mondo api - Apimilano

C’è una corrente di pensiero che invoca i dazi per combattere le
troppe importazioni dalla Cina.
«Bene, allora esaminiamo la questione da un semplice punto di
vista matematico. Come abbiamo visto, la differenza tra lo stipendio
annuo di un operaio italiano rispetto a uno cinese di 20.000
euro contro 500. Se per assurdo ogni operaio italiano producesse
un solo prodotto in un anno, l’azienda, per guadagnare, dovrebbe
vendere quel prodotto a 20.001 euro. Lo stesso prodotto,
l’azienda cinese lo potrebbe vendere (guadagnando) a 501 euro.
Per pareggiare i conti, il dazio sul prodotto cinese dovrebbe essere
del 4.000 per cento!».
Quindi, anche con dazi molto elevati il prodotto cinese manter-
rebbe la sua “vantaggiosità” rispetto a quello italiano.
«Al limite, ci guadagnerebbe solo lo Stato italiano che intascherebbe
un po’ di tasse (i dazi, appunto) in più, mentre il maggior
costo del prodotto sarebbe a carico del cittadino/acquirente
italiano. Mi sembra una situazione simile al caso del marito
che, per fare dispetto alla moglie, si evira».
Allora, come si può uscire da questa situazione?
«Intanto, dobbiamo prendere atto che tra due beni uguali,
uno prodotto in Italia e uno prodotto in Cina, non c’è
alcuna possibilità di concorrenza. Quindi, se una cosa la
n. 3 • ottobre 2008
Luca Castigliego, consigliere di Apimilano e presidente
di Spedapi, il gruppo milanese delle imprese
di trasporto, spedizioni e logistica, è presidente
della Strade Srl, azienda di spedizioni e trasporti
internazionali terrestri, marittimi e aerei, fondata
nel 1971 e gestita direttamente dai membri della
famiglia proprietaria. Nata per soddisfare le particolari
esigenze logistiche dell’alta moda, grazie alla nomina
di agenti Iata e alla costante selezione dei
corrispondenti esteri Sotrade si è trasformata da
azienda prettamente camionistica su scala europea
in compagnia di spedizioni aeree e marittime con
servizi giornalieri che toccano tutte le città
del mondo.
se una cosa la producono i cinesi, dobbiamo smetterla di produrla
noi; e invece vogliamo veramente metterci in concorrenza, allora
dobbiamo indirizzare le nostre aziende alla produzione di qualcosa
che i cinesi non possano fare
producono i cinesi, dobbiamo smetterla di produrla noi. Se invece
vogliamo veramente metterci in concorrenza, allora dobbiamo
indirizzare le nostre aziende alla produzione di qualcosa che
i cinesi non possano o non siano interessati a fare».
Qualche esempio?
«Beh, si va dalle produzioni enogastronomiche di qualità alle
tecnologie avanzate (macchine, impianti, componenti...) che integrano
altri sistemi. Insomma, tutto quello che non può essere
copiato perché prodotto come frutto di ingegno, tradizione, capacità
tecnica ultraspecialistica e su limitate numeriche produttive.
Spero che i nostri politici capiscano che va ripensata la mission
della nostra industria manifatturiera: i nostri imprenditori l’hanno
già capito».
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