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La pace - Campo de'fiori

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<strong>Campo</strong> de’ fiori49ncesco Paolodi Arnaldo RicciIl 15 ottobre 1941 Francesco fu fatto prigionierodagli inglesi e di lì a qualche giornotrasferito in India nel campo di prigioniadi A. Dehra Dun. In questo camporimase dal 7 novembre 1941 fino al 2 giugno1943, dopodiché fu portato a Bombaydove lavorò come autista di camion.Egli ritornò in Italia agli inizi del 1946, marestò poco senza lavoro, infatti la RomaNord lo assunse di nuovo come bigliettaioa Piazzale Flaminio.Sempre appeso nel salotto di casa,Francesco Paolo ha un quadro, da luidipinto, con un ritratto fedelissimo delcampo di prigionia sopra citato.Amava l’India e la sua gente ( ……un po’meno gli inglesi) e gli suscitava interesse,tutto quello che veniva dalla sua storia edai suoi costumi.Quando Madre Teresa di Calcutta fu proclamataSanta, lui dipinse un ritratto della28 Ottobre 1932 inaugurazione della ferrovia Roma - Nordsuora che mi piacque molto. Durante unamia visita, gli feci i miei complimenti per ilsuo bellissimo quadro e mi disse: “…se tifa piacere ne dipingerò un’altra copia perte……..” così fece. Quel quadro è oraappeso nel mio soggiorno, dove lo conservogelosamente e con cura, mostrandoloagli amici.Ritorniamo alla cronologia degli avvenimenti.Nel 1949 Francesco Paolo sposòEgea Lupo, figlia del dott. Lupo Vincenzo,medico condotto di Civita Castellana nonchèaiutante del Prof. Vincenzo Ferrettiall’ospedale Andosilla. Il dott. Lupo eramorto improvvisamente nel 1945 all’età di53 anni, per problemi cardiaci.Intanto Francesco percorre tutta la carrieralavorativa in Roma Nord, dove ebbe l’incaricodi Capostazione a Soriano nelCimino prima, poi a Civita Castellana edinfine a Viterbo.Egli arrivò ad avere l’incarico di dirigenteunico, funzione con la quale andò in pensionenel 1972, ritirandosi poi a CivitaCastellana, in una casa lungo la ferrovia, acirca metà strada fra Civita e Faleri, accantoa quella ferrovia da lui stesso disegnatain lunghe notti di lavoro.In questa casa, lui mi raccontò la sua storia.Mentre ascoltavo, avevo la sensazione cheessa si fondeva con quella dell’ Italia edegli italiani della prima metà del ventesimosecolo.Ho conservato gelosamente le notizie dalui apprese per poterle divulgare allenuove generazioni, odierne e future e che,è ovvio, non sanno molto bene con quantee tali difficoltà è stato costruito questobenessere, da molti non percepito, perchétrovato già fatto!

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