National Geographic
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Produzione di pomodori<br />
Numero 22 al mondo<br />
900.000 tonnellate<br />
formali con governi e università dei sei continenti<br />
per condividere i progressi e metterli in pratica.<br />
Parlare con van den Ende è come fare un giro<br />
su un ottovolante di idee geniali, statistiche e<br />
previsioni. La siccità in Africa? «Il problema non<br />
è l’acqua ma la scarsa qualità del suolo», dice. «Si<br />
può ovviare alla mancanza di nutrienti coltivando<br />
piante che agiscono in simbiosi con determinati<br />
batteri per produrre esse stesse i fertilizzanti».<br />
Il costo del mangime per animali? «Facciamogli<br />
mangiare le cavallette», risponde. Un ettaro di terreno<br />
produce ogni anno una tonnellata di proteine<br />
della soia, normalmente usate per sfamare gli animali.<br />
La stessa supericie di terreno può produrre<br />
150 tonnellate di proteine degli insetti.<br />
La nostra conversazione si sposta sull’uso delle<br />
luci a Led per permettere la coltivazione 24 ore su 24<br />
nelle serre climatizzate, con una digressione sull’idea<br />
errata secondo cui agricoltura sostenibile signiica<br />
un minimo intervento umano sulla natura.<br />
«Guardate l’isola di Bali!», esclama van den<br />
Ende. Da mille anni i contadini allevano anatre<br />
e pesci negli stessi campi allagati in cui coltivano<br />
il riso. Il loro è un sistema autosuiciente, in cui<br />
l’acqua proviene da una complicata rete di canali<br />
distribuita sulle terrazze scavate dall’uomo sui<br />
ianchi delle montagne. «Eccolo il vostro modello<br />
di sostenibilità», aferma.<br />
Un po’ ovUnqUe nei Paesi Bassi il futuro dell’agricoltura<br />
sostenibile prende forma non nelle<br />
sale riunioni delle grandi aziende, ma in migliaia<br />
di piccole fattorie a conduzione familiare.<br />
Lo si vede chiaramente nel paradiso terrestre di<br />
Ted Duijvestijn e dei suoi fratelli Peter, Ronald<br />
e Remco. Come i balinesi, i Duijvestijn hanno<br />
costruito un sistema alimentare autosuiciente<br />
governato da un equilibrio quasi perfetto tra ingegno<br />
umano e potenzialità della natura.<br />
Nel complesso di serre di 14,5 ettari che i Duijvestijn<br />
possiedono nei pressi di Delft i visitatori camminano<br />
tra ile di piante di pomodoro alte sei metri.<br />
Coltivate non nel terreno, ma in un substrato di ibre<br />
di basalto e gesso, le piante sono cariche di 15 varietà<br />
diverse di pomodori. Nel 2015 una giuria internazionale<br />
ha assegnato ai Duijvestijn il riconoscimento di<br />
coltivatori di pomodori più innovativi del mondo.<br />
50 national geographic • SetteMBre 2017<br />
Superare<br />
i propri limiti<br />
I Paesi Bassi sono diventati una<br />
potenza agricola - seconda solo<br />
agli USA per esportazioni alimentari<br />
- pur avendo a disposizione una<br />
percentuale di terra molto inferiore<br />
rispetto ad altri paesi. Come ci sono<br />
riusciti? Sfruttando le tecnologie<br />
agricole più eicienti del mondo.<br />
Raccolti<br />
sorprendenti<br />
Negli ultimi trent’anni<br />
l’Olanda si è imposta<br />
nella produzione del<br />
pomodoro con una resa<br />
per chilometro quadrato<br />
superiore a qualsiasi<br />
altro paese del mondo.<br />
Coltivazioni<br />
sotto vetro<br />
L’orticoltura olandese<br />
si avvale di serre, che<br />
permettono il controllo<br />
ravvicinato della crescita<br />
e minore consumo<br />
di risorse.<br />
Evoluzione 2003-2014<br />
Produzione<br />
di ortaggi<br />
Energia usata*<br />
Pesticidi<br />
Fertilizzanti<br />
28%<br />
6%<br />
9%<br />
29%<br />
*Ultimi dati disponibili (2012)<br />
Resa<br />
Numero 1 al mondo<br />
50.562 tonnellate per<br />
chilometro quadrato<br />
Superficie coltivata<br />
a pomodori<br />
Numero 95 al mondo<br />
17,8 chilometri quadrati<br />
1 km<br />
Le serre nei<br />
Paesi Bassi<br />
93<br />
chilometri<br />
quadrati<br />
Paesi Bassi<br />
Superficie<br />
Manhattan<br />
59<br />
chilometri<br />
quadrati