Artisti <strong>della</strong> Piana Fiorentina 16 Rosanna Boddi Bronzi La boa, stucco e acrilico su faesite, cm 80x80 Quando il Museo di Santa Croce in Firenze era custodito da Rosanna Boddi Bronzi, poetessa e pittrice di notevoli capacità grafiche e cromatiche, mi è accaduto di andarla a trovare, di fermarmi di fronte alle xilografie di Pietro Parigi e avvertirne finalmente non solo la patina temporale, ma anche la severa ed insieme pietosa rievocazione di icone salvate nella loro profonda umanità. Merito anche <strong>della</strong> custode, figura quasi silente, sororale, vivificante lo spazio espositivo con la sua presenza discreta che in qualche modo dilatava il tempo <strong>della</strong> memoria. Vedendo il catalogo percorso delle opere di Rosanna Boddi Bronzi ho poi compreso il perché di questa sua silente suggestione. Essa, a suo modo, riprende la lezione di Parigi per l’assoluta abilità grafica, quando si dice che “la mano fa ciò che vuole”. Ma riprende anche l’inquieta stazione del tempo dove Erhos e Thanatos si toccano in una sorte di mite, terrena coscienza dell’esistere. Gli alberi tormentati e tormentosi <strong>della</strong> Bronzi, addirittura risolti in metamorfosi antropomorfe, portano alle estreme conseguenze la condizione di cui dicevo all’inizio. I rigorosi cemeteriali cipressi di Parigi erano ancora simbolo di confine, confortanti testimoni di uno spazio salvato. Gli alberi <strong>della</strong> Bronzi nascono ormai da dentro, non appartengono al paese del nostro Medioevo dove tutto aveva una idetità, sono apparentabili all’urlo di Munch, sono alberi che gridano col loro sguardo monoloco, con le loro braccia contorte. Ecco perchè Rosanna Boddi Bronzi era in sintonia nel Museo di Santa Croce. Come in ogni artista che si rispetti “l’abito fa il monaco” ed il suo habitus era ed è divenuto abitudine a ragionare con le forme, con le immagini di un tempo che stava dissolvendosi come gli alberi dei suoi incendi. Un’ artista senza tempo finisce per essere un’artista senza tempo, ovvero allo scoperto in una stagione dove l’inverno somiglia molto all’inferno e dove, tuttavia, si può ripartire da un punto di luce, un bosco incantato, un cielo, un volo. La fede, insomma, quella fede umile e ultima che era di Parigi e che è di tutti quelli che hanno varcato la soglia del borgo dove era possibile raccontarsi. Ora che raccontarsi non è più possibile, quella fede è rimasta e buca la cenere di una ricaduta storica fatta di scorie grigie. Nell’opera <strong>della</strong> Bronzi, la definizione di questo mondo combusto da cui ripartire con una propria luce interiore è quasi stoica, ma proprio per questo, collegandola ad un figurativo di “passione”, incoraggia a ricercare in noi i paesaggi dell’anima di Parigi, come quando ne era discreta custode: Franco Manescalchi
Artisti <strong>della</strong> Piana Fiorentina Rosanna Boddi Bronzi Mimosa, stucco e acrilico su legno, cm 50x70 Scorcio di marina, stucco e acrilico su legno, cm 50x70 Via Lino Chini, 68 - 50019 Sesto Fiorentino (FI) Cell: 3293933507 17