>nti. Sino al 2001, sette equipe differenti, hanno<br />

sottoposto 65 soggetti <strong>balbuzie</strong>nti e oltre 121 non <strong>balbuzie</strong>nti, a tecniche<br />

d'indagine quali SPECT, PET e fMRI. In questi esperimenti i partecipanti sono<br />

stati sottoposti a diverse condizioni: mentre balbettavano, parlavano senza<br />

balbettare, erano a riposo, oppure prima e dopo l'intervento terapeutico.<br />

Queste ricerche hanno prodotto almeno 15 studi di brain imaging da cui si<br />

evince che:<br />

- nel parlato disfluente e fluente del <strong>balbuzie</strong>nte sono profondamente<br />

danneggiati i processi cerebrali di tipo semantico, sintattico, fonologico<br />

e articolatorio, quelli connessi dunque, alla produzione del parlato.<br />

- nel <strong>balbuzie</strong>nte, alcune aree cerebrali quali la corteccia prefrontale,<br />

frontale e il cervelletto ri<strong>sul</strong>tano avere un pattern di attivazione non<br />

regolare.<br />

- durante la produzione del parlato, i <strong>balbuzie</strong>nti hanno un'attività<br />

cerebrale maggiore nell'emisfero destro rispetto ai non <strong>balbuzie</strong>nti.<br />

Una <strong>delle</strong> regioni cerebrali che riveste un ruolo importante nel focalizzare<br />

l'attenzione durante un compito di performance è la regione cingolata<br />

anteriore (Damasio, 1994; Posner & Petersen, 1990). Si è riscontrato che nei<br />

<strong>balbuzie</strong>nti questa regione ha una maggiore attivazione rispetto ai<br />

normoparlanti. Solitamente, nei normofluenti, l'attivazione di questa regione<br />

cerebrale durante l'esecuzione di un compito è collegata ad un aumento<br />

dell'attenzione selettiva, ad un maggior coinvolgimento emotivo e ad una<br />

riduzione d'automaticità. La maggiore attivazione di quest'area cerebrale nei<br />

<strong>balbuzie</strong>nti, dunque, potrebbe essere una spiegazione valida alla loro<br />

consueta perdita d'automaticità e d'integrazione naturale dei processi<br />

linguistici ed articolatori durante gli episodi di <strong>balbuzie</strong>.<br />

Nel mese di Novembre 2005, quattro fra i più importanti esperti di<br />

<strong>balbuzie</strong> hanno presentato i ri<strong>sul</strong>tati <strong>delle</strong> loro ultime ricerche al convegno<br />

"American Speech- Language-Hearing Association" a San Diego (California).<br />

Si tratta dei dottori Tennis Drayna (NIDCD, National Institute on Deafness<br />

and Other Communication Disorder), Chrristine Weber - Fox (Pur due<br />

University), Ann Foundas (Tulane University) e Generald Maguire (University<br />

of California-lrvine) che hanno partecipato ad una sessione intitolata<br />

"Correlazioni genetiche e neurologiche della <strong>balbuzie</strong>". Nella sessione<br />

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