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di bonifica, non ultima la bonifica della zona di Sibari, quindiquelle zone paludose che prima si opponevano a qualunque formadi vivibilità, ma che poi nel tempo sono state un po’ bonificate,elevando il livello della profilassi, quello igienico/sanitario, eche ha fatto sì che le comunità cominciassero a scendere verso learee costiere. Lungo tali aree avvenivano infatti la maggior partedegli scambi commerciali e quindi anche quelli di tipo culturale.Questo oggi ha portato a un grande disequilibrio culturale tra lafascia costiera e quella interna.La fascia costiera è fortemente caratterizzata da sistemi urbanilineari, nati lungo i tracciati ferroviari o i tracciati stradali, perchéevidentemente rappresentavano i collegamenti con la partepiù ricca dell’Italia. Per intenderci, le ferrovie, la benemerita,ha rappresentato ciò che per 50 anni ha garantito i collegamenti.I famosi flussi migratori verso il nord avvenivano esattamenteattraverso la ferrovia. Quindi, sulle coste, si è raggiunto unmaggiore livello di civiltà, dove per civiltà intendo quella commistionedi tante culture. La zona costiera infatti era quella piùcontaminata anche da un punto di vista turistico. Il turismo dimassa, nato intorno agli anni ’60, quando la FIAT motorizzaval’Italia, ha fatto registrare una commistione di culture e questocertamente è stato un aspetto positivo, però è diventato esso stessoun aspetto negativo nel momento in cui l’identità della comunitàche abitava quel luogo è stata interamente cancellata daquesta commistione di culture. Ciò ha fatto sì che la caratterizzazioneforte, identitaria, di tipo culturale, calabrese, certamenteoggi non la possiamo ritrovare nella fascia costiera, tranne chein qualche raro caso. Viceversa, la ritroviamo quasi intatta neicentri storici ed ecco il concetto di “scrigno culturale della <strong>Calabria</strong>”.Addirittura, in talune zone, è ancora inalterato il substratoculturale originario. Invece, nelle aree costiere non c’è quasi piùquesto elemento forte.A tal proposito, il Presidente Scopelliti, questa Giunta, l’AssessoreAiello, hanno voluto con determinazione che si avviasse asoluzione un annoso problema che caratterizza in negativo la<strong>Calabria</strong>: quello dei posti barca. Quindi è stato avviato lo studiodella portualità turistica con l’approvazione del master plan daparte della Giunta Regionale, e che, come dicevo prima, parte dauna semplicissima considerazione. La <strong>Calabria</strong> ha il 10% dellecoste, e invece presenta, al momento, solamente il 2,5% dei postibarca su base nazionale. L’operazione che abbiamo fatto quindi èstata molto semplice: siccome a livello nazionale esiste uno standardche prevede 20 posti barca su ogni chilometro costiero, alcontrario dei 6 posti barca su ogni chilometro della <strong>Calabria</strong>, noiadeguiamo questo standard esattamente al livello nazionale. Èchiaro che l’idea di adeguare agli standard del Paese la dotazionedi posti barca in <strong>Calabria</strong> è nata da una considerazione oggettivasuffragata anche da una serie di riunioni a livello nazionale cheabbiamo avuto con le associazioni di categoria. Quelle associazioniche gestiscono la portualità privata, addirittura la realizzano,proprio perché i porti privati sono realizzati esclusivamentecon denaro privato e da parte di imprenditori privati, aiutaticertamente da un quadro normativo nazionale che ne agevola leprocedure. Quindi in questa terza sezione, e ovviamente non potevanon essere così, troverete anche qualche elemento portuale,sia esistente, ovvero qualche tratto di costa nel quale abbiamoprevisto la realizzazione di un porto. Arriviamo infine all’ultimasezione, la quarta, dal tema: “Architetture naturali”, compostefondamentalmente da due elementi: l’ulivo, fortemente caratterizzantela nostra regione, l’altro rappresentato dai geositi, quellerocce modellate dal vento o comunque dalle condizioni climatiche,che ne hanno determinato delle architetture perfette, allequali l’uomo, o meglio qualche “archistar “ di livello mondialeha cercato di avvicinarsi. Ed evidentemente faccio riferimento amolte opere di quello che forse è l’archistar contemporaneo perantonomasia, Renzo Piano, il quale nei suoi lavori si rifà sempread elementi naturali, e specificatamente alle architetture naturali.Questa è la quarta sezione. Per concludere voglio fare qualcheriferimento solamente all’aspetto procedurale e di quanto questaamministrazione, in modo specifico l’Assessore Aiello, haa cuore affinché tutto quello che noi produciamo non resti solamentemera procedura amministrativa, ma si concretizzi conatti veri, che riverberano effetti sul territorio della regione. L’art.48 della legge urbanistica regionale, che è il nostro vangelo, recitaal primo comma, e questo dà anche la misura dell’azione diquesta amministrazione regionale: ”Entro 120 giorni dall’entratain vigore della presente Legge, la Giunta regionale, su propostadell’Assessore all’Urbanistica, adotta un organico strumentonormativo sulla identificazione dei centri storici”. Attenzione, i120 giorni prescritti dalla legge sono scaduti nove anni e mezzofa. Perché questa è una legge del 19 aprile 2002 che prescrivevaentro 120 giorni l’emanazione di un atto amministrativo forteche tendesse ad identificare i centri storici ed elencarli. Ebbene,questa è un’attività che è stata fatta solo lo scorso 10 febbraio2011, quando con la delibera n. 44, si è proceduto ad identificarei centri storici e si è proceduto a normare, e questo è l’aspetto importante,la metodologia per l’identificazione del centro storico.Attenzione, non è una cosa scontata dire che un centro è storicorispetto ad un altro.In base a cosa noi avremmo dovuto dire, o chi verrà dopo,potrebbe mai valutare un centro rispetto ad un altro? Dunqueandava individuata una metodologia precisa, per la quale poiidentificare tutti i centri storici. Terza ed ultima operazione fondamentaleè stata quella di chiudere un accordo con il Ministerodei Beni Culturali, con il MIBAC, specificatamente con l’IstitutoCentrale del Catalogo e del Documento (ICCD), che è una sezionedel Ministero dei Beni Culturali, per far certificare i primi165 centri storici, o borghi di eccellenza, individuati con questadelibera. Questa è un’attività che l’ICCD presso il Ministerodei Beni Culturali ha terminato da qualche giorno. Ne è venutafuori un’attività sperimentale della quale si avvarrà il Ministeroanche per le altre regioni. E’ nata infatti una catalogazione,ma soprattutto una certificazione, condotta non dalla <strong>Regione</strong>,che può essere parte nel ragionamento complessivo, ma da unistituto che per competenza è quello che deve certificare alcunecose di tipo storico/culturale. Per concludere, è di qualche giornofa, la disposizione dell’Assessore Aiello, che ha provvedutoa reperire anche dei capitoli di spesa, di allargare sino a 380centri storici della <strong>Calabria</strong>, l’attività di individuazione, catalogazione,e certificazione da parte del Ministero. Perché conla delibera precedente si sono individuati solamente 165 centristorici. Questo, credo che sia un merito speciale dell’Assessore,che ringrazio ovviamente, perché si tratta di una cosa veramentestraordinaria. Grazie.46Numero 2 - MAGGIO <strong>2012</strong>

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