National Geographic
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| 3 DOMANDE | CORINNA ROSSI<br />
A R C H E O L O G I A<br />
DI FRONTIERA<br />
Corinna Rossi, 48 anni, laurea alla Federico II di Napoli,<br />
dottorato a Cambridge, professore associato al<br />
Politecnico di Milano in Egittologia e Civiltà copta,<br />
guida LIFE (Living In a Fringe Environment), il progetto<br />
che per i prossimi cinque anni indagherà il sito di Umm<br />
al-Dabadib, nell’area dell’oasi di Kharga, nel deserto<br />
egiziano occidentale, un insediamento tardo romano<br />
600 chilometri a sud del Cairo, 250 chilometri a ovest<br />
di Luxor e a 50 chilometri dal più vicino centro abitato.<br />
Che cos’è LIFE?<br />
È un progetto interdisciplinare che va al di là del team<br />
archeologico moderno. Ci lavorano esperti e studiosi<br />
di campi diversi che si concentrano sullo studio di<br />
un sito realizzato nel IV secolo d.C., il tutto coordinato<br />
da me. Abbiamo competenze di archeobotanica,<br />
archeologia funeraria, egittologia, storia, ceramica,<br />
idrologia, geologia, sedimentologia, topografia, rilievo<br />
3D, informatica.<br />
Perché Umm al-Dabadib?<br />
Ci andai per la prima volta nel 1995 come turista mentre<br />
stavo studiando per il dottorato. Tornata a Cambridge,<br />
in biblioteca, mi resi conto che non esisteva<br />
nulla su questo grande sito. La particolarità è che sono<br />
conservate benissimo sia la parte costruita che il sistema<br />
agricolo che permetteva all’insediamento di<br />
esistere. L’abitato non ha strade, è come un enorme<br />
formicaio, sono piccole unità incastrate una nell’altra.<br />
Non sono in grado di dire quante persone ci vivessero;<br />
stiamo cercando di capire quanta roba è sepolta sotto<br />
la sabbia. E dei cinque acquedotti più lunghi per le<br />
colture abbiamo misurato solo la parte esterna.<br />
Quali sono le difficoltà di un progetto del genere?<br />
Prima di tutto i finanziamenti. Bisogna lavorare su<br />
più fronti. Nel 2014 il grant di <strong>National</strong> <strong>Geographic</strong><br />
mi ha consentito di fare un grande passo in avanti<br />
con il rilievo 3D dell’insediamento fortificato. Oggi<br />
il finanziamento di cinque anni dello European Research<br />
Council, che coinvolge la Federico II e il Politecnico<br />
di Milano, mi permette di programmare.<br />
C’è poi la questione delle autorizzazioni: il deserto<br />
è zona militare, ogni anno servono i permessi della<br />
sicurezza nazionale, ma questo è un problema che<br />
riguarda tutte le spedizioni. Tuttavia c’è anche l’aspirazione<br />
locale allo sviluppo del turismo.<br />
Il Ministero dell’Ambiente egiziano è interessato<br />
a istituire un’area protetta attorno a Umm al-Dabadib.<br />
E il Ministero delle Antichità, con l’Ambiente, punta<br />
su Kharga per farla diventare sito UNESCO di interesse<br />
culturale e naturale.<br />
Noi siamo nel cuore della zona in cui convergono<br />
questi interessi. —Alessandro Conti<br />
FOTO: NANNI FONTANA