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Le malattie del legno della vite di origine fungina - Sardegna ...

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La <strong>di</strong>ffusionePur trattandosi <strong>di</strong> specie <strong>di</strong>verse, in grado <strong>di</strong> causare<strong>malattie</strong> <strong>di</strong>verse, i funghi <strong>del</strong> <strong>legno</strong> hanno caratteristichemolto simili per quanto riguarda la loro <strong>di</strong>ffusionenel vigneto. Fondamentalmente le infezionipossono avvenire attraverso ferite che mettano anudo il <strong>legno</strong> o col materiale <strong>di</strong> propagazione.Infezioni attraverso feriteÈ la modalità d’infezione più conosciuta. I funghi <strong>del</strong><strong>legno</strong> si riproducono formando spore e coni<strong>di</strong>, spessoracchiusi entro corpi fruttiferi (Fig. 48 e 49). Tali elementisi possono trovare su <strong>di</strong>verse piante <strong>legno</strong>se,<strong>vite</strong> compresa, e costituiscono la sorgente <strong>di</strong> inoculoin natura. Di solito i corpi fruttiferi vengono prodottisu <strong>legno</strong> ormai necrotizzato come vecchie ferite <strong>di</strong>potatura, cordoni morti, ecc. È stata <strong>di</strong>mostrata anchela sopravvivenza epifitica, sotto forma <strong>di</strong> micelio econi<strong>di</strong>, <strong>di</strong> Pa. chlamydospora e Pm. aleophilum su speroni,cordoni e persino sui viticci lignificati che rimangonosui fili metallici.Fig. 48. Corpo fruttifero <strong>di</strong> Fomitiporia sp. su <strong>legno</strong> mortoFig. 49. Corpo fruttifero <strong>di</strong> Diplo<strong>di</strong>a corticicola, anamorfo <strong>di</strong> Botryosphaeriacorticicola (Foto B. Linaldeddu)Basi<strong>di</strong>ospore e ascospore vengono <strong>di</strong>ffuse dalle correntid’aria, i coni<strong>di</strong> soprattutto dall’acqua piovana, <strong>di</strong>irrigazione o da rugiada. È stato <strong>di</strong>mostrato che la produzione<strong>di</strong> ascospore <strong>di</strong> E. lata e <strong>di</strong> coni<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pa. chlamydosporaè strettamente associata ad eventi piovosi.Anche la contaminazione <strong>del</strong>le ferite avviene inperio<strong>di</strong> piovosi e con temperature miti. Infatti, in corrispondenza<strong>del</strong>la ferita si devono creare le giustecon<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> temperatura e umi<strong>di</strong>tà che consentanola germinazione <strong>di</strong> coni<strong>di</strong> o spore e l’accrescimento<strong>del</strong> micelio entro il <strong>legno</strong> esposto dalla ferita. Una sperimentazionecompiuta in <strong>Sardegna</strong> ha <strong>di</strong>mostratoche la penetrazione <strong>di</strong> Pa. chlamydospora e Pm. aleophilumattraverso il taglio effettuato per la formazionedegli speroni, comincia quando le temperature me<strong>di</strong>esi assestano intorno ai 10°C (in tre anni <strong>di</strong> prove il raggiungimento<strong>di</strong> tale soglia è variato dalla prima decade<strong>di</strong> febbraio alla prima <strong>di</strong> marzo). Piogge regolarinello stesso periodo, o in quelli imme<strong>di</strong>atamente successivi,favoriscono un numero maggiore <strong>di</strong> infezioni.<strong>Le</strong> infezioni <strong>di</strong> Botryosphaeria obtusa, invece, avvengonoanche con temperature me<strong>di</strong>e inferiori, da gennaioin poi, ma il loro numero aumenta negli inverniparticolarmente miti e piovosi. Solitamente la carieparte da ferite traumatiche <strong>di</strong> potatura o <strong>di</strong> spollonatura,meglio se situate in modo da favorire il ristagno<strong>di</strong> acqua (Fig. 50).La contaminazione <strong>del</strong>le ferite <strong>di</strong> potatura e la successivainfezione, avvengono fondamentalmente tramiteinoculo aereo. La possibilità che ciò possa avvenireattraverso gli attrezzi da taglio, precedentementeutilizzati su piante infette, è stata posta in <strong>di</strong>scussione.Gli stu<strong>di</strong> sul DNA <strong>di</strong> F. me<strong>di</strong>terranea, Pa. chlamydosporae Pm. aleophilum isolati da piante attigue <strong>di</strong>uno stesso vigneto sembrerebbero escludere questapossibilità. In pratica, l’elevata <strong>di</strong>versità genetica tragli isolati deporrebbe a favore <strong>di</strong> una <strong>di</strong>ffusione attraversol’atmosfera <strong>di</strong> spore provenienti dallo stessovigneto o da altre aree.Infezioni attraverso il materiale <strong>di</strong> propagazioneL’aspetto più inquietante e pericoloso <strong>del</strong>la naturavascolare dei funghi <strong>del</strong>l’esca, ed in particolare <strong>di</strong> Pa.chlamydospora e Pm. aleophilum, è che possono contaminarei tralci <strong>del</strong>le piante madri utilizzati per lapropagazione <strong>del</strong>la <strong>vite</strong>. La maggior parte degli stu<strong>di</strong>riguarda Pa. chlamydospora.È ormai assodato che le barbatelle pronte per la ven-<strong>Le</strong> <strong>malattie</strong> <strong>del</strong> <strong>legno</strong> <strong>del</strong>la <strong>vite</strong> <strong>di</strong> <strong>origine</strong> <strong>fungina</strong>25

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