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InBici settembre-ottobre

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A cura di Carlo Gugliotta<br />

Scalatori, velocisti e<br />

bikers: a fine estate tutti in<br />

alta quota per ricaricare<br />

le batterie e prepararsi<br />

ad un grande finale di<br />

stagione. Richeze: “Zona<br />

perfetta per recuperare<br />

energie”. Colbrelli: “Qui<br />

preparerò al meglio i miei<br />

ultimi sprint”<br />

Il velocista del Team Bahrein Merida Sonny Colbrelli - Photo by Bettiniphoto<br />

pensare che il ritiro in quota possa essere<br />

produttivo solo per gli scalatori, ma non è<br />

così: stare in quota per così tanto tempo<br />

permette di far girare bene le gambe con l’aria<br />

rarefatta, quindi si riesce a recuperare un<br />

pizzico di esplosività in più quando le gare<br />

terminano allo sprint”.<br />

Il bresciano affronterà una seconda parte<br />

di stagione che dovrebbe portarlo anche<br />

a vestire la divisa della nazionale italiana:<br />

“Correrò sia all’estero che in Italia - annuncia<br />

- lo scorso anno ho fatto molto bene<br />

quando ero ancora con la Bardiani-CSF e<br />

vorrei ripetere le mie belle prestazioni nelle<br />

classiche italiane di fine anno. Speriamo che<br />

il lavoro svolto possa portarmi a difendere<br />

i colori della nostra nazionale in occasione<br />

del mondiale”. Anche per chi pratica la<br />

mountain bike il ritiro in quota è una specie<br />

di rito: potersi allenare sulle cime delle<br />

montagne, a circa tremila metri di altitudine,<br />

è un lavoro che offre grandi frutti in vista<br />

delle ultime gare di coppa del mondo e del<br />

mondiale. Nadir Colledani, vice campione<br />

europeo tra gli Under 23, ha svolto un lungo<br />

periodo in quota prima di andare a vincere<br />

l’ultima tappa di CDM in Val di Sole, successo<br />

che è stato per lui la ciliegina sulla torta<br />

di una stagione ricca di tantissime vittorie<br />

e numerose soddisfazioni. “Lavorare a Livigno<br />

è in primis molto divertente - spiega il<br />

giovane corridore friulano - prima di tutto<br />

perché ci sono dei percorsi in discesa che<br />

sono fantastici, quindi quando abbiamo<br />

voglia di divertirci un po’ possiamo svagarci<br />

senza troppi problemi. Bisogna poi dire che<br />

qui è possibile trovare tutti i tipi di percorso,<br />

da quello più duro a quello più semplice.<br />

Quest’anno sono riuscito a trovare le giuste<br />

motivazioni e la giusta cattiveria: sono felice<br />

di aver svolto una bella stagione e spero<br />

di poter continuare questo mio processo di<br />

crescita anche quando passerò tra gli Elite”.<br />

Appartengono già alla massima categoria i<br />

gemelli Luca e Daniele Braidot, anch’essi reduci<br />

da una bella stagione nelle ruote grasse.<br />

Divertimento e concentrazione sono<br />

sempre le due parole-chiave di un ritiro in<br />

quota: bisogna recuperare e concentrarsi<br />

in vista degli obiettivi più importanti della<br />

stagione. Al di là degli aspetti agonistici,<br />

durante l’estate non sono mancate sfide<br />

particolari, una di queste è l’Everesting, attività<br />

estrema che consiste nel raggiungere<br />

gli 8848 metri di dislivello affrontando più<br />

volte una sola salita, simulando così una<br />

scalata all’Everest, la vetta più alta del mondo.<br />

L’israeliano Erez Zarum ha fatto registrare<br />

questo record per la settima volta nella<br />

propria carriera, percorrendo per 100 volte<br />

una salita di un chilometro e mezzo, che lo<br />

ha portato dalla rotonda degli impianti di<br />

risalita del Mottolino fino all’Alpen Village<br />

Hotel. Il record è stato raggiunto con grande<br />

autorevolezza, e ora Zarum si prepara<br />

a sfide ancora più estreme, come il doppio<br />

Everesting del Gavia (oltre 17000 metri di<br />

dislivello). Una grande sfida contro se stessi<br />

che in Italia sta prendendo sempre più<br />

piede tra gli appassionati: non solo correre,<br />

ma anche affrontare le grandi difficoltà che<br />

le salite pongono davanti. L’importante è<br />

sempre fare un bel lavoro in quota, di almeno<br />

10 giorni: sarà poi possibile sentire i benefici<br />

per un lungo periodo, fino a quando<br />

non penseremo di fare uno stacco in vista<br />

dell’inverno, prima di ricominciare un’altra<br />

preparazione per una nuova stagione.

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