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FOCUS<br />
di Francesco Orsenigo*<br />
OTTOCENTO:<br />
IL SECOLO DELLE<br />
CONSERVE<br />
Tra barattoli, vaschette e bottiglie, oggi gran parte<br />
dell’alimentazione quotidiana è basata sul cibo<br />
conservato, una pratica che nasce nell’Ottocento insieme<br />
a molte altre innovazioni tecnologiche che hanno<br />
cambiato le nostre abitudini alimentari. Scopriamole<br />
insieme in quest’ultima puntata della storia del cibo.<br />
Carne, fagioli, piselli, tonno: quante scatolette<br />
avete in dispensa? E poi barattoli di conserva o<br />
sottaceti, succhi in bottiglia, affettati in busta, prodotti<br />
confezionati sottovuoto o tenuti sottozero.<br />
Avete mai fatto caso a quanto cibo conservato fa<br />
parte della nostra alimentazione di tutti i giorni?<br />
Certo, quello della conservazione degli alimenti è<br />
un problema che l’uomo ha dovuto affrontare da<br />
sempre, e lo ha via via risolto con l’essiccazione,<br />
l’affumicatura, la salagione, la fermentazione:<br />
tutti sistemi che risalgono alla notte dei tempi<br />
ma in uso ancora oggi, che hanno permesso ai<br />
nostri antenati di preservare alcuni cibi da un<br />
deterioramento fin troppo veloce.<br />
Niente a che vedere, però, con l’attuale possibilità<br />
di conservare praticamente di tutto, anche per<br />
periodi molto lunghi, e senza significative alterazioni<br />
dei caratteri organolettici – cioè aspetto,<br />
consistenza, aroma e sapore – degli alimenti<br />
freschi. Le basi di questa capacità di “mettere<br />
da parte per dopo” vengono gettate nell’Ottocento<br />
e sono uno dei tratti distintivi della storia<br />
gastronomica di quel secolo, insieme all’aumento<br />
della disponibilità generale di cibo e alla nascita<br />
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