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LABORATORIORocco Reina 1 - Elio Lobello 2Modelli <strong>di</strong> sviluppo localee governance del territorioSommario: Introduzione - 1. Il sistema locale quale unità <strong>di</strong> sviluppo territoriale; 2. La governance per losviluppo; 3. Un modello <strong>di</strong> intervento per lo sviluppo locale; 4. Limiti ed opportunità <strong>di</strong> azione; BibliografiaIntroduzionePer circa un decennio a partire dal secondo dopoguerra,la politica economica mon<strong>di</strong>ale, guidatadall’occidente, si è illusa che sviluppo e crescitafossero qualcosa <strong>di</strong> scontato e naturale, anche segià alla fine degli anni ‘60 tale situazione si trasformavanella consapevolezza <strong>di</strong> una pia illusione.Lo stesso Presidente Truman in<strong>di</strong>cava losviluppo come la possibilità per tutti i Paesi <strong>di</strong>raggiungere il medesimo livello <strong>di</strong> benessere. Viceversa,anni ed anni <strong>di</strong> teorie economiche sullosviluppo, sulla scia neoliberale, h<strong>anno</strong> portatoinsieme alla ricchezza per una certa parte della popolazionemon<strong>di</strong>ale, anche la polarizzazione dellosviluppo fra le <strong>di</strong>verse aree mon<strong>di</strong>ali, determinandofortissime <strong>di</strong>fferenze non solo fra continenti,ma anche all’interno dei singoli Stati 3 . A partiredal 1993, con il Libro Bianco, Delors finiva invececon il mo<strong>di</strong>ficare l’approccio stesso al temadello sviluppo locale determinando nuove attenzioni,sia nella politica che nella strategia dei variStati. Il primo e più evidente punto <strong>di</strong> rottura conle teorie classiche è il cambiamento concettuale,non parlandosi più soltanto <strong>di</strong> sviluppo in generale,bensì collegando lo sviluppo al territorionel quale si deve realizzare. Il concetto <strong>di</strong> “spazio”acquisisce pertanto una connotazione <strong>di</strong>fferente,<strong>di</strong>ventando il territorio - o l’insieme <strong>di</strong> più territoriprossimi fra loro - la vera forza <strong>di</strong> questo approccio,grazie alla rivisitazione strategica <strong>di</strong> tuttequelle risorse anche non economiche, pressochéignorate in precedenza. Così, storia, ambientesocio-culturale, tessuto relazionale, tra<strong>di</strong>zionilocali e risorse economiche, <strong>di</strong>ventano quegli elementi<strong>di</strong>stintivi che trasformano il territorio inuna fonte <strong>di</strong> sviluppo piuttosto che un’area soloda sfruttare. Già la nuova definizione <strong>di</strong> territorio,che prescinde dagli stessi confini naturali,rappresenta la prima rivoluzione concettuale 4 .Da tali considerazioni, scaturisce poi l’importanzaper tutti coloro che a <strong>di</strong>verso titolo rappresentanogli stakeholder o reali portatori <strong>di</strong> interessedel territorio, che per operare avr<strong>anno</strong> bisogno <strong>di</strong>sviluppare adeguate capacità <strong>di</strong> partecipazione eprogettazione dal basso. Pertanto, comunità locali,associazioni <strong>di</strong> vario genere, organizzazioni private,enti locali (i portatori <strong>di</strong> interesse), sono soloalcuni fra i soggetti partecipanti alla definizionedelle politiche <strong>di</strong> sviluppo locale, il cui grado <strong>di</strong>responsabilità e mobilitazione finisce per variaredalla definizione <strong>di</strong> incontri e tavoli <strong>di</strong> lavoro finoal controllo dell’intero processo attivato 5 . Proprioper tali considerazioni, per una progettazioneefficace dello sviluppo locale, ruolo cruciale finisconoper svolgere i processi <strong>di</strong> governance, intesicome le modalità <strong>di</strong> gestione del coor<strong>di</strong>namentofra gli attori <strong>di</strong> un sistema rispetto gli obiettivi daraggiungere. Obiettivo del contributo è pertantoquello <strong>di</strong> rappresentare progetti <strong>di</strong> interventosui sistemi locali e le modalità <strong>di</strong> governance, peruno sviluppo possibile del territorio. Compresoil Nostro.1 - Docente <strong>di</strong> Organizzazione Aziendale, Università Magna Græcia <strong>di</strong> <strong>Catanzaro</strong>;2 - Dottore in “Management e Consulenza Aziendale” c/o l’Università Magna Græcia <strong>di</strong> <strong>Catanzaro</strong> e Master in “PoliticheSociali per la Direzione Strategica e lo Sviluppo Sostenibile del Territorio” c/o l’Università Alma Mater Stu<strong>di</strong>orum<strong>di</strong> Bologna;3 - Ve<strong>di</strong> le <strong>di</strong>verse teorie economiche sullo sviluppo, a partire dalle teorie classiche, a quelle <strong>di</strong> Rostow sulla Teoria deglista<strong>di</strong> <strong>di</strong> sviluppo, a quella <strong>di</strong> Robertson sulla “glocalizzazione”, etc… Lo sviluppo partecipativo - Massimo TommasoliCarocci, 2001;4 - Si può pertanto partire dalle piccole aggregazioni territoriali come le Comunità Montane, fino a considerare legran<strong>di</strong> aggregazioni a respiro transnazionale come l’UE o l’UNASUR Sudamericana;5 - Lo sviluppo locale tra coor<strong>di</strong>namento e programmazione dal basso - Gianfranco Bottazzi.OC - 41