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InBici settembre-ottobre

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100<br />

COME NUTRIRSI<br />

DIETE<br />

I PERICOLI<br />

DEL "FAI DA TE"<br />

La moda, si sa, rappresenta una<br />

forza trainante che - una volta innescata<br />

- si rivela spesso in grado<br />

di condizionare persone, mezzi e<br />

risorse, spingendole verso una determinata<br />

direzione a prescindere da un reale e concreto<br />

vantaggio in merito.<br />

Questo - oltre a rivelarsi vero nei confronti<br />

di capi di abbigliamento, prodotti tecnici o<br />

specifiche attrezzature - si rivela altresì vero<br />

anche per quanto riguarda il mondo della<br />

nutrizione e di conseguenza dell’integrazione,<br />

della supplementazione e della nutraceutica.<br />

Infatti, molto spesso assistiamo a<br />

soluzioni “rivoluzionarie” adottate sull’onda<br />

di quanto fatto da soggetti particolarmente<br />

in vista: atleti professionisti, soggetti appartenenti<br />

al mondo dello spettacolo o più<br />

semplicemente opinion leader nel contesto<br />

di una squadra o di un ambito agonistico,<br />

in assenza di reali basi scientifiche o di reali<br />

riscontri che non siano le mere “sensazioni”<br />

riferite dai loro promotori. E così, improvvisamente,<br />

a diverse ondate, troviamo vere e<br />

proprie epidemie di presunte intolleranze<br />

al lattosio celiachia, gluten sensitivity solitamente<br />

auto-diagnosticate in assenza di<br />

qualsiasi evidenza medica e fortunatamente<br />

auto-risolventi in quanto - finita la moda<br />

- tutto generalmente tende a tornare alla<br />

condizione iniziale. Con dinamiche simili<br />

è possibile assistere all’ascesa e alla successiva<br />

caduta dei consumi di integratori,<br />

supplementi e prodotti nutraceutici che, a<br />

volte, sono semplicemente utilizzati fuori<br />

contesto (ovvero non per le applicazioni nei<br />

cui confronti mostrano efficacia), mentre<br />

altre si rivelano essere praticamente inutili,<br />

ma nonostante tutto periodicamente vengono<br />

usati in gran quantità. Anche se da un<br />

lato è comprensibile che il desiderio di migliorarsi<br />

conduca fuori strada portando a<br />

non accettare che magari un atleta professionista<br />

oppure un compagno di squadra<br />

sia più forte in quanto fisicamente superiore<br />

o meglio allenato e quindi inizia la ricerca<br />

del “segreto” alimentare o “nutraceutico”,<br />

dall’altro occorre interrogarsi sui potenziali<br />

rischi derivanti da alcune di queste condotte,<br />

che non sempre si rivelano innocue. A<br />

questo proposito risulta molto interessante<br />

riflettere su due tra le più famose “tendenze<br />

alimentari” che hanno sofferto di queste<br />

“dinamiche” negli ultimi anni, l’intolleranza<br />

al lattosio e quella al glutine (a volte proposta<br />

come vera e propria celiachia mentre<br />

altre semplicemente come gluten sensitivity).<br />

L’intolleranza al lattosio viene ipotizzata<br />

generalmente dal medico o dal nutrizionista<br />

sulla base di precisi sintomi gastro-intestinali<br />

ed è dimostrabile mediante un esame<br />

diagnostico chiamato Breath test al lattosio<br />

che permette di formulare anche un giudizio

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