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Un team<br />
di imprenditori<br />
per la partita<br />
dell’Expo<br />
<strong>Apimilano</strong> costituisce la Commissione Expo 2015<br />
per dar vita a un progetto strategico finalizzato<br />
a promuovere il ruolo e le attività delle piccole<br />
e medie milanesi, puntando alla cabina di regia<br />
della struttura che organizzerà l’Esposizione<br />
universale<br />
«Credo che dobbiamo guardare a Expo 2015<br />
come a un punto di partenza, non di arrivo. Mi<br />
spiego: oggi, il 95% delle soluzioni tecnologiche<br />
innovative che saranno presentate durante<br />
l’Expo è stato pensato e realizzato nei centri<br />
di ricerca e nei laboratori industriali di tutto il<br />
<strong>mondo</strong>. Soltanto il 5% è patrimonio della ricerca<br />
e dell’innovazione italiana. Penso che questo<br />
rapporto, attualmente così penalizzante, debba<br />
essere migliorato, ma serve la capacità e la<br />
volontà delle imprese di investire nel futuro»:<br />
così Paolo Galassi, presidente di <strong>Apimilano</strong> e<br />
Conf<strong>api</strong>, introduce il tema più «caldo» del momento:<br />
il ruolo del sistema della piccola e media<br />
industria milanese (e non solo) nella grande<br />
partita per l’Expo 2015. Una sfida che il <strong>mondo</strong><br />
produttivo milanese e lombardo, ma anche nazionale,<br />
non può rischiare di perdere, pena la<br />
forse definitiva esclusione dal novero dei Paesi<br />
industrializzati. Aggiunge Galassi che «per raggiungere<br />
questo obiettivo – cioè riposizionare a<br />
livello internazionale il ruolo di avanguardia e<br />
specializzazione produttiva dell’industria italiana<br />
– serve la fiducia delle istituzioni e adeguate<br />
politiche economiche di sostegno a favore del<br />
manifatturiero ad alto contenuto di innovazione<br />
tecnologica, in particolare quello attiva nei<br />
settori dell’ambiente, dell’energia, del benessere<br />
e della qualità di vita, dell’alimentazione».<br />
E’ opinione sempre più radicata nella comunità<br />
economica e accademica che Milano debba tornare<br />
a credere e investire nel sistema industriale,<br />
anche dal punto di vista delle localizzazioni<br />
urbanistiche, favorendo l’insediamento di realtà<br />
aziendali a basso impatto ed elevata eco-sostenibilità.<br />
«Ci sembra pertanto importante e strategico pensare il<br />
grande lay out di Expo 2015 tenendo conto di questa<br />
vocazione milanese, che non si è affievolita nel corso<br />
dei processi post-industriali, semmai è rimasta sotto<br />
traccia. Anche per questa ragione, in vista delle grandi<br />
opere infrastrutturali e di qualificazione urbana che<br />
caratterizzeranno l’Expo 2015 cambiando il volto di<br />
Milano e della Lombardia, è necessario attivare una<br />
cabina di regia». Cosa intende Galassi? «Un punto di<br />
coordinamento, cioè, che sia finalizzato a coinvolgere<br />
e rendere protagonisti tutti gli operatori dei settori impegnati<br />
(progettazione, edilizia, impiantistica, arredo<br />
urbano ecc), con particolare riferimento alle piccole e<br />
medie imprese, in quanto la stessa identità imprenditoriale<br />
italiana poggia le sue fondamenta e il suo successo<br />
proprio sulle imprese di piccole e medie dimensioni».<br />
Una visione che emerge anche dall’indagine condotta<br />
dall’Ufficio Studi di <strong>Apimilano</strong>, i cui risultati sono evidenziati<br />
nelle tabelle riportate in queste pagine.<br />
è opinione sempre più radicata nella comunità<br />
economica e accademica che Milano debba tornare<br />
a investire nel sistema industriale, favorendo<br />
l’insediamento di realtà aziendali a basso impatto<br />
ed elevata eco-sostenibilità