è di particolare importanza. Infatti, una volta abbandonata la pretesa(come la scienza moderna è stata costretta a fare) di dare coni propri modelli l’immag<strong>in</strong>e effettiva del mondo, si <strong>in</strong>troducealmeno un criterio limitativo alla fantasia dei ricercatori. O, <strong>per</strong>me<strong>gli</strong>o dire, si riporta la scienza ad essere conoscenza effettiva, enon arbitraria costruzione, idonea soltanto a soddisfare la nostraimmag<strong>in</strong>azione.È un modo diverso di esprimere quanto sosteneva al pr<strong>in</strong>cipiodel secolo W<strong>il</strong>liam James: una affermazione è significativa se mutaqualche cosa nelle nostre aspettazioni e qu<strong>in</strong>di anche nel nostrocomportamento. E mi torna a proposito questa affermazione diJames, che fu <strong>il</strong> fondatore della moderna psicologia nei paesianglosassoni, e che ebbe anche occasione di avere un contatto, siapur fuggevole, con Freud. Infatti, nell’ultimo scritto pubblicato<strong>per</strong> <strong>in</strong>tero a Vienna, prima dell’es<strong>il</strong>io, lo stesso Freud affrontò proprio<strong>il</strong> problema della significatività, o della arbitrarietà, delle<strong>in</strong>terpretazioni psicoanalitiche.La formulazione è diversa da quella del pr<strong>in</strong>cipio di falsificab<strong>il</strong>itàsopra accennato, e riguarda <strong>in</strong>oltre non i problemi della strutturadell’apparato psichico, ma le s<strong>in</strong>gole affermazioni sui contenutidell’<strong>in</strong>conscio <strong>in</strong>dividuale. Esprime, tuttavia, la stessa preoccupazione:anche se la realtà (quella esterna e quella <strong>in</strong>teriore <strong>in</strong>dividuale)non è direttamente osservab<strong>il</strong>e, occorre almeno che leenunciazioni che su di essa facciamo abbiano una qualche significatività.Ecco come Freud pone <strong>il</strong> problema. L’obiezione che <strong>gli</strong> venivamossa era questa: non si può mai sa<strong>per</strong>e se l’<strong>in</strong>terpretazione di unanalista di fronte ad un proprio paziente sia esatta o meno. Perché,se <strong>il</strong> paziente, nei cui confronti l’<strong>in</strong>terpretazione è enunciata, diceche è d’accordo, l’analista può assumere questo consenso comeuna prova di verità; se <strong>in</strong>vece <strong>il</strong> paziente rifiutasse l’<strong>in</strong>terpretazione,l’analista ribatterebbe che <strong>il</strong> suo rifiuto è <strong>in</strong>dice di una resi-28
stenza <strong>in</strong>teriore da parte sua, e che tale resistenza sarebbe a suavolta una prova che l’<strong>in</strong>terpretazione rifiutata è esatta. Pertanto, le<strong>in</strong>terpretazioni psicoanalitiche non si presterebbero mai alla provadella falsificab<strong>il</strong>ità. Freud ribatte <strong>in</strong> modo assai deciso. Intantoabbandona l’espressione <strong>in</strong>terpretazione, Deutung (pensate! laDeutung della Traumdeutung). La abbandona, <strong>per</strong>ché è equivoca elascia sospettare sempre l’arbitrarietà. La sostituisce con costruzione(Konstruktionen <strong>in</strong> der Analyse), che corrisponde proprio aimodelli di cui abbiamo f<strong>in</strong>ora parlato. Poi chiarisce che l’assensoo <strong>il</strong> dissenso del paziente non significano proprio nulla, e che laprova della validità o meno della costruzione è data <strong>in</strong>vece dalfatto che, quando essa è una mera fantasia dell’analista, priva difondamento (come può benissimo accadere, <strong>per</strong>ché lo psicoanalistanon è mica un mago o un essere munito di poteri eccezionali),<strong>il</strong> paziente può assentire o dissentire, ma non reagisce attivamentecon una nuova produzione mentale, di pensieri, di ricordi, di riferimenti;mentre se l’analista, con la sua costruzione, ha <strong>in</strong>dividuatoqualche cosa che agisce realmente nella profondità della psichedel soggetto, si ha una vera eruzione di nuovo materiale verbale,fatto di ricordi, di pensieri e di impressioni, che erano dimenticatie che ora emergono, completando la stessa costruzione enunciata.Allo stesso modo, <strong>il</strong> cultore di scienze fisiche, che ha costruito unmodello <strong>per</strong> l’<strong>in</strong>terpretazione di dati fenomeni, quando proseguela propria ricerca s<strong>per</strong>imentale, sulla base di quel modello, puòimbattersi <strong>in</strong> nuove <strong>in</strong>aspettate osservazioni che convalidano <strong>il</strong>modello stesso, (che può dunque cont<strong>in</strong>uare a rappresentare quellarealtà che <strong>in</strong> modo diretto rappresentab<strong>il</strong>e non è), oppure può<strong>in</strong>vece costr<strong>in</strong>gerlo a modificare lo stesso modello. Ecco dunqueuna certa corrispondenza fra <strong>il</strong> comportamento del fisico e quellodello psicologo.Prima di concludere, vorrei che fosse consentito a me, chedurante questo mio discorso ho fatto la spola fra la ricerca delle29
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