Giovaniposizioni e privilegi, a ragione o atorto, guadagnati in precedenza.L’importante è però non incoraggiaretale chiusura a riccio perchéun popolo, come ci insegna la storia,cresce e si arricchisce solo attraversoil confronto culturale insenso lato e gli scambi <strong>di</strong> ogni tipocon altre genti.Torniamo al tuo lavoro: neldettaglio <strong>di</strong> cosa ti occupi aPristina?Lavoro nell’Ufficio del Capo <strong>di</strong>gabinetto della Missione per loStato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto dell’Unione europeain Kosovo. La missione, chesi chiama EULEX e conta quasitremila <strong>di</strong>pendenti tra personaleinternazionale e locale, è in Kosovoallo scopo <strong>di</strong> assistere le autoritàlocali nello sviluppare e rafforzareun servizio <strong>di</strong> polizia, un sistemagiu<strong>di</strong>ziario e <strong>di</strong> dogane chesiano in grado <strong>di</strong> operare in manieraefficiente e sostenibile, nelrispetto <strong>di</strong> criteri internazionali. Ilmio ufficio si occupa <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>naretutte le attività della missione inmaniera uniforme ed integrata, assicurandosiche ciò avvenga inconformità con il mandato conferitoad EULEX dai 27 Stati membridell’Ue, che finanziano la missioneed hanno ovviamente legittimiinteressi nel far sì che svolga isuoi compiti con successo.Immagino non sia stato semplicegiungere al ruolo che attualmenteoccupi. Com’è il cursushonorum all’interno delleistituzioni internazionali?Non è stato per nulla facile, dalmomento che non esiste un percorsochiaro e specifico. Oltretutto lacompetizione per un lavoro inun’organizzazione internazionale èsempre “globale” ed uno si trova aconfrontarsi con decine <strong>di</strong> migliaia<strong>di</strong> persone. Di recente mi sono can<strong>di</strong>datoper un lavoro per il quale,ho poi scoperto, si erano fatteavanti più <strong>di</strong> trentamila persone. Pergiunta, i posti a tempo indeterminatosono pochissimi ed uno è continuamentecostretto a cercare nuoveopportunità professionali dalmomento che tali missioni, una voltaraggiunti gli scopi prefissati, chiudono.Ciò è certamente fonte <strong>di</strong>incertezza a livello in<strong>di</strong>viduale, mafornisce anche costanti stimoli amigliorarsi, acquisire nuove specializzazioniper farsi più competitivi emettersi frequentemente alla prova.Infine, la conoscenza delle linguestraniere è fondamentale, dal momentoche si lavora sempre e soloin inglese e, in minor misura, francesee spagnolo.Dove è cominciata la tua“carriera”?Ho iniziato facendo un tirociniopresso l’Ufficio del Coor<strong>di</strong>natorepolitico della Missione <strong>di</strong>plomaticapermanente dell’Italiaall’Onu a New York. Ho poi ottenutoun assegno <strong>di</strong> ricerca perun istituto <strong>di</strong> politica internazionale<strong>di</strong> stanza a New York ed infine,con un po’ <strong>di</strong> fortuna e tantadeterminazione, sono finito inKosovo, prima con l’Onu e poicon l’Ue.Veniamo ad argomenti piùleggeri. Non <strong>di</strong>rmi che haismesso <strong>di</strong> giocare a calcio!No, come potrei! La passioneper il calcio rimane viva e vegeta.Ma ora mi limito alla partitella infrasettimanalea calcio a cinque edal calcio guardato in televisione.Anche in Kosovo vanno matti peril pallone, quin<strong>di</strong> da questo punto<strong>di</strong> vista mi sento a casa. Più viaggioe più mi rendo conto <strong>di</strong> quanto ilcalcio sia un potenziale veicolo <strong>di</strong>amicizia, fratellanza e pace. Ovunquesia stato mi sono ritrovato a<strong>di</strong>scutere <strong>di</strong> Mon<strong>di</strong>ali e scudetti esu chi fosse più forte tra Pelè eMaradona. Persino in Bangladesh,dove il cricket è molto più importantedel pallone, ho incontrato genteche <strong>di</strong> calcio ne sapeva molto più<strong>di</strong> me e rimpiangeva il fatto che illoro Paese non fosse mai riuscito aqualificarsi per i Mon<strong>di</strong>ali.Tra qualche anno sarai unfunzionario in carriera a Bruxelles,a New York o...?Chi lo sa! Davvero non ne hoidea, poiché questo tipo <strong>di</strong> carrierati può portare davvero in milleposti <strong>di</strong>fferenti. E chissà che nondecida ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> cambiare professioneod almeno provarci. Dipenderàda molti fattori, ma al <strong>di</strong>là della lavoro, per me sarà importantemantenere una relazione fortee costante con i miei genitori edavere al mio fianco la mia ragazzaed i miei cani. Alla fine le cose cherendono felici nella vita sono le piùgenuine e semplici. Il resto è relativo...32L’ARIONE
Giovani<strong>di</strong> Anna FortiDirty Job(s):rock alternativo,degradante, sporcoTra i vari gruppi musicali che nell’ultimo anno sono giunti da dentroe fuori regione per esibirsi sull’ormai ambito palco del Circologiovanile culturale e ricreativo (CG), troviamo anche quattro giovanialdenesi: Lorenzo Cosi, Gianmarco Cramerotti, Mattia Frizzi eTommaso Spagnolli, in arte Dirty Job(s).24 gennaio <strong>2011</strong>. Data importante.Compleanno <strong>di</strong> un’amica,<strong>di</strong> una sorella, <strong>di</strong> una fidanzata.Cos’altro potrebbero fare tremusicisti per <strong>di</strong>letto in una situazionecome questa? Semplice, creanoun gruppo e le regalano unconcerto, chiaramente al CG.Com’è stato preparare questoconcerto e suonare per laprima volta in pubblico?“Grazie a quest’idea abbiamocominciato a trovarci regolarmenteal CG per fare prove. Lollo allavoce e alla chitarra, Tom alla chitarraed io li accompagnavo conla batteria” afferma Gianmarco eTommaso aggiunge: “abbiamosuonato delle cover <strong>di</strong> vari generiin acustico, passando da De Andrèagli Arctic Monkeys, da Ed<strong>di</strong>eVedder ai Nirvana, con deglistrumenti che definirei agricoli inquanto a qualità dei suoni, ma anchenoi in effetti eravamo veramentealle prime armi”. “Infatti”- prosegueLorenzo- “non avevamo inprogramma <strong>di</strong> andare avanti, pensavamosarebbe stata un’esperienzacircoscritta alla festa”.Poi invece avete deciso <strong>di</strong>continuare...Sì, è stata un’esperienza emozionanteanche se ancora un po’abbozzata, ma sentivamo <strong>di</strong> averequalcosa <strong>di</strong> nostro da esprimere.In più poco tempo dopo siamostati invitati a Cimone per suonareil 14 maggio al San Rock e questoè stato un ulteriore incentivo perproseguire con questo progettomusicale e per dargli un nome: DirtyJob(s).San Rock e la svolta.Al concerto <strong>di</strong> San Rock ci siamoripresentati con un repertorio<strong>di</strong> cover in acustico e alcune primebozze <strong>di</strong> canzoni nostre. Ma èstato in quell’occasione che abbiamosuperato le nostre titubanze ariguardo e, grazie al consiglio <strong>di</strong> altrimusicisti, abbiamo capito <strong>di</strong> averbisogno <strong>di</strong> un bassista. Il caso vuoleche la persona che cercavamofosse presente a quell’evento esuonasse con il gruppo dei Butterless.State parlando <strong>di</strong> MattiaFrizzi. Cos’è cambiato daquando è entrato nel gruppo?Abbiamo contattato Mattiaqualche settimana più tar<strong>di</strong> perL’ARIONE33