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22<br />
STRADE SELVAGGE<br />
SICUREZZA<br />
FACCIAMO MEA CULPA<br />
A cura di Gian Luca Giardini<br />
Per dirimere l’infinita diatriba fra automobilisti e ciclisti, a volte, basta un pizzico di civiltà. Ecco<br />
perché, nella jungla delle strade italiane, vi dico: sempre meglio un cenno di scuse che un “vaffa…”<br />
È<br />
da troppo tempo, forse anni, che<br />
leggiamo continuamente di gravi<br />
incidenti che coinvolgono i ciclisti<br />
durante gli allenamenti. Ogni volta,<br />
come un riflesso incondizionato, scatta l’appello<br />
alla prudenza, ma in concreto, non si<br />
fa mai nulla per migliorare questo aspetto.<br />
Per affrontare l’argomento in maniera propositiva<br />
vorrei innanzitutto smarcarmi dal<br />
solito, stucchevole dilemma: sono i ciclisti<br />
sempre in mezzo alla strada oppure gli automobilisti<br />
indisciplinati ed irrispettosi?<br />
Subito una premessa: se sbaglia un ciclista,<br />
l’automobilista perde, al massimo, cinque<br />
secondi ad una rotonda, mentre quando<br />
è il contrario il ciclista può perdere anche<br />
la vita! Da sola questa semplice equazione<br />
dovrebbe indurci a tutelare maggiormente<br />
la cosiddetta “parte più debole”. Purtroppo<br />
siamo italiani ed è “sempre colpa degli<br />
altri”. Che essi siano ciclisti o automobilisti<br />
non importa, “sempre gli altri…”. Oltretutto<br />
molti soggetti circolano per strada in doppia<br />
veste: al mattino in auto e nella pausa<br />
pranzo in bicicletta! Quando un automobilista<br />
si trova a dover superare un gruppo di<br />
20 ciclisti in una stretta fondovalle piena di<br />
curve, impreca perché non riesce a superarli,<br />
perdendo così forse 30 secondi, magari<br />
un minuto del suo preziosissimo tempo. Ma<br />
se quei 20 soggetti fossero in auto, alcuni<br />
per andare a pesca o a pranzo dalla suocera<br />
ed altri per i fatti propri, in quella stessa<br />
fondovalle ci sarebbero 300 metri di colonna<br />
inquinante. Se poi al comando ci fosse il<br />
classico signore con la Prinz ed il cappello, la<br />
velocità sarebbe di poco superiore a quella<br />
dei ciclisti! Al signore imbestialito in furgone<br />
che si reca al lavoro ed è terribilmente in<br />
ritardo potrei controbattere che quando è<br />
lui a procedere lentamente intralcia me e la<br />
mia auto sportiva di grossa cilindrata mentre<br />
mi sto recando ad un importante appuntamento<br />
d’affari e sono quasi in ritardo…<br />
Fatte tutte queste premesse, per la verità un<br />
pizzico faziose, noi ciclisti dobbiamo anche<br />
avere il coraggio di fare “mea culpa”, confessando<br />
i nostri numerosissimi comportamenti<br />
scorretti. Spesso chiacchieriamo in<br />
fila per tre su strade trafficate, non rispettiamo<br />
i semafori, non diamo la precedenza,<br />
non segnaliamo un cambio di direzione e, a<br />
volte, vorremmo gareggiare in 20 persone<br />
lungo la statale. Cari amici ciclisti avrete già<br />
capito che l’elenco dei nostri peccati potrebbe<br />
andare avanti per pagine e pagine.<br />
Cerchiamo quindi di dimostrarci più civili<br />
di chi guida un mezzo a motore. Viaggiamo<br />
affiancati solo su strade secondarie e quando<br />
le condizioni del traffico lo permettono.<br />
Mettiamo il piede a terra ai semafori ed agli<br />
incroci. In poche parole, mostriamoci più<br />
educati e civili di loro! Personalmente, mentre<br />
sono in bicicletta e qualcuno mi suona il<br />
clacson, da quando ho smesso di mandarli<br />
immediatamente a quel paese ed ho iniziato<br />
a sollevare il braccio in segno di scuse, ho<br />
ottenuto molti più risultati. Così facendo,<br />
merito il loro rispetto semplicemente per<br />
avergli fatto capire che mi dispiace fargli<br />
perdere qualche secondo e spesso il tanto<br />
vituperato automobilista contraccambia<br />
amichevolmente il segno di pace.<br />
Cari amici ciclisti, sulle strade dimostriamo<br />
a tutti che siamo educati e disponibili! Solo<br />
così potremo essere rispettati.