Giovaniproporgli una collaborazione in vistadel Kick Sound Festival <strong>di</strong>Sardagna, che si sarebbe svolto il16 luglio.“La partecipazione al KickSound Festival con i Dirty Job(s)è stata per me una specie <strong>di</strong> prova.Inizialmente non avevamo previstoche io restassi, ma poi misono reso conto che il gruppo avevadel potenziale nel quale valevala pena <strong>di</strong> credere e ho deciso <strong>di</strong>rimanere. Così sono seguiti altriconcerti, fra cui è da ricordare ilLive at Albere Park, qui ad <strong>Aldeno</strong>.Inoltre, devo <strong>di</strong>re, siamo andatisubito d’accordo e questo èun elemento fondamentale perpoter fare dei progetti per il futuro”,racconta Mattia.Lo stesso entusiasmo vieneespresso anche dai tre fondatori,che spiegano: “Con l’ingresso <strong>di</strong>Frizzi nel gruppo è cambiato letteralmentetutto in meglio! Sostanzialmenteabbiamo rivoluzionato idue fattori fondamentali: siamopassati dall’acustico all’elettrico eabbiamo incominciato a crearecanzoni nostre, lavoro che ci haportati negli ultimi concerti a nonaver più bisogno <strong>di</strong> ricorrere allecover”.Musica in elettrico e canzoniproprie, cosa hanno comportatoqueste trasformazionida un punto <strong>di</strong> vista pratico?Suonare in elettrico comportala necessità <strong>di</strong> trovare dei suoniche si ad<strong>di</strong>cano esattamente al branoe al tipo <strong>di</strong> sonorità che si vuoleesprimere. Per questo è statonecessario dotarci <strong>di</strong> una strumentazioneelettronica nostra e quin<strong>di</strong>investire nell’acquisto <strong>di</strong> chitarreelettriche, pedali volume, amplificatoriecc. Infatti, specifica Tommaso,“senza la propria strumentazionenon è possibile de<strong>di</strong>care iltempo necessario alla creazione <strong>di</strong>suoni personali, in quanto è fondamentaleche essi assumano esattamentela tua personalità, devonostarti addosso come fossero unvestito”.La sistemazione dei suoni peròviene dopo. Per creare una canzoneserve per prima cosa un’ispirazioneiniziale, generalmente riguardoil giro <strong>di</strong> chitarra e la melo<strong>di</strong>avocale. Poi Lorenzo associai testi e noi per libera interpretazioneci lasciamo trasportare eaggiungiamo volta per volta qualcosa<strong>di</strong> nuovo, finché il brano nonci sembra completo. “Diciamo cheLollo arriva in sala prove con unabozza <strong>di</strong> quel che sarà la canzone,poi si crea in progressione, tuttiinsieme mentre si suona”, precisaGianmarco.Di cosa parlano le vostrecanzoni?Risponde Lorenzo: “Non semprele canzoni che scrivo hanno unsenso compiuto. Mi spiego: alcunevolte voglio esprimere un messaggiochiaro e mi focalizzo su untema preciso; ma più spesso leparole derivano <strong>di</strong>rettamente dallamusica, è come se un determinatopassaggio armonico me lesuggerisse ed io le canto. In questocaso quin<strong>di</strong> emergono dei testiche hanno un significato proprio enei quali ognuno può inserire il sensoche preferisce”.In definitiva, come definiresteil vostro genere musicale?La musica che facciamo è unmisto d’influenze <strong>di</strong>verse. Ci ispiriamoun po’ ai Verdena, ai Nirvana,agli Arctic Monkeys e leggermenteanche ai Pink Floyd, main realtà quello che ne emerge èun qualcosa <strong>di</strong> originale. Trovareuna definizione adatta a questogenere non è facile, potremmo <strong>di</strong>reche è una sorta <strong>di</strong> alternative rockdegradante sporco (da qui il nome)molto sperimentale e anche un po’psichedelico.Quali progetti per il futuro?In generale l’obiettivo è quello<strong>di</strong> continuare questo progetto, <strong>di</strong>andare avanti e crescere musicalmentegiorno per giorno così com’èstato fino ad ora. Nello specificoabbiamo in programma <strong>di</strong>de<strong>di</strong>care la maggior parte dellenostre energie alla realizzazione <strong>di</strong>un demo presso il Centro Musica<strong>di</strong> Trento, che conterrà sei dellenostre canzoni.Qualcosa da aggiungere?Grazie a tutti quelli che hannocreduto in noi, in primo luogo StefanoRossi e Stefano Cench, ainostri fans, a “quei de Sardagna”,al Centro Musica <strong>di</strong> Trento (sedeattuale delle nostre prove) e naturalmenteal CG, che è la nostracasa.34L’ARIONE
Giovani<strong>di</strong> Paolo BisestiLa democraziachiama i giovaniUn progetto importante <strong>di</strong> conoscenza delle istituzioni nel 2012 delPiano giovani Arcimaga.Quante volte leggendo ungiornale, ascoltando esponenti politici,attori istituzionali, semplicementegente comune si sente parlaregenericamente <strong>di</strong> democrazia.Ma fino a che punto i citta<strong>di</strong>ni nesono effettivamente parte? E, soprattutto,fino a che punto i giovanine sono consapevoli? E’ propriopartendo da questa considerazione,solo apparentemente qualunquista,che abbiamo pensatoall’interno dell’attività per il 2012del Piano Giovani <strong>di</strong> Zona “Arcimaga”,<strong>di</strong> realizzare un progettorivolto principalmente a giovaniadulti, in età universitaria e postuniversitariadelle comunità <strong>di</strong> <strong>Aldeno</strong>,Cimone,Garniga Terme e lecircoscrizioni <strong>di</strong> Mattarello e Ravina-Romagnano.una riflessione critica, non solo rivoltaa possibili soluzioni delle questioniad essi sottese, ma in<strong>di</strong>rizzata,nell’ottica <strong>di</strong> una comparazionetra la situazione trentina, italianaed europea, a fornire quellistrumenti utili ad uno sviluppo dellacapacità <strong>di</strong> analisi generale del giovane, capacità poi spen<strong>di</strong>bile nelcorso <strong>di</strong> tutta la sua “carriera <strong>di</strong>citta<strong>di</strong>no”.In questo periodo <strong>di</strong> grandein<strong>di</strong>gnazione sociale per una classepolitico-<strong>di</strong>rigenziale, che appareai più lontana dalla realtà quoti<strong>di</strong>ana,incapace <strong>di</strong> dare una rispostaalle pressanti esigenze <strong>di</strong> trasparenza,efficienza, rinnovamento,il termine democrazia torna attualepiù che mai. Ma <strong>di</strong> che democraziaparliamo? Il concetto <strong>di</strong>democrazia non si è cristallizzatonell’arco del tempo, in una solaversione o in un’unica concreta traduzione,ma può trovare ed ha trovato,la sua espressione storica in<strong>di</strong>verse espressioni ed applicazioni.L’idea <strong>di</strong> un passaggio storico,che nasce da un <strong>di</strong>battito apertogià nel secolo scorso, da una piùantica forma <strong>di</strong> democrazia, autoritariae “quantitativa”, esercizioesclusivo <strong>di</strong> una maggioranza, aquella o<strong>di</strong>erna, autorevole e “qualitativa”in grado <strong>di</strong> fornire garanziealle minoranze; ci impone <strong>di</strong>guardare oltre una vuota retoricaL’obiettivo è quello <strong>di</strong> aprirespazi <strong>di</strong> confronto e <strong>di</strong>alogo suitemi <strong>di</strong> fondo della società contemporaneae <strong>di</strong> stimolare la partecipazioneattiva dei giovani all’elaborazione<strong>di</strong> un pensiero criticoed informato su <strong>di</strong> essi. Tuttociò al fine <strong>di</strong> contribuire ad unaformazione civica del giovane chesi traduce in in-formazione <strong>di</strong> qualitàsui temi proposti, stimolandoL’ARIONE35