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COPERTINA 1/2016

QG_2016-2

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Cronache americane<br />

ste che emergevano in sede locale e di coordinare i<br />

momenti di presentazione a New York dei lavori in<br />

corso a Vienna. Tutto questo è avvenuto mentre la<br />

CND e il Board viennesi gestivano numerosi dibattiti<br />

a livello regionale (inteso il livello regionale come<br />

africano, est-asiatico, occidentale, etc) e favorivano<br />

la formazione e la raccolta di documentazione con la<br />

partecipazione di attori statali e non statali, incluso,<br />

ovviamente, UNODC e il suo periodico report mondiale<br />

sulle droghe.<br />

Un ruolo importante di ponte fra le due sedi è stato<br />

svolto anche dalla Civil Society Task Force (vedi nota<br />

9). Nello stesso tempo, assai massiccia è stata la presenza<br />

nel dibattito newyorkese, dentro e attorno le Nazioni<br />

unite, di alcune delle maggiori realtà statunitensi,<br />

dichiaratamente a favore delle “nuove” politiche 9 .<br />

Al termine di questo percorso e di una lunga e<br />

complessa negoziazione conclusiva, la CND ha elaborato<br />

un documento molto articolato da sottoporre<br />

all’approvazione della UNGASS 10 .<br />

6. Il dibattito dei giorni 19-21 aprile<br />

Quanto detto finora mi permette di sintetizzare in<br />

pochi punti essenziali gli esiti di tre giorni di dibattito<br />

molto intenso.<br />

a) Il dibattito è stato oggettivamente dinamico<br />

e si è articolato attorno alla sessione plenaria, a cinque<br />

tavole rotonde tematiche 11 e a numerosi “side<br />

event” iniziati già nella giornata del 18 aprile. Quasi<br />

tutti gli Stati Membri hanno attivamente partecipato<br />

ai lavori, con presenze di alto livello (sette Capi<br />

di Stato e quaranta Ministri) soprattutto tra i Paesi<br />

latino-americani ed europei, tra cui i Presidenti<br />

di Guatemala, Messico, Bolivia, Perù e Colombia,<br />

i Vice presidenti di Costa Rica e Panama 12 , nonchè<br />

la Regina di Svezia. Molto attiva è stata anche la<br />

partecipazione delle organizzazioni internazionali,<br />

in primis quelle appartenenti alle Nazioni unite,<br />

e della società civile. A tale proposito va segnalato<br />

che nel dibattito in plenaria e nelle tavole rotonde è<br />

stato consentito l’intervento di un numero assai ristretto<br />

di organizzazioni non governative, che invece<br />

hanno avuto ampi spazi di presenza negli eventi a<br />

margine. Ciò non comporta affatto che la loro limitata<br />

partecipazione al dibattito ufficiale sia priva di<br />

significato, se vista dalla prospettiva di una realtà<br />

che deve gestire le posizioni di 193 entità nazionali<br />

profondamente diverse tra loro. Al di là dei contenuti,<br />

che nei fatti sono stati tutti in favore del cambio<br />

di prospettiva e di azione, il significato va ricercato<br />

innanzitutto sul piano politico e sul riconoscimento<br />

del diritto e della importanza che la società civile<br />

intervenga anche nei momenti che conducono alla<br />

formazione della volontà.<br />

b) Per parte italiana la delegazione è stata guidata<br />

dal Ministro della giustizia, on. Orlando 13 . È questo<br />

un elemento importante, sia perché il livello della<br />

nostra partecipazione è risultato più elevato rispetto<br />

ad occasioni passate sia perché tale presenza era certamente<br />

la più adatta a un dibattito sostanzialmente<br />

concentrato sui livelli di protezione dei diritti della<br />

persona e su un nuovo approccio anche in materia di<br />

9. In particolare, sia la UN University che la Open Society hanno organizzato numerosi dibattiti e diffuso pubblicazioni e proposte miranti<br />

ad accrescere fra gli Stati Membri la consapevolezza dei problemi sul tappeto e la necessità di “obbligare” gli organismi delle Nazioni unite<br />

a correggere le politiche fin qui seguite.<br />

10. https://documents-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/N16/105/72/PDF/N1610572.pdf?OpenElement.<br />

11. Le cinque tavole rotonde erano così intitolate: 1) Demand reduction and related measures, including prevention and treatment, as<br />

well as health-related issues; and ensuring theavailability of controlled substances for medical and scientific purposes, while preventing<br />

their diversion (“drugs and health”); 2) Supply reduction and related measures; responses todrug-related crime; and countering<br />

money-laundering and promoting judicial cooperation (“drugs and crime”); 3) Cross-cutting issues: drugs and human rights, youth,<br />

women, children and communities; 4) Cross-cutting issues: new challenges, threats and realities in preventing and addressing the<br />

world drug problem in compliance with relevant international law, including the three drug control conventions; strengthening the<br />

principle of common and shared responsibility and international cooperation; 5) Alternative development; regional, interregional and<br />

international cooperation on development-oriented balanced drug control policy; addressing socioeconomic issues.<br />

12. La sola indicazione dei Paesi che hanno deciso di partecipare con il massimo rappresentante statale costituisce un chiaro segnale,<br />

ovviamente accompagnato dai contenuti dei loro interventi, di quale sia l’area geografia oggi maggiormente impegnata. Su questo avrò<br />

modo di tornare.<br />

13. La delegazione era composta da rappresentanti del Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri, delle<br />

Missioni del MAE presso le nazioni Unite a New York e Vienna, dei ministeri della Giustizia, della Salute e del Lavoro, da funzionari del<br />

DPA e, infine, esponenti della società civile (Associazione Luca Coscioni, Comunità di Sant’Egidio, FICT e CNCA, Forum Droghe, La Società<br />

della Ragione Onlus).<br />

Questione Giustizia 2/<strong>2016</strong><br />

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