Anno 15 - N. 28 - Dicembre 2011 - Comune di Aldeno
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Società<strong>di</strong> don Daniele Moran<strong>di</strong>niCosa tiene accesele stelle?Le riflessioni <strong>di</strong> don Daniele per il Natale <strong>2011</strong>.È Natale. Luci colorate, alberi,presepi, babbi natale, tutto ciparla <strong>di</strong> festa, colori e vita, ma inrealtà le stelle brillano ancora? C’èsperanza e dove la troviamo? Lavita <strong>di</strong> oggi per molti sembra essereaffamata <strong>di</strong> sazietà, <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfacimentodei bisogni imme<strong>di</strong>ati,<strong>di</strong> un’agiatezza che però si scontracon una crisi anche, ma nonsolo, economica. Il nostro cuoreinquieto non è placato da sod<strong>di</strong>sfazionicontingenti. In tempo <strong>di</strong>crisi si fa esperienza della fatica,dell’incertezza, della precarietà. Etuttavia proprio questi momentipossono <strong>di</strong>ventare tempi <strong>di</strong> riflessionesu ciò che è veramente importantenella nostra vita: gli affetti,l’impegno nella solidarietà, unaascesi che fa valutare meglio il valoredei beni materiali e soprattuttoil rapporto con Dio. Il Natale è«l’apertura del cielo sopra <strong>di</strong> noi».Una volta uno psichiatra americanostufo <strong>di</strong> pelare sol<strong>di</strong> inutilmenteai suoi pazienti, ha scrittoun libro, esordendo così: la vita è<strong>di</strong>fficile. Molti dei nostri probleminascono proprio nel momento incui cerchiamo <strong>di</strong>menticare questasemplice realtà. Questa consapevolezzache la vita è <strong>di</strong>fficile, mancaa molti degli uomini contemporanei.Cresciamo, volenti o nolenti,in un clima culturale <strong>di</strong> spensieratezza.Quando le <strong>di</strong>fficoltà arrivanosembrano sempre tragiche,e sempre impreviste, ingiuste eimmeritate. Invece sono parte dellavita. Quelle piccole e le gran<strong>di</strong>.Uno dei motivi per cui oggi ilVangelo fatica ad arrivare al cuoredell’uomo contemporaneo, è inmolti casi che manca l’uomo e prima<strong>di</strong> tutto la consapevolezza delladurezza della vita, della fatica <strong>di</strong>portare a casa la pagnotta. Ai tempi<strong>di</strong> Gesù le sue parabole, le sueparole arrivavano più <strong>di</strong>rettamente,perché la consapevolezza dellafatica della vita, <strong>di</strong> non dare nienteper scontato, la percezione dellaincre<strong>di</strong>bile fragilità e la consapevolezzadell’esistenza <strong>di</strong> Qualcuno<strong>di</strong> più grande erano nel patrimonioculturale comune. L’illusionedel controllo che per esempioci danno tecnica e tecnologia èappunto un’illusione, perché il malec’è e agisce nelle nostre vite e nonlo si può completamente dominare.Le nostre vite sicure sono un’illusione.Accettare questa realtàsignifica <strong>di</strong>re sì alla prima nostravocazione, quella alla vita, tutta, ilpacchetto completo. Poi c’è lavocazione ad essere cristiani, adaccettare che sia Gesù Cristo lanostra via. Infine la terza, la vocazionespecifica, quella che imponeL’ARIONE21