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GRAZIE ALLA PASSIONE<br />
DELLA SUA TRADUTTRICE<br />
DON CAMILLO<br />
GIUNGE IN RUSSIA<br />
di Erica Caimi<br />
"O<br />
ra non è che<br />
io mi dia le<br />
arie del creatore,<br />
mica dico di averli<br />
creati io. Io ho dato<br />
ad essi una voce. Chi li<br />
ha creati è la Bassa. Io li<br />
ho incontrati, li ho presi<br />
sottobraccio e li ho fatti<br />
camminare su e giù per<br />
l’alfabeto”, con queste<br />
parole Giovannino Guareschi<br />
descriveva la nascita<br />
dei suoi personaggi<br />
nell'introduzione di “Don<br />
Camillo e il suo gregge”,<br />
senza rivendicarne la paternità,<br />
attribuendoli al<br />
ventre materno della<br />
quotidianità nella Bassa.<br />
Sicuramente Giovannino,<br />
mentre popolava il suo<br />
mostra la grande rilevanza<br />
del ruolo, che si basa<br />
sull'instabile equilibro di<br />
“adattare”, rielaborare in<br />
funzione del nuovo contesto<br />
e nel contempo<br />
“proteggere” il più possibile<br />
l’originale. Talvolta<br />
accade che la traduzione<br />
sia l'amata figlia di una travolgente<br />
passione, voluta<br />
e partorita dal traduttore<br />
stesso in un mondo<br />
distante dalle logiche di<br />
mercato che pilotano le<br />
case editrici. E’ proprio<br />
così che il libro “Piccolo<br />
Mondo: Don Camillo” è<br />
comparso anche in Russia,<br />
grazie al fortuito incontro<br />
tra i personaggi<br />
della Bassa e la sua futuimmaginario<br />
mondo di<br />
Brescello, non poteva di<br />
certo prevedere che le<br />
avventure dell’energico<br />
Don Camillo e del suo<br />
amico rivale Giuseppe<br />
Bottazzi detto Peppone,<br />
sarebbero arrivate così<br />
lontano. Sì, perché “Piccolo<br />
Mondo: Don Camillo”<br />
è stato tradotto<br />
fin da subito in moltissime<br />
lingue, eccezion fatta<br />
per il russo e il cinese, a<br />
causa di evidenti motivi<br />
politici. L’attività del traduttore,<br />
spesso sottovalutata,<br />
rivela a posteriori<br />
la sua importanza: molti<br />
libri s’imbruttiscono o al<br />
contrario migliorano in<br />
traduzione e questo dira<br />
traduttrice, che con<br />
convinzione e caparbietà<br />
è riuscita a far parlare in<br />
russo Don Camillo, Peppone<br />
e tutti gli eroi del<br />
paesello.<br />
Nel lontano 1994 Ol'ga<br />
Gurevich, all'epoca studentessa<br />
universitaria d'italiano,<br />
decise di venire<br />
per qualche tempo in Italia,<br />
in viaggio studio, per<br />
perfezionare la lingua.<br />
Una sera si trovò ad assistere<br />
alla proiezione di<br />
un film: Don Camillo. Fin<br />
dalle prime battute venne<br />
rapita dalle avventure<br />
del prete di Brescello<br />
che pare aver sempre la<br />
meglio sul suo antagonista<br />
Peppone, sindaco di<br />
convinzione comunista.<br />
A lei, che era stata cittadina<br />
sovietica, sembrò<br />
una storia curiosa, a tratti<br />
imbarazzante, ma soprattutto<br />
le fece pensare che<br />
nell'Italia degli anni ‘90 esistevano<br />
ancora i comunisti,<br />
nonostante il crollo<br />
dell'ormai ex Unione Sovietica.<br />
Era più che mai<br />
persuasa ad approfondire<br />
la storia della politica<br />
italiana per capire cosa<br />
realmente significasse il<br />
comunismo per gli italiani.<br />
Dopo qualche gior-<br />
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Orizzonte Magazine • 21