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geranno la fase della fioritura in modo da verificare se si tratta di<br />
piante dioiche o a fiori ermafroditi. Delle 4-5 piantine si sceglie<br />
quella più vigorosa, mentre le altre sono tagliate.<br />
Una volta che la pianticella ha raggiunto i 15-30 cm di altezza<br />
la si trapianta in una posizione ideale: prima della piantagione<br />
si eseguono uno scasso e la concimazione di fondo fino a 50<br />
cm di profondità. I sesti d’impianto più utilizzati sono quelli a file<br />
semplici, di 2-2,5m X 2,5m nel caso di lavorazioni manuali, di<br />
1,8m X 3,5 m con l’impiego di macchine.<br />
Alle Hawaii si sta diffondendo l’impianto a file binate (con<br />
sesti di 1,83m X 1,83m e 2,14m X 3,36m), con una densità<br />
compresa tra 1500 e oltre 2000 piante/ha.<br />
La pacciamatura delle piantagioni di papaya è effettuata<br />
ricoprendo il terreno con uno strato di 5-15 cm di corteccia,<br />
trucioli di legno e materiale simile che impedisce la crescita<br />
delle malerbe, mantiene l’umidità nel suolo, protegge il terreno<br />
dall’erosione, evita la formazione della cosiddetta crosta superficiale,<br />
diminuisce il compattamento, mantiene la struttura e<br />
innalza la temperatura del suolo.<br />
È consigliabile tenere il pacciame a 20-30 cm dal tronco. La<br />
concimazione viene effettuata sin dall’impianto con letame<br />
maturo, altrimenti vanno somministrati azoto, fosforo e potassio,<br />
frazionandoli in diversi interventi, secondo i rispettivi<br />
dosaggi: 100 kg/ha, 10 kg/ha e 110 kg/ha.<br />
La papaya, per fornire fruttificazioni soddisfacenti, necessita<br />
di 100 mm d’acqua al mese, ma negli ambienti tropicali<br />
umidi di solito non è necessaria l’irrigazione; va tenuto presente<br />
che un eventuale stress idrico, in concomitanza con le alte<br />
temperature, provoca rallentamento della crescita e sterilità dei<br />
fiori ermafroditi.<br />
Varietà e classificazione.<br />
Per migliorare sempre più la resa delle piante, attualmente si sta<br />
lavorando al fine di ottenere cultivar caratterizzate da fiori ermafroditi,<br />
al fine di permettere l’autoimpollinazione, senza il ricorso<br />
agli impollinatori maschili.<br />
Per raggiungere questo obiettivo si lavora con frutti piccoli in<br />
quanto hanno un contenuto di zuccheri superiore e sono facilmente<br />
commerciabili, con piante di modesta altezza e resistenti,<br />
o perlomeno tolleranti al marciume di radici e colletto.<br />
Le varietà più importanti a fiori ermafroditi e con frutti aventi un<br />
peso inferiore ai 500g sono Solo, Kapoho Solo e Sunrise.<br />
• Solo: varietà introdotta dalle Barbados alle Hawaii nel 1911.<br />
Il nome di Solo le è stato attribuito nel 1919, i suoi frutti sono<br />
a forma di pera e pesano circa 500g, sono di ottima qualità e<br />
a piena maturazione hanno una buccia sottile di colore giallo<br />
arancio con polpa arancione dorata, molto dolce.<br />
• Kapoho Solo o Puna Solo: è una varietà divenuta popolare<br />
con i coltivatori di Kauai prima del 1950.<br />
• Sunrise: introdotta dalle Hawaii a Porto Rico, i suoi frutti sono<br />
a forma di pera, di qualità simile alla varietà Solo, e a piena<br />
maturazione hanno una buccia sottile di colore giallo arancio<br />
con polpa arancione dorata ad alto contenuto di zucchero.<br />
Tra le cultivar dioiche a frutto più grosso si ricordano Hortus e<br />
Honey Gold (che si adattano meglio ai climi più freddi), Maradol,<br />
Cartagena, Cera, Semangka e Bangkok.<br />
In Camerun sono diffuse le cultivar ad alta resa in lattice, tra cui le<br />
principali sono Red Panama, Florida e Andes.<br />
Avversità.<br />
Insetti, parassiti e nematodi<br />
Le piante della papaya sono attaccate da un certo numero di<br />
insetti tra cui:<br />
• Toxotrypana curvicauda: questo insetto, detto anche la mosca<br />
della papaya e spesso scambiato per una vespa a causa del<br />
N/19