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ATTUALITÀ<br />
Galileo Galilei (1564 - 1642),<br />
matematico atic<br />
e astronomo, omo, è il<br />
padre della scienza moderna.<br />
LA LETTERA<br />
ritrovata<br />
Sono trascorsi più di quattrocento anni da quando, nel<br />
1613, Galileo Galilei esponeva in una lettera inviata ad<br />
un amico le sue teorie sul movimento della Terra intorno<br />
al Sole. Ebbene, quella lettera originale che si pensava<br />
fosse andata persa per sempre, è stata ritrovata. A<br />
dare la notizia è la rivista Nature sul suo sito, precisando<br />
che la scoperta risale al 2 agosto scorso a Londra, in<br />
una biblioteca della Royal Society grazie al lavoro dello<br />
storico della scienza Salvatore Ricciardo, dell’ Università<br />
di Bergamo che l’ha studiata con Franco Giudice,<br />
della stessa università, e con Michele Camerota,<br />
dell’Università di Cagliari.<br />
Si tratterebbe della missiva che è costata al matematico<br />
e astronomo pisano l’accusa di eresia per aver contraddetto<br />
nei suoi studi le Sacre Scritture. Grazie infatti<br />
al suo nuovo metodo scientifico e ai suoi rivoluzionari<br />
cannocchiali riuscì, osservando la volta celeste, a confermare<br />
le teorie eliocentriche dell’astronomo Niccolò<br />
Copernico, secondo il quale non la Terra, e non il<br />
Sole si trovava al centro del sistema con i pianeti che<br />
gli giravano attorno. Il 22 giugno 1633 Galileo Galilei<br />
fu costretto dall’Inquisizione, il tribunale ecclesiastico<br />
istituito con lo scopo di ricercare e giudicare gli eretici,<br />
a compiere un’abiura delle sue teorie, ovvero a sconfessare<br />
le scoperte fatte e la teoria copernicana. Ciononostante<br />
Galilei fu condannato all’esilio ad Alatri.<br />
«Non potevo credere di avere scoperto la lettera che<br />
tutti gli studiosi di Galileo credevano irrimediabilmente<br />
perduta. E la lettera non era custodita in un’oscura<br />
biblioteca, ma nella biblioteca della Royal Society», ha<br />
detto Salvatore Ricciardo. Il ritrovamento della lettera<br />
originale chiarirà se i toni di Galileo fossero effettivamente<br />
duri come l’Inquisizione sosteneva. Già perché<br />
della lettera esistono più copie e due versioni diverse.<br />
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