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non avevano avuto alcuna applicazione e quindi alcuna verificasul campo per sapere se erano valide, sotto quali aspetti non loerano, e richiedevano quindi una modifica. A proposito di questoarticolato della nuova legge, mi permetto semplicemente due otre osservazioni.Sono compiaciuto per il ringiovanimento della Consulta, faccioi miei auguri, anche per il Direttivo eletto dall’assemblea, congrande rispetto verso la volontà dell’assemblea che si è pronunciata,che possa operare in spirito unitario recuperando quellaunità che forse in partenza era stata leggermente incrinata. A propositodel ringiovanimento della Consulta. Non è stato attuato,però è stato ripetuto nella nuova articolazione della legge, l’indicazionedi nominare nella Consulta un certo numero di giovani.Non so se a questo punto, essendo avvenuto il ringiovanimentodei membri della Consulta, sia necessario. Difatti non è stata applicataneppure nella convocazione di questa Consulta, in modospecifico. Forse quindi se non si intende procedere per questavia, potrebbe essere inutile ripetere la norma. Una seconda osservazioneriguarda il rapporto Fondazione/Consulta.Chiaramente l’aver inserito e richiamato nella legge in pieno,presa di peso, tutta la Fonazione e averla portata nella Consulta,non è che costituisce solo un problema, ma è un procedimentogiuridico un po’ curioso, anche perché la Fondazione, così comeera stata pensata e decisa, aveva questo fine, di realizzare unacontinuità del perseguimento degli interessi e delle finalità dellaConsulta al di là dei cambiamenti che avvengono a seguito dellenuove elezioni, dei nuovi Consigli Regionali, realizzare una continuitàe una permanenza in modo da non perdere, come finora èspesso avvenuto, quello che si era riuscito a conseguire e quelloche era il cammino di attuazione di perseguimento delle finalità.Credo che questo vada tenuto presente nella Fondazione, perchéaltrimenti non avrebbe senso, sarebbe una sovrastruttura burocraticae anche finanziaria, di ripetizione e quindi inutile.Un’ultima cosa. Il cambiamento dell’emigrazione calabrese,come di tutta l’emigrazione italiana, ma del mondo intero, perchéormai il discorso non può essere soltanto limitato alle regionidi una nazione, in che direzione va? Gli emigrati ormai hanno unprogetto quando si muovono dai loro paesi e dalle loro famiglie,e lo perseguono spesso autonomamente con risorse nuove rispettoagli emigrati del passato, e alle modalità, come è avvenutoper i 150 anni dell’Unità d’Italia, tanto per fare un riferimento.Sarebbe il caso di tener conto di questa realtà e di queste finalitàdella nuova emigrazione. Specifico che la nuova emigrazione èl’emigrazione intellettuale, è l’emigrazione dei diplomati e moltospesso dei laureati, che hanno già una specializzazione e chevogliono andare a fare ricerca all’estero dal momento che nellanostra nazione e nelle nostre università non sempre è possibile.Con un impoverimento, non solo umano e intellettuale, ma ancheeconomico, soprattutto di sviluppo della società calabreseche è di grande rilevanza, di grande significato, di grande importanza.Di questo tipo di emigrazione e delle preoccupazioniche la <strong>Regione</strong> deve avere verso questi emigrati calabresi perottenere la loro collaborazione, di cui stamattina si parlava, alfuturo della <strong>Calabria</strong>, al cambiamento della <strong>Calabria</strong>, nella nuovalegge ho l’impressione che ci sia poco. È stato accennato allecomunicazioni tramite computer, online, è stato accennato allevideoconferenze, cose molto apprezzabili, ma di interesse a questosettore, a questo segmento importantissimo della nostra emigrazionee del modo, un modo da inventare, delle modalità dainventare, che neppure le altre regioni magari hanno perseguitofinora, mi fa piacere che sia presente l’Assessore alla Cultura eall’Istruzione della <strong>Calabria</strong>, di questo bisogna cercare di averemaggiore attenzione e che ci sia un eco, che ci siano delle indicazionilegislative, giuridiche nella nuova legge. Per cui preghereiil Dott. Grillo di non preoccuparsi eccessivamente di presentareper giorno 16 le proposte che emergeranno da questa assemblea,non abbiamo fretta, non è questione né di giorni né di settimane,perché ci sarà bisogno di una ricerca, di una formulazioneanche di carattere giuridico, quindi queste osservazioni dovrannocertamente passare attraverso gli organismi competenti delConsiglio Regionale, però l’importante è che si abbia un risultato,un qualcosa di concreto e di apprezzabile. Era stata avviatal’individuazione di soggetti calabresi che si erano imposti nelmondo nel settore dell’università, della ricerca, sembrava chevenissero in qualche modo interessati e chiamati anche magaria collaborare con la stessa <strong>Regione</strong> fuori della stessa Consultadell’emigrazione, non sono queste le modalità che interessano.Ma credo che questa idea vada ritrovata, riattuata e perseguitaanche prossimamente. Buon lavoro e auguri.Giovanni Chieffallo – ConsultoreCanadaSolo qualche appunto riguardante la legge. Mi riferisco all’art.17. Io direi che bisogna inserire un vicepresidente giovane, cosìalmeno c’è una garanzia e una leadership che si può stabilire giàin partenza. Sta ai giovani, come ho detto prima e per i quali stolavorando dal 2001, battere i piedi, anche tra di loro, e arrivarealla Consulta con un vicepresidente già nominato, qualora l’on.Grillo accolga la richiesta. Sull’art. 24 comma 2, se la cosa èpossibile, bisognerebbe provvedere per uno Sportello Unico cheidentifichi almeno un posto dove indirizzarci e avere risposte.Un’altra piccola problematica sottolineata da parecchi, è nell’art.24 circa la Fondazione. È un elemento da chiarire, perché DonDenisi ha sottolineato qual era l’origine della nostra idea dietrola Fondazione, e penso che ci siano dei punti da chiarire, nondico che ci si stia discostando dall’idea originale, però c’è unpo’ di confusione. In conclusione, ogni legge prevede poi regolamentiattuativi. Non so se è questa la procedura nella nostraregione, però penso che sia un approccio valido da considerare.Franca Berenice Vilardo – ConsultoreBelgioVorrei dire che continuare a definire le collettività calabresiall’estero come emigranti non vada più bene, andrebbero magarichiamati calabresi nel mondo o calabresi all’estero, come tutte lealtre regioni d’Italia fanno. Oggi si fa confusione con le nuoveemigrazioni che abbiamo, soprattutto in Europa. Con molto rispettoverso tutti gli emigranti del mondo, ma bisogna adeguarsiai tempi e considerare che le nostre collettività sono le meglioNumero 2 - MAGGIO <strong>2012</strong> 25

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