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Cronache americane<br />
ste che emergevano in sede locale e di coordinare i<br />
momenti di presentazione a New York dei lavori in<br />
corso a Vienna. Tutto questo è avvenuto mentre la<br />
CND e il Board viennesi gestivano numerosi dibattiti<br />
a livello regionale (inteso il livello regionale come<br />
africano, est-asiatico, occidentale, etc) e favorivano<br />
la formazione e la raccolta di documentazione con la<br />
partecipazione di attori statali e non statali, incluso,<br />
ovviamente, UNODC e il suo periodico report mondiale<br />
sulle droghe.<br />
Un ruolo importante di ponte fra le due sedi è stato<br />
svolto anche dalla Civil Society Task Force (vedi nota<br />
9). Nello stesso tempo, assai massiccia è stata la presenza<br />
nel dibattito newyorkese, dentro e attorno le Nazioni<br />
unite, di alcune delle maggiori realtà statunitensi,<br />
dichiaratamente a favore delle “nuove” politiche 9 .<br />
Al termine di questo percorso e di una lunga e<br />
complessa negoziazione conclusiva, la CND ha elaborato<br />
un documento molto articolato da sottoporre<br />
all’approvazione della UNGASS 10 .<br />
6. Il dibattito dei giorni 19-21 aprile<br />
Quanto detto finora mi permette di sintetizzare in<br />
pochi punti essenziali gli esiti di tre giorni di dibattito<br />
molto intenso.<br />
a) Il dibattito è stato oggettivamente dinamico<br />
e si è articolato attorno alla sessione plenaria, a cinque<br />
tavole rotonde tematiche 11 e a numerosi “side<br />
event” iniziati già nella giornata del 18 aprile. Quasi<br />
tutti gli Stati Membri hanno attivamente partecipato<br />
ai lavori, con presenze di alto livello (sette Capi<br />
di Stato e quaranta Ministri) soprattutto tra i Paesi<br />
latino-americani ed europei, tra cui i Presidenti<br />
di Guatemala, Messico, Bolivia, Perù e Colombia,<br />
i Vice presidenti di Costa Rica e Panama 12 , nonchè<br />
la Regina di Svezia. Molto attiva è stata anche la<br />
partecipazione delle organizzazioni internazionali,<br />
in primis quelle appartenenti alle Nazioni unite,<br />
e della società civile. A tale proposito va segnalato<br />
che nel dibattito in plenaria e nelle tavole rotonde è<br />
stato consentito l’intervento di un numero assai ristretto<br />
di organizzazioni non governative, che invece<br />
hanno avuto ampi spazi di presenza negli eventi a<br />
margine. Ciò non comporta affatto che la loro limitata<br />
partecipazione al dibattito ufficiale sia priva di<br />
significato, se vista dalla prospettiva di una realtà<br />
che deve gestire le posizioni di 193 entità nazionali<br />
profondamente diverse tra loro. Al di là dei contenuti,<br />
che nei fatti sono stati tutti in favore del cambio<br />
di prospettiva e di azione, il significato va ricercato<br />
innanzitutto sul piano politico e sul riconoscimento<br />
del diritto e della importanza che la società civile<br />
intervenga anche nei momenti che conducono alla<br />
formazione della volontà.<br />
b) Per parte italiana la delegazione è stata guidata<br />
dal Ministro della giustizia, on. Orlando 13 . È questo<br />
un elemento importante, sia perché il livello della<br />
nostra partecipazione è risultato più elevato rispetto<br />
ad occasioni passate sia perché tale presenza era certamente<br />
la più adatta a un dibattito sostanzialmente<br />
concentrato sui livelli di protezione dei diritti della<br />
persona e su un nuovo approccio anche in materia di<br />
9. In particolare, sia la UN University che la Open Society hanno organizzato numerosi dibattiti e diffuso pubblicazioni e proposte miranti<br />
ad accrescere fra gli Stati Membri la consapevolezza dei problemi sul tappeto e la necessità di “obbligare” gli organismi delle Nazioni unite<br />
a correggere le politiche fin qui seguite.<br />
10. https://documents-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/N16/105/72/PDF/N1610572.pdf?OpenElement.<br />
11. Le cinque tavole rotonde erano così intitolate: 1) Demand reduction and related measures, including prevention and treatment, as<br />
well as health-related issues; and ensuring theavailability of controlled substances for medical and scientific purposes, while preventing<br />
their diversion (“drugs and health”); 2) Supply reduction and related measures; responses todrug-related crime; and countering<br />
money-laundering and promoting judicial cooperation (“drugs and crime”); 3) Cross-cutting issues: drugs and human rights, youth,<br />
women, children and communities; 4) Cross-cutting issues: new challenges, threats and realities in preventing and addressing the<br />
world drug problem in compliance with relevant international law, including the three drug control conventions; strengthening the<br />
principle of common and shared responsibility and international cooperation; 5) Alternative development; regional, interregional and<br />
international cooperation on development-oriented balanced drug control policy; addressing socioeconomic issues.<br />
12. La sola indicazione dei Paesi che hanno deciso di partecipare con il massimo rappresentante statale costituisce un chiaro segnale,<br />
ovviamente accompagnato dai contenuti dei loro interventi, di quale sia l’area geografia oggi maggiormente impegnata. Su questo avrò<br />
modo di tornare.<br />
13. La delegazione era composta da rappresentanti del Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri, delle<br />
Missioni del MAE presso le nazioni Unite a New York e Vienna, dei ministeri della Giustizia, della Salute e del Lavoro, da funzionari del<br />
DPA e, infine, esponenti della società civile (Associazione Luca Coscioni, Comunità di Sant’Egidio, FICT e CNCA, Forum Droghe, La Società<br />
della Ragione Onlus).<br />
Questione Giustizia 2/<strong>2016</strong><br />
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