Ghali viene a trovarci in redazione a pochi giorni dall’uscita del suo primo album. Karma e Coolness sono sempre le due bodyguard del nuovo ragazzo d’oro del pop rap. Seduti a un tavolo, il nostro sfoglia l’ultimo numero di <strong>Rolling</strong>, quello con in cover Fabri Fibra. Legge ad alta voce lo strillo – “Sono il rapper più odiato dai rapper” – e mi chiede che vuol dire. Gli leggo come continua il discorso nell’intervista a Fabri: “Il rapper italiano è una bruttissima persona, vive nell’ombra di quelli americani, è come il ragazzino che nel campo da calcio vuole imitare Messi. Poi esce dal campo e dice: ‘Sembravo Messi, eh?’. Ma tu non devi essere Messi, devi essere te stesso!”. IL SUO ALBUM È PIENO DI POLITICA, MALGRADO LUI. INCONTRO CON UN VERO ARTISTA (O È UN IMPRENDITORE?) GHALI cantanti rap raccontano la realtà in RS Che ne pensi? Ha ragione Fabri Fibra? GHALI Sì. Però ora questa cosa si è spezzata, i rapper vogliono essere se stessi. RS Da cosa lo noti? GHALI Dall’originalità di stile della scena. È una consapevolezza nuova delle proprie capacità, ognuno di noi sa che ha da raccontare qualcosa e che può essere di esempio per gli altri. RS Roberto Saviano ha appena fatto su Facebook un post in cui dice: “Ghali è uno dei maggiori poeti di lingua italiana, un poeta rap... Mentre le polemiche sulle Ong, permeate di razzismo ottuso, occupano le news, l’<strong>Italia</strong> si sta trasformando e i suoi maniera assai più approfondita e complessa dei suoi politici, giornalisti, commentatori”. GHALI Non lo conosco personalmente – conosco quello che fa – ma è stato un grande, bellissime parole. RS Cosa conosci del suo lavoro ? GHALI Evitiamo di parlarne. RS Perché? GHALI Non parlo di politica... RS Già, c’è un brano del tuo disco, Ricchi Dentro, in cui dici “Voto Boh”... GHALI Non mi interessa la politica, non ne parlo neanche con i miei amici, a parte qualche volta. RS Però hai parlato di consapevolezza... Dovresti sapere quanto quello che fai è politico, no? GHALI L’unica nostra politica è la musica. (Segue un lungo silenzio, un filo di imbarazzo sotto un sottile nuovo strato di diffidenza, a questo punto reciproca, nda). RS Parliamo del tuo disco. C’è un pezzo, Lacrime, che inizia con un pianto. È il tuo? ANTI-RAPPER BULLI, FOTTETEVI! TESTO GIOVANNI ROBERTINI FOTO ALVISE GUADAGNINO GHALI Sì, è un pezzo teatrale, quasi burlesque. La prima strofa la dedico a un mio figlio immaginario, dico: “Questo pezzo è per te che arriverai da un giorno all’altro, l’avrò già messo nell’album, l’avrò già suonato sul palco”. Cerco di consolarlo in una giornata triste. La seconda strofa è dedicata a me che, nonostante abbia realizzato il mio sogno, ho dovuto rinunciare a molte libertà. Comunque, anche in questo caso, niente “lacrimucce”. La terza e ultima strofa è per una donna che ho dovuto lasciare, dico che tutto andrà bene, non piangiamo, ché la speranza è un passepartout per la felicità. RS In tutto il disco sei molto “figlio”. All’improvviso in Lacrime c’è un cambio di prospettiva. È stato difficile immaginarsi padre? GHALI Tutti ci pensiamo a diventare padre. RS Dici? Dei ragazzi della tua età non so in quanti abbiamo questo pensiero, già raro tra i miei coetanei quarantenni... GHALI È una cosa che può capitare quando meno te lo aspetti. RS Siamo nel <strong>2017</strong>, se non vuoi non capita. GHALI Non è che se non vuoi una cosa, allora non capiterà. Quando succede, succede. RS C’è una canzone d’amore, Habibi, la cui cifra è la dolcezza, in contrapposizione alla ruvidezza spesso dominante sul tema nell’hip hop... GHALI È sincero, ho ammesso a cuore aperto molte cose in questo album. È autobiografico, racconta quello che mi sta attorno. RS Tipo? GHALI Ora d’aria è un brano di denuncia. RS E poi mi dici che non parli di politica! Lì canti “o siamo terroristi o siamo parassiti”... GHALI Appunto, ascolta la canzone. Non c’è bisogno di parlarne. RS Nel video di Happy Days, girato in Sudafrica, c’è la sensazione del salto, del voler abbandonare il vecchio Ghali from Baggio, Milano. GHALI È un’evoluzione, un video girato con regista e attori locali, i ballerini sono quelli di One Dance di Drake. Non capisco perché ti faccia strano che io faccia un video così. RS Boh, forse perché di solito, quando i musicisti italiani girano video all’estero, sembrano dei turisti. Andiamo avanti. Hai fatto uscire un video di ringraziamenti. Ci sono un sacco di nomi, pochi musicisti (Sfera, Izi, Rkomi e Tedua) e molte dediche: una è per tua madre: “Questo disco è la mia laurea”... 72 ROLLING STONE_GIUGNO <strong>2017</strong>
IL RAGAZZO DI BAGGIO Ghali Amdouni è nato a Milano nel 1993 da genitori tunisini. Album è il suo disco d’esordio. Ha conquistato un doppio disco di platino con Ninna Nanna e uno con Pizza Kebab. IN CUFFIA: “MR. SIMPATIA”, FABRI FIBRA ROLLING STONE_GIUGNO <strong>2017</strong> 73