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Stranieri barbari migranti Storia

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l’industria del mare o il comparto tessile. Il lavoro, insomma, aveva<br />

rappresentato il principale motore di attrazione dei flussi migratori<br />

in città e allo stesso tempo il fattore più immediato di integrazione<br />

dei nuovi arrivati nella società di adozione. L’insediamento stabile dei<br />

<strong>migranti</strong>, tuttavia, rispondeva anche ad esigenze di carattere politico;<br />

in gioco vi erano il bene pubblico, la sicurezza e la tranquillità sociale<br />

e l’obiettivo di una società pacificata, per quanto complessa e multiculturale<br />

come, di fatto, quella veneziana.<br />

In special modo, erano state le strutture aggregative ufficiali e<br />

legalmente approvate, quali le confraternite nazionali, le chiese, gli<br />

ospedali o i fondaci, a favorire e indirizzare i processi di integrazione<br />

dei <strong>migranti</strong> nel tessuto sociale e produttivo della città (tra esse, la<br />

scuola dei Lucchesi istituita nel 1359, dei Milanesi nel 1361, dei Fiorentini<br />

nel 1435, degli Albanesi nel 1448, dei Dalmati o Schiavoni nel<br />

1451, e dei Greci nel 1498). A tal proposito, Venezia aveva adottato<br />

per tempo una politica di consolidamento e istituzionalizzazione delle<br />

aggregazioni su base etnica e di provenienza, riconosciute giuridicamente<br />

come scuole nazionali autonome e dotate di ampi margini di<br />

autogoverno.<br />

In sostanza, tali istituti avevano svolto una pluralità di funzioni.<br />

In primo luogo essi avevano offerto supporto emotivo e assistenza<br />

socio-sanitaria ai <strong>migranti</strong>, fungendo da strutture di accoglienza e<br />

primo soccorso ai nuovi venuti in città, e di protezione, sia materiale<br />

che spirituale, di quanti già da tempo insediati in laguna. In secondo<br />

luogo, essi avevano fornito informazioni e consulenze, intessuto<br />

relazioni e creato contatti e opportunità, mettendo a disposizione dei<br />

<strong>migranti</strong> quelle risorse cognitive indispensabili per orientarsi nelle<br />

strutture pubbliche e negli uffici cittadini, o per ottenere una casa, o<br />

per accostarsi al mercato del lavoro, o per mettere su famiglia.<br />

Infine, essi avevano attivato forme di vigilanza interna e di contenimento<br />

della devianza e un complesso sistema di complicità e solidarietà<br />

mutuali capace di scongiurare i pericoli connessi all’anonimato e<br />

all’isolamento.<br />

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