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Le malattie del legno della vite di origine fungina - Sardegna ...

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o Phaeoacremonium spp., con manifestazione nel<strong>legno</strong> <strong>di</strong> tutti quei sintomi che tra<strong>di</strong>zionalmentevengono associati al mal <strong>del</strong>l’esca. Anche in questocaso i sintomi sulla chioma possono non comparire.Il rinvenimento <strong>di</strong> “esca giovane” in viti con sintomifogliari tipici (tigrature), quin<strong>di</strong> in assenza <strong>di</strong> carie, staportando i ricercatori ad ipotizzare che il mal <strong>del</strong>l’escasia in realtà una malattia vascolare causata daPa. chlamydospora e Pm. aleophilum. I sintomi tipicinel <strong>legno</strong> sarebbero le venature brune, che altro nonsono se non gruppi <strong>di</strong> vasi necrotizzati privi <strong>di</strong> funzionalità,accompagnate o meno da necrosi circolari. Lacarie sarebbe un elemento aggiuntivo e in<strong>di</strong>pendente,che tuttavia aggraverebbe la situazione sanitaria<strong>del</strong>la pianta aumentando le probabilità che si possaverificare un colpo apoplettico.Si tratta in ogni caso <strong>di</strong> ipotesi basate su osservazioniin vigneto e su riscontri sperimentali in laboratorio,che tuttavia richiedono ulteriori conferme. Infatti,tramite infezioni artificiali <strong>di</strong> barbatelle apparentementesane, è stata <strong>di</strong>mostrata l’associazione tra questifunghi e la sintomatologia sul <strong>legno</strong>, mentre è tuttoramolto <strong>di</strong>fficile riuscire a riprodurre i sintomi sullachioma. Al momento, solo due gruppi <strong>di</strong> ricerca sonoriusciti nell’intento inoculando viti adulte in vigneto,ma manca la certezza che tali piante non possedesserogià al loro interno i funghi in esame, in particolarequelli tracheifili, o che non si siano infettate successivamente.Infatti, dal momento <strong>del</strong>l’inoculazionea quello <strong>del</strong>la manifestazione dei sintomi possonopassare <strong>di</strong>versi anni.Nonostante le specie <strong>del</strong> genere Botryosphaeriasiano note come agenti <strong>di</strong> cancri e deperimenti in<strong>di</strong>versi ospiti <strong>legno</strong>si, la loro importanza come agenti<strong>di</strong> <strong>malattie</strong> nella <strong>vite</strong> è stata a lungo sottovalutata oad<strong>di</strong>rittura ignorata. Come già detto, tali funghi sonostati associati a <strong>di</strong>verse alterazioni ma, con maggiorfrequenza, sono stati isolati da piante con sintomatologieascrivibili a <strong>malattie</strong> <strong>del</strong> <strong>legno</strong> ben note: mal<strong>del</strong>l’esca ed eutipiosi. Non sempre la loro segnalazionesu <strong>vite</strong> è stata accompagnata da prove atte a<strong>di</strong>mostrarne la patogenicità. In ogni caso, come giàsottolineato a proposito <strong>del</strong>l’esca, le prove <strong>di</strong> inoculazioneartificiale nella maggior parte dei casi riesconoa riprodurre i sintomi sul <strong>legno</strong> (necrosi, cancri), manon quelli sulla chioma.L’unica malattia <strong>del</strong> <strong>legno</strong> ad eziologia certa è l’eutipiosi.La patogenicità <strong>di</strong> E. lata su <strong>vite</strong> è stata <strong>di</strong>mostratanel 1978, ma anche in questo caso la riproduzionedei sintomi fogliari risulta <strong>di</strong>fficile ed avvienedopo <strong>di</strong>versi anni. Tali sintomi sono dovuti all’azione<strong>di</strong> sostanze tossiche prodotte dal fungo nel <strong>legno</strong> etrasportate sulla chioma tramite il sistema vascolare.Tutte le <strong>malattie</strong> citate sono presenti in <strong>Sardegna</strong>.Delle tre, il mal <strong>del</strong>l’esca è sicuramente la più rilevanteper <strong>di</strong>ffusione e gravità, mentre l’importanza <strong>del</strong>deperimento da Botryosphaeria spp. deve essereancora attentamente valutata. L’eutipiosi è presentein alcune zone ma non determina danni consistenti.Salvatorica Serra - Renzo Peretto24

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