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IMP 02 SOMMARIO.qxd - il Mulino

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StoriaDai manuali ai contributi della maggiorestoriografia, le molte storie del <strong>Mulino</strong>Le collane presentate qui di fronte sonodedicate specificamente alla storia, ma laproduzione storica del <strong>Mulino</strong> si distendeanche nelle altre collane, a partire daquelle a destinazione più schiettamenteuniversitaria come i «Manuali», gli «Itinerari»e le «Introduzioni». Nei primi esce unanotevole sintesi, che in realtà si raccomandaanche al semplice lettore interessatoalla nostra storia recente, dedicata daPatrizia Batt<strong>il</strong>ani e Francesca Fauri alla storiaeconomica italiana dalla seconda guerramondiale ai nostri giorni: Mezzo secolo dieconomia italiana. 1945-2008 (pp. 328,€ 24). L’Italia ha mai concluso <strong>il</strong> suo inseguimentonei confronti dei paesi più avanzati?Quali fattori hanno consentito lagrande crescita degli anni cinquanta e sessanta?Quali possono spiegare <strong>il</strong> pericolosorallentamento degli ultimi venti anni? Stimolatedal desiderio di trovare una rispostaa tali domande le autrici ripercorrono levicende dell’economia italiana dal 1945 aoggi, inserendole nel contesto economicointernazionale e nel processo di integrazioneeuropea. La ricostruzione postbellica,<strong>il</strong> miracolo economico, l’instab<strong>il</strong>ità degli annisettanta e ottanta, <strong>il</strong> rallentamento deglianni novanta e duem<strong>il</strong>a vengono analizzatisulla base delle specializzazioni settoriali,della competitività sui mercati internazionali,delle politiche monetarie, del sistemadi welfare. Emerge <strong>il</strong> quadro di un paeseche ha saputo ut<strong>il</strong>izzare gli stimoli provenientidall’esterno per sostenere crescitaeconomica e modernizzazione e si è affermatoa livello internazionale nei settoridella meccanica e del made in Italy, mache raramente ha manifestato propensioneall’innovazione o ha anticipato i cambiamenti.Negli «Itinerari» Gabriella Poma ha curato,valendosi della collaborazione di importantistudiosi appartenenti alle principalidiscipline dell’antichistica, Le fonti per lastoria antica (pp. 304, € 22), un manualeche introduce al laboratorio di scritturadella storia antica, <strong>il</strong>lustrando gli strumenti,i metodi, i modi con cui si è giunti auna ricostruzione storica del mondo grecoe romano. Dai dati geografici e paesaggisticia quelli archeologici e topografici, daitesti letterari a quelli giuridici, dalle epigrafialla numismatica e alla papirologia: perogni settore <strong>il</strong> volume presenta, in formacompleta e chiara, la documentazione dicui si dispone, <strong>il</strong>lustrandone i problemi interpretativie la valenza in quanto fonte indispensab<strong>il</strong>eper lo studio della storia antica.Ancora negli «Itinerari» esce una nuova edizionerivista della Introduzione alla storiabizantina (pp. 208, € 15) di GiorgioRavegnani, un chiaro inquadramento dellecaratteristiche salienti dell’impero d’orientee una panoramica delle diverse fasi dellasua storia che interessa tanto lo studente distoria bizantina quanto, in generale, quellodi storia medievale.Infine nelle «Introduzioni» appare, primo diuna serie di titoli destinati a presentare iprincipali nodi storiografici relativi al mondoantico, L’impero romano e la sua fine(pp. 120, € 9) di Antonio Baldini, informatasintesi che dà conto della riflessioneelaborata sia dagli antichi sia dalla storiografiaclassica e contemporanea sul temadell’impero romano, con l’obiettivo di <strong>il</strong>lustrarele stratificazioni che contribuiscono aformare le diverse interpretazioni e rappresentazionidella parabola imperiale.Un volume di taglio interpretativo, ma altempo stesso di grande capacità evocativa,è quello dedicato da Julia M.H. Smith aL’Europa dopo Roma. Una nuova storiaculturale 500-1000 («Collezione ditesti e di studi», pp. 456, € 32), che proponeuna riconsiderazione di un periodospesso visto come un’età di decadenzae frammentazione, e qualificato come «secolibui». Rovesciando <strong>il</strong> luogo comunel’autrice sostiene che l’«alto medioevo» è inrealtà caratterizzato da grandi e importantitrasformazioni, oltreché da marcate differenziazion<strong>il</strong>ocali. La sua indagine si appuntanon tanto sulle vicende politico-istituzionalio economiche quanto su comportamentie valori, secondo una prospettivache combina storia culturale, studiregionali, studi di genere. Sono così messein luce le dinamiche demografiche, lerisposte alle calamità, ma anche le relazioniinterpersonali – amicizia, parentela, rapportifra i sessi –, le gerarchie sociali, leconcezioni del potere. Ne emerge <strong>il</strong> convincenteritratto di un’epoca multiformeche sta per molti versi all’origine delle specificitàculturali dell’Europa.9

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