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ci sono in ballo 14 miliardi;<br />
neppure se cominciassimo oggi<br />
riusciremmo a spendere tutti<br />
quei soldi...Tremonti crede<br />
all’industria manifatturiera?<br />
Ce lo dimostri, non chiediamo<br />
di meglio<br />
Avete paura che l’Expo si trasformi in un flop?<br />
«Assolutamente no, io ci credo, noi piccole e medie imprese<br />
ci crediamo: siamo stati e siamo a fianco della Moratti<br />
e di Formigoni. Eravamo e siamo convinti che l’Expo<br />
sia un’occasione irripetibile per un rilancio dell’economia<br />
non solo milanese e lombarda ma italiana. A meno<br />
che non si trasformi in un business riservato ai soliti noti<br />
che poi sono quelli che buttandosi sulla finanza più che<br />
sull’industria manifatturiera hanno impedito la nascita di<br />
multinazionali italiane. Molti dei guai della nostra economia<br />
nascono da qui».<br />
E’ quello che dice Tremonti in un’intervista pubblicata<br />
ieri sul Corriere della Sera: «La ricchezza non si produce<br />
a mezzo debito; la ricchezza si produce a mezzo<br />
lavoro...sarà il ritorno della manifattura». Solo così, per<br />
il ministro dell’Economia, si pouò uscire dall’attuale<br />
congiuntura.<br />
«Magnifico, mi fa piacere che Tremonti dica queste cose;<br />
ma le parole non bastano, bisogna passare ai fatti; occorre<br />
mettere in atto politiche che favoriscano l’industria manifatturiera.<br />
Guardi, uno che c<strong>api</strong>sce perfettamente i nostri<br />
problemi è Berlusconi, lui ci è vicino ma lui da solo non<br />
può occuparsi di tutto, sono i suoi uomini che devono<br />
fare. E soprattutto che devono decidere; non è più il momento<br />
delle chiacchiere. Adesso ci vogliono decisioni,<br />
scelte. In campo economico se non si decide si fallisce.<br />
Spesso ce la prendiamo con la burocrazia ma le regole<br />
alla burocrazia le danno i politici. Le faccio un esempio:<br />
in una mia azienda con 110 dipendenti sono costretto a<br />
n. 3 • ottobre 2008<br />
Sergio Rotondo, è l’autore dell’intervista a Paolo Galassi<br />
riportata in queste pagine, che è stata pubblicata su Il<br />
Giornale il 17 settembre scorso. Nel ’68, appena finito il<br />
liceo, Rotondo entra al Corriere della Sera come correttore<br />
di bozze. Nel ’74 passa alla redazione sportiva dove lavora<br />
fino all’83. Lasciato il Corriere passa a Quattroruore, dove<br />
si occupa di inchieste e di prodotto. Nell’86 passa a Gente<br />
Motori e nel ’91 rientra in un quotidiano, nella nascente<br />
testata dell’Indipendente. Nel ’95 approda al Giornale, prima<br />
come vice del «fatto del giorno», poi come capocronista<br />
della redazione milanese e infine come responsabile dello<br />
sport. Oggi è editorialista di punta della testata di via Negri.<br />
lavorare con i generatori perché l’Enel, per on so quale<br />
regola o legge, non può ancora darmi la corrente, ma le<br />
sembra logico? E poi parlano di possibilità di far nascere<br />
un’azienda in un giorno! Noi piccole e medie imprese<br />
abbiamo dovuto sopportare l’urto della globalizzazione,<br />
abbiamo tirato su le maniche e siamo andati avanti; che<br />
altro dobbiamo fare? Noi al governo non chiediamo soldi<br />
ma solo di poter lavorare, come fanno in Francia e in<br />
Germania; per farlo abbiamo bisogno di regole, regole<br />
che devono essere varate non solo per Confindustria ma<br />
per tutti; noi non ci siamo mai seduti ai tavoli per le regole<br />
e sono almeno vent’anni che non si fa una politica<br />
economica finalizzata su di noi, eppure siamo anche noi<br />
a tenere in piedi l’economia italiana».<br />
Presidente, lei dice che bisogna decidere. Lo ha detto<br />
anche alla Moratti?<br />
«Ho detto alla Moratti di aiutarmi a portare piccole e medie<br />
imprese al tavolo dove si stabiliranno le regole, al di<br />
fuori di spartizioni politiche e di poltrone. Lei lo farebbe<br />
anche ma non dipende solo da lei. E torniamo così alle<br />
difficoltà di prendere decisioni perché prima bisogna difendere<br />
privilegi e posizioni acquisite. E lo stato di incertezza<br />
nel quale siamo costretti a lavorare crea paura e la<br />
paura blocca. Quando ci credeva, l’Italia andava avanti,<br />
ora è tutto un freno che ti porta a non essere tempestivo<br />
e competitivo. Noi abbiamo bisogno di avere la politica<br />
al nostro fianco, non contro, questa è la sensazione. Tremonti<br />
crede all’industria manifatturiera? Ce lo dimostri.<br />
Non chiediamo di meglio».<br />
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