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Credo, Signore, ma tu accresci la mia fede - Chiesa Cattolica in ...

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Un Concilio che, secondo le <strong>in</strong>dicazioni di papa Giovanni XXIII,doveva svolgersi <strong>in</strong> libertà, i cui veri protagonisti dovevano esserei vescovi, impegnati a superare barriere ideologiche e cul<strong>tu</strong>rali, a<strong>la</strong>vorare <strong>in</strong>sieme e a condividere con coraggio e “parresia” le loroesperienze pastorali per il bene del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> universale.Col grazie sento di dover chiedere perdono per non aver saputofare una applicazione <strong>fede</strong>le e coerente degli <strong>in</strong>segnamenti delConcilio. Ci si è persi <strong>in</strong> programmi uni<strong>la</strong>terali ed <strong>in</strong>significanti,nell’accade<strong>mia</strong> delle chiacchiere e pers<strong>in</strong>o del par<strong>la</strong>re a vanvera.Ci sono state chiusure, che hanno condotto addirit<strong>tu</strong>ra allo scis<strong>ma</strong>;Giovanni XXIII confidava il suo disappunto “per quei padriconciliari che, per il fatto di essere stati professori di teologia,credono di dover fare dei testi conciliari dei <strong>ma</strong>nuali di teologia”.Dobbiamo chiedere perdono per non aver corrisposto <strong>in</strong> modoadeguato al soffio dello Spirito del Concilio, per le contraddizionicrescenti che hanno ostaco<strong>la</strong>to gravemente il camm<strong>in</strong>o delVangelo.Annota il teologo Sever<strong>in</strong>o Dianich: “Bisogna onestamente riconoscereche <strong>in</strong> molte delle <strong>ma</strong>nifestazioni del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>, e soprat<strong>tu</strong>tto<strong>in</strong> quelle diffuse attraverso i media, non bril<strong>la</strong> lo stile evangelicodel<strong>la</strong> modestia, del<strong>la</strong> semplicità e del<strong>la</strong> povertà. I problemiche si evidenziano nel quadro del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> universale poi, a livellolocale, si m<strong>in</strong>ia<strong>tu</strong>rizzano <strong>ma</strong> non scompaiono…. Non sono pochicoloro che ritengono che <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> debba conquistare nel<strong>la</strong>società posizioni rilevanti, di prestigio, quando non di potere.Eppure qui si annidano rischi gravissimi, dai quali solo una seriarifor<strong>ma</strong> di molte isti<strong>tu</strong>zioni e strut<strong>tu</strong>re ecclesiastiche, potrà preservare<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>”. Infatti“quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere isapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto perconfondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo,quello che è nul<strong>la</strong>, Dio lo ha scelto per ridurre al nul<strong>la</strong> le cose chesono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio” (1 Cor<strong>in</strong>ti1,27ss).— 52 —

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