23SCHEDE FILMOGRAFICHEMEZZANOTTE A PARIGI di Woody Allen26-27 aprile 2012(Il film uscirà nelle sale italiane il 2 dicembre 2011)Woody Allen (Allen Koeningsberg - 1935, New York) esordisce con Che fai rubi? (1966) e poi Prendi i soldi e scappa (1969), ironicaparodia della piccola delinquenza. Autore più stimato in Europa che negli States, nel 1978 con Io e Annie, che forse resta uno deisuoi film più belli insieme ad Hannah e le sue sorelle del 1986, raccoglie ben 4 Oscar. Realizza un numero impressionante di film,di cui è spesso anche protagonista, infarciti di umorismo, satira corrosiva della società moderna, filosofiche riflessioni alla Bergman,farsesche prese in giro di sesso e psicanalisi, che certamente hanno molto a che fare con la sua vita privata. Per citarne solo alcuni:Radio Days (1987), La dea dell’amore (1995), Tutti dicono I love you (1996), che inaugura la sezione europea dei suoi film, e aipiù recenti Match Point (2005), Scoop (2006), Vicki, Cristina, Barcelona (2008), gli spassosi Basta che funzioni (2009), e Incontrerail’uomo dei tuoi sogni (2010) ed infine Mezzanotte a Parigi, che per ora chiude il proficuo periodo europeo.Interpreti: Owen Wilson (Gil),Rachel McAdams (Inez), Kathy Bates (Gertrude Stein), Adrien Brody (Salvador Dalí), Marion Cotillard(Adriana), Michael Sheen (Paul), Gad Elmaleh (Detective Tisserant), Kurt Fuller (John), Tom Hiddleston (F. Scott Fitzgerald), AlisonPill (Zelda Fitzgerald), Carla Bruni (Guida del museo), Mimi Kennedy (Wendy), La Seydoux (Gabrielle), Daniel Lundh (JuanBelmonte), Adrien de Van (Luis Buñuel), Marcial Di Fonzo Bo (Pablo Picasso), Corey Stoll (Ernest Hemingway)Genere: commedia, romantico, fantasticoOrigine: Stati Uniti, FranciaSoggetto e sceneggiatura: Woody AllenFotografia: Darius KhondjiMontaggio: Alisa LepselterDurata: 100’Produzione: Letty Aronson, Jaume Roures, Stephen TenenbaumDistribuzione: MedusaSOGGETTO: Mezzanotte a Parigi è una storia romantica ambientata a Parigi, nella quale s’intrecciano le vicende di una famiglia, inFrancia per affari, e di due giovani fidanzati prossimi alle nozze; tutti alle prese con esperienze che cambieranno per sempre le lorovite. Il film è anche la storia del grande amore di un giovane uomo per una città, Parigi e dell’illusione di tutti coloro che pensano chese avessero avuto una vita diversa sarebbero stati molto più felici.ANNOTAZIONI: Allen dopo anni abbandona il cinismo, mette in scena sogni, illusioni e rispolvera tutto il suo amore per la letteratura,la musica e la pittura. Di conseguenza torna ad aver fiducia nel suo cinema che finalmente riprende vita. La scrittura è ricchissima- non solo nei dialoghi, ma anche nelle situazioni - e si alternano in continuazione scene memorabili, con brevi incontri affascinantiquanto divertenti - imperdibili Dali e Buñuel -. La presa di coscienza finale chiude perfettamente il sogno ma l’autore si concedecomunque un ultimo tocco romantico. Il protagonista è il degno erede dei grandi ritratti maschili del regista e Wilson, perfetto, forse ilmiglior alter ego che Allen abbia mai avuto.50
FILMUP.COM - Donata FerrarioParigi, oltre a conquistare mezzo mondo, ha conquistato ancheWoody Allen e Gil, il suo alter ego protagonista del film, uno sceneggiatoredi Los Angeles in visita a Parigi con la fidanzata Ineze i genitori di lei. Lui proprio soddisfatto non è, vorrebbe dedicarsialla narrativa; Inez non è – forse – la donna dei suoi sogni;la situazione familiare è oppressiva e Parigi è lì, con le sue veduteda cartolina, la sua magia che fa capolino da ogni angolo. Unanotte, mentre Gil passeggia solitario per stradine acciottolate, alloscoccare della mezzanotte, come succede in tutte le fiabe, iltempo si mette a correre all’indietro, trasportando lo scrittore propriodove vorrebbe essere, negli anni Venti, nella Belle Epoque,quando Parigi era la culla di artisti come Picasso, Buñuel,Gertrude Stein, Francis Scott Fitzgerald, Dalì, Man Ray. Gil liincontrerà, notte dopo notte, a mezzanotte, così come incontreràuna donna, Adriana, forse il sogno più grande. Mezzanotte aParigi è un canto d’amore da parte di Woody Allen per la VilleLumière, che filma come un innamorato, la cristallizza nei suoicliché e poi li supera, li altera nella visione onirica del protagonista.Un itinerario in un’epoca vagheggiata da tanti, tra artisti cheAllen ama da sempre. È un viaggio andata e ritorno dalla realtà aisogni, quelli sempre desiderati, che paiono dare un senso al quotidianoche non ci soddisfa, che sono la nostra nicchia per sfuggireun po’ dal ripetersi dell’oggi. Come fa Gil, un ottimo e misuratoOwen Wilson, che vive nella nostalgia di epoche passate, diuna ipotetica età dell’oro che, con la fantasia, si figura perfetta, inun film che coniuga in equilibrio magico malinconia e leggerezza,gag e riflessioni. Woody Allen è ritornato alla grande, portandole sue/nostre ossessioni sullo schermo, invitandoci al sogno maanche al suo superamento, perché è bello sognare ma anche saperritornare. E il ritorno forse è più ricco, perché il confrontarci coni nostri desideri più segreti ci dà la misura di quello che, nellarealtà, vorremmo cambiare o dovremmo affrontare per iniziare avivere davvero. Secondo i nostri sogni calati nella realtà.MYMOVIES.IT - Giancarlo ZappoliGil (sceneggiatore hollywoodiano con aspirazioni da scrittore) ela sua futura sposa Inez sono in vacanza a Parigi con i piuttostoinvadenti genitori di lei. Gil è già stato nella Ville Lumiêre e ne èda sempre affascinato. Lo sarà ancor di più quando una sera, amezzanotte, si troverà catapultato nella Parigi degli Anni Venticon tutto il suo fervore culturale. Farà in modo di prolungare ilpiacere degli incontri con Hemingway, Scott Fitzgerald, Picasso etutto il milieu culturale del tempo cercando di fare in modo che il‘miracolo’ si ripeta ogni notte.Suscitando così i dubbi del futurosuocero.Woody Allen ama Parigi sin dai tempi di Hello Pussycate ce lo aveva ricordato anche con Tutti dicono I Love You. Nellasequenza di apertura fa alla città una dichiarazione d’amore visivache ricorda l’ouverture di Manhattan senza parole. Ma anchequi c’è uno sceneggiatore/aspirante scrittore in agguato pronto ariempire lo schermo con il suo male di vivere ben celato dietro losguardo a tratti vitreo di Owen Wilson. Solo Woody poteva farci‘sentire’ in modo quasi tangibile la profonda verità di un ‘classico’francese che nella parata di personalità che il film ci presentanon compare: Antoine de Saint Exupery. Il quale ne “Il piccoloprincipe” fa dire al casellante che nessuno è felice per dove sitrova. Il personaggio letterario verbalizzava il bisogno di cercaresempre nuovi luoghi in cui ricominciare a vivere. Il Gil allenianoSCHEDE FILMOGRAFICHEvuole sfuggire dalla banalità dei nostri giorni ma trova dinanzi asé altre persone che esistono in epoche che ai posteri sembrerannofulgide d’arte e di creazione di senso ma non altrettanto a chile vive come presente. Se il Roy di L’uomo dei tuoi sogni erasolamente uno scrittore avido di successo Gil è affamato di quellacultura europea di cui da buon americano si sente privo. Ma halo sguardo costantemente rivolto all’indietro. Forse, sembra dirciWoody, ha ragione ma è comunque indispensabile uno sforzocostante per cercare nel presente le ragioni del vivere e del creare.A Gil Allen concede quella speranza che invece negava perentoriamente(e con ragione) a Roy. Ricordandoci (ancora una voltae con delle evidenti analogie con La rosa purpurea del Cairo) chenulla può consentirci di sfuggire a noi stessi e al nostro tempo eche forse (nonostante tutto) è bene così.FILM.IT - Pierpaolo FestaUn aspirante scrittore che a poco a poco perde la testa, ritrovandosiin mezzo ai fantasmi del passato: questa non è solo la premessadella trama di “Shining” di Kubrick, ma anche l’idea cheha fulminato Woody Allen nel momento in cui il regista si è interrogatosu cosa sarebbe accaduto una volta scoccata la mezzanottea Parigi. Sullo schermo, prima ancora di vedere il titolo delfilm, Allen sottopone lo spettatore a un montaggio di tre minuticomposto da immagini cliché della capitale francese: la TorreEiffel catturata da ogni angolo, Bastille, l’Opera e gli ChampsElysèes, quasi come se volesse immediatamente sbarazzarsi dellaParigi da cartolina, per dedicarsi, invece, alla dimensione piùmagica della Ville. Protagonisti sono un gruppo di californiani invacanza a Parigi, gente che può permettersi in un battibaleno dipagare ventimila euro per comprare una sedia dall’antiquario.Uno di loro è l’aspirante romanziere Gil (Owen Wilson), uno sceneggiatorein fuga dai soliti polpettoni hollywoodiani che glicommissionano, che rimane stregato dalla bellezza della città alpunto da voler lasciare per sempre Los Angeles. Chi gli sta accantoama sottolineare che lui è affetto dal “complesso dell’età dell’oro”,cioè quello di preferire epoche antecedenti a quella in cuisi vive. Lo scrittore ci mette poco a fare quel passo che trasformai sogni in realtà, ritrovandosi nei salotti della Parigi di inizio 900,al fianco di Ernst Hemingway, Scott Fitzgerald, Pablo Picasso etanti altri artisti. Se l’ultimo “Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni”(il film che Allen ha presentato a Cannes nel 2010) era solo unariflessione en passant sulla gente che si fa manipolare, “Midnightin Paris” è un film che in primis è realizzato con il cuore, nonché– a detta dello stesso regista – una storia piena di speranza, rappresentatadalle infinite possibilità oniriche che Parigi è in gradodi offrire. A fare da alter ego ad Allen c’è questa volta OwenWilson, bravo e circondato da una squadra di attori in parte, su cuispicca una Rachel McAdams che per una volta non interpretal’oggetto del desiderio, preferendo, invece, scatenare il suo latoda donna virago. Tra paradossi temporali e un susseguirsi di gag,Woody Allen gira libero, felice di raccontare il lato esagerato deipiù grandi artisti che hanno popolato Parigi nel passato e che luiha sempre amato. E dallo schermo viene filtrato un messaggio incui cinismo e positività riescono a coesistere: esplorare fino infondo i propri sogni proibiti può permetterci di trovare il coraggiodi fare quello che vogliamo. Tra magia e ironia “Midnight inParis” riesce senza dubbio a essere il migliore film di WoodyAllen sin dai tempi di “Match Point”.51