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francese, fu smontato e<br />
riutilizzato per la Galleria<br />
del Beaumont a Torino.<br />
Le finestrature e i “grandi<br />
occhi” consentono un<br />
gioco di luci e penombre<br />
tali da esaltare la varietà<br />
degli infiniti decori e delle<br />
due esedre, suggestionando<br />
inesorabilmente i<br />
visitatori. Il ricco apparato<br />
decorativo è dovuto<br />
a Pietro Filippo Somasso,<br />
Giuseppe Bolina, Antonio<br />
Papa e Giovambattista<br />
Sanbartolomeo.<br />
Alcuni dati: 15 metri l’altezza<br />
al centro volta, 80<br />
metri la lunghezza, 12<br />
metri la larghezza, 44 le<br />
ampie finestrature, 22<br />
aperture ovali all’interno<br />
e rettangolari all’esterno<br />
(grandi “occhi”).<br />
Sala di Diana<br />
Vi si accedeva dopo aver<br />
percorso il cortile d’accesso<br />
e quello d’onore. E’<br />
rettangolare, ricca di stucchi<br />
e rappresentazioni allegoriche<br />
incentrate sulla<br />
caccia; la volta è affrescata<br />
da Jan Miel e vi sono<br />
enormi ritratti equestri e<br />
tele a tema venatorio.<br />
Nei Seicento la sala era<br />
utilizzata per banchetti e<br />
ricevimenti.<br />
Cappella di Sant’Uberto<br />
E’ un capolavoro juvarriano<br />
dedicato a Sant’Uberto,<br />
protettore dei<br />
cacciatori, voluto da Vittorio<br />
Amedeo II. Iniziato<br />
nel 1716 e completata nel<br />
1729, si presenta con maestose<br />
volumetrie disposte<br />
intorno ad un impianto<br />
a croce greca smussata,<br />
con due grandi altari ai lati<br />
del transetto e quattro<br />
cappelle circolari all’interno<br />
e poligonali all’esterno,<br />
poste sulle diagonali. Un<br />
ambiente unico fatto di<br />
fastose decorazioni e sapienti<br />
contrasti di luce.<br />
L’altare maggiore è opera<br />
di Giovanni Baratta e<br />
si sviluppa in senso verticale,<br />
collocandosi tra le<br />
due colonne centrali della<br />
conca realizzata dall’abside.<br />
Baratta è autore anche<br />
delle quattro statue<br />
dei Dottori della Chiesa,<br />
poste nelle nicchie dei<br />
pilastri centrali: Sant’Agostino,<br />
Sant’Ambrogio,<br />
Sant’Atanasio e San Giovanni<br />
Crisostomo. Sugli<br />
altari laterali si trovano le<br />
quattro grandi pale, opera<br />
di affermati pittori di<br />
scuola romana.<br />
La Cappella fu collegata<br />
alla Reggia per mano<br />
di Benedetto Alfieri, che<br />
ideò anche lo scenografico<br />
scalone monumentale<br />
che sale alle tribune della<br />
Cappella.<br />
Scuderie juvarriane<br />
Realizzate dal 1722 al<br />
1727 da Juvarra, la Citroniera<br />
(antica serra creata<br />
per il ricovero degli agrumi)<br />
e la Scuderia Grande,<br />
con i loro 5mila metri<br />
quadri totali di superficie,<br />
oltre 140 metri di<br />
lunghezza per quasi 15 di<br />
larghezza e altrettanti di<br />
altezza ognuna, rappresentano<br />
il più vasto polo<br />
espositivo del complesso<br />
della Reggia di Venaria.<br />
Citroniera<br />
Usata per riporre d'inverno<br />
le piante d'agrumi<br />
ornamentali, emerge come<br />
quinta scenografica<br />
del Giardino a Fiori e il<br />
suo ingresso principale<br />
s'attesta su uno dei viali<br />
più lunghi: l'Allea Reale.<br />
Internamente appare<br />
come un'enorme serra,<br />
con le finestre aperte<br />
verso sud al fine di ottenere<br />
il massimo sole. Si<br />
tratta di un ambiente di<br />
grande ricchezza di luci<br />
e decorazioni: lo spazio<br />
interno, oltre che imponente<br />
per dimensioni, è<br />
stato concepito anche<br />
in termini di grande ricchezza<br />
chiaroscurale e<br />
plastica; le pareti laterali<br />
sono scavate da nicchie<br />
che, con la loro scansione,<br />
imprimono un forte<br />
dinamismo all'involucro,<br />
risultando caratterizzate a<br />
sud dalla grande luminosità<br />
delle aperture ad arco<br />
sormontate da oculi (per<br />
accogliere il massimo di<br />
luce e calore d'inverno)<br />
e a nord dalla replica dei<br />
serramenti in trompe<br />
l'oeil sul muro di separazione<br />
dalla scuderia.<br />
Scuderia grande<br />
Poteva contenere 160<br />
cavalli; dei box lignei, oggi<br />
scomparsi, restano i<br />
precisi disegni realizzati<br />
dai mastri minusieri. Le<br />
amplissime dimensioni di<br />
questo ambiente, maggiori<br />
di qualsiasi altra scuderia<br />
di residenza reale presente<br />
in Piemonte, rivelano<br />
non solo l'importanza del<br />
cavallo nella grande coreografia<br />
delle cacce reali,<br />
ma anche l'ambizione della<br />
committenza.<br />
Sale delle Arti<br />
Situate ai “piani alti” della<br />
reggia rappresentano lo<br />
spazio ideale per mostre<br />
temporanee organizzate<br />
nel corso dell'anno. Imperdibile<br />
la vista che si<br />
gode sui Giardini, verso il<br />
borgo o sulla Corte d’Onore.<br />
Corte d’Onore<br />
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Orizzonte Magazine • 13