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Ritardi e problemi della scuola italiana.pdf

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Il rapporto prestabilito tra lezioni, prove di verifica, periodicità delle valutazioniriduce notevolmente, per l'insegnante, la possibilità di scelte metodologiche di unaqualche consistenza. Gli è difficile uscire dal triangolo costituito da lezione frontale,studio sul libro di testo, interrogazione e compito scritto. Infatti, ogni iniziativarivolta a incardinare l'insegnamento su manifestazioni di curiosità intellettuale deglialunni, o a superare l'astrattezza e la rigidità delle logiche del programma, rischia dicompromettere lo svolgimento di quest'ultimo e di creare situazioni di illegittimità.Se poi ci si chiede da quale modello organizzativo, da quale tipo di esperienza digoverno dei processi, da quale logica strategica siano stati derivati gli elementi <strong>della</strong>catena di montaggio che abbiamo esaminato, e che sono stati adottati in sostituzionedi scelte contenutistiche e metodologiche via via suggerite dalla cultura educativa, larisposta è semplice. Si tratta del più antico e del più collaudato dei modelli diorganizzazione, quello piramidale e a comunicazione unidirezionale (dall'alto inbasso) utilizzato dagli eserciti sin dall'antichità, e disegnato per consentire a pochi diordinare e controllare l'attività di molti. Fu l'ottocento il secolo in cui i sistemiscolastici centralizzati fiorirono un po' ovunque, e rimane celeberrimo l'entusiasmocon cui un ministro dell'istruzione francese, fissando lo sguardo sul suo cipolloneannunciava di poter rivelare l'argomento delle lezioni in corso in ogni tipo di <strong>scuola</strong>del suo paese. Potenza dei programmi.Non a caso la filiera armata-divisioni-reggimenti-battaglioni-compagnie è stataadottata dagli Stati anche per i loro apparati amministrativi (direzione nazionale,direzioni regionali, direzioni provinciali), dalla Chiesa cattolica, dalla stessa industria.Da decenni questo modello è entrato in crisi ed ha subito le modificazioni piùsvariate, anche nelle strutture militari. Nella <strong>scuola</strong> resiste più che altrove, enemmeno chi nella pratica lo difende, ha poi il coraggio di dire che si tratta di unbuon segno.Il difficile rapporto <strong>della</strong> <strong>scuola</strong> con se stessaIL PROFILO STORICO DEL CENTRALISMO AMMINISTRATIVOLE IMPRESE DELL’ALFABETIZZAZIONENell'arco degli ultimi due secoli gli Stati nazionali, anche quelli di recenteformazione, sono riusciti ad alfabetizzare tutta la popolazione, e a dotare larga partedi essa di un patrimonio culturale di livelli superiori, attraverso l'attivazione disistemi scolastici centralizzati. Pochi, e concentrati nelle aree anglosassoni ocomunque protestanti del Nord Europa e del Nord America, i sistemi organizzati sullabase di scelte autonome rispetto al potere centrale. Per assicurare la regolarità difunzionamento di tutte le scuole, molti paesi hanno finito per imporre situazioni diuniformità attraverso apparati protesi a far rispettare le disposizioni del poterecentrale. Sul piano <strong>della</strong> valutazione storica l'esito positivo degli sforzi per la

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