Nel<strong>la</strong> Costi<strong>tu</strong>zione conciliare sul<strong>la</strong> Div<strong>in</strong>a rive<strong>la</strong>zione troviamouna descrizione dell’atto del credere: “A Dio che rive<strong>la</strong> è dovuta‘l’obbedienza del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>’ (Ro<strong>ma</strong>ni 16,26; cfr.. Ro<strong>ma</strong>ni 1,5; 2 Cor<strong>in</strong>ti10,5-6), con <strong>la</strong> quale l’uomo gli si abbandona <strong>tu</strong>tt’<strong>in</strong>tero e liberamenteprestandogli ‘il pieno ossequio dell’<strong>in</strong>telletto e del<strong>la</strong>volontà’ e assentendo volontariamente al<strong>la</strong> Rive<strong>la</strong>zione che eglifa”. Mi s<strong>tu</strong>pisce e mi <strong>in</strong>canta il verbo con il quale il testo conciliareesprime il credere: “si abbandona”. Credere è allora abbandonarsi<strong>in</strong>teramente e liberamente a Dio. Noi usiamo questo verboper <strong>in</strong>dicare il gesto di chi si affida nelle braccia affidabili di unapersona a<strong>ma</strong>ta. Credere è questo abbandono. Pri<strong>ma</strong> d’esser comevoleva il Concilio Vaticano I “pieno ossequio dell’<strong>in</strong>telletto e del<strong>la</strong>volontà” credere è gesto del<strong>la</strong> persona che si affida <strong>in</strong>condizionatamenteall’Altro.Abraham Bloe<strong>ma</strong>ertI discepoli di Em<strong>ma</strong>us, 1622olio su te<strong>la</strong>, 145×215.5 cmMusées royaux des Beaux-Arts de Belgique, Bruxelles— 17 —
7. <strong>Credo</strong>: aiuta <strong>la</strong> <strong>mia</strong> <strong>in</strong>credulitàIl traguardo del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> non è facile da realizzare, ecco perché dobbiamofare nostra l’<strong>in</strong>vocazione che troviamo nel Vangelo di Marco:“<strong>Credo</strong>: aiuta <strong>la</strong> <strong>mia</strong> <strong>in</strong>credulità” (9,24).Ma <strong>in</strong>som<strong>ma</strong> questo personaggio, crede o non crede?Il padre dell’<strong>in</strong>demoniato è disperato per <strong>la</strong> grave si<strong>tu</strong>azione delfiglio e implora Gesù, dopo aver <strong>in</strong>vano sollecitato gli apostoli. Larisposta di Gesù è sferzante:“Tutto è possibile a chi crede”.E il padre:“<strong>Credo</strong>: aiuta <strong>la</strong> <strong>mia</strong> <strong>in</strong>credulità”.Il papà si appoggia sul <strong>Signore</strong>, <strong>ma</strong> lo implora di guarire non soloil figlio, <strong>ma</strong> anche <strong>la</strong> sua <strong>in</strong>credulità. La nostra <strong>fede</strong> si appoggiasul<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> del <strong>Signore</strong>, <strong>ma</strong> arrischia di “affondare” nel dubbio: è<strong>ma</strong>i possibile questo? Il <strong>Signore</strong> forse mi deluderà? La <strong>fede</strong> non èun’acquisizione cerebrale statica, <strong>ma</strong> un abbandono d<strong>in</strong>amico al<strong>la</strong>paro<strong>la</strong> di Dio. Una leggenda narra di un ateo scivo<strong>la</strong>to <strong>in</strong> un burronee abbarbicato ad un’esile radice. L’ateo ur<strong>la</strong>: “Dio, se ci sei,salvami”. Dio gli risponde: “Tu mi <strong>in</strong>vochi nel bisogno, <strong>ma</strong> poi midimentichi”. E l’ateo: “No, d’ora <strong>in</strong> poi ti sarò <strong>fede</strong>le e osserverò<strong>la</strong> <strong>tu</strong>a legge, ora che credo <strong>in</strong> te”. E Dio: “Tu credi davvero <strong>in</strong>me?”. “Sì”. E Dio: “Allora, se credi, <strong>la</strong>scia <strong>la</strong> radice e abbandonat<strong>in</strong>el vuoto”. Come illustra Ebrei 11, <strong>la</strong> <strong>fede</strong> non riempie, <strong>ma</strong> svuota,ci impegna <strong>in</strong> un abbandono che ci priva delle sicurezze u<strong>ma</strong>neper <strong>in</strong>serirci nel<strong>la</strong> fragilità, nel perdono, nel<strong>la</strong> misericordia di Dio.La <strong>fede</strong> ci fa diventare piccoli agli occhi del mondo, perché ci <strong>in</strong>chiodaal<strong>la</strong> croce di Colui che è <strong>in</strong> agonia f<strong>in</strong>o al<strong>la</strong> f<strong>in</strong>e del mondo.Come ci ricorda Luca 11 il nostro appoggio su Dio implica l’esaudimentoe cioè una più ampia aper<strong>tu</strong>ra al suo Spirito d’amore.Come ci ricorda Ebrei 5, 7-9 Gesù prega per essere liberato dal<strong>la</strong>morte e il Padre lo esaudisce non strappandolo ai suoi assass<strong>in</strong>i,<strong>ma</strong> rendendolo perfetto, causa di salvezza universale. La sofferen-— 18 —
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