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L'Agrotecnico Oggi gennaio 05 - Collegio Nazionale degli Agrotecnici

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la cultura della pace.Il ricorso alla giustizia alternativa non èun fenomeno solo italiano, essa infatti èstata oggetto di precise indicazioni daparte della Commissione europea contenutein due specifiche direttive comunitarie:la 1998/257/CE e la2001/310/CE ove si raccomandano gliorganismi “alternativi alla giustizia ordinaria“ad attenersi ai seguenti principi:• INDIPENDENZA: nel caso di adozionedi provvedimenti quali l’ arbitrato,l’organo responsabile dell’adozionedella decisione deve essere imparziale;• TRASPARENZA: si attua attraversola ricerca di mezzi e modalità idoneiper garantirla;• CONTRADDITTORIO: si attua nellevarie forme attraverso la partecipazionediretta ed assistita delle parti;• LEGALITÀ;• EFFICACIA: è quella data dall’accessogratuito o comunque poco onerosodel procedimento e dalla rapiditàdella decisione;• LIBERTÀ: le parti devono essereinformate del loro diritto di recedere,di adire al sistema giudiziario, diaccettare o meno la soluzione propostae devono essere incoraggiate allacooperazione e alla libera ed informalepresentazione delle informazioni.I modelli possono essere “mono” (delconciliatore unico); “trino” (collegiodi conciliazione composto da tre conciliatori:due in rappresentanza dellecontroparti più un terzo “super partes”con funzioni di presidente delcollegio); “paritario” (due conciliatoriin rappresentanza delle due controparti).Sul piano giuridico la risoluzione alternativadelle dispute (ADR) ha ottenutodue nuovi riconoscimenti costituiti daiD.M. n. 222 e n. 223 del 23 luglio2004 del Ministero della Giustizia.Sul piano economico, con un recentedecreto, ha ottenuto un contributo di10 milioni di euro per la conciliazionecamerale. È evidente che se attenzionegiuridica ed investimenti vanno versoquesta direzione emergono potenzialitàprofessionali sinora inespresse.Quale ruolo può esprimerel’Agrotecnico professionista in taleambito? I ruoli sono molteplici per lanatura stessa della conciliazione e dell’arbitrato,ma sia la figura del conciliatoreche quella dell’arbitro, implicanouna profonda conoscenza della materiaoggetto della disputa.Attualmente la tendenza delle Cameredi Commercio è quella di affidare gliincarichi soprattutto a professionisticon competenze specifiche in ambitogiuridico, commettendo un grossolanoerrore poiché è evidente che il soggettoincaricato di ricomporre la lite deveavere, principalmente, una grandeconoscenza della materia oggetto delcontendere.È quindi su questo piano che si gioca lapartita professionale ed è altrettantoevidente che tutte le problematichelegate al settore agricolo ed ambientaletrovano nella categoria <strong>degli</strong><strong>Agrotecnici</strong> e <strong>degli</strong> <strong>Agrotecnici</strong> laureatiun enorme potenziale di professionalità.Ma in queste cose si sa non tutto ciòche è ovvio e scontato si tramuta poidirettamente in atteggiamenti di fattood in norme chiaramente applicabili.La partita è solo all’inizio, occorre quindiattivarsi per cogliere tutte le opportunitàche questo nuovo settore offre,tenendo peraltro in considerazione unaltro fattore importante: i conciliatori ogli arbitri di altre categorie possonoavvalersi dei tecnici a supporto di specificheconsulenze in ambito agricolood ambientale. Ciò amplia ulteriormentele opportunità lavorative per la categoriadei tecnici agricoli.Agr. Pasquale Di Ferdinando(Presidente del <strong>Collegio</strong> Provinciale<strong>degli</strong> <strong>Agrotecnici</strong> e <strong>degli</strong> <strong>Agrotecnici</strong>laureati di Teramo)

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