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Ritardi e problemi della scuola italiana.pdf

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accademiche, che non hanno fornito tempestive e adeguate motivazioni per gliinterventi di modernizzazione di cui la <strong>scuola</strong> ha bisogno.Un altro importantissimo particolare: l'Amministrazione scolastica, che nelventennio fascista ha di fatto garantito larghi spazi promozionali all'ideologia delregime 5 , nella seconda metà del secolo ha garantito, anche nei momenti più bui delloscontro politico e sociale, un indiscutibile regime di libertà, imperniato sullaconsapevolezza del ruolo delle regole. Non si è in contraddizione a notarlo. Nella<strong>scuola</strong> il momento giuridico-formale ha effetti negativi quando si inserisceimpropriamente nelle dinamiche professionali, ma ha effetti rassicuranti quando sonoin gioco altri valori come la democrazia e la libertà. Questo riconoscimento nulladeve togliere, ovviamente, alle scelte compiute dai ministri del periodo per garantirealla <strong>scuola</strong> libertà di cultura.IL NODO GORDIANO DEL PRINCIPIO DI IMPARZIALITÀAbbiamo finora parlato dei rapporti tra istruzione e gestione amministrativoburocratica<strong>della</strong> <strong>scuola</strong> partendo dall’istruzione e registrando gli effetti <strong>della</strong>gestione burocratica su di essa. È però utile anche procedere in senso inverso, e alloscopo torna utile riprendere le mosse dal testo dell’art. 97 <strong>della</strong> Costituzione, cheindica natura, finalità e principi <strong>della</strong> Pubblica Amministrazione (v. box apposito).Anche il “buon andamento” dell’istruzione, dunque, è assicurato dal rispetto delle“disposizioni di legge” da parte delle scuole, e non dall’applicazione di principieducativi adeguati (adeguati agli allievi, al contesto scolastico e territoriale). Diconseguenza, le finalità perseguite dal legislatore nelle sue decisioni rispetto alsistema scolastico sono state tradizionalmente due.La prima. Predeterminare, attraverso le “disposizioni di legge”, quanto più erapossibile delle scelte delle scuole in materia di insegnamento; di qui ilcondizionamento forte e uniformante che sulle scuole <strong>della</strong> dipendenza esercitano,come abbiamo visto, le disposizioni su contenuti e metodi <strong>della</strong> trasmissione culturale(su programmi, libri di testo, orari, lezioni, verifiche ecc.) e quelle sulle forme dicontrollo (la registrazione delle lezioni, delle interrogazioni, dei compiti scritti rende“atto d’ufficio” ogni forma di attività educativa).La seconda. Coprire tutti i punti chiave del sistema scolastico, proprio tutti, conaltrettanti presìdi <strong>della</strong> cultura giuridico-amministrativa espressa ufficialmente dalloStato. Questa è la ragione per cui la parte alta dell’ordine gerarchico del sistemascolastico, sia a livello centrale che a quello periferico, è sempre stata ricoperta da5 Anzi, secondo una delle più note tesi del maggiore storico italiano del fascismo,Renzo De Felice, Mussolini avrebbe affidato la fascistizzazione dello Stato non alP.N.F (partito nazionale fascista) e ai suoi gerchichi, o alla M:V:SN (miliziavolontaria per la sicurezza nazionale), e quindi non alle sue creature, ma proprio allapreesistente Amministrazione, alle sue competenze, peraltro maturate per intero nelloStato liberale, e alla sua lealtà verso il potere costituito, e quindi anche verso il poterefascista.

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