32<strong>Campo</strong> de’ fioriSandroda Civita Castellana a Bologdi Alessandro SoliCopertina del libro di Sandro Santori in cui sono ritratti gli Allievi Regionali di Civita Castellana anno 1967In alto da sx: Antonio Gasperini - Massimo Caporicci - Sergio Fabbri - Francesco Scopetti - Roberto Marchetti -Antonio Marcantoni - Antonio QuiriniIn basso da sx: Antonio Armagno - Vincenzo Gasperini - Sandro Santori - Claudio Molinari - Carlo <strong>La</strong>zzariParlare di Sandro Santori provoca in meemozioni forti.I ricordi di una infanzia passata a dar calciad un pallone grondanti di sudore dopointerminabili partite, ed una parentelaacquisita tramite mio suocero, mi hannoportato in prima fila in occasione dellaconferenza tenuta appunto da Sandro quia Civita Castellana, suo paese natio.Sandro vive e lavora a Bologna ormai datantissimi anni, e sentirlo parlare di “bioeticae sport” e del suo amore per il calcio,quello con la “C” maiuscola, ha suscitato inme sensazioni che difficilmente riuscirei atrasmettervi. Proverò a farlo riportando diseguito le parole di copertina del suoprimo libro “Marcello libero, Alberto stopper”una generazione fa nei campi di provincia,pubblicato nel 2000, Ed. Limina,con la prefazione di Renzo Ulivieri, suogrande amico. / “Potè più il calcio, l’amiciziao la vita? Le nostre personalità furonopiù influenzate dal gioco nel cortile delVescovado o nel campo del Madami?Dall’acciottolato o dalla terra battuta?Diventammo così perché eravamo i figli diquelli che avevano fatto la guerra o ci fudell’altro?Furono più i colori rossoblù o l’arrivo deiBeatles a scandire i ritmi della nostra giovinezza?Usavamo l’olio canforato e mettevamo lescarpe da calcio nell’acqua calda, permeglio adattarle ai piedi. D’estate cibagnavamo nel Treia. Francesco stava inporta. Marcello giocava libero, Albertostopper.”/ Avrete capito (mi rivolgo principalmenteai “calciofili) di che pasta è fattoSandro. E’ riuscito a scrivere usando personaggifittizi (ma non troppo) e raccontarestorie di calcio vere, calcio di paese,che arricchiscono il libro e permettono di“divorarlo” con voracità Quest’anno hapubblicato “Cocomeri libri palloni”, Ed.Libri di Sport, un altro spaccato del mondodel calcio.Stavolta non il calcio delle giovanili e deiricordi, ma il calcio della quotidianità, dichi cerca ancora di divertirsi insieme agliamici, correndo a fatica, appesantiti daglianni e da una pancia esagerata.Anche di questa pubblicazione, voglioriportare le parole di copertina: “Storievere che sembrano favole e storie inventateche sembrano pezzi di cronaca cimostrano genitori speranzosi e delusi,elettricisti, carrozzai, ingegneri, camerieri,
<strong>Campo</strong> de’ fioriSantorina con il “Calcio nel cuore”33autisti, ceramisti, professori, studenti,odontotecnici, guardie di finanza, cuochi,bagnini, donne calciatrici, e tornei condominiali.Uomini, donne e bambini con la medesimapassione: inseguire e colpire un pallone.Storie italiane, illuminate o offuscate dallapratica del calcio.”Ma torniamo al Sandro Santori, che ci hapresentato il calcio con una relazioneapprofondita, precisa e scientificamenteineccepibile, durante la conferenza citataall’inizio.<strong>La</strong> relazione era suddivisa in dodici tappee voglio qui citare la quinta tappa, quellache mi è sembrata ad hoc quando si parladi calcio Sandro afferma: “Per vincere nelgioco del calcio si deve tirare in porta efare goal.Quindi,l’obiettivo di una squadra è tirare inporta e, nello stesso tempo, impedire chequalcuno tiri verso la propria porta.<strong>La</strong> cosa che vorrei rimanesse in evidenza èil verbo tirare.Questo è un elenco delle qualità cheoccorrono a una squadra di calcio:Strategia - Tattica - Collaborazione ecomunicazione - Concentrazionem mentale- Resistenza fisica - Abilità nell’inseguirepalla e avversari - Sangue freddo -Sandro SantoriCoraggio - Un’ottima vista - Saper mirare -Saper tirare.Provate ad accostare queste qualità ad uncacciatore del Paleolitico, immaginate chel’avversario sia la preda da catturare, e l’obiettivosia il procurarsi il cibo, vedrete chel’uomo mentre corre dietro ad un palloneper far goal, è lo stesso uomo che correvamilioni di anni fa dietro alla preda per lasopravvivenza”.