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Le malattie del legno della vite di origine fungina - Sardegna ...

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necrotizzati a causa <strong>di</strong> fattori traumatici o <strong>del</strong>l’azione<strong>di</strong> altri funghi <strong>del</strong> <strong>legno</strong>. D’altro canto, Pa. chlamydosporae Pm. aleophilum si muovono entro i vasi <strong>legno</strong>sipiù rapidamente. Tuttavia, essi si comportanocome endofiti, cioè microrganismi capaci <strong>di</strong> colonizzareil <strong>legno</strong> senza danneggiare in modo grave l’ospite,che non mostra sintomi. Se però quest’ultimo èsottoposto a particolari con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> stress, essi sonoin grado <strong>di</strong> causare una tipica sindrome tracheomicotica.Anche le specie <strong>di</strong> Botryosphaeria hanno unafase <strong>di</strong> crescita endofitica dopo la quale può subentraresia una fase patogena che saprofitaria. Secondoalcuni ricercatori questi ultimi funghi si trovanocomunemente sul <strong>legno</strong> e sulla corteccia <strong>del</strong>la <strong>vite</strong> esono capaci <strong>di</strong> invadere i tessuti vascolari compromessida fenomeni <strong>di</strong> tipo meccanico (ferite, piegaturaeccessiva dei tralci, ecc.) e non più funzionanti.In definitiva, è probabile che i sistemi <strong>di</strong> attacco <strong>di</strong>questi funghi non siano molto efficaci, oppure è lapianta che riesce a contrastare il processo infettivomettendo in atto meccanismi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa chimici (produzione<strong>di</strong> resveratrolo e viniferine) e meccanici (barriereistologiche, ostruzioni dei vasi). Quin<strong>di</strong>, comeper quasi tutte le <strong>malattie</strong> da deperimento <strong>di</strong> <strong>origine</strong>parassitaria, la progressione <strong>del</strong>le infezioni, e quin<strong>di</strong><strong>del</strong> danno, è in qualche modo legata alla concomitanteazione debilitante <strong>di</strong> numerosi fattori biotici eabiotici che impe<strong>di</strong>scono alla pianta <strong>di</strong> reagire e farfronte all’attacco.I fattori <strong>di</strong> stress sono vari e numerosi ed interagisconotra loro, spesso in modo sinergico.Attacchi parassitari <strong>di</strong> vario tipo ed in particolare <strong>di</strong>virus e fitoplasmi, che causano <strong>malattie</strong> sistemiche, o<strong>di</strong> funghi e batteri che colpiscono le ra<strong>di</strong>ci (Armillariamellea ed Agrobacterium tumefaciens rispettivamente),oltre a causare danni <strong>di</strong> per sé, influiscono negativamentesullo sviluppo <strong>del</strong>la pianta pre<strong>di</strong>sponendolaad attacchi <strong>di</strong> ulteriori patogeni o aggravandogli effetti <strong>di</strong> altri fattori <strong>di</strong> stress. È stato osservato chein vigneti affetti dal complesso <strong>del</strong>l’accartocciamentofogliare o da flavescenza dorata aumenta anche lapercentuale <strong>di</strong> viti che manifestano sintomi <strong>di</strong> mal<strong>del</strong>l’esca.Una riduzione <strong>del</strong>le normali attività fisiologiche èinsita nell’invecchiamento naturale ma può esserecausata anche da un eccessivo sfruttamento <strong>del</strong>lapianta. Viti che iniziano la carriera produttiva moltoprecocemente, già nei primissimi anni dopo l’impianto,invecchiano altrettanto precocemente. Non devemeravigliare, quin<strong>di</strong>, se vigneti <strong>di</strong> 10-15 anni, untempo considerati in piena produttività, necessitano<strong>di</strong> essere spiantati a causa <strong>di</strong> un’elevata percentuale<strong>di</strong> fallanze e <strong>di</strong> viti scarsamente produttive o malate.La scelta varietale può influire in modo più o menomarcato sullo sviluppo <strong>del</strong>le <strong>malattie</strong> <strong>del</strong> <strong>legno</strong>. Tuttele specie <strong>di</strong> Vitis e tutte le cultivar <strong>di</strong> Vitis vinifera,quin<strong>di</strong> portinnesti e varietà produttive, sono suscettibilialla malattia. La maggiore o minore pre<strong>di</strong>sposizionea contrarla sembra legata più alla vigoria <strong>del</strong>lavarietà che a caratteristiche genetiche specifiche. Inparticolare, le varietà produttive più vigorose sonomaggiormente soggette all’attacco dei funghi <strong>del</strong><strong>legno</strong>, ma anche quelle meno vigorose se in combinazionicon particolari portinnesti. Infatti, l’eccessivosviluppo vegetativo o produttivo <strong>di</strong>stoglie energiedai processi <strong>di</strong> maturazione e indurimento dei tessutiche conferiscono resistenza alla pianta. Interferenzenell’accumulo <strong>di</strong> sostanze <strong>di</strong> riserva nel <strong>legno</strong> rendonola pianta più suscettibile a con<strong>di</strong>zioni ambientaliavverse come le gelate invernali, anche <strong>di</strong> modestaentità, e possono ostacolare o rallentare la ripresavegetativa in primavera. Infine, piante eccessivamentesviluppate hanno bisogno <strong>di</strong> potature più spinteche determinano la formazione <strong>di</strong> grossi tagli e quin<strong>di</strong>facilitano l’ingresso dei parassiti.L’eccessivo vigore vegetativo può essere indottoanche dalle pratiche colturali e in particolare dallaforzatura <strong>del</strong>le piante con concimazioni azotate e<strong>di</strong>rrigazioni eccessive o da forme <strong>di</strong> allevamentoespanse. La tendenza a forzare le piante può avereeffetti <strong>del</strong>eteri soprattutto su quelle giovani. L’ottenimento<strong>di</strong> produzioni molto elevate fin dai primi anni<strong>di</strong> vita determina uno sviluppo <strong>di</strong>sarmonico <strong>del</strong>lapianta. Nel corso degli anni questa si ritroverà conuna chioma spropositata rispetto alle <strong>di</strong>mensioni<strong>del</strong>l’apparato ra<strong>di</strong>cale e <strong>del</strong> fusto che si sviluppanopiù lentamente, soprattutto in queste con<strong>di</strong>zioni (Fig.57). Infatti, le sostanze nutritive vengono <strong>di</strong>rottate eutilizzate preferenzialmente per la maturazione deigrappoli. Questo aspetto risulta strettamente legatoad una <strong>del</strong>le con<strong>di</strong>zioni ambientali più debilitanti: lostress idrico.Una pianta in pieno turgore non riesce a mo<strong>di</strong>ficarerapidamente l’apertura stomatica per cui il sopraggiungereimprovviso <strong>di</strong> ondate <strong>di</strong> calore, soprattuttose accompagnate da vento secco e se seguenti aperio<strong>di</strong> piovosi o irrigui, causa una traspirazionerapida e consistente. Questa traspirazione può esseretalmente intensa da non poter essere bilanciataadeguatamente dall’assorbimento ra<strong>di</strong>cale, o perl’insufficienza <strong>di</strong> acqua nel terreno o per lo scarsosviluppo <strong>del</strong>le ra<strong>di</strong>ci e <strong>del</strong> fusto. Come conseguenzasi verifica l’appassimento <strong>del</strong>la vegetazione che, senon è troppo spinto, può essere reversibile una voltaripristinata l’acqua perduta. Tuttavia, durante questoprocesso avvengono nel <strong>legno</strong> dei cambiamentiirreversibili. La forte traspirazione causa una depressioneall’interno dei vasi <strong>legno</strong>si, tanto più fortequanto più lento è l’assorbimento ra<strong>di</strong>cale, fino adarrivare alla rottura <strong>del</strong>la colonna d’acqua con for-<strong>Le</strong> <strong>malattie</strong> <strong>del</strong> <strong>legno</strong> <strong>del</strong>la <strong>vite</strong> <strong>di</strong> <strong>origine</strong> <strong>fungina</strong>29

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