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<strong>Stranieri</strong> di casa:<br />
gli albanesi a Venezia (xv-xvi sec.)<br />
Lucia Nadin<br />
I molteplici e secolari rapporti che hanno variamente collegato<br />
Venezia con l’Albania ancor oggi continuano a emergere da archivi e<br />
biblioteche venete, arricchendo quei legami di sempre nuove acquisizioni<br />
di conoscenza, così da delineare una linea quasi ininterrotta di<br />
relazioni di varia natura che hanno cementato una “parentela” adriatica:<br />
gli albanesi, antichi abitatori della provincia romana di Epiro (ovvero<br />
Illyria ed Epiro con parte della Macedonia) fin dall’età di Augusto<br />
avevano visto insediarsi cittadini, coloni, veterani veneti, a Durazzo; e<br />
viceversa molti albanesi, quelli della costa soprattutto, intrecciarono<br />
un lungo e strettissimo dialogo con i veneti.<br />
L’Albania e l’Adriatico, e dunque inevitabilmente l’Albania e<br />
Venezia: entro il suo “lago”, Venezia guardò all’Albania come a un necessario<br />
punto di appoggio nelle ragioni commerciali che la portavano<br />
verso il Levante. Non a caso lungo il Medioevo Venezia creò in quella<br />
terra alcune sue basi, dal sud al nord, da Durazzo fino a Butrinto,<br />
dirimpetto a Corfù, da Durazzo ad Alessio a Scutari, centro dei grandi<br />
traffici di entroterra europei.<br />
Ecco spiegate le ragioni per cui proprio Venezia abbia conservato<br />
una preziosissima documentazione di storia albanese lungo secoli di<br />
rapporti, durante tutta la durata della Repubblica.<br />
Dalla Biblioteca Correr chi scrive ha riportato all’attenzione e<br />
allo studio della comunità scientifica un testo destinato a illuminare<br />
l’autunno del Medioevo della grande città di Scutari, un testo che nel<br />
passato era stato dato per perduto.<br />
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