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GULLIVER<br />
IL MUSEO DEL PROSCIUTTO<br />
La paziente stagionatura, le lunghe fasi della<br />
lavorazione, l’abilità dei maestri salatori, la<br />
tiepida aria della collina. Sono alcuni dei punti<br />
cardine del prosciutto che a Langhirano viene<br />
celebrato e raccontato addirittura con un<br />
museo a lui dedicato.<br />
Il museo, che si sviluppa in otto sezioni<br />
ricostruisce da una parte il processo di<br />
produzione dei pregiati prodotti dell’arte<br />
salumaria parmense “dal suino ai salumi”,<br />
dall’altra costituisce una sorta di viaggio<br />
ideale dall’antica norcineria fino alle<br />
metodologie della produzione odierna,<br />
evidenziando come l’evoluzione delle<br />
tecniche non abbia intaccato l’assoluto<br />
rispetto dei processi originari.<br />
Che cosa c’è a Langhirano e dintorni di così<br />
particolare che vi permette di produrre un<br />
crudo così pregiato?<br />
“Certamente il microclima, ma non solo. L’aria<br />
è importante così come lo sono la cultura e la<br />
tradizione. In questa zona, come si diceva prima, si<br />
allevano e si macellano maiali dall’epoca romana,<br />
e le migliori cosce sono sempre state trasformate<br />
in prosciutti sopraffini. Quindi le condizioni ambientali<br />
contano, eccome, ma contano anche<br />
l’esperienza e la storia di tutta la filiera.”<br />
Tra i molti prodotti, il Ruliano Perex Suctum<br />
è senza dubbio il vostro cavallo di battaglia.<br />
Qual è la sua stagionatura perfetta?<br />
“Non esiste, o meglio c’è quella indicata dal disciplinare<br />
che dice poco o nulla. I nostri prosciutti<br />
prima di raggiungere il mercato, riposano per un<br />
periodo che va dai 18 ai 24 mesi e che, in alcuni<br />
casi si estende fino ai 36 mesi. È un range di<br />
stagionatura abbastanza ampio, che abbiamo<br />
studiato proprio per accontentare tutti i palati.<br />
C’è chi preferisce un prosciutto più morbido<br />
e delicato e chi invece ama un prosciutto più<br />
asciutto e saporito. A questo proposito aggiungo<br />
però che stagionare un prosciutto con osso<br />
oltre i 20 mesi richiede una sensibilità spiccata e<br />
una qualità della materia prima che deve essere<br />
assoluta. Quando si superano i 25 mesi questi<br />
due aspetti si estremizzano ulteriormente, tanto<br />
che il rischio di compromettere il prodotto è<br />
sempre più elevato, anche da un giorno all’altro.<br />
Che cosa c’è per Ruliano dietro l’angolo?<br />
“Comunicare che i prosciutti crudi non sono<br />
tutti uguali. Come lo Champagne. G<br />
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