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Ritardi e problemi della scuola italiana.pdf

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permeato il sistema scolastico in tutti gli aspetti <strong>della</strong> sua attività: ha instaurato troppiautomatismi perché si possa sperare, anche ad autonomia realmente avviata, in unasua rapida eliminazione.È la stessa trama di adempimenti e di divieti di cui la buropedagogia si avvale arenderla inattaccabile: costituisce un apparato logico talmente strutturato che puòessere incrinato solamente da una visione <strong>della</strong> <strong>scuola</strong> altrettanto dotata di organicitàe coerenza quale è l'autonomia. Ma la consapevolezza degli erogatori e dei fruitoridel servizio scolastico relativamente al rapporto tra gli interessi e i compiti degli uni edegli altri è ancora così blanda, che nelle scuole non è ancora maturata una formacredibile di conoscenze e di competenze concernenti il POF, unico eserciziodell'autonomia che possa coinvolgere tutte le componenti scolastiche e molto davicino. Mentre la liberalizzazione del mercato <strong>della</strong> telefonia entusiasma anche ibambini, il confronto tra domanda e offerta di percorsi formativi è, nelle scuole, untète à tète tra i pochissimi che lavorano nell'ufficio di vice-presidenza. Si dirà: ma ache serve il POF se gli spazi per le scelte autonome sono così ridotti? si puòrispondere correttamente anche con un'altra domanda: e perché nessuno protesta perottenere spazi più ampi?È questo il momento in cui negli altri paesi occidentali, ma in qualche misura anchein Italia, si va affermando la convinzione che le riforme degli ordinamenti nonrisultano, e magari non possono più risultare, portatrici di reali innovazioni. A taleconvinzione si affianca quest'altra: per non subire la <strong>scuola</strong> di massa come unsemiparcheggio, e per valorizzarla per quello che è, e cioè come serbatoio di risorse,sono indispensabili le riforme rivolte a cambiare radicalmente il rapporto tra alunno,docenti e saperi, come appunto propone ovunque l'autonomia. Ma ci sono in Italiaorganizzazioni - culturali, associative, partitiche, confessionali, categoriali - chevogliano invitare la gente, e magari anche soltanto i politici, a parlare di queste cose?La gerarchia amministrativa è uscita ridimensionata dall'ormai lunga econtraddittoria vicenda <strong>della</strong> riforma del Ministero, compresa nel pacchetto ditrasformazioni richieste dalla legislazione sull'autonomia. Ma è ridimensionata piùdalla percezione psicologica di se stessa che dalla potatura dei vecchi poteri. È purvero che una non proprio vaga percezione del declino <strong>della</strong> gerarchia amministrativacircola anche nelle scuole, forse come unico vero effetto <strong>della</strong> L. 59/97, ma occorreben altro per arrivare ad una reale inversione di tendenza.LA SCUOLA DELLA DIPENDENZAGestione centralizzata del sistema di istruzione vuol dire che il potereamministrativo centrale è in grado di arrivare a questi livelli di regolamentazionedell'attività di istruzione: scegliere le discipline di insegnamento per i gradi e i tipi di<strong>scuola</strong>, indicarne i contenuti da assumere come materia di insegnamento, distribuirliper classi di livello, parcellizzarli nelle scansioni annuali, dettare gli schemi d'orariodelle lezioni, stabilire il numero degli alunni per classe, e infine regolamentarel'alternarsi di lezioni, prove orali e prove scritte, tempi e termini delle verifiche edelle valutazioni.

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