96 Giurisprudenza Nazionaleinammissibil<strong>it</strong>à <strong>ed</strong> irricevibil<strong>it</strong>à prospettate dalla F<strong>ed</strong>erazione e dal C.O.N.I., lacui risoluzione implicherebbe, onde pervenire ad un es<strong>it</strong>o sistematicamenteequilibrato e cost<strong>it</strong>uzionalmente compatibile, un complesso percorso <strong>di</strong>approfon<strong>di</strong>mento ermeneutico.2. - Con il primo motivo <strong>di</strong> ricorso viene dunque d<strong>ed</strong>otta l’incompetenza dellaC.A.F. a giu<strong>di</strong>care quale organo <strong>di</strong> prima istanza nei confronti <strong>di</strong> un tesserato dellaF<strong>ed</strong>erazione, che non sia <strong>di</strong>rigente della m<strong>ed</strong>esima, tale comp<strong>it</strong>o essendo attribu<strong>it</strong>odall’art. 25, IV comma, del C.G.S. alle Commissioni <strong>di</strong>sciplinari; ciò haasser<strong>it</strong>amente sottratto il ricorrente al suo “giu<strong>di</strong>ce naturale”, privandolo altresì <strong>di</strong>un grado <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio; né sussistono i presupposti <strong>di</strong> operativ<strong>it</strong>à dell’art. 37, I comma,e dell’art. 28, VII comma, <strong>dello</strong>o stesso C.G.S.La censura, se non anche inammissibile, è infondata, e deve pertanto essere <strong>di</strong>sattesa.Occorre anz<strong>it</strong>utto considerare che tale motivo non è stato d<strong>ed</strong>otto in s<strong>ed</strong>eamministrativa, con il reclamo alla Corte f<strong>ed</strong>erale avverso la decisione della C.A.F.,con la conseguenza che, ad instar <strong>di</strong> quanto avviene nel rapporto tra ricorsoamministrativo e ricorso giuris<strong>di</strong>zionale (in termini, tra le tante, Cons. Stato, Sez.VI, 30/3/1994, n. 455; Cons. Stato, Sez. IV, 19/3/1996, n. 355), ne dovrebbeessere preclusa la proposizione per la prima volta in s<strong>ed</strong>e giuris<strong>di</strong>zionale.Ad ogni modo, anche a prescindere da tale, pur serio, profilo <strong>di</strong> inammissibil<strong>it</strong>à, ilmotivo, come premesso, è infondato.Ed invero, come apertis verbis statu<strong>it</strong>o dalla decisione della Corte f<strong>ed</strong>erale, nellavicenda in esame ha operato il principio della vis atractiva eserc<strong>it</strong>ata dall’organo<strong>di</strong> giustizia sportiva <strong>di</strong> grado superiore, allo scopo <strong>di</strong> realizzare la concentrazion<strong>ed</strong>ell’intero proce<strong>di</strong>mento nei confronti <strong>di</strong> tutti gli incolpati (il c.d. simultaneusprocessus).Si tratta dunque dell’applicazione <strong>di</strong> un principio processuale <strong>di</strong> portata generale,recep<strong>it</strong>o anche dal C.G.S. (cfr. artt. 37, I comma, e 28, VII comma), in cui opera laconnessione come cr<strong>it</strong>erio <strong>di</strong> attribuzione della competenza, tra l’altro, in caso <strong>di</strong>concorso <strong>di</strong> persone nella commissione <strong>di</strong> un illec<strong>it</strong>o (a t<strong>it</strong>olo esemplificativo siconfronti il combinato <strong>di</strong>sposto degli artt. 12 e 15 del c.p.p.).Nella fattispecie controversa non è poi contestabile che si verta in presenza <strong>di</strong> unaconnessione pluripersonale; la Corte f<strong>ed</strong>erale invero ha riconosciuto, anche ai finidella dosimetria della sanzione, che “il programma illec<strong>it</strong>o fu ideato dal VicePresidente f<strong>ed</strong>erale e dal designatore arb<strong>it</strong>rale”.Correttamente, dunque, il proce<strong>di</strong>mento è stato instaurato innanzi alla C.A.F. che,
TAR Lazio, Sezione Terza Ter, Sentenza n. 5280/2007 97ai sensi dell’art. 31, I comma, <strong>dello</strong> Statuto della F.I.G.C. e dell’art. 26, II comma,del C.G.S. giu<strong>di</strong>ca, in prima istanza, in or<strong>di</strong>ne ai proce<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>sciplinari riguardantii <strong>di</strong>rigenti f<strong>ed</strong>erali.Va precisato, anche se tale aspetto, a bene v<strong>ed</strong>ere, travalica ampiamente i lim<strong>it</strong>idella controversia, come la <strong>di</strong>sciplina della connessione non incida sul principiodel giu<strong>di</strong>ce naturale, la cui nozione va enucleata non solo alla stregua delle normesulla competenza generale, ma anche <strong>di</strong> quelle derogatorie, che siano peraltrorispettose della regola della precost<strong>it</strong>uzione dell’organo.In altri termini, ciò che conta è che la competenza sia determinabile sulla base <strong>di</strong>regole vigenti nel <strong>di</strong>es facti.Allo stesso tempo, va evidenziato come tale mo<strong>di</strong>fica della competenza perconnessione non abbia affatto privato il ricorrente <strong>di</strong> un “grado <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio”, attesoche al plesso Commissione <strong>di</strong>sciplinare - C.A.F. è subentrato il plesso C.A.F. -Corte f<strong>ed</strong>erale; in entrambe le ipotesi, trova integrale attuazione la regola del doppiogrado <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio.3. - Con il secondo mezzo <strong>di</strong> gravame viene d<strong>ed</strong>otta la mancata comunicazion<strong>ed</strong>ell’avvio del “proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> giustizia domestica”, aggiungendosi che il ricorrentenon ha avuto notizia della trasmissione degli atti dall’ufficio Indagini alla Procuraf<strong>ed</strong>erale, e neppure della conclusione delle indagini, in violazione <strong>di</strong> quanto prescr<strong>it</strong>todall’art. 28 del C.G.S.Anche tale censura non appare mer<strong>it</strong>evole <strong>di</strong> pos<strong>it</strong>iva valutazione.Ed invero è incontestato che il ricorrente abbia ricevuto l’atto <strong>di</strong> deferimento delProcuratore f<strong>ed</strong>erale del 22/6/06, che cost<strong>it</strong>uisce l’avvio dell’azione <strong>di</strong>sciplinare aconclusione delle indagini compiute dall’Ufficio Indagini, senza che dunque siaravvisabile alcuna violazione dell’art. 28 del C.G.S.Quanto poi alle altre asser<strong>it</strong>e omissioni (che non hanno peraltro precluso al ricorrente<strong>di</strong> conoscere che l’Ufficio Indagini ha ricevuto il materiale probatorio in data 27/9/05 e lo ha poi trasmesso alla Procura f<strong>ed</strong>erale il 6/3/06 : cfr. pagg. 11 - 12 dell’atto<strong>di</strong> ricorso), r<strong>it</strong>iene il Collegio che non sussistono norme f<strong>ed</strong>erali che impongono lacomunicazione della data <strong>di</strong> avvio delle indagini da parte della Procura f<strong>ed</strong>erale.4. - Con il terzo motivo si allega l’assunzione illeg<strong>it</strong>tima e l’uso arb<strong>it</strong>rario delleintercettazioni telefoniche nell’amb<strong>it</strong>o del proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>sciplinare che ha portatoall’adozione delle decisioni impugnate, nella considerazione che solamente unaparte delle intercettazioni <strong>di</strong>sposte dalle Procure della Repubblica <strong>di</strong> Torino e <strong>di</strong>Napoli sia stata acquis<strong>it</strong>a dagli uffici f<strong>ed</strong>erali, con conseguente incompletezza e
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