ico lo sa, ha parlato per la prima volta della <strong>Calabria</strong> esaltandoil suo mare i suoi boschi e le sue pianure.Franca Berenice Vilardo – ConsultoreBelgioVoglio soffermarmi su solo tre punti. La creazione della Fondazioneè un punto interrogativo. Non sappiamo quasi nulla. Ioin sette anni di attività dell’associazione non ne ho mai sentitoparlare. Comunque una Fondazione richiede dei fondi. Ieri ilPresidente mi ha detto che si è chiuso l’ufficio di rappresentanzadella <strong>Calabria</strong> presso l’Unione Europea per mancanza di fondi. Esi crea una Fondazione che richiede dei fondi? In questo c’è unacontraddizione. Bellissima la spiegazione dell’on. Galati, chedà speranza, però vogliamo i fatti, e i fatti sono che l’ufficio dirappresentanza, dove dobbiamo raccogliere i soldi dell’Europa,è chiuso.La <strong>Calabria</strong> non è rappresentata, e poi facciamo la Fondazione.Come ci si mette nei riguardi delle associazioni, che siamo tuttidei volontari, che impegniamo il nostro tempo, i nostri soldi, ilnostro impegno e le nostre amicizie? Tutto ciò che noi abbiamocostruito per noi stessi, lo mettiamo al servizio della <strong>Calabria</strong>.C’è una contraddizione che non mi lascia pensare assolutamentea qualcosa di veramente risolutivo.Giuseppe Galati – PresidenteFondazione “Calabresi nel Mondo”È chiaro che la Fondazione deve essere un recettore di idee, progettiche verranno anche da voi e dalle associazioni, soprattuttose penso al fatto che in questa Consulta si sono recepite molteistanze giovanili, quelle che sono le esigenze moderne.L’amico Chieffallo ha posto due problemi, posti anche da altri.Sulla questione della cosiddetta mailing list o della lettera.Chiariamoci, anche per evitare complicanze inutili. La lettera eraun momento di ampliamento non soltanto ai rappresentanti delleassociazioni, e chiedo scusa se dal punto di vista organizzativosono stati saltati alcuni Consultori, questo obiettivamente hapotuto portare a disfunzioni di interpretazione, ma la necessità,vorrei essere molto chiaro, di aver coinvolto i Consolati e le Ambasciateè perché noi avevamo un dovere istituzionale legato alfatto di dover coinvolgere anche dal punto di vista istituzionaledovendo operare anche con il lavoro ed il concorso del Ministerodegli Esteri.Infatti abbiamo chiesto a loro di dare dei nominativi che ritenevano,per quanto riguarda la comunità calabrese, e quindi oltreai Consultori, utile a conoscere. Questo è un problema di maggiorecoordinamento, le cose più si conoscono, meglio è. Quelloche conosciamo in 50 se lo conoscono in 500 è una maggiorepossibilità di lavoro. Poi noi che siamo delle istituzioni, dob-42Numero 2 - MAGGIO <strong>2012</strong>
iamo rispettare delle procedure. Ci sono le istituzioni e vannorispettate, questa è la mia cultura. Poi se alcune sono efficienti,altre sono non efficienti, non tocca a me dare un giudizio,perché altrimenti mettiamo in discussione la Camera, il Senato,le Ambasciate, il Governo, il Ministero degli Esteri, facciamoun mondo globale disorganizzato e non è questo il punto. Unacosa è essere più organizzati, una cosa è essere non organizzati.Chieffallo poneva il problema dei ruoli e delle responsabilità diConsulta e Fondazione. Avevo chiesto a Grillo se aveva diffusola legge. In Commissione il lavoro è stato fatto per determinarenel Testo Unico quelle che sono le responsabilità. È la <strong>Regione</strong>che presiede a tutto.Poi però nel testo vingono demandati i compiti che svolge laConsulta e quelli che svolge la Fondazione proprio per determinare,dal punto di vista legislativo, quindi non ad interpretazionepersonale, quelli che sono i compiti dell’uno e dell’altro. Nonso se è stata diffusa, ma è stata già approvata in Commissione.Il Presidente Talarico probabilmente nel suo intervento ci diràanche quando potrà essere messa all’approvazione del Consiglio,perché quello ci permette di avere tutto questo nostro ragionamentonon più su quello che dice Galati o quello che diceGrillo, ma dal punto di vista legislativo. Ha detto bene l’amicoMinasi, tutte le cose vanno poste al banco di prova. Sono d’accordocon lui, nel senso che il lavoro che abbiamo prospettato, leiniziative che vogliamo porre devono essere soggette a verifica.Per quanto riguarda le iniziative, io credo che questo sia moltoimportante.Noi ci abbiamo pensato, riflettuto. Io ho, dal punto di vista informale,qualche contatto anche con la RAI, perché credo chequesta grande occasione del cinquantesimo anniversario di SanFrancesco di Paola debba essere un’iniziativa che la <strong>Regione</strong>,credo che anche il Presidente Scopelliti sia consapevole, prendain considerazione. Quando è venuto la scorsa settimana il responsabiledelle relazioni istituzionali della RAI, in occasionedella presentazione dello speciale su Natuzza, credo che ci siastata una discussione anche per una produzione che vuole farela RAI, che coinvolga soprattutto queste figure religiose, e ovviamentenon si può non partire da San Francesco di Paola, siaperché è il patrono della <strong>Calabria</strong>, sia perché c’è questa occasionedel suo cinquantennale. Peppino Accroglianò, da uomo checonosce sia l’istituzione che il mondo associativo, ha racchiusotutto. Ci dispiace, io credo che quando c’è questo patrimonio,non è patrimonio né del centrodestra, né del centrosinistra, nédel centro.È un patrimonio di tutti. La sensibilità è personale, se in questidue giorni non c’è stata la presenza delle opposizioni, a me dispiace,anche perché la legge sulla Fondazione la volle proprioil centrosinistra, approvata dal centrodestra. Io vorrei che colvostro pungolo si capisca che esiste la <strong>Calabria</strong>, patrimonio nédell’una né dell’altra parte, ma patrimonio di tutti. Io non finiròmai di ringraziare ognuno di voi. In particolare conosco la realtàdi Peppino, perché tante volte fin da ragazzo mi ha coinvoltonelle sue iniziative. Per rispondere a Croci, è chiaro che il lavorodeve essere a conoscenza dei Consultori, ma non lo devonoconoscerlo solo loro. Noi abbiamo il dovere di diffondere a tuttii calabresi, attraverso tutte le forme possibili, quello che è il nostrolavoro. È chiaro che voi lo dovete conoscere prima, in modoche lo potete diffondere in maniera più diffusa.L’amico Micalizzi, l’amico Magno ecc. hanno toccato l’argomentodell’utilizzo dei fondi europei, come pure la signora Vilardo.Questa è una materia tecnica. L’utilizzo dei fondi europeinon è una cosa che si può utilizzare se non si hanno delle condizionigiuridiche adeguate, non le possono chiedere le associazioni,non lo può chiedere un soggetto qualsiasi: per poter usufruiredei fondi europei ci vuole una condizione giuridica adeguata.Il soggetto deve far parte al 100% della <strong>Regione</strong>, Servono unaserie di requistiti.I fondi, non si possono utilizzare per l’apertura di sedi, sigmoraVilardo, anche se sono soldi della <strong>Regione</strong>, non si possonoutilizzare per altri scopi. Purtroppo la <strong>Calabria</strong>, come pure altreregioni, è conosciuta perché non spende tutti i fondi, ma questoperché i fondi per essere spesi hanno bisogno di alcuni requisitia volte molto complessi. I fondi europei non possono essereutilizzati per aprire delle sedi. I fondi possono essere utilizzatiperché si facciano dei progetti. Se questi progetti richiedono poi,per un certo periodo di tempo l’apertura di una sede, allora haun senso. Ma lei sta parlando di un altro problema. Una regionecome la <strong>Calabria</strong> deve avere la possibilità di avere delle sedi importanti,ma che devono andare sul conto del bilancio regionale,il Presidente Talarico ve lo spiegherà, tant’è vero che a livello dirisparmio di risorse, a Roma, il Consiglio Regionale e la GiuntaRegionale hanno unificato in un’unica sede, proprio per evitareil dispendio di risorse. Il problema dell’utilizzo è che hannobisogno di alcuni requisiti. Giustamente si dice “noi abbiamofatto degli sforzi”. Ma questi sforzi, per produrre dei risultati piùcomplessi, devono avere delle risorse. E qua sta l’intuizione, hocercato di dirlo all’inizio e lo ripeto, della nascita della Fondazione,perché è uno strumento giuridico tecnico che permette dipoter utilizzare e di poter realizzare questi progetti che hannocome finalità tutti i calabresi.Nell’ambito di questo lavoro, i Consultori che voi rappresentateall’interno di queste comunità dovranno essere i veicolatori. Staovviamente a noi, in un lavoro combinato, che se un progettoriguarda le regioni dell’Oceania o che riguarda il Nord America,o che riguarda l’Europa, a dover coinvolgere i riferimenti locali,sempre rispettando i requisiti tecnici. Ora noi siamo qui per lavorareinsieme. Nessuno può pensare che senza l’altro si possanorealizzare degli obiettivi.Quello che vi chiedo è di comprendere il fatto che noi sappiamochi deve fare cosa. Ognuno deve avere un compito. Se siamosquadra, arrivano i risultati. Noi siamo uno strumento importante,ma al servizio di tutta la <strong>Regione</strong> e al servizio della complessità.Noi siamo un qualche cosa in più. Non siamo un qualchecosa che toglie per poter mettere, altrimenti non sarebbe servitaa nulla la costituzione della Fondazione che, ripeto, opera dal2011. venti un momento eccezionale, ma che sia un momentomagari da realizzare ogni anno, fermo restando che la nostraeconomia, lo avete visto e lo ha spiegato bene questa mattina laDirigente Nicolazzi, è davvero ingessata. Per organizzare unaConsulta serve un’economia importante. Ecco perché si era pensatoalla videoconferenza, che comunque faremo e ci consentiràdi incontrarci magari ogni mese o al massimo ogni due mesi.Concludo dandovi appuntamento in uno dei vari luoghi dell’Americacon la mostra “Passaggi e Paesaggi”. Grazie a tutti.Numero 2 - MAGGIO <strong>2012</strong> 43