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Italia, ancora sei in tempo per salvarti - Museo del Piave

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I nostri speciali da conservare• Luglio 2010(...) Bosnia, il Veneto, la Padania,il Tibet, l’Africa dallemille etnie, il Kurdistan, le m<strong>in</strong>oranzerusse <strong>del</strong>le repubblicheex sovietiche dall’Asia centraleall’Ucra<strong>in</strong>a. Popoli e regioniche hanno gli stessi diritti deikosovari e <strong>del</strong> Kosovo. Perchéconcedere l’<strong>in</strong>dipendenza alKosovo e negarla al Veneto?Perché concedere l’<strong>in</strong>dipendenzaal Kosovo e negarla al Kurdistan,ai Paesi Baschi, al Tibet?Sono forse popoli e regionidi serie B? Oggi piùdi ieri, ogni s<strong>in</strong>golamicro - patria potrebberivendicareil diritto all’<strong>in</strong>dipendenza.Un effettodom<strong>in</strong>o dagli esitiimprevedibili, capacedi sconvolgere gliequilibri geopoliticie l’<strong>in</strong>tegrità dei s<strong>in</strong>goliStati nazionali.Le conseguenze politichee giuridiche<strong>del</strong> caso Kosovovanno attribuite aquei Paesi (l’<strong>Italia</strong>dei governi D’Alemae Prodi) che nelmarzo <strong>del</strong> 1999, appoggiaronol’<strong>in</strong>terventomilitare <strong>del</strong>laNato a favore deisecessionisti albanesie a scapito <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>tegritàterritoriale diuno Stato sovrano(la Serbia); che nelfebbraio 2008, riconobberoil Kosovo come Stato<strong>in</strong>dipendente.L’esistenza di un precedentegiuridico e politico all’<strong>in</strong>dipendenza<strong>del</strong>le micro - patrie nonsignifica che la secessione <strong>del</strong>lestesse sia opportuna. Questo dipenderàdai rapporti tra centroe <strong>per</strong>iferia, dalla capacità di autogoverno<strong>del</strong>le s<strong>in</strong>gole regioniche all’<strong>in</strong>dipendenza aspirano.Non tutte le regioni che aspiranoall’<strong>in</strong>dipendenza, hannol’es<strong>per</strong>ienza storica e le risorse(la classe dirigente, le imprese,le <strong>in</strong>frastrutture e i servizi)necessarie allo sviluppo di unoStato autonomo; il caso <strong>del</strong>Kosovo è <strong>in</strong>dicativo, uno Statoche sopravvive solo grazie adDecisivo nella formazione nelconsolidamento <strong>del</strong>le enclavi islamiche,sono le politiche <strong>in</strong> materiad’immigrazione e la concessione<strong>del</strong> diritto di voto agli immigrati.Un diritto che la chiesa cattolica,la s<strong>in</strong>istra, e la destra <strong>del</strong>l’on.Gianfranco F<strong>in</strong>i vorrebbero concedereagli immigrati.Questi soggetti si propongonocome garanti <strong>del</strong>l’unità e identitànazionale; ma lavorano <strong>per</strong>l’islamizzazione <strong>del</strong> nostro Paese,confondendo il “tricolore” con la“mezzaluna”.un’economia crim<strong>in</strong>ale e agliaiuti <strong>in</strong>ternazionali. Non tuttele regioni che aspirano a unamaggiore autonomia, devonoseguire la via <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>dipendenza.In <strong>Italia</strong> con il federalismo èpossibile riequilibrare i rapportitra centro e <strong>per</strong>iferia, tra regioni“ricche” e regioni “povere”,dare responsabilità a regioni ecomuni sul lato <strong>del</strong>la spesa, farriscoprire agli italiani il legametra comunità e territorio (primalocale e poi nazionale) e qu<strong>in</strong>diil significato <strong>del</strong>le parole Patriae <strong>Italia</strong>.Patria e <strong>Italia</strong>, sono parole chedecenni di multiculturalismo, dipseudo pacifismo e terzomondismocattomarxista, hanno <strong>in</strong>segnatoa disprezzare e ignorare.A disprezzare, comequei giovani <strong>del</strong>l’estremas<strong>in</strong>istra, che aRoma e a Mestre (Venezia)nel giugno <strong>del</strong>2004, marciando <strong>per</strong> la“pace”, <strong>in</strong>neggiavanoa B<strong>in</strong> Laden e offendevanola memoria de<strong>in</strong>ostri caduti gridando:.federalismoSolo attraverso il federalismoè possibilemantenere unito ilnostro Paese, <strong>per</strong>chél’unità nazionale nonè un dogma <strong>in</strong>tangibile,che qualcunopuò imporre dall’altosenza il consenso <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>teranazione. LaYugoslavia e la Cecoslovacchiasi divisero:la prima <strong>in</strong> modo violentoe la seconda <strong>in</strong>modo pacifico. Sonocrollati l’Im<strong>per</strong>o Romano e laRepubblica di Venezia, conuna storia, un peso politico edeconomico, ben su<strong>per</strong>iori allanostra giovane e fragile <strong>Italia</strong>.Questo la storia <strong>in</strong>segna, chi haAgieri impiegati nella lotta contro gli <strong>in</strong>sorgenti meridionali.Una guerra civilie (1860 - 1865) che fece più vittime <strong>del</strong>le tre guerre d’<strong>in</strong>dipendenzaa cuore l’unità <strong>del</strong> Paese nondovrebbe dimenticarlo.Negare il federalismo significacostr<strong>in</strong>gere le regioni <strong>del</strong> Norda seguire la via <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>dipendenza,<strong>per</strong> porre f<strong>in</strong>e: all’autoritàsoffocante di uno Stato centralistae a un <strong>in</strong>iquo rapporto traregioni.Un <strong>in</strong>iquo rapporto, che assegnaalle regioni a statutospeciale, maggiore autonomiarispetto a quelle a statuto ord<strong>in</strong>ario;autonomia che andrebbeestesa a tutte le regioni italiane.Un <strong>in</strong>iquo rapporto, che vede: leregioni “ricche” (quelle a maggiorPIL) ricevere dallo Statomeno denaro di quanto raccoltosul loro territorio, sotto formadi tributi; mentre le regioni “povere”(quelle con il m<strong>in</strong>or PIL)ricevono dallo Stato più denarodi quanto raccolto sul loroterritorio. Le regioni “ricche”,sono quelle a statuto ord<strong>in</strong>ario<strong>del</strong> Nord (Veneto, Lombardia,Piemonte, Emilia Romagna eLiguria); le regioni “povere”,sono quelle <strong>del</strong> Sud (Calabria,Campania, Basilicata, Puglia,Sicilia, ecc.). Nel Mezzogiornoquesto <strong>in</strong>iquo sistema alimentale cosche mafiose e l’assistenzialismo:falsi <strong>in</strong>validi, dipendentipubblici <strong>in</strong> esubero (i ventisettemila<strong>del</strong>la Sicilia contro itremila <strong>del</strong>la Lombardia) o<strong>per</strong>epubbliche <strong>in</strong>utili o mai completate,servizi pubblici <strong>in</strong>efficienti,consulenze affidate a professionistie imprese <strong>per</strong> soli f<strong>in</strong>iclientelari.La “questione settentrionale”non va sottovalutata, il nordcolpito dalla crisi è stanco e nonè nelle condizioni di sostenere:uno Stato <strong>in</strong>efficiente e corrotto,un sud assistito e mafioso.Chi oggi si oppone al federalismo:é legato a una visioneretorica <strong>del</strong>l’ideale nazionale,o vuole mantenere l’attuale sistemaparassitario e <strong>in</strong>efficienteche regola i rapporti tra norde sud. Ai primi va riconosciutoil merito <strong>del</strong>la buona fede,si oppongono al federalismo<strong>per</strong>ché temono che il Paese siframmenti con il prevalere degli“egoismi” regionali, sia vanificatoe vilipeso il sacrificio dichi <strong>per</strong> l’unità e l’<strong>in</strong>dipendenza<strong>del</strong>l’<strong>Italia</strong> ha donato la vita. Abbiamoil dovere di riconoscere erispettare il sacrificio di chi hasofferto e <strong>per</strong>duto la vita <strong>per</strong> ilnostro Paese nelle battaglie e neimoti risorgimentali, nelle tr<strong>in</strong>cee<strong>del</strong> Carso e <strong>del</strong> <strong>Piave</strong>, <strong>per</strong>liberare l’<strong>Italia</strong> dall’<strong>in</strong>vasore tedesconella guerra partigiana o<strong>per</strong> salvare l’onore <strong>del</strong>la stessasotto le <strong>in</strong>segne <strong>del</strong>la RepubblicaSociale; questi sono i nostrimorti e i nostri eroi. Ai second<strong>in</strong>on va riconosciuta alcunaragione, il loro comportamentomesch<strong>in</strong>o é privo di ogni connotazionepatriottica; sono parassitiche vivono e pros<strong>per</strong>anocon i soldi che dalle regioni <strong>del</strong>nord arrivano a quelle <strong>del</strong> sude con il federalismo temono di<strong>per</strong>derli. Patrioti <strong>per</strong> la “pagnotta”e non <strong>per</strong> amor di Patria.islamLa vicenda <strong>del</strong> Kosovo suonacome un monito <strong>per</strong> l’Europa,non solo <strong>per</strong> l’eventuale effettodom<strong>in</strong>o <strong>del</strong>la secessione<strong>del</strong>le micro-patrie, ma anche<strong>per</strong> la presenza <strong>del</strong>le enclavid’immigrati islamici radicatenella stessa. Enclavi non <strong>in</strong>tegratee pronte a esplodere, conesiti fatali <strong>per</strong> l’identità e <strong>in</strong>tegrità<strong>del</strong>l’Europa e le nazioniMappa <strong>del</strong>le enclaviislamiche <strong>in</strong> Franciache la compongo.Uno scenario che sembra manifestarsicon gli attentati diLondra e di Madrid, le rivoltenelle “balenieu” francesi, conla pretesa <strong>del</strong>le comunità islamichedi imporre le proprienorme e tradizioni anche quando<strong>in</strong>compatibili con le nostre(burqa, <strong>in</strong>fibulazione, rifiuto<strong>del</strong>lo Stato laico, discrim<strong>in</strong>azioniuomo-donna).Le enclavi islamiche sono iquartieri a maggioranza mussulmanatrasformati <strong>in</strong> casba,dove diffusa é la microcrim<strong>in</strong>alitàe forti le tensioni etniche.L’Europa pullula di questi ghettiche m<strong>in</strong>acciano la sicurezza eoffendono <strong>del</strong>le nostre città.Decisivo nella formazione nelconsolidamento <strong>del</strong>le enclaviislamiche, sono le politiche <strong>in</strong>materia d’immigrazione e laconcessione <strong>del</strong> diritto di votoagli immigrati. Un diritto chela chiesa cattolica, la destra<strong>del</strong>l’on. Gianfranco F<strong>in</strong>i e las<strong>in</strong>istra vorrebbero concedere.Questi soggetti si propongonocome garanti <strong>del</strong>l’unità eidentità nazionale; ma lavorano<strong>per</strong> l’islamizzazione <strong>del</strong> nostroPaese e qu<strong>in</strong>di <strong>per</strong> la sua disgregazione.Le enclavi islamiche sono presenti<strong>in</strong> tutta Europa (Francia,Gran Bretagna e Olanda <strong>in</strong> particolare)con una distribuzionea macchia di leopardo. Sonocomposte d’immigrati regolarie irregolari, molti di secondagenerazione (figli d’immigrat<strong>in</strong>ati e cresciuti <strong>in</strong> Europa).Enclavi che potrebbero, analogamentea quanto avvenuto <strong>in</strong>Kosovo, aspirare alla “secessione”.Un’<strong>in</strong>dipendenza di fattoe non di diritto, quest’ultimadifficile da ottenere. Un’<strong>in</strong>dipendenzabasata sull’autogovernodei quartieri, <strong>del</strong>le città e<strong>del</strong>le prov<strong>in</strong>cie dove gli immigratimussulmani sono maggioranza,aree dove l’unicalegge vigente diverrebbequella islamica, (la “sharia”)e l’unica autoritàriconosciuta quella <strong>del</strong>l’iman.Enclavi di fatto<strong>in</strong>dipendenti dal governocentrale, come avvieneoggi nelle prov<strong>in</strong>cie <strong>del</strong>l’Afghanistane <strong>del</strong> Pakistanoccupate dai talebani.Una situazione similesi riscontra nelle zone piùdegradate <strong>del</strong>l’<strong>Italia</strong> meridionale,dove l’unicalegge rispettata è quella<strong>del</strong>la mafia e l’unica autoritàriconosciuta è quelladei clan.Enclavi islamiche reseforti da una crescita demograficaelevata, conseguenza<strong>del</strong>l’arrivo di nuoviimmigrati e <strong>del</strong>la maggiorefertilità degli stessi; dall’averottenuto il diritto di voto e qu<strong>in</strong>dila possibilità di organizzarsi<strong>in</strong> partiti politici ed eleggere ipropri rappresentanti nelle istituzionidi governo; dall’aiutoesterno di organizzazioni terroristichedi tipo jihadista, di Paesimussulmani ostili all’Europacome l’Iran, di Paesi mussulmaniche mirano a islamizzarel’Europa, <strong>per</strong> condizionare lescelte politiche ed economiche(la Turchia che aspira aentrare nell’Unione Europea el’Arabia Saudita, che f<strong>in</strong>anziale pr<strong>in</strong>cipali moschee d’Europae con l’Europa ha forti legamieconomici). Il Kosovo divenne<strong>in</strong>dipendente <strong>per</strong>ché i separatistialbanesi erano demograficamenteforti e avevano l’appoggio<strong>del</strong>la Nato e <strong>del</strong> mondoislamico. Queste sono le causeche rendono fragile la nostraunità e identità nazionale; nonil “secessionismo” padano, chedi questa “fragilità” è il s<strong>in</strong>tomoe non la causa. Può chi governaignorare tutto questo senza pregiudicareil futuro <strong>del</strong> Paese?Giorgio Da Gai

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