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Settembre - Ilmese.it

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societàconsumi tra gourmet, low cost e farmer’s market, cosa mangiamo e perchèCibo: tendenze e contraddizioniLa prof. Maura Franchi: “Le scelte alimentari tra ricerca del piacere e del risparmio”di Diana PastariniDa cosa dipende il futuro del cibo? Trefenomeni sembrano essere determinanti:l’invecchiamento della popolazione,l’ascesa delle famiglie mononucleari e diuna società multietnica. A questi stimolise ne aggiunge un altro, ormai individuatoda molti alla fine di ogni mese: i prezzi deigeneri alimentari crescono - come i mutui,gli aff<strong>it</strong>ti, il carburante - e condizionanosempre di più le nostre scelte, anche alimentari.Professoressa Franchi, cosa ci aspetta?“La popolazione over 65 (già oggi pari adun quinto), raggiungerà un terzo del totalenel 2050. Questo determinerà un condizionamentodelle diete legate ad esigenzeterapeutiche, mentre il diffondersi di singlee di un nuovo modello familiare porta aun maggiore consumo di cibi fuori casa,prodotti surgelati e mini porzioni. Infine ilcrescente cosmopol<strong>it</strong>ismo ha contribu<strong>it</strong>o aldiffondersi di prodotti di altri Paesi, dal sushial felafel, dal cous cous al jamon iberico,andiamo verso una cucina fusion”.Quali sono i dati più significativi?“Prendiamo ad esempio i supermercati,a segnare la cresc<strong>it</strong>a maggiore, è il repartodei cibi etnici (+36%), segu<strong>it</strong>i dai prodottisalutistici e dietetici (+33%) e dai cibipronti (+30%). Cresce anche il segmentodei prodotti di lusso, come champagne evini pregiati, che registrano un +20%. Restanoal palo i prodotti di base, quelli chetradizionalmente componevano la spesadelle famiglie”.Gourmet e low cost: un binomio apparentementeschizzofrenico...“Siamo di fronte a due fenomeni chesembrano inconciliabili: una forte ricercadel maggiore risparmio - che si esprimecon la cresc<strong>it</strong>a delle marche commerciali(che consentono un risparmio mediodel 25-30%) e l’acquisto diretto daiproduttori - e la cresc<strong>it</strong>a di prodotti dialta gamma. L’aumento contemporaneodi consumi di lussoe consumi low costsegnala una cresc<strong>it</strong>adella segmentazionedella società, semprepiù polarizzata tra chicerca prodotti di qual<strong>it</strong>àsuperiore e un’areasensibile agli aumentidi prezzo, costretta aridurre i consumi e a controllare i costi”.Cosa spinge a comprare l’insalata a 20euro al chilo?“Il risparmio di tempo è un fattore importante,riguarda tutti, non è spia solo delladifficoltà di conciliare lavoro e impegnidomestici, ma segnala anche il desideriodi usare il tempo con maggiore libertà, inmodo meno vincolato possibile”.Oltre al fattore tempo, cosa determina lenostre scelte alimentari?“Il riferimento primario resta il piacere,il che riflette il carattere edonistico dellanostra epoca. Il secondo fattore, destinatoa crescere, riguarda la salute: si affida alcibo il comp<strong>it</strong>o di garantire il benessere. Éevidente che tra questi due cr<strong>it</strong>eri si apronopotenziali contraddizioni, soprattutto inun’epoca che ha fatto del corpo magro unasorta di culto”.Si è recentemente svolta in AmericaFancy Food, fiera dedicata alle special<strong>it</strong>àalimentari, cosa è emerso?“Secondo i dati riportati dal N.A.S.F.T- l’Associazione che organizza la Fiera - ilmercato delle special<strong>it</strong>à alimentari è cresciuto,malgrado l’economia in difficoltà,La prof. Maura Franchi, docente di “Analisi deimodelli di consumo” dell’Univers<strong>it</strong>à di Parmadel 19% tra il 2005 e il 2007. Una cresc<strong>it</strong>adi quasi quattro volte superiore allavend<strong>it</strong>a di tutti i prodotti alimentari (cheesaudiscono un bisogno alimentare dibase). In particolare l’aumento riguardale salse per la cucina (+74%), le barrettedietetiche (+36%), dolciumi e snack(+36%), olio (+35%)”.Qualche dato sul consumoI consumi alimentari assorbivano nel 1975poco meno del 35% delle spese delle famiglie;oggi l’incidenza della spesa è scesa al19%.Circa il 16% della popolazione non arrivaalla quarta settimana.L’aumento delle spese alimentari nel 2008secondo l’ISTAT è di circa 400 euro all’annoper famiglia.Secondo Coldiretti ogni famiglia spende ognimese 467 euro per alimenti e bevande.200% il rincaro medio del prezzo deglialimentari dal produttore alle famiglie.0.7% la contrazione della spesa delle famiglienel bimestre maggio-giugno.In via Imbriani la spesa si fa alla “Corte”: il successo del primo Farmer’s Market della c<strong>it</strong>tàRealizzare almeno un Farmer’s Market per ogni comune <strong>it</strong>aliano per lavend<strong>it</strong>a diretta e senza intermediazioni dei prodotti per arrivare a coprire almenoil 10-15% della spesa alimentare. Un appello chela Coldiretti ha lanciato ormai da tempo e che a Parma hatrovato concreta attuazione dagli inizi di giugno con “LaCorte” un mercato sperimentale, ma regolarmente apertotutti i sabato mattina in via Imbriani, in cui una ventinadi aziende agricole del terr<strong>it</strong>orio vendono direttamente iloro prodotti al consumatore finale senza intermediazioni.Questa la cronaca, vediamone le ragioni di fondo percapire a quale bisogno rispondono e quali opportun<strong>it</strong>àoffrono. L’ultima indagine dell’Autor<strong>it</strong>à Garante dellaConcorrenza e del Mercato ha confermato che l’allungamentodella filiera, da un lato, tende a ridurre i marginidei produttori e ad aumentare quelli delle fasi intermedie, dall’altro, produceun aumento dei prezzi per il consumatore finale. Per quanto riguarda fruttae verdura si stima in media un ricarico del 200% dal campo alla tavola. Ivantaggi della vend<strong>it</strong>a diretta sono molti, a cominciare proprio dall’abbattimentodi questi costi. Per quanto riguarda Parma siaggiunge poi un’operazione di trasparenza che consistenel mon<strong>it</strong>oraggio settimanale delle fluttuazioni dei prezzieffettuato direttamente dal Comune. “L’iniziativa deiFarmer’s Market - sottolinea l’assessore alle Attiv<strong>it</strong>à commerciali,artigianali e agricole, Paola Colla - nasce perrispondere a una duplice richiesta: quella dei consumatori,sempre più in difficoltà, e quella delle nostre aziendeagricole”. Valorizzare la filiera corta dunque - che ha tragli altri il vantaggio di essere meno soggetta agli aumentidel carburante - sostenere l’agricoltura locale e avvicinareil consumatore ai prodotti del terr<strong>it</strong>orio. Una rispostaconcreta all’attuale corsa dei prezzi, un’iniziativa che guarda al passato perfar fronte alle involuzioni del presente.22 il mese settembre 2008

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