L'approccio centrato sul cliente nella terapia delle balbuzie ... - ACP
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<strong>ACP</strong> – Rivista di Studi Rogersiani - 2007<br />
le esperienze che percepisce come negative.<br />
È proprio all'inizio della vita che noi esseri umani concepiamo i valori in<br />
modo chiaro. Riusciamo infatti a scegliere quelle esperienze che<br />
salvaguardano, migliorano e servono allo sviluppo dell'organismo e<br />
rifiutiamo quelle che non ci servono per questo scopo. Il bambino infatti<br />
riesce a distinguere cosa ha un valore positivo e cosa un valore negativo per<br />
lui. Sembra quindi che sia munito di un "processo di valutazione<br />
organismica" flessibile e mutevole, in cui ogni elemento, ogni momento di<br />
quanto è sperimentato, viene in qualche modo soppesato e scelto o rifiutato<br />
a seconda che, in qualche momento, contribuisca o no allo sviluppo<br />
dell'organismo. Questo modo di porsi di fronte all'esperienza è una funzione<br />
organismica e non cosciente o simbolica. Egli a differenza di molti adulti sa<br />
cosa gli piace e cosa non gli piace, e queste scelte di valori hanno origine<br />
solamente dentro di lui. È lui il centro del processo di valutazione, dal<br />
momento che sono i suoi sensi che gli forniscono i criteri per le sue scelte. In<br />
quei momenti egli non è influenzato da ciò che i genitori pensano sia per lui<br />
preferibile, o da ciò che dice la sua chiesa, o dall'opinione dell'ultimo esperto<br />
del settore, o dal talento persuasivo di una ditta pubblicitaria. È dall'interno<br />
della sua esperienza che l'organismo gli dice, in termini non verbali: «Questo<br />
è bene per me», «Quello è male per me», «Mi piace questo», «Questo non mi<br />
piace». Il bambino non fa altro che ascoltare se stesso e fare ciò che secondo<br />
lui è meglio per lui, è forse l'unico momento della sua vita in cui è veramente<br />
libero, libero di sentire ciò che veramente vuole.<br />
Per opera della tendenza alla differenziazione che costituisce un aspetto<br />
della tendenza all'attualizzazione, un certo segmento dell'esperienza si<br />
differenzia e si simbolizza; <strong>nella</strong> coscienza questo segmento simbolizzato<br />
corrisponde alla coscienza di esistere e di agire in quanto individuo e può<br />
descriversi come l'esperienza dell'Io. In seguito all'interazione fra<br />
l'organismo e l'ambiente, questa coscienza di esistere si sviluppa e si<br />
organizza gradualmente per formare la nozione dell'Io che, in quanto oggetto<br />
della percezione, fa parte del campo dell'esperienza totale.<br />
Man mano che la nozione dell'Io si sviluppa e si esteriorizza, si sviluppa il<br />
bisogno di considerazione positiva. Questo bisogno è universale in quanto<br />
esiste in ogni essere umano ed in quanto si fa sentire in un modo continuo e<br />
penetrante.<br />
Il bisogno di considerazione positiva accompagna l'essere umano per tutta<br />
la vita, ed è bilaterale: la persona può soddisfarlo per se stesso<br />
(considerazione positiva di sé), può soddisfarlo negli altri, può avere bisogno<br />
degli altri per soddisfarlo per se stesso. Ed è proprio a questo livello di<br />
sviluppo che possono crearsi i primi nodi.<br />
Ma allora quando questo efficiente meccanismo viene interrotto? Che cosa<br />
succede?<br />
Carl Rogers spiega questo dicendo che il bambino ha bisogno di amore, lo<br />
desidera, tende a comportarsi in modo da rendere frequenti alcune<br />
esperienze gradite. Ed è proprio questo suo bisogno che crea <strong>delle</strong><br />
complicazioni. Accadono infatti degli eventi che agli adulti per lui<br />
significativi non piacciono, e così si sente dire che è un "bambino cattivo,<br />
malvagio" che quella cosa non si fa, e gli viene per un po' tolto l'affetto; e così<br />
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