48<strong>Campo</strong> de’ fioriPer ricordare l’amico FraFrancesco Paolo FaggianiIl giorno 5 Febbraio 2007 si è spento all’ospedaleBelcolle di Viterbo, all’età di 96anni, un illustre cittadino di CivitaCastellana nonché un caro amico:Francesco Paolo Faggiani.Chi era questo piccolo (di statura) uomo ,ma grande di ingegno tecnico e artistico,nonché di esperienza di vita?Ebbi l’occasione e la fortuna di conoscerlonell’agosto del 2003, quando mi chiamò altelefono, per comunicarmi che aveva lettosulla “Gazzetta Falisca” il mio articoloriguardante la storia della Roma Nord. Miconfermò l’esattezza di tutto quello cheavevo scritto e mi invitò a casa sua perdarmi ulteriori informazioni, avendo luistesso vissuto personalmente tutte quellevicende da protagonista.E’ mia intenzione riscrivere , prima o poi,un altro articolo per <strong>Campo</strong> de’ fiori, sempresulla storia della Roma Nord, alla lucedei nuovi particolari ascoltati dalla voce diFrancesco Paolo, quando gli facevo visita.Francesco Paolo Faggiani nacque a<strong>La</strong>nciano (provincia di Chieti) il 17 Luglio1911, dove visse tutta l’età dell’infanzia edella prima giovinezza. Terminati gli studiprimari, il papà, che esercitava il mestieredi contabile (come si appellavano allora gliimpiegati amministrativi), lo iscrisse allescuole tecniche per geometra, dove conseguìpoi il diploma di disegnatore tecnico.Il papà di Francesco Paolo, ComincioFaggiani, agli inizi degli anni Venti, andò alavorare per una ditta di costruzioni stradalichiamata <strong>La</strong> mediterranea e lì rimase,fino a quando fu assunto da una nuovasocietà di costruzioni ferroviarie, la dittaBesenzanica di proprietà proprio del fondatoreIng. Besenzanica che progettava erealizzava linee ferroviarie.Intanto il giovane Francesco Paolo avevaterminato le scuole tecniche a 18 anni,così il papà si dette da fare per inserireanche suo figlio nella Besenzanica.Nel 1928 la ditta sopra citata, ebbe l’incarico,dall’allora governo, di trasformare lalinea ferrotranviaria preesistente, Roma –Civita Castellana – Viterbo, in linea ferroviariaa scartamento normale.Iniziarono immediatamente i lavori in varicantieri ed il personale della Besenzanicavenne trasferito e dislocato fra Roma eViterbo.Anche papà Comincio e suo figlioFrancesco Paolo iniziarono a lavorare dallenostre parti, peraltro a loro sconosciute, ilpapà nella funzione di contabile ed il figlioin quella di disegnatore.Dopo qualche mese Francesco Paolo siguadagnò la fiducia dell’Ing. Besenzanica,il quale lo volle a suo fianco come aiutantedisegnatore.Era, Francesco Paolo, il più giovane strettocollaboratore dell’Ing. Besenzanica!Quando l’ingegnere andava dalle autoritàgovernative, per discutere del progetto,aveva sempre con sè Francesco con leborse piene di disegni.I lavori vennero conclusi nel 1932 ed esattamenteil 28 ottobre dello stesso anno vifu l’inaugurazione, dove alla fine delle cerimonie,presenziate dallo stesso BenitoMussolini, vennero invitati ad una cenatutti i collaboratori più stretti dell’ Ing.Besenzanica (ovviamente Mussolini nonpartecipò alla cena perché impegnato inaltre manifestazioni, cadendo quel giornola data del decimo anniversario della marciasu Roma).In quella occasione venne scattata unafoto che, gentilmente, la signora LuisaFaggiani, figlia di Francesco Paolo, hamesso a disposizione, per essere allegataa questo articolo, oltre ovviamente ad unafoto recente di Francesco Paolo.Ringrazio di cuore Luisa a nome mio ed anome della redazione, perché la foto è ineditae, a mio avviso, ha un elevato valorestorico, essendo una delle rarissime immaginidel famoso Ing. Ernesto Besenzanica.Guardando la foto, l’ingegnere si riconoscein fondo, seduto al centro, più o meno acapotavola, sotto una finestra, con unsignore in piedi alla sua destra; si intravedeuna signora, seduta accanto alla suasinistra, probabilmente la moglie;Besenzanica ha il taglio della barba “a pizzetto”.Sulla parte sinistra della foto, in primopiano, con la faccia rivolta al fotografo, sivede chiarissimo Francesco Paolo Faggianiallora ventunenne!Accanto vi è un signore con baffetti, poi ilpapà, Comincio Faggiani, anche lui con lafaccia rivolta al fotografo.Il locale della cena è esattamente lo stessodove successivamente è stato ubicato ilbar della stazione di Piazzale Flaminio.Appena inaugurata, la ferrovia entrò subitoin esercizio; poco dopo, venne propostaa Francesco Paolo l’assunzione comeimpiegato della Roma Nord; lui accettò,dimettendosi dalla ditta Besenzanica, che,nel frattempo, stava iniziando lavori sualtri cantieri ferroviari. Il papà Comincioritornò invece a lavorare per la società dicostruzioni stradali <strong>La</strong> Mediterranea cheprogettava strade e doveva realizzare unaimportante arteria stradale in Eritrea.Immediatamente partì per l’Africa.Dopo qualche mese che Francesco eraimpiegato in ferrovia, il papà gli scrissedicendo che la sua società stava cercandoun disegnatore e che l’avrebbero pagatotremila lire al mese. Francesco Paolo nonesitò a lasciare la Roma Nord, dove guadagnavatrecento lire al mese, partendoimmediatamente per l’Africa e accettandola proposta lavorativa della <strong>La</strong> Mediterranea.Da lì a pochi anni, l’Italia entrò in guerracontro l’Etiopia ed il giovane disegnatore,venne chiamato alle armi mentre stavalavorando proprio in Etiopia ( 1935). Finitala guerra ritornò a disegnare strade semprein A.O.I. (Africa Orientale Italiana checomprendeva Etiopia, Somalia ed Eritrea).Venne richiamato alle armi di nuovo nel1940 e fu destinato alla difesa dell’ A.O.I.continuamente attaccata dagli Inglesi.Francesco mi ha descritto così nei particolarii luoghi di battaglia e la loro morfologiache, delle volte, mi sembra di essere statopresente in quelle dolorose vicende!Nella sua casa di Civita Castellana è appesoun quadro, dipinto da lui stesso (eraanche un bravo pittore!), dove è ritratto unponte stradale, costruito dalla sua ditta edistrutto dagli Inglesi dopo una cruentabattaglia, durante la quale il suo battaglionevenne quasi completamente annientatoed i superstiti fatti prigionieri.Quando mi raccontava la sua vita in Africa,vedevo nei suoi occhi una luce particolare,che mi feceva ricordare un maresciallo dell’aeronautica,combattente in Africa, ilquale, quando parlava delle sue vicendeafricane, aveva la stessa luce negli occhi.Mi resi conto allora che il cosiddetto “mald’Africa” esiste davvero!
<strong>Campo</strong> de’ fiori49ncesco Paolodi Arnaldo RicciIl 15 ottobre 1941 Francesco fu fatto prigionierodagli inglesi e di lì a qualche giornotrasferito in India nel campo di prigioniadi A. Dehra Dun. In questo camporimase dal 7 novembre 1941 fino al 2 giugno1943, dopodiché fu portato a Bombaydove lavorò come autista di camion.Egli ritornò in Italia agli inizi del 1946, marestò poco senza lavoro, infatti la RomaNord lo assunse di nuovo come bigliettaioa Piazzale Flaminio.Sempre appeso nel salotto di casa,Francesco Paolo ha un quadro, da luidipinto, con un ritratto fedelissimo delcampo di prigionia sopra citato.Amava l’India e la sua gente ( ……un po’meno gli inglesi) e gli suscitava interesse,tutto quello che veniva dalla sua storia edai suoi costumi.Quando Madre Teresa di Calcutta fu proclamataSanta, lui dipinse un ritratto della28 Ottobre 1932 inaugurazione della ferrovia Roma - Nordsuora che mi piacque molto. Durante unamia visita, gli feci i miei complimenti per ilsuo bellissimo quadro e mi disse: “…se tifa piacere ne dipingerò un’altra copia perte……..” così fece. Quel quadro è oraappeso nel mio soggiorno, dove lo conservogelosamente e con cura, mostrandoloagli amici.Ritorniamo alla cronologia degli avvenimenti.Nel 1949 Francesco Paolo sposòEgea Lupo, figlia del dott. Lupo Vincenzo,medico condotto di Civita Castellana nonchèaiutante del Prof. Vincenzo Ferrettiall’ospedale Andosilla. Il dott. Lupo eramorto improvvisamente nel 1945 all’età di53 anni, per problemi cardiaci.Intanto Francesco percorre tutta la carrieralavorativa in Roma Nord, dove ebbe l’incaricodi Capostazione a Soriano nelCimino prima, poi a Civita Castellana edinfine a Viterbo.Egli arrivò ad avere l’incarico di dirigenteunico, funzione con la quale andò in pensionenel 1972, ritirandosi poi a CivitaCastellana, in una casa lungo la ferrovia, acirca metà strada fra Civita e Faleri, accantoa quella ferrovia da lui stesso disegnatain lunghe notti di lavoro.In questa casa, lui mi raccontò la sua storia.Mentre ascoltavo, avevo la sensazione cheessa si fondeva con quella dell’ Italia edegli italiani della prima metà del ventesimosecolo.Ho conservato gelosamente le notizie dalui apprese per poterle divulgare allenuove generazioni, odierne e future e che,è ovvio, non sanno molto bene con quantee tali difficoltà è stato costruito questobenessere, da molti non percepito, perchétrovato già fatto!