syndicom rivista N.14
Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L''unione fa la forza!
Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L''unione fa la forza!
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<strong>syndicom</strong><br />
N. 14 Novembre-Dicembre 2019<br />
<strong>rivista</strong><br />
Aria<br />
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a Palazzo
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1223 Cologny-Ginevra, Svizzera<br />
Tel. +41 (0)22 737 36 36 - CCP 12-12176-2<br />
Terre des Hommes Suisse detiene il marchio di qualità<br />
Zewo. Questa certificazione attesta che la sua donazione<br />
viene utilizzata in modo corretto e responsabile.
Sommario<br />
4 Team vincenti<br />
5 Brevi ma utili<br />
6 Dalla parte degli altri<br />
7 L’ospite<br />
8 Dossier: post-elezioni<br />
16 Dalle professioni<br />
22 Politica: intervista a<br />
Tamara Funiciello<br />
25 Diritto e diritti<br />
26 Idee<br />
27 Mille parole<br />
28 Eventi<br />
30 Un lavoro, una vita<br />
31 Cruciverba<br />
32 Inter-attivi<br />
We, not me. Noi, non io.<br />
Onda verde, politica climatica, slittamento a<br />
sinistra, elezione delle donne: titoli che hanno<br />
dominato i giornali e le cronache post-elezioni.<br />
Una cosa è chiara: il risultato di queste elezioni<br />
equivale per la Svizzera a uno tsunami. Il nostro<br />
Parlamento diventa più rosa e più giovane. Le<br />
spese per le casse malati, i problemi irrisolti in<br />
materia di rendite e il cambiamento climatico<br />
hanno prodotto un forte effetto di mobilitazione<br />
presso i giovani elettori e le giovani elettrici.<br />
Un effetto alimentato anche dallo sciopero delle<br />
donne. Questa frangia della popolazione chiede<br />
una politica, una società e un ambiente sostenibili.<br />
Soluzioni per il futuro ora e non chissà<br />
quando. E soprattutto una politica che metta al<br />
centro la società e non i singoli. Esattamente:<br />
we, not me!<br />
Non è tuttavia definito come questo si ripercuota<br />
sulle questioni e sulle problematiche irrisolte<br />
come la politica climatica, la protezione<br />
salariale, la questione delle rendite, il servizio<br />
pubblico, i crescenti costi sanitari, le pari opportunità<br />
oppure sulla crescente digitalizzazione<br />
nel mondo del lavoro. In tutti i settori c’è<br />
bisogno di soluzioni che garantiscano un impatto<br />
ampio e sostenibile per una Svizzera moderna<br />
che adempia ai propri obblighi sociali.<br />
È su questo che si valuta un Parlamento.<br />
4<br />
8<br />
22<br />
Daniel Münger, presidente <strong>syndicom</strong><br />
In copertina:<br />
Fabien Fivaz (Verdi, Neuchâtel),<br />
Baptiste Hurni (PS, Neuchâtel), Tamara<br />
Funiciello (PS, Berna) e Franziska Roth<br />
(PS, Soletta) nel giorno dedicato ai<br />
nuovi eletti a Palazzo Federale. Sullo<br />
sfondo: Flavia Wasserfallen (PS, Berna).
4<br />
Team vincenti<br />
«Sostenere <strong>syndicom</strong> grazie alla<br />
nostra esperienza è un piacere»<br />
Il sangallese Paul Heinzelmann (59<br />
anni) ha passato dieci anni al servizio<br />
operativo delle FFS dove è stato membro<br />
del sindacato del personale dei<br />
trasporti (SEV). Per trent’anni presso<br />
Swisscom, ha occupato diverse funzioni<br />
soprattutto nelle risorse umane con<br />
la formazione professionale simile al<br />
Customer Field Service. È socio <strong>syndicom</strong><br />
e nel 2018 è andato in pensione.<br />
Edith Annaheim ha lavorato 44 anni alla<br />
Swisscom e da 26 è iscritta a <strong>syndicom</strong>.<br />
Con questa esperienza si è impegnata<br />
attivamente nel comitato di<br />
sezione di Olten/Soletta. Alla fine del<br />
2016 Edith è approdata a Worklink, lo<br />
strumento del piano sociale di Swisscom,<br />
dove ha co-fondato Organisation<br />
Plus. In questa funzione ha già tenuto<br />
oltre 150 colloqui di consulenza.<br />
Anche Jürg Schär prima del suo pensionamento,<br />
lo scorso febbraio, era<br />
impiegato Swisscom nell’ambito<br />
dell’informatica. Il suo primo giorno di<br />
lavoro nel 1984 (presso l’allora PTT) ha<br />
aderito al sindacato e da allora gli è<br />
rimasto sempre fedele. All’interno di<br />
Organisation Plus è stato attivo nelle<br />
consulenze pensionistiche.<br />
Testo: Mark Herbst<br />
Foto: Peter Mosimann<br />
«Organisation Plus, al<br />
servizio dei lavoratori<br />
più anziani»<br />
L’idea di sfruttare le esperienze e il<br />
sapere acquisito negli anni da colleghi<br />
più anziani ha portato alla nascita,<br />
nel maggio 2019, di Organisation<br />
Plus. Siamo stati coinvolti nello sviluppo<br />
di idee e di progetti per il reclutamento<br />
di nuovi soci e ora siamo<br />
pronti a cominciare a realizzare i<br />
primi progetti!<br />
Il progetto di Edith Annaheim è pensato<br />
per tutti coloro che stanno pensando<br />
al prepensionamento: «Perché<br />
dovrei lavorare più a lungo, se ho più<br />
di 50 anni e nel caso di licenziamento<br />
farei tantissima fatica a ritrovare<br />
un lavoro? Il pensionamento anticipato<br />
è un’opzione che si deve verificare<br />
in ogni caso individuale. <strong>syndicom</strong><br />
può consigliarti e aiutarti a<br />
prendere una decisione». Il nostro<br />
progetto riguarda il trattamento riservato<br />
ai membri uscenti. Perché i<br />
sindacati come <strong>syndicom</strong> perdono i<br />
loro affiliati? Molto semplice: perché<br />
le dimissioni superano le adesioni.<br />
Organisation Plus vuol ricordare ai<br />
soci uscenti i vantaggi di un’affiliazione<br />
e di mostrare loro l’apprezzamento<br />
che magari è mancato loro in<br />
passato. Secondo Paul Heinzelmann,<br />
«con la nostra collaborazione si possono<br />
sostenere al meglio i soci e lo<br />
stesso sindacato. Inoltre, ho personalmente<br />
il piacere di diffondere le<br />
mie competenze e di fare qualcosa di<br />
gratificante. Per questo invito i colleghi<br />
a unirsi a noi!».<br />
Il progetto è sviluppato in collaborazione<br />
con Sébastien Bourquin, responsabile<br />
per lo sviluppo della rete<br />
dei soci di <strong>syndicom</strong>. L’organizzazione<br />
ripartisce i compiti in piccole parti<br />
per aumentare i contatti con i soci,<br />
come spiega Jürg Schär: «La co-impostazione<br />
attiva è una chance per tutti,<br />
ed è nelle nostre mani migliorare la<br />
considerazione verso gli iscritti. Ecco<br />
perché partecipo!»<br />
Ma abbiamo in mente attività anche<br />
riguardo al reclutamento di nuovi<br />
soci. A questo fine i colleghi si integrano<br />
in strutture regionali già esistenti,<br />
come per esempio i gruppi<br />
locali di Swisscom. Organisation<br />
Plus accoglie caldamente le colleghe<br />
e i colleghi sui 60 che fossero interessati.<br />
Teniamo regolarmente incontri,<br />
elaboriamo strumenti efficaci, utilizziamo<br />
quelli esistenti e ci rallegriamo<br />
di realizzare insieme dei progetti<br />
che servono a <strong>syndicom</strong> e che danno<br />
gioia anche a noi stessi.
Brevi ma utili<br />
Avviato il dialogo con Smood \ Per una tredicesima AVS \<br />
Una bomba sociale nel Giura \ Donne in vista da Ringier \<br />
170 aumenti a PostFinance \ Discriminazioni basate sull’età \<br />
Premio Gutenberg \ Contatti<br />
5<br />
Avviato il dialogo con Smood<br />
I fornitori di pasti al servizio dell’azienda<br />
Smood SA, che collabora con Migros, si<br />
sono lamentati dei salari e delle condizioni<br />
di lavoro, in particolare della comunicazione<br />
dei piani d’intervento e dei<br />
risarcimenti per l’utilizzo dei loro cellulari<br />
e veicoli privati. Tali servizi rientrano<br />
nel campo d’applicazione della legge<br />
sulle Poste, le cui condizioni devono essere<br />
rispettate. <strong>syndicom</strong> è soddisfatto<br />
che Smood SA si dimostri aperta al dialogo.<br />
In particolare, l’azienda potrebbe<br />
sottoscrivere il CCL dei corrieri in bici e<br />
dei servizi di corriere urbani.<br />
Per una tredicesima AVS<br />
L’assemblea dei delegati USS ha lanciato<br />
un’iniziativa popolare per una tredicesima<br />
rendita AVS per contrastare la diminuzione<br />
dei salari nonostante i contributi<br />
sempre più elevati. Il versamento<br />
di questa rendita supplementare, dello<br />
stesso importo della rendita AVS, corrisponde<br />
a un aumento dell’8,33% e<br />
andrebbe a beneficio dei redditi medio-bassi.<br />
Inoltre, l’USS ha proposto dieci<br />
misure per un maggior potere d’acquisto,<br />
tra cui la distribuzione di una parte<br />
degli utili della BNS a favore dell’AVS, una<br />
tredicesima mensilità per tutti e un<br />
aumento degli assegni famigliari.<br />
Una bomba sociale nel Giura<br />
Circa 150 autisti e simpatizzanti hanno<br />
manifestato il 27 novembre davanti al<br />
parlamento cantonale giurassiano a<br />
Delémont contro le modalità utilizzate<br />
nella messa a concorso delle linee di<br />
autobus nel Giura, rinunciando a criteri<br />
vincolanti per tutelare le condizioni di<br />
lavoro nel bando di concorso. Gli autisti,<br />
che indossavano simbolicamente dei gilet<br />
gialli, hanno offerto dei cioccolatini-bomba<br />
al governo per dimostrare che<br />
con questo concorso tiene tra le mani<br />
una vera bomba sociale a orologeria e<br />
non deve sacrificare i conducenti nei<br />
bandi di concorso.<br />
Donne in vista da Ringier<br />
Il gruppo Ringier utilizzerà l’intelligenza<br />
artificiale per contare gli articoli dedicati<br />
agli uomini e alle donne sui suoi<br />
siti internet, valutando immagini e titoli.<br />
Verrà misurata anche la frequenza<br />
con cui gli uomini e le donne prendono<br />
la parola, nonché le persone che compaiono<br />
nelle immagini dei siti. Attualmente<br />
Blick.ch dedica il 75% dei suoi<br />
articoli agli uomini e il 25% alle donne.<br />
L’obiettivo è di rendere maggiormente<br />
visibili le donne sensibilizzando le redazioni<br />
al posto che è loro concesso.<br />
170 aumenti a PostFinance<br />
PostFinance e <strong>syndicom</strong> hanno controllato<br />
l’attuazione delle misure salariali<br />
introdotte nel 2019. Questo ha<br />
riguardato 800 persone il cui valore<br />
indicativo del salario non è stato<br />
accordato. Per 170 dipendenti di Post-<br />
Finance, sulla base del controllo si è<br />
convenuto di procedere a posteriori a<br />
un aumento salariale.<br />
Discriminazioni basate sull’età<br />
L’associazione Avenir50plus che difende<br />
i disoccupati meno giovani ha richiesto<br />
un parere legale al professor<br />
Kurt Pärli che sostiene la necessità di<br />
una protezione giuridica per le discriminazioni<br />
basate sull’età. Secondo Avenir<br />
50plus, l’introduzione di una prestazione<br />
transitoria che impedisca che le<br />
persone che hanno esaurito le indennità<br />
debbano dipendere dall’assistenza<br />
sociale raggiungerà il suo scopo solo se<br />
accompagnata da tale protezione.<br />
Premio Gutenberg<br />
Il premio assegnato da viscom, in collaborazione<br />
con <strong>syndicom</strong> e fondazione<br />
Leins Ballinari, per il miglior apprendista<br />
dell’industria grafica ticinese, è andato<br />
quest’anno ad Alessia Lerose. Brava!<br />
Contatti<br />
Segretariato <strong>syndicom</strong> Ticino e Moesano<br />
e-mail: info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
via Genzana 2, 6900 Massagno<br />
Orari: lu e gio 8.00-12.00<br />
ma-me-ve 13.30-17.30<br />
Tel. 058 817 19 61, Fax 058 817 19 66<br />
Gruppo Pensionati Ticino e Moesano<br />
http://ig.<strong>syndicom</strong>.ch/it/pensionati/<br />
gruppo-regionale<br />
e-mail: ernesto.fenner@bluewin.ch<br />
Agenda<br />
Gennaio<br />
Fino al 25<br />
Aria della memoria<br />
Lugano, Biblioteca Salita dei Frati,<br />
me, gio, ve 14.00-18.00, sabato ore<br />
9.00-12.00. Incisioni di Bruno Zoppetti.<br />
Informazioni a: www.aaac-ticino.ch<br />
Febbraio<br />
7<br />
Giornata sindacale Swisscom<br />
Bellinzona, Casa del Popolo, ore 9.00<br />
Incontro per dipendenti swisscom.<br />
Informazioni e iscrizioni:<br />
nicola.morellato@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
Fino al 23<br />
Swiss Press Photo 19<br />
Prangins, Museo Nazionale Svizzero<br />
Una selezione delle migliori foto<br />
giornalistiche svizzere del 2019.<br />
Info: www.chateaudeprangins.ch<br />
Marzo<br />
9-14<br />
Espoprofessioni<br />
Lugano, Centro Esposizioni<br />
Una finestra sul mondo del lavoro.<br />
Info: www.ti.ch/espoprofessioni<br />
14<br />
Assemblea ordinaria sezione<br />
Ticino e Moesano<br />
Bioggio, Birrificio, ore 15.00<br />
14<br />
Tag der Freien<br />
Zurigo, Kulturhaus Helferei, ore 13.15.<br />
Incontro degli indipendenti dei media<br />
affiliati a <strong>syndicom</strong>.<br />
Info: ig.<strong>syndicom</strong>.ch/it/freelance<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/agenda
6 Dalla parte<br />
Hans Hollenstein presiede la Commissione federale della Posta<br />
degli altri<br />
(PostCom) dal 2012. Dopo gli studi di economia all’Università<br />
di Berna ha ricoperto diverse funzioni presso Axa-Winterthur.<br />
Dal 2005 al 2011 ha fatto parte del Consiglio di Stato zurighese.<br />
1<br />
Dopo sette anni alla presidenza della<br />
Post Com e al momento del suo ritiro,<br />
che bilancio fa della situazione globale<br />
della Posta svizzera?<br />
La Posta si è distinta come migliore<br />
posta del mondo per la terza volta<br />
consecutiva, soddisfa e supera tutti i<br />
criteri che le sono imposti dalla legge<br />
e dall’ordinanza. Ma la Posta deve affrontare<br />
anche la concorrenza e grosse<br />
sfide soprattutto riguardo al servizio<br />
universale e al suo finanziamento<br />
futuro.<br />
2<br />
I parametri minimi introdotti nel<br />
2019 per le aziende senza CCL hanno<br />
scongiurato il rischio del dumping<br />
salariale?<br />
Sì, constatiamo che gli standard minimi<br />
costituiscono una protezione<br />
efficace contro il dumping salariale e<br />
che un grosso numero di dipendenti<br />
adesso gode – anche grazie ai partner<br />
sociali – di standard più elevati.<br />
3<br />
Fissando un salario minimo di soli<br />
18 franchi e 27 centesimi all’ora nella<br />
logistica, non avete invece favorito il<br />
dumping?<br />
La PostCom è competente solo per il<br />
settore postale. Con l’introduzione di<br />
questi standard non abbiamo assolutamente<br />
favorito il dumping, al contrario.<br />
Noi contribuiamo a evitare il<br />
precariato e proteggiamo le persone<br />
più vulnerabili che non sono tutelate<br />
da un CCL. Dunque, la PostCom controlla<br />
il rispetto delle condizioni di<br />
lavoro e sanziona quando c’è stata<br />
una violazione.<br />
4<br />
Cosa ne pensa dei nuovi concorrenti<br />
apparsi di recente sul mercato?<br />
La PostCom segue molto da vicino gli<br />
sviluppi sui mercati postali e verifica<br />
per ogni tipo di operatore se esso<br />
ricade o meno sotto la legislazione<br />
postale. È essenziale assicurare<br />
un’uguaglianza di trattamento tra<br />
tutte le aziende presenti su un mercato<br />
postale.<br />
5<br />
A fine 2018 il numero di uffici postali<br />
(1078) era quasi uguale al numero<br />
di agenzie postali (1061). Qual è la<br />
situazione alla fine di quest’anno?<br />
Alla fine del 2019 ci saranno più<br />
agenzie che uffici postali. Il processo<br />
di trasformazione va avanti, ma bisogna<br />
dire che le agenzie offrono anche<br />
dei vantaggi, come per esempio orari<br />
di apertura più lunghi.<br />
6<br />
Quindi la rete di agenzie viene<br />
formata soprattutto per migliorare<br />
la qualità del servizio?<br />
In effetti sì, è una delle nostre rivendicazioni,<br />
tra le altre che figurano nel<br />
nostro rapporto annuale. In particolare,<br />
va menzionato l’obbligo della<br />
Posta di adottare un sistema per assicurare<br />
anche la qualità delle agenzie<br />
postali.<br />
Testo: Sylvie Fischer<br />
Foto: PostCom
L’ospite<br />
Ho appena passato qualche giorno<br />
con 23 studenti del Master in giornalismo a<br />
Neuchâtel per un corso sui principi del nostro<br />
mestiere. C’erano tipi svegli e sono state poste<br />
buone domande: ottime leve dunque, che ritroveremo<br />
nelle redazioni romande tra 18 mesi.<br />
Ma mi sono chiesto: quanti di loro tra dieci anni<br />
saranno ancora giornalisti, e quanti saranno<br />
passati ai reparti di comunicazione? La mia domanda<br />
ha suscitato facce schifate: d’altronde<br />
tutti loro sognano di fare inchieste e reportage.<br />
Mi hanno chiesto quale fosse la differenza. Ho<br />
risposto: «I giornalisti lavorano per la verità e la<br />
democrazia, i comunicatori per le loro aziende».<br />
Certo, il concetto è parecchio sintetizzato. Alcuni<br />
giornalisti hanno motivazioni diverse e il lavoro<br />
di alcuni addetti alla comunicazione è davvero<br />
d’interesse pubblico. Ciò nonostante, è indiscutibile<br />
che i principi del corso (ricerca della verità,<br />
distanza dai protagonisti, servire gli interessi<br />
del cittadino) non si applicano alla comunicazione.<br />
A occhio e croce, direi che due terzi di questi<br />
studenti finiranno nei reparti di comunicazione.<br />
Prendiamo le università. In una ricerca, Urs Hafner<br />
ha contato 179 comunicatori per 12 istituti.<br />
Quattro volte di più rispetto agli Anni Ottanta.<br />
L’UNIGE e l’ETHZ sono in testa con 25 posti ma<br />
in rapporto al numero di studenti chi vince è<br />
l’EPFL. Urs ha spesso sentito dire: «I media non<br />
fanno più il loro lavoro, ora bisogna farlo da<br />
soli». Di fatto, le riviste universitarie sono meglio<br />
di certe testate dei grandi gruppi editoriali<br />
svizzeri. Stessa cosa per cultura ed economia.<br />
E quanti giornalisti specializzati nella sanità<br />
abbiamo rispetto all’esercito di comunicatori di<br />
ospedali, assicurazioni e case farmaceutiche?<br />
Aghi nel pagliaio. Morale della favola? Giornalisti,<br />
rimbocchiamoci le maniche! Se i lettori non fanno<br />
più nessuna differenza tra giornalismo e comunicazione,<br />
sta a voi mostrarla, nella stampa<br />
tradizionale o in start-up giovani come la mia,<br />
che cercano di cambiare il destino. Un giorno, il<br />
pendolo tornerà a oscillare nell’altra direzione.<br />
Pochi giornalisti,<br />
troppi comunicatori<br />
Serge Michel, 50 anni, è cresciuto a<br />
Yverdon-les-Bains (VD). È cofondatore e<br />
direttore editoriale del nuovo sito Heidi.<br />
news. È stato direttore delle redazioni<br />
di Le Monde e caporedattore di Le Monde<br />
Afrique. Ha pubblicato i suoi primi<br />
reportage nel 1998 per il Journal de<br />
Genève. Nel 2001, ha vinto il premio<br />
Albert Londres per i suoi reportage in<br />
Iran, dove ha vissuto quattro anni come<br />
corrispondente per Le Figaro e Le Temps,<br />
di cui diventerà caporedattore. Nel 2005,<br />
quando era a L’Hebdo, ha fondato Bondy<br />
Blog nella periferia parigina. È anche<br />
autore di diversi libri sull’Iran, sui cinesi<br />
in Africa, sull’Iraq e l’Afghanistan.<br />
7
Franziska Ryser (Verdi, San Gallo),<br />
a sinistra, e Valentine Python (Verdi,<br />
Vaud) alla giornata introduttiva dei<br />
nuovi parlamentari a Palazzo federale.<br />
Dietro, Marionna Schlatter- Schmid<br />
(Verdi, Zurigo) e Christine Badertscher<br />
(Verdi, Berna), e in verde Manuela<br />
Weichelt-Picard (Verdi, Zugo).
Alleati e avversari dei sindacati alle Camere.<br />
Cosa <strong>syndicom</strong> si aspetta da un Parlamento giovane e donna.<br />
Lobby potenti e shopping dei parlamentari.<br />
Rendere pubblici i legami tra economia e politica.<br />
Dossier 9<br />
Le nostre<br />
forze in<br />
Parlamento
10 Dossier<br />
«Solo il futuro ci rivelerà i valori del<br />
nuovo Parlamento, giovane e verde»<br />
Il presidente di <strong>syndicom</strong> Daniel Münger parla<br />
del ruolo delle donne nel sindacato e dei temi<br />
politici che le forze sindacali sosterranno nel<br />
rinnovato Parlamento svizzero.<br />
Testo: Sylvie Fischer<br />
Foto: Yushiko Kusano<br />
Daniel Münger, presidente di <strong>syndicom</strong>, cosa pensi di<br />
questo nuovo Parlamento? I sindacati potranno lavorare<br />
meglio con i Verdi e con le donne?<br />
La redistribuzione, la ristrutturazione della nostra economia,<br />
il futuro digitale e le sfide sociali sono una questione<br />
di impostazione di valori. Il futuro ci mostrerà<br />
dove staranno i valori del nuovo Parlamento.<br />
Corrado Pardini e Adrian Wüthrich (PS, BE) non sono<br />
stati rieletti, ma a rappresentare le opinioni dei sindacati<br />
vi sono ora molte donne: Tamara Funiciello dell’Unia,<br />
Samira Marti (PS, BL), presidente dell’SSP/VPOD regione<br />
di Basilea, Edith Graf-Litscher (PS, TG), segretaria del<br />
SEV, oppure Katarina Prelicz-Huber (Verdi, ZH) presidente<br />
dell’SSP/VPOD e membro del comitato presidenziale<br />
dell’USS. È arrivato il momento di far svolgere alle<br />
donne un ruolo più importante all’interno dei sindacati?<br />
Le donne svolgono da tempo un ruolo importante all’interno<br />
dei sindacati e questo a ragione. Nelle tematiche<br />
politiche centrali, come ad esempio la protezione dei salari<br />
negli accordi bilaterali, abbiamo bisogno delle loro<br />
forti voci.<br />
Occorre aggiungere anche la rielezione di Barbara Gysi<br />
(PS, SG) e Irene Kälin (Verdi, AG), che presiedono le rispettive<br />
unioni sindacali dei cantoni San Gallo e Argovia.<br />
Con questa più alta percentuale di donne ci sarà un maggiore<br />
dibattimento di determinati temi? Quali? Inoltre<br />
<strong>syndicom</strong> sostiene questi progetti?<br />
C’è da sperare che tematiche come le pari opportunità, la<br />
conciliazione famiglie e lavoro, la questione delle rendite<br />
(per citarne solo alcune) possano assumere in futuro<br />
un’importanza significativamente maggiore. <strong>syndicom</strong><br />
appoggia questi temi e si impegna a loro favore.<br />
<strong>syndicom</strong> si impegnerà maggiormente per le questioni<br />
climatiche? E come?<br />
<strong>syndicom</strong> si impegnerà con tutte le sue forze per una<br />
ristrutturazione della nostra economia e della società.<br />
Sarà determinante a questo riguardo che le conseguenze<br />
della ristrutturazione ecologica non vadano a scapito dei<br />
lavoratori.<br />
Non toccherà ai<br />
lavoratori pagare<br />
i costi della<br />
ristrutturazione<br />
ecologica<br />
Gli avversari alla politica sindacale<br />
L’UDC resta al primo posto tra i partiti svizzeri, ma anche tra<br />
gli avversari della politica sindacale nel nostro paese. Basta<br />
ricordare il suo manifesto per le elezioni federali in autunno.<br />
Vi era raffigurata una mela rossa presa d’assalto dai vermi<br />
che stavano per i suoi avversari politici. «Lasciamo distruggere<br />
la Svizzera da sinistroidi ed europeisti?», chiedeva il manifesto<br />
dal dubbio gusto. Dipingere i propri avversari politici<br />
sotto forma di insetti nocivi ricorda i metodi utilizzati dalla<br />
Germania nazista per disumanizzare gli ebrei. Ma il consigliere<br />
nazionale Albert Rösti ha spiegato che i vermi rappresentavano<br />
le minacce che stavano per colpire il paese come l’accordo<br />
quadro con l’Unione Europea e gli «eccessivi dibattiti<br />
sul clima». Ricordiamo che i sindacati sono contro l’accordo<br />
quadro nella forma attuale, ma che fanno delle misure di accompagnamento<br />
un confine rosso da non oltrepassare.<br />
Il presidente USS Pierre-Yves Maillard (intervenuto recentemente<br />
in Ticino, come raccontiamo a pagina 20) ritiene che<br />
ormai ci siano forti tendenze sia presso alcuni datori di lavoro<br />
che presso i partiti di destra a non negoziare più affatto con<br />
i partner sociali. Al giornale Work ha dichiarato che la consigliera<br />
nazionale UDC Magdalena Martullo-Blocher ne ha buttato<br />
le basi in una conferenza stampa del 2017. Là si è posizionata<br />
contro i salari minimi, contro i contratti collettivi di<br />
lavoro e contro una tutela dei salari nell’ambito delle misure<br />
di accompagnamento alla libera circolazione delle persone.<br />
Martullo-Blocher è dell’avviso che queste misure diano ai<br />
sindacati «un potere sproporzionato». In questo modo, alcuni<br />
membri dell’UDC hanno calpestato i vecchi principi elvetici<br />
che sono comunque stati fissati da partiti conservatori:<br />
ovvero non regolare il progresso sociale nella legge, ma nello<br />
scambio e nella discussione con i partner sociali.<br />
Lo zughese Thomas Aeschi, sempre dell’UDC, è andato oltre,<br />
criticando il partenariato sociale nel suo insieme. Egli accusa<br />
le associazioni dei datori di lavoro e i sindacati di arricchirsi<br />
sulle spalle dei datori di lavoro e dei lavoratori firmando nuovi<br />
contratti collettivi di lavoro.<br />
Da parte sua, Unia è totalmente contraria all’iniziativa dell’UDC<br />
contro la libera circolazione, dove vede un attacco alle<br />
misure di accompagnamento. Questa iniziativa «mette in<br />
pericolo la protezione dei salari, indebolisce i nostri contratti<br />
collettivi di lavoro e fa dei nostri colleghi senza passaporto<br />
svizzero dei capri espiatori», ecco la posizione dei delegati e<br />
delle delegate di Unia.<br />
Perfino tra i nuovi consiglieri nazionali, come Jean- Pierre Gallati<br />
(Argovia), le tendenze a favorire la libertà economica<br />
piuttosto che l’aiuto dello Stato (questa volta nei confronti<br />
della stampa) fanno dell’UDC, ancora una volta, un avversario<br />
delle posizioni sindacali.
Gli ex consiglieri nazionali Adrian Wüthrich<br />
(PS, Berna) e Thomas Hardegger (PS, Zurigo)<br />
accanto a Katharina Prelicz- Huber (Verdi,<br />
Zurigo). Con loro, Martin Naef, ex consigliere<br />
nazionale (PS, Zurigo) e Claude Janiak, ex<br />
consigliere agli Stati (PS, Basilea Campagna).<br />
Temi come le rendite delle donne nel secondo pilastro e<br />
nell’AVS (che sono molto basse) sono anch’essi una battaglia<br />
da vincere per <strong>syndicom</strong>. E come?<br />
La questione delle rendite è il tema centrale per noi sindacati.<br />
Il lancio di una 13esima AVS deliberato al Congresso<br />
dell’USS e il relativo rafforzamento del primo pilastro<br />
è un passo in questa direzione. I sindacati non<br />
smetteranno mai di lottare per delle buone rendite.<br />
Il 14 giugno le donne hanno sollevato anche la questione<br />
dei loro salari, troppo bassi. Come si impegnerà <strong>syndicom</strong><br />
al riguardo?<br />
<strong>syndicom</strong> affronta da anni la parità salariale presso i nostri<br />
partner sociali. Questo ha portato ad alcuni successi<br />
nei nostri CCL. <strong>syndicom</strong> non si stancherà mai di affrontare<br />
non solo la parità salariale, ma tutti i salari bassi e di<br />
condurre la battaglia sindacale a loro favore.<br />
Quali saranno per <strong>syndicom</strong> i principali temi di questa<br />
legislatura del Consiglio nazionale, ovvero fino al 2023?<br />
La legislatura per <strong>syndicom</strong> va avanti fino al prossimo<br />
Congresso nel 2021. Si tratta, a livello interno a <strong>syndicom</strong>,<br />
dell’andamento dei membri, dell’equilibrio finanziario,<br />
della nostra rete di fiduciari. Nell’ambito della politica<br />
sindacale sono previste tante sfide, come, ad<br />
esempio, gli accordi bilaterali con l’UE e la relativa protezione<br />
salariale, il servizio pubblico, la digitalizzazione, la<br />
riduzione dell’orario di lavoro oppure l’ulteriore sviluppo<br />
dei nostri strumenti.<br />
Quanto è importante che il presidente USS Maillard e il<br />
consigliere nazionale socialista Mathias Reynard, presidente<br />
dell’Unione sindacale vallesana, possano ora sostenere<br />
le nostre tematiche presso il Consiglio nazionale?<br />
Quanto più forte si farà sentire la voce sindacale all’interno<br />
del Parlamento tanto meglio sarà per noi. In particolare<br />
se si tratta delle misure di accompagnamento<br />
degli accordi bilaterali, del servizio pubblico, della questione<br />
delle pensioni, ma anche del futuro digitale della<br />
Svizzera.<br />
Anche la difesa della Posta come servizio pubblico<br />
suscita preoccupazione. Quali sono i parlamentari che<br />
aiuterebbero maggiormente <strong>syndicom</strong>?<br />
Il servizio pubblico non è un problema soltanto alla Posta.<br />
La politica è chiamata a formare nel paese un servizio<br />
pubblico moderno e orientato al futuro per la nostra<br />
società. <strong>syndicom</strong> lo ha riconosciuto da tempo e lo ha sostenuto<br />
con delle rivendicazioni in occasione del nostro<br />
ultimo Congresso. Le rivendicazioni deliberate in tale<br />
sede servono a livello europeo da modello sindacale per<br />
un moderno servizio pubblico nell’epoca digitale. Si tratta<br />
soprattutto di arrestare le tendenze di liberalizzazione<br />
e deregolamentazione tuttora esistenti e di convincere il<br />
Parlamento della bontà delle nostre rivendicazioni.<br />
Un verde o una verde nel Consiglio federale. Che cosa ne<br />
pensa <strong>syndicom</strong>?<br />
<strong>syndicom</strong> non ha ancora discusso questo tema. La mia<br />
opinione è che il Consiglio federale debba riflettere i<br />
rapporti di forza rappresentati in Parlamento.<br />
«In quanto sindacato<br />
continueremo a<br />
sostenere le battaglie<br />
per salari più equi<br />
e più elevati»<br />
Daniel Münger
12 Dossier<br />
Dalla parte dei lavoratori<br />
Si è trattata dell’elezione che ha battuto tutti i record: mai un<br />
partito aveva ottenuto 17 seggi in una volta come hanno fatto<br />
i Verdi nel Consiglio nazionale, portando così il loro risultato<br />
a 28 seggi. I Verdi liberali, dal canto loro, hanno ottenuto<br />
16 seggi. Inoltre, mai un partito aveva perso 12 seggi come ha<br />
fatto l’UDC. Lo sciopero delle donne e quello del clima hanno<br />
reso il panorama politico svizzero più volatile che mai, poiché<br />
58 seggi hanno cambiato appartenenza, come mai era successo<br />
prima.<br />
Il Consiglio nazionale resta tuttavia dominato da una maggioranza<br />
borghese, poiché la forza dell’UDC (25,6%), a cui si aggiunge<br />
quella del PLR (15,1%) e quella del PPD (11,4%) supera<br />
quella dei verdi (13,2%) e dei socialisti (16,8%). Questi ultimi<br />
hanno subìto un calo. Ciò significa per i nuovi eletti la necessità<br />
di trovare delle alleanze per vincere le lotte politiche.<br />
E questo è un bene. Sebbene l’USS abbia deplorato la mancata<br />
rielezione di Corrado Pardini (PS/BE), membro del comitato<br />
direttore di Unia, «personalità di grande spicco e il cui bilancio<br />
è eccellente», due romandi, locomotive elettorali che seducono<br />
ben oltre il loro partito di appartenenza, difenderanno<br />
le lotte sindacali in Parlamento. Uno è il presidente dell’Unione<br />
sindacale svizzera Pierre-Yves Maillard (PS/VD), uno degli<br />
autori dell’accordo tra datori di lavoro (UPS) e sindacati (USS,<br />
Travail.Suisse) che consiste nell’abbassare il tasso di conversione<br />
della previdenza professionale al 6% in cambio di una<br />
migliore copertura dei lavoratori a tempo parziale e di un<br />
minor costo di contribuzione dei più anziani. Il secondo è il<br />
presidente dell’Unione sindacale vallesana, Mathias Reynard,<br />
molto impegnato nella parità tra uomini e donne, nelle condizioni<br />
di lavoro dei lavoratori e nella difesa dei servizi pubblici<br />
(Posta, trasporti pubblici) nonché nella lotta contro l’omofobia.<br />
Tra le donne, oltre a Tamara Funiciello, femminista, ex segretaria<br />
sindacale di Unia e che conoscerete a pagina 22 di questo<br />
numero, bisognerà seguire la presidente dell’SSP di Basilea<br />
Samira Marti, molto impegnata per la giustizia sociale e il<br />
femminismo (PS/BL), la segretaria del SEV Edith Graf-Litscher<br />
(PS/TH) impegnata in particolare per il servizio pubblico<br />
nell’ambito dei trasporti. Per Katarina Prelicz-Huber (Verdi,<br />
ZH), presidente SSP e membro del comitato presidenziale USS,<br />
l’elezione nel Consiglio nazionale dimostra che le forze progressiste<br />
e di sinistra si sono potenziate dando maggiormente<br />
voce in Parlamento ai lavoratori. Anch’essa chiede una<br />
riforma della previdenza vecchiaia in particolare a favore delle<br />
donne, i cui salari devono essere rivalutati, soprattutto in alcune<br />
professioni tipicamente «femminili». Essendosi particolarmente<br />
impegnato sul piano cantonale per la salvaguardia<br />
del partenariato sociale nella funzione pubblica, il verde Fabien<br />
Fivaz (NE) potrebbe essere un sostegno interessante,<br />
come pure gli avvocati specializzati nella difesa dei lavoratori<br />
Christian Dandrès (PS/GE) e Baptiste Hurni di Neuchâtel (PS).<br />
Tra le rielette, bisogna citare Barbara Gysi (PS/SG), presidente<br />
dell’unione sindacale del Canton San Gallo, che si batte per<br />
la parità salariale e un miglior riconoscimento del lavoro di<br />
cura e Irène Kälin (Verdi/AG), presidente dell’unione sindacale<br />
del Canton Argovia e favorevole al congedo parentale, per un<br />
mondo digitale che tenga conto dell’uomo e venga costruito<br />
insieme a esso, nonché di una migliore conciliabilità lavoro-famiglia.<br />
Infine, nel Consiglio degli Stati, si potrà contare sulla rielezione<br />
di Paul Rechsteiner (PS/SG), ex presidente USS, impegnato<br />
nelle lotte sociali, ma anche nella protezione dei salari e delle<br />
rendite nonché di premi di cassa malati sostenibili per la<br />
popolazione. Chi ha fatto notizia è la socialista Marina Carobbio,<br />
prima donna ticinese a entrare alla «camera alta».<br />
Pierre-Yves Maillard, presidente<br />
USS e consigliere nazionale (PS,<br />
Vaud) accanto a Paul Rechsteiner,<br />
ex presidente USS e consigliere<br />
agli Stati (PS, San Gallo).
Dossier<br />
Stagione di caccia per i lobbisti<br />
13<br />
È già corruzione? O ancora lobbying?<br />
La Svizzera ha urgente bisogno di regole<br />
efficaci per il finanziamento della politica.<br />
Testo: Oliver Fahrni<br />
Il nuovo Parlamento è al lavoro. Sin dalla serata del 20 ottobre,<br />
giorno delle elezioni, è iniziata la stagione di caccia<br />
dei lobbisti. Lo chiamano «shopping dei parlamentari»: 68<br />
candidati neoeletti devono prestare giuramento negli interessi<br />
e nei desideri di banche, corporazioni e associazioni;<br />
i rieletti devono essere tenuti buoni.<br />
A partire da questo momento, si pranza e si cena nel<br />
modo più discreto possibile. Le reti devono essere riorganizzate.<br />
I dossier sui candidati idonei erano disponibili da<br />
tempo, ad esempio presso l’organizzazione mantello per<br />
l’economia Economiesuisse, che di recente controllava<br />
più della metà dei «rappresentanti del popolo» eletti dalla<br />
Confederazione nel suo gruppo parlamentare. Nei consigli<br />
di amministrazione vengono previste delle poltrone<br />
per i politici, alcuni dei quali vengono pagati profumatamente.<br />
E se non è un mandato in un consiglio di amministrazione,<br />
forse si tratta di un contratto di consulenza.<br />
L’organizzazione indipendente Lobbywatch.ch ha contato<br />
3274 mandati di vario genere per i 246 consiglieri nazionali<br />
e consiglieri agli Stati (nella vecchia composizione).<br />
In realtà dovrebbero essere molti di più, poiché il numero<br />
si basa sull’autodichiarazione degli eletti. Solo che questa<br />
non è controllata. Nel 2018, ad esempio, la <strong>rivista</strong> Beobachter<br />
ha riferito che il politico del Partito Borghese Democratico<br />
(PBD) Lorenz Hess ha rivelato soltanto nove dei<br />
suoi 21 mandati. E, tra l’altro, ha omesso il suo ruolo nel<br />
gruppo assicurativo Visana, dal quale ha percepito ben<br />
più di 100mila franchi.<br />
Il parlamentare è il miglior lobbista<br />
Non c’è dubbio: la politica svizzera è ben lubrificata. Centinaia<br />
di agenti influenti hanno mezzi sufficienti per premiare<br />
il favore degli eletti con sovvenzioni, denaro, onorari<br />
per consultazioni reali e fittizie, viaggi e spese, crediti e<br />
altri benefici.<br />
Ben lubrificato e ben organizzato. Un nuovo arrivato al<br />
Parlamento dell’UDC, davanti a una tazza di caffè all’Hotel<br />
Bellevue di Berna, racconta come un collega di partito<br />
e un lobbista assicurativo abbiano esortato lui e altri nuovi<br />
arrivati a concordare una composizione della Commissione<br />
della sicurezza sociale e della sanità (CSSS), settore<br />
di competenza dell’UDC, anche per i prossimi anni.<br />
Le commissioni sono il cuore della politica svizzera. Si<br />
discutono le leggi e i regolamenti che vengono stabiliti<br />
nelle riunioni non pubbliche. A volte la seduta plenaria<br />
del Consiglio cambia di qualche sfumatura, ma solo raramente<br />
un Consiglio capovolge ciò che una Commissione<br />
ha presentato. La pressione dei lobbisti e gli accordi informali<br />
dietro le quinte di «gruppi d’interesse», «gruppi di<br />
azione» e «gruppi di riflessione» da soli lo garantiscono.<br />
Oltre alla Commissione dell’economia e dei tributi<br />
(CET), la CSSS non è solo un organo particolarmente importante<br />
per la vita quotidiana e la sicurezza sociale dei<br />
cittadini, ma è anche un caso lampante: nella legislatura<br />
2015–2019, i membri delle commissioni con un mandato<br />
nel settore assicurativo erano la maggioranza assoluta, osserva<br />
Martin Hilti, CEO di Transparency International in<br />
La consigliera nazionale<br />
Regula Rytz (Verdi, Berna) e la<br />
consigliera agli Stati Céline<br />
Vara (Verdi, Neuchatel)<br />
Svizzera, un’organizzazione non governativa che combatte<br />
la corruzione in tutto il mondo.<br />
Non sorprende quindi che le compagnie di assicurazione<br />
abbiano vita facile nello smantellamento delle assicurazioni<br />
sociali a favore delle assicurazioni private, causando<br />
esplosioni esorbitanti dei premi e altro ancora. La<br />
volontà dei cittadini non conta più, poiché è nata quella<br />
che il consigliere agli Stati liberale appenzellese Andrea<br />
Caroni descrive come una «fusione tra parlamentare e lobbista».<br />
Una triste realtà<br />
Il denaro governa, si sa. E questo, in Svizzera, avviene in<br />
maniera incontrollata. Ciò vale per il Parlamento, il finanziamento<br />
dei partiti, le votazioni. Il nostro è «l’unico paese<br />
in Europa che non ha regolamentato il finanziamento della<br />
politica a livello nazionale», afferma l’esperto di corruzione<br />
Martin Hilti. Egli vede in esso un «palese deficit democratico».<br />
Nelle camere oscure<br />
delle commissioni:<br />
ecco come il capitale<br />
domina la politica
14<br />
Dossier<br />
La Svizzera è l’unico paese in Europa<br />
senza regole chiare per l’attività di lobbying<br />
Sebbene socialdemocratici, politici di sinistra e verdi<br />
abbiano ripetutamente tentato di stabilire trasparenza,<br />
equità e democrazia, i parlamentari borghesi vi si oppongono<br />
regolarmente. Hanno fatto sì che l’influenza delle<br />
lobby sia addirittura aumentata notevolmente nell’ultimo<br />
decennio. Il loro intrallazzo è semplicemente troppo redditizio.<br />
Ai borghesi piace nascondersi dietro al pretesto della<br />
democrazia diretta: secondo loro, con i soldi non si possono<br />
comprare seggi in Parlamento o voti. Tuttavia, gli studi<br />
hanno dimostrato in decine di casi che esiste una connessione<br />
tra i mezzi utilizzati e il risultato, e il solo uso massiccio<br />
di denaro da parte delle aziende e delle loro lobby è<br />
in contrapposizione con la loro tesi.<br />
Su incarico del consigliere nazionale socialista Cédric<br />
Wermuth, due giornalisti, finanziati da un crowdfunding,<br />
hanno studiato più in dettaglio i flussi monetari («Lobbyreport<br />
2019»): solo nel settore assicurativo/casse malati<br />
e bancario/finanziario, sono stati in grado di dimostrare<br />
sovvenzioni per 26 milioni di franchi svizzeri a parlamentari,<br />
il 96% dei quali è andato a rappresentanti di UDC, PLR<br />
e PPD. Alcuni consiglieri accumulano fino a trenta mandati<br />
in diversi consigli di amministrazione. I modelli di<br />
calcolo mostrano che per il periodo 2015–2019 dovrebbe<br />
essere passato dall’economia ai politici un buon mezzo<br />
miliardo di franchi. Senza contare le costose campagne<br />
elettorali.<br />
È già corruzione o è ancora lobbying? È un fondamento<br />
della democrazia che i gruppi sociali difendano i loro<br />
interessi. Ma questi flussi di denaro e tutti gli altri fondi<br />
utilizzati devono essere visibili da tutti i cittadini. E regole<br />
vincolanti dovrebbero garantire che i gruppi d’interesse<br />
abbiano all’incirca le stesse possibilità.<br />
Infatti, i momenti decisivi della legislazione e delle decisioni<br />
del Consiglio federale si svolgono in una sorta di<br />
camera oscura, dove l’amministrazione, le lobby e i politici<br />
intrallazzano. I gruppi d’interesse a volte redigono essi<br />
stessi i testi delle leggi o ci mettono mano. E nessuno ne<br />
viene a conoscenza. È stato il caso, ad esempio, della riforma<br />
dell’imposizione delle imprese II, che è diventata una<br />
fregatura miliardaria grazie all’intervento di lobbisti fiduciari.<br />
E i politici delle lobby poi la fanno passare attraverso<br />
le commissioni.<br />
L’elettorato potrebbe presto portare la luce nella camera<br />
oscura delle lobby in Svizzera. In dicembre è stata<br />
presentata in Parlamento l’iniziativa popolare sulla trasparenza<br />
nel finanziamento della politica. Avrà di sicuro<br />
buone possibilità di successo fra la popolazione.<br />
I vantaggi dell’impronta legislativa<br />
All’inizio dell’anno, l’ONG Transparency ha esaminato il<br />
lobbying in Svizzera in un rapporto dettagliato (intitolato<br />
«Le lobbying en Suisse – influences cachées, intérêts croisés,<br />
accès privilégié», su internet in francese: transparency.ch/fr/category/publikation).<br />
Gli attivisti anti-corruzione<br />
hanno formulato dieci misure urgenti per un’attività di<br />
lobbying che sarebbe compatibile con la democrazia. Tra<br />
questi vi sono ampi obblighi di informativa e i relativi registri<br />
e controlli. Commissioni e organi al di sopra delle<br />
parti. E processi politici trasparenti. Spiega ancora Martin<br />
Hilti: «Nel processo legislativo sono solo due le fasi trasparenti:<br />
consultazione e dibattito in occasione della seduta<br />
plenaria. Ma dovrebbe essere resa pubblica l’intera impronta<br />
legislativa, cioè l’influenza su tutto il processo».<br />
Gli elettori potrebbero<br />
presto fare luce<br />
nella camera oscura<br />
delle lobby<br />
L’ONG Transparency International Svizzera; transparency.ch<br />
Iniziativa sulla trasparenza: transparenz-ja.ch<br />
Fotoreportage<br />
La fotografa bernese Yoshiko Kusano, accreditata da tempo a<br />
Palazzo federale, dagli Anni Duemila documenta quanto avviene<br />
sotto la cupola federale. Ha ideato questo reportage<br />
dietro le quinte del Parlamento, approfittando della giornata<br />
di introduzione per i nuovi parlamentari, di momenti nel Café<br />
des Alpes all’interno del palazzo, di immagini scattate al di<br />
fuori delle sedute e della conferenza stampa dei Verdi che annunciava<br />
la candidatura di Regula Rytz al Consiglio federale.<br />
Yoshiko Kusano ha più volte esposto i suoi scatti nell’ambito<br />
del premio della fotografia del canton Berna. Dopo un apprendistato<br />
come fotografa di moda nel laboratorio di Guy<br />
Jost a Berna, lavora dal 2007 come fotoreporter e fotografa<br />
freelance. Già nota ai lettori della <strong>rivista</strong> <strong>syndicom</strong>, l’anno<br />
scorso ha riunito diverse donne fotografe per un progetto<br />
sullo sciopero delle donne.<br />
Porta avanti inoltre dei progetti più personali come il libro<br />
«Bordelle» pubblicato nel 2015 e dedicato ai luoghi in cui le<br />
donne si vendono. Il suo sito è www.yoshikokusano.com
Il Parlamento: verde, giovane e femminile<br />
Ripartizione delle forze parlamentari nel Consiglio nazionale 2019<br />
Dati espressi in percentuale<br />
PLR 15,1 %<br />
PS 16,8 %<br />
Verdi 13,2 %<br />
PPD 11,4 %<br />
UDC 25,6 %<br />
Fonte: ust.admin.ch<br />
Verdi liberali<br />
7,8 %<br />
Altro 4,5 %<br />
PBD 2,5 %<br />
PEV 2,1 %<br />
UDF 1 %<br />
45,1 %<br />
Partecipazione al voto<br />
Età media dei 200 membri del Consiglio nazionale<br />
Partecipazione al voto più bassa rispetto agli anni<br />
precedenti<br />
2007<br />
2011<br />
2015 2019 2007 2011 2015 2019<br />
51,4 50,2 50,3 49 48,3 % 48,5 % 48,41 % 45,1 %<br />
Fonte: ats<br />
Fonte: Ufficio federale di statistica, gfs.bern<br />
I più giovani 2019<br />
Verdi<br />
44,8 anni<br />
Ripartizione dei mandati al Consiglio degli<br />
Stati e variazione rispetto al 2015<br />
Lega<br />
PS<br />
Verdi liberali<br />
45 anni<br />
47,1 anni<br />
48 anni<br />
Verdi<br />
PS<br />
5<br />
9<br />
+4<br />
–3<br />
Fonte: ats<br />
PPD<br />
0<br />
Mai così tante donne nel Consiglio nazionale<br />
13<br />
2011<br />
2015<br />
2019<br />
PLR<br />
12<br />
–3<br />
29 %<br />
32 %<br />
42 %<br />
UDC<br />
Altro<br />
1<br />
6<br />
+1<br />
–1<br />
Fonte: ust.admin.ch<br />
Fonte: ust.admin.ch<br />
Classifica della presenza femminile<br />
nei Parlamenti del mondo<br />
Elezioni 2019, in percentuale<br />
15<br />
42 %<br />
6<br />
47,4 %<br />
2<br />
53,2 %<br />
1<br />
61,3 %<br />
3<br />
53,1 %<br />
19<br />
39,7 %<br />
Svizzera<br />
Fonte: Unione interparlamentare<br />
Spagna<br />
Cuba Ruanda Bolivia Francia
16<br />
Dalle<br />
professioni<br />
La flessibilità deve<br />
avere il suo prezzo<br />
I lavoratori<br />
hanno il diritto<br />
di pianificare il<br />
tempo libero.<br />
(© Elnur Amikishiyev)<br />
Poco prima del tuo turno, te ne assegnano<br />
uno diverso. La sera ti chiedono<br />
se il giorno dopo puoi lavorare, e tu<br />
dici di sì per lealtà verso la collega. Invece<br />
dei due sabati al mese concordati<br />
per contratto ne fai «eccezionalmente»<br />
tre. Il messaggio WhatsApp del tuo<br />
superiore ti arriva la mattina presto<br />
prima del tuo turno. Ogni persona conosce<br />
questa situazione che sta sempre<br />
più diventando la normalità. I datori<br />
di lavoro chiedono sempre più<br />
flessibilità. I dipendenti non ce la fanno<br />
più a pianificare ragionevolmente<br />
il proprio tempo libero e il loro riposo<br />
ne risente. Ma dobbiamo accettare<br />
tutto questo senza battere ciglio ed essere<br />
flessibili solo perché ciò corrisponde<br />
ai tempi moderni? No. La nostra<br />
flessibilità favorisce il datore di<br />
lavoro, che così risparmia. In gergo<br />
tecnico si parla di costi-opportunità.<br />
E questi non possono essere scaricati<br />
unicamente sui dipendenti. Per questo<br />
serve l’impegno dei sindacati, sia a<br />
livello giuridico che di partenariato<br />
sociale. La flessibilità deve essere<br />
indennizzata, ovvero deve avere un<br />
suo prezzo.<br />
Matthias Loosli<br />
<strong>syndicom</strong> deve stare<br />
in Parlamento<br />
Giorgio Pardini, segretario centrale settore ICT e<br />
membro del Comitato direttivo<br />
A elezioni concluse, i prossimi quattro<br />
anni ci diranno quale sarà l’impatto<br />
del movimento verde-femminista sulle<br />
decisioni del nuovo Parlamento.<br />
Perché a un esame più attento constatiamo<br />
che i rapporti di maggioranza<br />
non sono cambiati in maniera sostanziale.<br />
I partiti conservatori continuano<br />
a dominare sia nel Consiglio nazionale<br />
sia agli Stati. In queste elezioni <strong>syndicom</strong><br />
ha perso importanti punti di riferimento<br />
delle parti sociali, non solo<br />
a sinistra. L’estensione del cosiddetto<br />
«banco di lavoro» delle parti sociali in<br />
Parlamento si è indebolita. Perché?<br />
Uno dei motivi è di origine interna: diversi<br />
anni fa i delegati di <strong>syndicom</strong><br />
hanno deciso di non sviluppare attivamente<br />
una propria presenza politica<br />
in Parlamento. Un errore da correggere.<br />
Poiché in qualità di sindacato del<br />
servizio pubblico non ci possiamo permettere<br />
di non essere rappresentati in<br />
Parlamento. La Posta e Swisscom si<br />
trovano da anni in fase di cambiamento,<br />
guidato non soltanto dal mercato e<br />
dalla trasformazione tecnologica, ma<br />
anche dagli obiettivi del Consiglio federale.<br />
Per la sua posizione di forza<br />
presso Swisscom e la Posta, <strong>syndicom</strong><br />
ha bisogno di una forte rappresentanza<br />
politica e di un collegamento in Parlamento.<br />
Non potremo più affidare al<br />
caso se essere rappresentati nell’arena<br />
politica della Berna federale. Perché<br />
abbiamo la responsabilità nei<br />
confronti dei nostri membri di influenzare<br />
direttamente in quale direzione<br />
si svilupperanno il servizio pubblico<br />
e con esso Posta e Swisscom.
«Regole chiare per sfruttare tutte le potenzialità dell’IA<br />
minimizzando i possibili rischi correlati» Daniel Hügli<br />
17<br />
L’intelligenza artificiale deve<br />
essere al servizio degli umani<br />
La risoluzione adottata dai membri del settore ICT chiede<br />
di formare i rappresentanti del personale per esercitare il diritto<br />
di codecisione dei lavoratori di fronte ai sistemi di IA.<br />
A conclusione di una conferenza nazionale,<br />
i soci del settore ICT il primo<br />
novembre scorso hanno approvato<br />
una risoluzione sull’intelligenza<br />
artificiale (IA). A questa conferenza<br />
sull’argomento «Intelligenza artificiale<br />
ed etica» i relatori invitati hanno illustrato<br />
diversi aspetti legati all’IA:<br />
gender, protezione dati, diritti umani<br />
ed etica nonché relative applicazioni.<br />
Sulla base delle idee anche scaturite<br />
da questi interventi, il settore ICT di<br />
<strong>syndicom</strong> è riuscito a fissare delle posizioni<br />
chiare sull’IA. Per esempio, riconosciamo<br />
il potenziale dell’IA nel<br />
progresso sociale, a condizione che la<br />
prima venga impiegata a favore dell’essere<br />
umano. Per questo vogliamo partecipare<br />
attivamente al dibattito pubblico<br />
riguardo l’IA, affinché al centro<br />
ci sia sempre il benessere dell’uomo.<br />
Più possibilità che rischi<br />
L’interazione tra essere umano e sistemi<br />
IA racchiude la possibilità di ripensare<br />
e reimpostare il rapporto tra i vari<br />
settori della nostra vita, soprattutto riguardo<br />
a una sensibile riduzione della<br />
durata del lavoro senza perdita di reddito.<br />
Affinché queste possibilità vengano<br />
sfruttate e allo stesso tempo vengano<br />
minimizzati i rischi correlati<br />
all’IA, <strong>syndicom</strong> vuole regolare in maniera<br />
vincolante lo sviluppo e l’applicazione<br />
dell’IA.<br />
La risoluzione è stata adottata a conclusione di<br />
un’interessante conferenza. (© <strong>syndicom</strong>)<br />
L’essere umano prima di tutto<br />
Nella risoluzione chiediamo che la<br />
libertà e i diritti dell’uomo come anche<br />
i principi costituzionali dello stato<br />
di diritto e quelli democratici siano rispettati.<br />
Nello sviluppo di sistemi IA va<br />
tutelata e incentivata la diversità degli<br />
sviluppatori. Inoltre, nel design, nello<br />
sviluppo, nell’introduzione e nell’impiego<br />
di sistemi IA va assunta la responsabilità<br />
etica e sociale. I sistemi<br />
IA devono essere trasparenti, comprensibili,<br />
spiegabili e riconoscibili<br />
come tali. Quando i sistemi IA riguardano<br />
l’essere umano, quest’ultimo<br />
deve avere il diritto di impugnare queste<br />
decisioni e di farle verificare da<br />
una persona in carne ed ossa. Vanno<br />
vietate infine le armi che si basano su<br />
sistemi IA.<br />
Formare il personale<br />
La politica svizzera in materia di dati<br />
deve contenere regole efficaci per la sicurezza<br />
sui dati, la protezione degli<br />
stessi e la tutela della privacy. Per garantire<br />
la partecipazione di tutti i lavoratori<br />
per quanto riguarda i sistemi IA<br />
e l’elaborazione dei dati, vanno formate<br />
e istituite delle relative rappresentanze<br />
del personale munite di solidi<br />
diritti di partecipazione.<br />
Daniel Hügli<br />
Segretario centrale Telecom/IT<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/it/attualita/articolo/<br />
uso-dellintelligenza-artificiale-a-beneficiodellumanita/<br />
Industria grafica, in<br />
tutto il mondo grande<br />
volontà di battersi<br />
Dal 21 al 25 ottobre, a Toledo (Spagna)<br />
si è tenuta la conferenza di UNI Global<br />
graphical & packaging, organizzazione<br />
che riunisce i sindacati attivi nel<br />
settore dei servizi, tra cui <strong>syndicom</strong>.<br />
Con il motto «Il nostro sindacato lotta!»,<br />
sono intervenuti circa un centinaio<br />
di sindacaliste e sindacalisti provenienti<br />
da 42 paesi di tutto il mondo.<br />
Riassumere quanto discusso in una<br />
settimana non è facile, ma la cosa certa<br />
è che c’è grande volontà di battersi.<br />
La situazione nel settore<br />
Da anni il settore subisce una profonda<br />
trasformazione, accelerata dal<br />
cambiamento tecnologico. Malgrado<br />
ciò il libro elettronico non sfonda,<br />
come preannunciato. La produzione<br />
nel settore grafico non si differenzia<br />
molto anche su scala mondiale. Cala<br />
la stampa dei giornali e aumenta il settore<br />
dell’imballaggio, in particolare<br />
quello in cartone, grazie al commercio<br />
digitale. Crescono pure i prodotti di<br />
carta «tissue» (carta WC, carta assorbente,<br />
fazzoletti, salviettine). E sono le<br />
multinazionali a farla da padrone:<br />
Amcor, Westrock, Smurfit Kappa, Sofidel,<br />
Kimberly-Clark, DS Smith e altre<br />
ancora, sono state evocate da buona<br />
parte dei presenti.<br />
Per un mondo più solidale<br />
Le politiche dei vari Trump, Bolsonaro,<br />
Orbán, Salvini, e altri ancora preoccupano.<br />
Come pure le situazione in<br />
Turchia, Siria, Cile. E Joaquina Rodriguez,<br />
la presidente (riconfermata) di<br />
UNI Global, ha detto che oltre a difendere<br />
le condizioni di lavoro ci si deve<br />
battere per un mondo più solidale.<br />
Fra i numerosi interventi in materia<br />
di lotta per i diritti citerei quelli dei<br />
rappresentanti di Indonesia, Brasile,<br />
Costa d’Avorio o Senegal. Dove di diritti<br />
non ce ne sono o mancano le risorse<br />
per migliorarli, ma tutti si battono con<br />
forza. In Colombia vengono uccisi in<br />
media 150 sindacalisti all’anno. In Polonia<br />
si ricostruisce il sindacato partendo<br />
dalle grosse multinazionali.<br />
Dalla Gran Bretagna è arrivato il monito:<br />
chi ha un CCL, lo deve difendere a<br />
tutti i costi. Le politiche condotte finora<br />
in quel paese li avevano soppressi. E<br />
pensando ora alla Svizzera la domanda<br />
sorge spontanea ed è magari anche<br />
provocatoria: ma si deve per forza toccare<br />
il fondo prima che la gente reagisca?<br />
Angelo Zanetti<br />
Segretario centrale settore Media<br />
uniglobalunion.org
18<br />
Dalle<br />
professioni<br />
«Il nostro obiettivo è che la flessibilità sia pagata» Matteo Antonini<br />
No alla flessibilità<br />
a senso unico<br />
Matteo Antonini è membro del Comitato direttivo<br />
e responsabile del settore Logistica<br />
La Posta chiede sempre più flessibilità.<br />
Un sondaggio tra i dipendenti di<br />
PostMail condotto l’anno scorso ha<br />
evidenziato che per tre quarti del personale<br />
il piano turni non corrisponde<br />
alla percentuale lavorativa contrattuale.<br />
Le persone vengono impiegate più<br />
spesso, e una su quattro riceve il piano<br />
turni con una sola settimana d’anticipo.<br />
Questo riguarda soprattutto i dipendenti<br />
part-time, spesso donne.<br />
Questa flessibilità unilaterale, chiesta<br />
ma non indennizzata, si ripercuote negativamente<br />
sulla vita privata, sia a livello<br />
fisico che psichico. Per questo il<br />
nostro obiettivo è ottenere un risarcimento<br />
per questa flessibilità. Sulla<br />
base dei risultati di quest’inchiesta,<br />
<strong>syndicom</strong> ha concordato con PostMail<br />
l’attuazione di una procedura standardizzata<br />
dove vengono rilevate di comune<br />
accordo le esigenze dei dipendenti<br />
part-time riguardo ai giorni liberi. Un<br />
meccanismo del genere non risolve<br />
l’intera problematica: è soltanto un<br />
pezzo del puzzle. Nelle trattative in<br />
corso sul nuovo contratto collettivo di<br />
lavoro con la Posta chiediamo che la<br />
procedura prospettata possa valere in<br />
futuro per tutti gli ambiti della Posta.<br />
La risposta del sindacato alla flessibilità<br />
unilaterale è chiara: chi esige flessibilità<br />
dai propri dipendenti deve essere<br />
pronto a indennizzarli. Ecco cosa<br />
chiediamo nelle attuali trattative CCL:<br />
la Posta deve sostenere da sola i costiopportunità<br />
e non può semplicemente<br />
scaricarli sui dipendenti.<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/cclposta<br />
«Mi chiedono di essere flessibile<br />
a scapito del mio tempo libero»<br />
Karin Steinmann lavora part-time come consulente clienti a<br />
RetePostale. Nell’intervista racconta come la pianificazione<br />
dei turni si ripercuote sulla sua vita privata.<br />
Cosa significa tutto questo per la tua<br />
vita privata?<br />
Beh, diventa difficile pianificare il mio<br />
tempo libero e partecipare alla vita sociale.<br />
Per fortuna che i miei figli non<br />
devono più essere accuditi: non posso<br />
immaginarmi come fanno i genitori<br />
che hanno anche questa necessità.<br />
Fino a un certo punto voglio essere collaborativa.<br />
Ma i limiti sono stati<br />
oltrepassati. Volevo fare un perfezionamento,<br />
il che viene richiesto dal<br />
datore di lavoro, ma con questi turni<br />
diventa praticamente impossibile.<br />
Com’è la tua settimana lavorativa?<br />
Con un monte ore all’80% lavoro sempre<br />
da lunedì a venerdì quasi sempre<br />
dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18. Un<br />
paio di volte al mese devo lavorare<br />
anche il sabato. Ma qui bisogna essere<br />
parecchio flessibili, perché succede<br />
che mi assegnano anche 3–4 sabati<br />
uno dietro l’altro. Così con la mia<br />
percentuale all’80% ho regolarmente<br />
delle settimane di 6 giorni. E il giorno<br />
libero fisso, che spetterebbe ai dipendenti<br />
a tempo parziale, non è più garantito.<br />
Altrimenti ne risentirebbero i<br />
miei colleghi e le mie colleghe e questo<br />
non lo voglio: siamo leali gli uni<br />
con gli altri. Ma è vero che le cose sono<br />
parecchio cambiate.<br />
Che cosa è cambiato esattamente?<br />
Nel mio ufficio postale c’è meno personale.<br />
Un anno fa hanno cancellato<br />
un impiego al 100%. Dunque, dobbiamo<br />
essere più flessibili. Da colleghi e<br />
colleghe di lavoro sento che i turni<br />
cambiano quasi ogni giorno. A volte<br />
sanno solo la sera prima a che ora e in<br />
quale ufficio postale saranno assegnati<br />
l’indomani. La sera prima si controlla<br />
il proprio turno del giorno dopo.<br />
Karin Steinmann, consulente clienti RetePostale<br />
a Bienne, alla Posta da 36 anni, mamma sola con<br />
due figli, part-time all’80%. (© DR)<br />
Difficile fare affidamento sul piano<br />
turni che viene inviato 2–3 mesi in<br />
anticipo. Questa tendenza io la osservo<br />
da cinque anni.<br />
Come spieghi questa trasformazione?<br />
È chiaro che la società sta cambiando.<br />
Tutto è a chiamata, molto avviene per<br />
via elettronica. Questo la capisco. Faccio<br />
parte anch’io di questo sviluppo.<br />
Questo mette la Posta sotto pressione.<br />
Ma questa pressione al risparmio, proprio<br />
a RetePostale, spesso la subiamo<br />
noi dipendenti in quanto ci viene richiesta<br />
una maggior flessibilità. Questo<br />
va a scapito del nostro tempo libero,<br />
della nostra salute e si ripercuote<br />
anche sulla motivazione.<br />
Cosa ti auguri per il futuro?<br />
A dire il vero a me piace la mia professione,<br />
il contatto con i clienti, la varietà:<br />
sono qui da tanti anni. Ma mi<br />
pare che il mio lavoro venga sempre<br />
meno apprezzato. Se devo essere più<br />
flessibile, vorrei anche qualcosa in<br />
cambio che invece non ricevo. Trovo<br />
questa evoluzione molto a senso unico<br />
e molto a carico dei dipendenti.<br />
Matthias Loosli
«Gli indipendenti che non riescono a versare il 12,5% di contributi<br />
si ritroveranno soltanto con 1431 franchi di rendita AVS» Michael Moser<br />
19<br />
Grafici freelance, una situazione<br />
pensionistica inquietante<br />
Soltanto un quarto dei lavoratori creativi indipendenti sa quale<br />
sarà la sua pensione. E comunque non gli basterà per vivere.<br />
Nell’ambito della campagna was-istmeine-arbeit-wert.ch<br />
(«quanto vale il<br />
mio lavoro», solo in lingua tedesca)<br />
che si occupa del valore del lavoro nel<br />
settore grafico, <strong>syndicom</strong> ha lanciato<br />
un sondaggio sulla situazione lavorativa<br />
e reddituale dei creativi freelance.<br />
In questo sondaggio, <strong>syndicom</strong> ha voluto<br />
sapere anche come sono assicurati<br />
gli autonomi a livello di previdenza<br />
vecchiaia. Le risposte sono preoccupanti<br />
e spaventose allo stesso tempo:<br />
solo un esiguo 24,5% sa a quanto ammonterà<br />
un giorno la propria pensione<br />
e solo il 13,6% è convinto che basterà<br />
per vivere. Su informazione della<br />
cassa pensione Freelance di <strong>syndicom</strong><br />
ci è stato comunicato che una grafica<br />
con un’attività autonoma assicura tra<br />
i 30mila e 40mila franchi di reddito<br />
all’anno. Questo al raggiungimento<br />
dell’età pensionabile insieme all’AVS<br />
dà una pensione tra 2372 e 2681 franchi,<br />
che non basta per vivere e che tanto<br />
meno può essere il salario durante<br />
l’intera vita professionale.<br />
E qui stiamo parlando di coloro<br />
che sono ancora in grado di versare<br />
Solo un indipendente su otto pensa che la sua pensione sarà sufficiente per vivere. (© Fotomelia)<br />
qualcosa. Tutti quelli che non possono<br />
permettersi il 12,5% di contributi<br />
nel secondo pilastro alla fine avranno<br />
soltanto la rendita AVS di 1431 franchi.<br />
Soluzioni politiche urgenti<br />
Ma com’è possibile una cosa del genere<br />
nel 2019? Perché il nostro sistema<br />
pensionistico è ancora orientato su un<br />
impiego al 100% per tutta la vita, quando<br />
invece con la trasformazione del<br />
mondo del lavoro e con la nascita di<br />
nuove forme lavorative sempre meno<br />
persone lavorano così, anche se magari<br />
lo vorrebbero?<br />
Servono soluzioni politiche nuove,<br />
subito! I giusti passi in questa direzione,<br />
ovvero verso un rafforzamento del<br />
primo pilastro, sono stati bocciati con<br />
la Previdenza vecchiaia 2020 e prima<br />
ancora con AVS+. La revisione AVS 21<br />
in corso attualmente non contiene misure<br />
che potrebbero migliorare la situazione<br />
di chi è autonomo. Con un<br />
Parlamento più giovane, progressista<br />
e moderno almeno adesso c’è la speranza<br />
che ci sarà una maggiore consapevolezza<br />
riguardo alle nuove forme<br />
lavorative.<br />
Ma la sola speranza non basta. Senza<br />
la pressione dei diretti interessati<br />
non cambierà nulla, questo è chiaro.<br />
Per questo <strong>syndicom</strong> è pronto a fare<br />
un primo passo nel 2020 con la campagna<br />
was-ist-meine-arbeit-wert.ch e ad<br />
attuare misure politico-sindacali a favore<br />
dei grafici e anche di tutti gli altri<br />
autonomi e lavoratori nelle nuove forme<br />
lavorative.<br />
Michael Moser<br />
Segretario centrale settore Media<br />
La campagna (in tedesco)<br />
was-ist-meine-arbeit-wert.ch<br />
Quarto potere, appello<br />
al Parlamento<br />
Stephanie Vonarburg è vicepresidente di <strong>syndicom</strong><br />
e responsabile settore Stampa e media elettronici<br />
Il nostro sistema politico si basa sulla<br />
separazione dei poteri. Il potere legislativo<br />
emana le leggi, l’esecutivo le applica<br />
e quello giudiziario decide nella contesa<br />
giudiziaria. In questo modo si evita che<br />
il potere venga accentrato. Questa la teoria.<br />
Per avere informazioni su come questi<br />
tre poteri e le aziende si comportano,<br />
in ogni società democratica serve un<br />
quarto potere: la stampa. I giornalisti<br />
osservano, ricercano, fanno domande<br />
critiche, si soffermano su un argomento.<br />
Così facendo rappresentano i cosiddetti<br />
«cani da guardia» della democrazia.<br />
Se oggi i media possono esercitare<br />
sempre meno questa funzione, perché<br />
vengono smantellate le redazioni, perché<br />
gli onorari dei freelance rasentano<br />
terra, e perché i nuovi media non sono in<br />
grado di sopravvivere finanziariamente,<br />
allora noi tutti abbiamo un problema:<br />
veniamo informati solo parzialmente o<br />
in maniera sbagliata e ci sfugge ciò che<br />
accade dietro le quinte del potere. Perciò<br />
<strong>syndicom</strong> fa un appello al nuovo Parlamento:<br />
non c’è tempo da perdere, è<br />
giunta l’ora per un nuovo modello di sostegno<br />
alla stampa! Nel nostro documento<br />
orientativo (su www.<strong>syndicom</strong>.<br />
ch/politicadeimedia) spieghiamo come<br />
e a quali condizioni i media possano (e<br />
debbano) essere rafforzati. L’obiettivo è<br />
che i professionisti della stampa siano<br />
all’altezza di assumere il ruolo di quarto<br />
potere in maniera indipendente, secondo<br />
le regole etico-professionali del Consiglio<br />
svizzero della stampa e con condizioni<br />
di lavoro e salari dignitosi.
20<br />
Dalle<br />
professioni<br />
«Bisogna capire che un solo giorno nelle piazze non basta.<br />
Per cambiare il mondo dobbiamo organizzarci» Pierre-Yves Maillard<br />
Per un servizio pubblico forte<br />
Con entusiasmo, Pierre-Yves Maillard anticipa uno dei temi<br />
centrali della prossima assemblea USS a maggio 2020. E auspica<br />
una convergenza tra i movimenti, la società civile e i sindacati.<br />
«Finalmente qualcuno che parla chiaro,<br />
diretto, senza paroloni!»: a esprimere<br />
tutta la soddisfazione, per primo,<br />
è l’interprete che ha tradotto (dal<br />
francese all’italiano) l’incontro con<br />
Pierre-Yves Maillard a Bellinzona a<br />
metà novembre. L’occasione era la seconda<br />
«giornata di riflessione» dell’Unione<br />
Sindacale Svizzera (USS) Ticino<br />
e Moesa. Da qualche mese, su impulso<br />
del presidente Graziano Pestoni, la sezione<br />
cantonale organizza una serie di<br />
incontri per trovare sinergie tra i sindacati<br />
affiliati coinvolgendo la base, i<br />
lavoratori, i membri dei comitati. I diversi<br />
gruppi di lavoro (comunicazione,<br />
servizio pubblico, AVS, donne) hanno<br />
approfittato così dell’energia, della<br />
chiarezza comunicativa, dell’entusiasmo<br />
del neopresidente USS, per una<br />
conferenza che si è subito trasformata<br />
in una sorta di intervista a tutto campo.<br />
Si è parlato dell’accordo-quadro<br />
con l’Unione Europea, della situazione<br />
della SSR dopo il referendum No<br />
Billag, dello sciopero delle donne, del<br />
dumping salariale e dell’iniziativa<br />
UDC contro la libera circolazione. E<br />
della Posta.<br />
Opporsi alle privatizzazioni<br />
Lo scorso anno, la sezione USS Ticino<br />
e Moesa ha proposto il lancio di tre iniziative<br />
popolari per il ripristino delle<br />
regie federali. Si potrebbe iniziare con<br />
La forza espressiva del presidente USS Maillard in<br />
conferenza a Bellinzona. (© <strong>syndicom</strong>)<br />
quella sulla Posta. Il tema è molto sentito<br />
presso la popolazione e anche tra i<br />
giovani, come testimoniano le centinaia<br />
di firme raccolte recentemente<br />
dai Giovani Comunisti del Ticino.<br />
Pure in Europa soffia il vento per una<br />
rinazionalizzazione dei servizi pubblici,<br />
come testimonia anche lo studio di<br />
Graziano Pestoni dedicato alla privatizzazione<br />
della Posta, edito da <strong>syndicom</strong>.<br />
«Quello del servizio pubblico<br />
sarà il tema della prossima assemblea<br />
dei delegati USS a fine maggio», ha affermato<br />
Maillard. «Abbiamo lasciato<br />
le aziende in mano a un management<br />
che ha ragionato in termini di produttività<br />
e redditività, senza pensare al<br />
servizio pubblico. Alla Posta c’è una<br />
pratica contabile non controllata: l’intento<br />
è di mostrare un settore in perdita<br />
piuttosto che un altro, per legittimare<br />
la chiusura degli uffici postali. Lo<br />
stesso sta accadendo alle FFS. Il rischio<br />
delle privatizzazioni è molto<br />
alto, anche nell’energia, nella sanità,<br />
nei servizi finanziari. L’iniziativa, se<br />
approvata dal congresso USS, dovrà<br />
però avere un testo circoscritto, perché<br />
abbia effetti concreti. In passato,<br />
abbiamo votato per la medicina complementare<br />
e i medici di famiglia, eppure<br />
cos’è cambiato?».<br />
Il sindacato è di chi lo fa<br />
Essenziale, per il successo dell’azione<br />
sindacale, è anche la convergenza con<br />
associazioni di cittadini, di consumatori,<br />
con i movimenti. «Basta vedere<br />
cosa è successo il 14 giugno: una mobilitazione<br />
mai vista negli ultimi 30<br />
anni!», ha esclamato Maillard. «Bisogna<br />
far capire alla gente che un solo<br />
giorno nelle piazze non basta. Per<br />
cambiare, dobbiamo organizzarci,<br />
solo organizzando le lotte si diventa<br />
forti. Se dicono che nei sindacati ci<br />
sono poche donne e pochi giovani, si<br />
uniscano a noi per cambiarlo. Sono i<br />
membri che fanno il sindacato! Spero<br />
che in futuro ci sia sempre maggiore<br />
convergenza tra movimenti e sindacati.<br />
Tra vent’anni dovremo affrontare<br />
uno shock demografico, con una popolazione<br />
sempre più anziana. Per<br />
questo saranno necessarie nuove prestazioni,<br />
che porteranno centomila<br />
nuovi posti di lavoro. E per l’emergenza<br />
climatica dovremo sviluppare la<br />
mobilità collettiva e cambiare sistema<br />
produttivo. Per tutto questo, ci vorrà<br />
un finanziamento pubblico e la garanzia<br />
di un servizio pubblico forte: è questa<br />
la nuova economia!».<br />
Giovanni Valerio<br />
Le news dell’USS (in francese)<br />
uss.ch/actuel<br />
Nuovo Parlamento:<br />
più giovane, più verde,<br />
più femminile.<br />
E anche migliore?<br />
Ci siamo: abbiamo un nuovo Parlamento.<br />
Balza subito agli occhi che sono state<br />
elette parecchie persone giovani: ora nel<br />
Consiglio nazionale siedono sette giovani<br />
con meno di 30 anni. Ma ancora il 40%<br />
ha tra 50 e 60 anni. La quota femminile<br />
è salita di 10 punti percentuali fino al<br />
42%, ma gli uomini continuano a essere<br />
sovrarappresentati. I verdi guadagnano<br />
6 punti percentuali e la maggioranza<br />
conservatrice di PLR e UDC è stata ridimensionata.<br />
Nonostante ciò, anche in<br />
futuro le questioni sindacali, le misure<br />
concrete a favore del clima e una politica<br />
sociale progressista avranno vita dura.<br />
Il bilancio di queste elezioni non è<br />
uniforme. Sicuramente con giovani consigliere<br />
nazionali vicine ai sindacati<br />
come Samira Marti e Tamara Funiciello<br />
possiamo aspettarci che i giovani come<br />
me siano ben rappresentati e le nostre<br />
richieste portate avanti. Infatti quanto a<br />
digitalizzazione, politica per le famiglie<br />
e vera parità, spesso abbiamo idee molto<br />
diverse. In questo senso possiamo attenderci<br />
sicuramente nuove dinamiche.<br />
Ma non culliamoci sugli allori: nel<br />
nuovo Parlamento le tematiche sindacali<br />
non godranno automaticamente della<br />
maggioranza. Anche in futuro dovranno<br />
essere fatte delle alleanze con i partiti<br />
conservatori. E servono quindi azioni<br />
sindacali forti, lobbying strategico per<br />
far sentire la nostra voce nella discussione<br />
pubblica. Ma almeno adesso la nostra<br />
è una voce squillante, più giovane<br />
e più rosa.<br />
Dominik Fitze è segretario dei giovani <strong>syndicom</strong>
«In alcuni casi, le fatture dei freelance sono state pagate<br />
dopo più di un anno» Mireille Guggenbühler<br />
21<br />
Rimetti a noi i nostri debiti<br />
Soltanto l’intervento di <strong>syndicom</strong> ha costretto l’editore<br />
Dornbusch Medien a pagare i giornalisti freelance. Ed è stato<br />
elaborato un opuscolo con istruzioni per redazioni e indipendenti.<br />
Nell’edificio della Dornbusch Medien<br />
a Baden-Dättwil in questa calda giornata<br />
di fine estate si sta traslocando.<br />
Due uomini stanno caricando un camion,<br />
mentre noi stiamo lì accanto e<br />
scriviamo manifesti. I due uomini ci<br />
chiedono cosa stiamo facendo. La nostra<br />
spiegazione li lascia a bocca aperta:<br />
siamo giornalisti freelance e siamo<br />
venuti qui per riscuotere i nostri soldi.<br />
«Ma davvero in Svizzera succede che<br />
un lavoro eseguito non venga pagato?»,<br />
chiede uno dei traslocatori. Ebbene<br />
sì. Ascoltate un po’ cosa è successo.<br />
25 giornalisti e giornaliste freelance<br />
hanno scritto per le testate della Dornbusch<br />
Medien ed emesso fattura con<br />
gli onorari che spettavano loro. Ma<br />
queste fatture non sono mai state pagate,<br />
mail e telefonate ignorate. La<br />
somma complessiva dovuta ammontava<br />
a oltre 30mila franchi.<br />
La Bibbia come guida<br />
La Dornbusch Medien AG è nata<br />
dall’ex azienda mediatica CAT Medien<br />
AG. Il nome dell’azienda (che significa<br />
rovo) prende spunto dal passaggio nella<br />
bibbia sul roveto che andava a fuoco,<br />
come ha voluto ricordare il caporedattore<br />
Anton Ladner nel 2015 al<br />
portale online kath.ch. La Bibbia dunque<br />
è la linea guida dell’azienda, e il<br />
settimanale Doppelpunkt. Schweizer<br />
Magazin für Achtsamkeit è il suo fiore<br />
all’occhiello.<br />
Scrivere come privilegio<br />
E poter scrivere per questa perla è un<br />
vero privilegio. È quanto ha fatto intendere<br />
il responsabile della casa editrice<br />
Fabian Egger a tutti coloro che in<br />
quella calda giornata estiva e anche<br />
successivamente hanno lottato per<br />
avere i propri soldi. Il rifiuto di pagare<br />
è stato motivato con la svolta finanziaria<br />
a cui aspirava Dornbusch. Per svoltare,<br />
sono stati sospesi i pagamenti degli<br />
onorari. Fino a quest’autunno. Solo<br />
a ottobre sono state pagate le fatture<br />
dei freelance, per alcuni dopo più di<br />
un anno di attesa e solo perché il sindacato<br />
<strong>syndicom</strong> dall’estate scorsa si è<br />
impegnato insieme ai giornalisti per<br />
la riscossione dei loro onorari.<br />
Qualche consiglio pratico<br />
Ma si può ritenere equo e professionale<br />
un tale trattamento verso i freelance?<br />
E in caso negativo: come dovrebbe<br />
configurarsi un corretto rapporto di<br />
lavoro? Queste sono state le domande<br />
dei giornalisti freelance ma anche dei<br />
rappresentanti delle redazioni. Per rispondervi,<br />
sono stati elaborati dieci<br />
consigli che ora sono stati riassunti in<br />
un opuscolo pubblicato da <strong>syndicom</strong>.<br />
Si tratta di consigli senza carattere<br />
giuridico che però magari riescono a<br />
far nascere una discussione su come<br />
dovrebbero essere regolati i rapporti<br />
di lavoro tra redazioni e freelance.<br />
Mireille Guggenbühler<br />
Pagateci, per favore! La richiesta dei freelance è arrivata a Baden, alla sede di Dornbusch Medien.<br />
<br />
(© Marco Geissbühler)<br />
I consigli per freelance<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/10tipps<br />
Pubblicità sessista alla<br />
Posta: c’è poco da ridere<br />
Lo scorso 14 giugno, più di mezzo milione<br />
di partecipanti hanno dato un<br />
segnale forte per l’uguaglianza, la parità<br />
salariale e contro il sessismo sul<br />
posto di lavoro. Il successo della grande<br />
manifestazione dello sciopero delle<br />
donne ha scosso la Svizzera e ha sensibilizzato<br />
anche i datori di lavoro<br />
verso queste importanti tematiche.<br />
Pure nelle attuali trattative sul nuovo<br />
contratto collettivo della Posta le questioni<br />
attorno all’uguaglianza costituiscono<br />
un punto centrale. Motivo in<br />
più per far ritenere ultra-irritante alla<br />
maggioranza di lavoratrici agli sportelli<br />
della Posta la richiesta dei loro superiori<br />
di distribuire alla clientela un<br />
volantino con una frase ambigua: «Basta<br />
un sorriso per accendermi» (in italiano,<br />
il flyer era «Basta un sorriso per<br />
conquistarmi»). Nelle intenzioni, doveva<br />
essere una pubblicità divertente<br />
per una «app» di PostFinance che si<br />
sblocca attraverso il riconoscimento<br />
facciale. Le dipendenti hanno subito<br />
contattato <strong>syndicom</strong>. Non volevano<br />
assolutamente essere complici di tali<br />
vecchi stereotipi. <strong>syndicom</strong> ha posto<br />
un ultimatum al «gigante giallo» e la<br />
pubblicità è stata subito sospesa. La<br />
Posta si è resa conto di aver commesso<br />
un errore. La cosa che lascia un po’<br />
perplessi è perché prima non se ne fosse<br />
accorto nessuno. Il contesto infatti<br />
è decisivo. Su cartelloni pubblicitari<br />
affissi al muro lo stesso slogan può<br />
sembrare anche un gioco di parole a<br />
effetto, ma distribuito dalle mani delle<br />
sportelliste è uno slogan inaccettabile.<br />
L’esempio ci mostra in modo<br />
lampante perché dobbiamo ancora<br />
impegnarci quotidianamente a favore<br />
della parità.<br />
Christian Capacoel<br />
Il comunicato di <strong>syndicom</strong> (in francese)<br />
https://bit.ly/33kfaox
22 Politica<br />
«Femminismo significa far<br />
stare meglio uomini e donne»<br />
Dopo le ultime elezioni, il<br />
Consiglio nazionale è più<br />
rosa. Le donne hanno conquistato<br />
venti seggi in più:<br />
ora sono 84 su 200, pari al<br />
42 %. Tamara Funiciello,<br />
presidentessa dei Giovani<br />
Socialisti, è tra le nuove<br />
elette. Qui ci spiega cosa l’ha<br />
spinta in politica e perché si<br />
sente una sindacalista nata.<br />
Testo: Patrizia Mordini<br />
Foto: Alexander Egger<br />
Giovane, di sinistra, donna.<br />
Ti senti rappresentativa nel nuovo<br />
Parlamento svizzero?<br />
Sì, mi sento molto rappresentativa.<br />
Sono stati eletti nel nuovo Parlamento<br />
7 giovani al di sotto dei 30<br />
anni. Molti non capiscono che come<br />
appartenente a un gruppo particolare<br />
si vive una determinata realtà.<br />
Invece questo aiuta a mettere a fuoco<br />
meglio delle problematiche che<br />
altrimenti andrebbero facilmente<br />
perse di vista, che invece possono e<br />
devono essere rappresentate. Per<br />
esempio, nella questione delle pensioni,<br />
per le donne lesbiche ci sono<br />
al centro delle domande specifiche<br />
o anche riguardo al «Matrimonio civile<br />
per tutti»<br />
Una vittoria enorme per le donne e<br />
i verdi ma una perdita del Partito<br />
Socialista e dei sindacati.<br />
Con la mancata rielezione di Corrado<br />
Pardini, Adrian Wüthrich e Philipp<br />
Hadorn il Parlamento ha perso tre<br />
politici molto esperti. Proprio Corrado<br />
ha fatto così tanto per le richieste<br />
sindacali e si è occupato di dossier<br />
molto importanti come le misure<br />
accompagnatorie con l’Unione Europea.<br />
È da sei anni che lavoro con lui.<br />
Per me ora è assurdo essere in Parlamento<br />
senza di lui. Ma sono state<br />
elette anche persone nuove come<br />
Pierre-Yves Maillard e Greta Gysin<br />
che sono chiaramente impegnati sindacalmente<br />
e che porteranno avanti<br />
le tematiche sociali. Continuiamo<br />
comunque ad avere una minoranza<br />
di sinistra, dal momento che i verdi<br />
liberali non appartengono alla nostra<br />
area. Dunque, questa svolta a sinistra<br />
non c’è stata.<br />
Qual è stata la molla che ti ha spinto<br />
a impegnarti politicamente? Quali<br />
esperienze hai fatto con il sindacato?<br />
Fino a dieci anni ho vissuto in Sardegna<br />
dove mio papà era lavoratore<br />
autonomo. A casa, i miei spesso parlavano<br />
di politica. Provengo da una<br />
famiglia politicamente vicina ai sindacati.<br />
In Svizzera, mia mamma ha<br />
lavorato per il SEI. Quando mio padre<br />
ha perso il suo lavoro alla Wifag<br />
e Corrado Pardini ha fatto sì che ricevesse<br />
un buon piano sociale, mi<br />
sono iscritta al sindacato. All’università<br />
poi sono diventata una femminista.<br />
Quando mi sono impegnata<br />
in seno al consiglio studentesco,<br />
ho riconosciuto l’importanza del<br />
linguaggio gender. Parità vuol dire<br />
che devono stare bene tutti in ugual<br />
misura, donne e uomini. Femminismo<br />
per me vuol dire che devono<br />
stare meglio sia le donne che gli uomini.<br />
Il marxismo analizza soltanto<br />
l’incongruenza tra capitale e lavoro<br />
ma tralascia il lavoro non retribuito<br />
che viene prestato soprattutto dalle<br />
donne.<br />
Che influenza ha avuto su di te il<br />
fatto che tuo padre fosse italiano e<br />
i tuoi genitori degli operai?<br />
Ho toccato con mano cosa vuol dire<br />
avere davanti ancora molti giorni<br />
prima della fine del mese e zero<br />
soldi sul conto o quando bisogna<br />
decidere se ci si può permettere il<br />
dentista o meno. Durante la scuola<br />
e l’università ho fatto tanti lavoretti<br />
come pulire gli uffici per esempio.<br />
In Svizzera abbiamo un milione di<br />
persone a rischio povertà!<br />
Cosa pensi dei sindacati oggi?<br />
Sono indispensabili. Sette anni fa<br />
sono stata assunta da Unia come responsabile<br />
per il commercio al dettaglio<br />
e le donne. Ancora oggi sono<br />
responsabile dei giovani nell’Unione<br />
sindacale del canton Berna<br />
(GKB). I sindacati sono la mia patria<br />
politica. Attualmente punterei maggiormente<br />
sulla fidelizzazione degli<br />
iscritti che non sull’acquisizione di<br />
nuovi membri. E a rendere i sindacati<br />
più attrattivi per le donne.<br />
Di sicuro nel Consiglio nazionale<br />
ti impegnerai per le tue tematiche,<br />
come la parità e la giustizia sociale.<br />
Hai già pensato a degli interventi?<br />
I punti chiave sono la riduzione del<br />
tempo di lavoro, non aumentare<br />
l’età pensionabile, la revisione del<br />
diritto penale sessuale e la lotta contro<br />
lo smantellamento del servizio<br />
pubblico. E mancano anche 25mila<br />
posti negli asili nido.<br />
I sindacati hanno contribuito allo<br />
sciopero delle donne. È giusto che<br />
s’impegnino anche nello sciopero<br />
del clima il prossimo 15 maggio?<br />
Tutti gli scioperi sono correlati! Non<br />
si deve distinguere tra la politica a<br />
Palazzo e quella che si fa nelle piazze.<br />
Un movimento forte sulle strade<br />
può cambiare le cose anche in Parlamento!
Politica<br />
Persone LGBTI: non più<br />
indifese di fronte alla legge!<br />
23<br />
Il 9 febbraio 2020 si terrà una<br />
votazione popolare sull’estensione<br />
della norma penale<br />
per includere il criterio dell’orientamento<br />
sessuale. Il 70%<br />
dei dipendenti omosessuali<br />
ha subito discriminazioni sul<br />
lavoro negli ultimi tre anni.<br />
Testo: Reto Wyss, USS<br />
Foto: Burst<br />
Per consentire la ratifica della Convenzione<br />
sulla discriminazione razziale<br />
adottata dall’ONU già nel 1965,<br />
nel 1995 la Svizzera ha infine rivisto<br />
il suo Codice penale e ha aggiunto<br />
l’articolo 261bis, comunemente<br />
noto come «norma penale sul razzismo».<br />
È stata una dura lotta contro i<br />
reazionari di questo paese, che presumibilmente<br />
«vogliono che sia vietato<br />
parlarne».<br />
Una legislazione rimasta indietro<br />
Attualmente la Svizzera è indietro<br />
anche in materia di protezione di<br />
persone LGBTI (acronimo che sta a<br />
indicare lesbiche, gay, bisessuali,<br />
transgender e intersessuali). Si classifica<br />
al 22° posto a livello europeo<br />
per la situazione giuridica e sociale<br />
delle persone LGBTI – posizionandosi<br />
addirittura dietro l’Ungheria di<br />
Viktor Orbán, che non è nota per un<br />
clima particolarmente favorevole<br />
alle persone LGBTI. Questa classifica<br />
della Svizzera ha anche molto a<br />
che fare con il fatto che «l’incitamento<br />
all’odio» contro le persone<br />
LGBTI in Svizzera non può ancora<br />
essere punito legalmente. In questo<br />
la Svizzera viene regolarmente criticata<br />
anche dal Consiglio d’Europa.<br />
Con l’aggiunta del criterio<br />
dell’orientamento sessuale alla norma<br />
penale, questo finalmente cambierebbe<br />
quanto meno per lesbiche,<br />
gay e bisessuali. Il nostro collega<br />
Matthias Reynard ha già chiesto<br />
questa modifica della legge nel 2013<br />
con un’iniziativa parlamentare. Il<br />
Parlamento lo ha seguito con<br />
un’ampia maggioranza dopo un lungo<br />
tira e molla, ma i circoli conservatori<br />
di destra legati all’UDC e<br />
all’UDF hanno lanciato con successo<br />
il referendum (anche se con mezzi<br />
sleali: «Firma qui contro l’omofobia!»).<br />
La votazione popolare si terrà<br />
quindi il 9 febbraio 2020.<br />
La discriminazione avviene laddove<br />
le persone trascorrono il loro<br />
tempo e quindi sul posto di lavoro.<br />
Le persone LGBTI ne sono particolarmente<br />
colpite, come rivelano sia i<br />
dati statistici che le innumerevoli<br />
esperienze individuali. Secondo recenti<br />
sondaggi, il 70% dei dipendenti<br />
omosessuali ha subito negli ultimi<br />
tre anni una discriminazione<br />
basata sull’orientamento sessuale.<br />
Nel caso di persone transgender, la<br />
discriminazione – addirittura i licenziamenti<br />
– è ancora più frequente<br />
a causa della loro identità di genere.<br />
Purtroppo, questi ultimi, in<br />
particolare, sono ora esplicitamente<br />
esclusi dall’estensione dell’articolo<br />
sul diritto penale, perché il criterio<br />
dell’«identità di genere», che per<br />
loro è rilevante, è stato ribaltato dal<br />
Parlamento. Dopo aver vinto la consultazione<br />
popolare, è necessario<br />
apportare miglioramenti il più rapidamente<br />
possibile in questo senso.<br />
Difendersi in caso di perdita del posto<br />
Sul posto di lavoro, la discriminazione<br />
assume molte forme diverse, che<br />
vanno dall’esclusione professionale<br />
o sociale, alle osservazioni oscene,<br />
all’outing forzato e alle molestie sessuali.<br />
Tuttavia, a livello materiale la<br />
discriminazione per le persone<br />
LGBTI è più grave quando culmina<br />
nel rifiuto o nella perdita del posto<br />
di lavoro. Oggi non esiste una base<br />
giuridica in questi casi, come ha ribadito<br />
ancora una volta la recente<br />
sentenza del Tribunale federale sulla<br />
non applicabilità della legge<br />
sull’uguaglianza alle persone<br />
LGBTI. L’estensione della norma<br />
penale cambierebbe finalmente la<br />
situazione per le lavoratrici e i lavoratori<br />
omosessuali e bisessuali, poiché<br />
i contratti di lavoro rientrano<br />
chiaramente nell’ambito della protezione<br />
di questo articolo. I dipendenti<br />
interessati avrebbero così finalmente<br />
la possibilità di difendersi<br />
legalmente in caso di rifiuto (ed<br />
eventualmente di perdita) di un<br />
posto di lavoro, ovviamente basato<br />
sulla discriminazione.<br />
A parte l’applicabilità tecnica<br />
di questo articolo riveduto, la votazione<br />
del 9 febbraio ha un importante<br />
effetto catalizzatore. Vogliamo<br />
una Svizzera dove ognuno abbia il<br />
suo posto e si senta al sicuro e accolto?<br />
O continuiamo a stare a guardare<br />
come pochi riescono a dividere la<br />
società a spese delle minoranze?<br />
Un sì è indispensabile, e anche noi<br />
sindacati dobbiamo batterci con<br />
veemenza per questo!<br />
La commissione LGTBI dell’USS<br />
uss.ch/luss/organes/commission-lgbt<br />
«Sul luogo di lavoro, le persone<br />
LGTBI possono essere escluse<br />
professionalmente o ricevere<br />
insulti osceni».
24 Politica<br />
Aumentare l’offerta di alloggi<br />
a prezzi accessibili è fattibile!<br />
Il prossimo 9 febbraio voteremo<br />
sull’iniziativa popolare<br />
dell’Associazione Inquilini.<br />
È un’assoluta necessità.<br />
Poiché da anni gli affitti sono<br />
in costante aumento.<br />
Testo: ASI - Associazione Svizzera<br />
Inquilini<br />
Foto: Fotomelia<br />
L’iniziativa «Più abitazioni a prezzi<br />
accessibili» è sostenuta dall’Unione<br />
sindacale svizzera (USS) sin dal suo<br />
lancio, nel 2015. L’USS è pure rappresentata<br />
nel comitato degli iniziativisti,<br />
assieme a numerose associazioni,<br />
partiti e persone singole di<br />
tutto il paese.<br />
A detta dello stesso Consiglio federale,<br />
come rilevato nel suo messaggio<br />
sull’iniziativa «Più abitazioni a<br />
prezzi accessibili», «l’iniziativa affronta<br />
una questione importante<br />
per l’offerta di alloggi in Svizzera.<br />
È difficile per chi cerca un alloggio,<br />
soprattutto per chi ha un basso potere<br />
d’acquisto, trovare un alloggio<br />
che soddisfi le proprie esigenze. Ne<br />
sono indice gli elevati costi abitativi<br />
delle famiglie economicamente più<br />
deboli e l’aumento del traffico pendolare».<br />
Con la costruzione di un<br />
maggior numero di alloggi senza<br />
scopo di lucro, l’iniziativa si basa su<br />
un sistema collaudato di produzione<br />
di alloggi da parte di committenti<br />
di abitazioni di utilità pubblica.<br />
Già oggi, questi costruttori edilizi<br />
producono appartamenti a prezzi<br />
accessibili in città, ma anche nelle<br />
zone rurali, che a lungo termine<br />
sono molto più economici perché<br />
non sono immobili da reddito.<br />
Sempre più appartamenti di società<br />
immobiliari orientate al reddito<br />
Sempre più in alto: da anni, gli affitti sono in crescita. (© Fotomelia)<br />
Negli ultimi anni il mercato immobiliare<br />
ha subito un preoccupante<br />
cambiamento. Nel 2000, quasi il<br />
60% degli alloggi in affitto apparteneva<br />
ancora a privati. Oggi, solo il<br />
47% degli appartamenti in affitto è<br />
di proprietà di privati. Dall’anno in<br />
oggetto, né il settore pubblico né le<br />
cooperative edilizie sono riusciti ad<br />
aumentare in modo significativo la<br />
loro quota di alloggi in affitto. Tra il<br />
2000 e il 2017, la percentuale di abitazioni<br />
in affitto di proprietà di società<br />
immobiliari (compagnie di assicurazione,<br />
gruppi bancari, fondi<br />
immobiliari, società immobiliari, e<br />
così via) è passata dal 29% al 39%. In<br />
termini assoluti, ciò rappresenta un<br />
aumento di 300mila abitazioni. Il risultato:<br />
spesso vengono costruiti appartamenti<br />
troppo costosi e in luoghi<br />
dove esiste poca richiesta.<br />
In media, gli affitti per gli immobili<br />
di reddito sono significativamente<br />
più elevati rispetto a quelli per gli<br />
appartamenti senza scopo di lucro.<br />
La differenza ammonta a due affitti<br />
mensili all’anno. Nelle città principali,<br />
ammonta persino a tre mesi di<br />
affitto. «Il fatto è che in tutta la Svizzera<br />
ci sono tanti appartamenti vuoti<br />
quante sono le abitazioni nella<br />
sola città di Berna. E pure nella capitale<br />
federale c’è carenza. Per questo<br />
motivo sono necessarie soluzioni<br />
urgenti, soprattutto nelle aree urbane,<br />
e anche la Confederazione e i<br />
cantoni sono chiamati a dare il loro<br />
contributo», afferma Carlo Sommaruga,<br />
presidente dell’Associazione<br />
Svizzera Inquilini (ASI).<br />
Iniziativa basata su strumenti<br />
collaudati<br />
Il Consiglio federale intende migliorare<br />
la situazione integrando con<br />
250 milioni di franchi la dotazione<br />
del fondo di rotazione nei prossimi<br />
dieci anni. In realtà, tuttavia, questo<br />
significa che ogni anno vengono costruiti<br />
solo 800–900 appartamenti<br />
senza scopo di lucro, il che corrisponde<br />
all’incirca al livello attuale.<br />
Ciò ridurrà ulteriormente la quota<br />
di alloggi convenienti.<br />
Grazie al diritto di prelazione a<br />
prezzi di mercato, le imprese edilizie<br />
senza scopo di lucro possono acquistare<br />
terreni edificabili e, grazie<br />
al comprovato fondo di rotazione,<br />
le cooperative edilizie possono ottenere<br />
prestiti. Questi non costano<br />
nulla alla Confederazione, al momento<br />
fruttano addirittura interessi<br />
a favore delle casse federali. Le cooperative<br />
edilizie costruiscono dove<br />
esiste una domanda di alloggi a<br />
prezzi accessibili. E nelle ristrutturazioni<br />
legate al risparmio energetico,<br />
la conservazione di spazi abitativi<br />
a prezzi accessibili deve essere<br />
tenuta in maggiore considerazione.<br />
Fermare la crescita degli affitti<br />
Balthasar Glättli, vicepresidente<br />
dell’ASI, conclude: «Gli affitti in<br />
Svizzera continuano ad aumentare<br />
di anno in anno. È nell’interesse di<br />
tutta la popolazione che gli affitti<br />
siano abbordabili. Per questo l’iniziativa<br />
è necessaria, fattibile e molto<br />
efficace».<br />
https://abitazioni-accessibili.ch
Diritto e diritti<br />
25<br />
Sono iscritta al vostro sindacato e<br />
desidero, per convinzione, impegnarmi<br />
anche all’interno della mia azienda per<br />
rappresentare i miei colleghi davanti<br />
alla direzione. Potrebbe quest’ultima<br />
licenziarmi per «vendetta»?<br />
Se verrò eletta rappresentante dei<br />
lavoratori, qual è il mio margine di manovra<br />
soprattutto in merito al tempo necessario<br />
per questo mandato?<br />
Nel caso invece non venga eletta,<br />
in che modo potrò comunque esercitare<br />
i miei diritti sindacali?<br />
Risponde il servizio giuridico <strong>syndicom</strong><br />
Innanzitutto, va ricordato che la libertà sindacale è sancita<br />
nella Costituzione federale (art. 28). Tuttavia, questa<br />
disposizione non parla esplicitamente di delegati sindacali<br />
o di rappresentanti eletti dai lavoratori. La protezione<br />
dei lavoratori è prevista in primo luogo dalla Legge sulla<br />
partecipazione (art. 12), il cui campo di applicazione è più<br />
esteso rispetto al Codice delle obbligazioni (CO), ma che<br />
non comporta sanzioni specifiche, cosa che invece fa<br />
quest’ultimo. In effetti, nonostante il diritto del lavoro sia<br />
regolato dal principio della libertà contrattuale, l’art. 336<br />
CO elenca, in maniera non esaustiva, i casi di licenziamenti<br />
abusivi, senza definirne il termine. Secondo la dottrina,<br />
una disdetta è abusiva quando i motivi sui quali si<br />
fonda urtano il nostro senso di giustizia perché contrari ai<br />
valori riconosciuti dalla società attuale. Ad esempio, un<br />
licenziamento pronunciato per via di un’affiliazione a un<br />
sindacato o dell’esercizio lecito di un’attività sindacale è<br />
ritenuto abusivo (art. 336 cpv. 2 lett. a e b). Questa disposizione<br />
è piuttosto imperativa, ovvero non può essere<br />
derogata a scapito del dipendente.<br />
Affinché l’attività sindacale venga tutelata, bisogna che<br />
venga esercitata in conformità alla legge e al contratto di<br />
lavoro (CCL o contratto tipo). In linea di massima, il datore<br />
di lavoro ha il diritto di limitare l’esercizio dell’attività<br />
sindacale per contratto, regolamento o direttive (vedi<br />
art. 321d CO) laddove questa limitazione posi su motivi<br />
oggettivi come il desiderio che l’azienda o i rapporti con<br />
la clientela non ne soffrano. I dipendenti organizzati in<br />
un sindacato non beneficiano di nessun privilegio particolare<br />
riguardo al loro obbligo di fedeltà, contrariamente<br />
invece ai rappresentanti eletti dai lavoratori che possono<br />
esercitare la loro attività durante il tempo di lavoro purché<br />
il loro mandato lo esiga e il lavoro professionale lo<br />
consenta (art. 13 Legge sulla partecipazione).<br />
La legge non definisce quali sono i diritti sindacali che<br />
il dipendente può esercitare all’interno dell’azienda; la<br />
questione spesso è regolata da contratti collettivi, da regolamenti<br />
aziendali o a volte da contratti individuali. Dovrebbero<br />
essere considerate attività conformi alla legge<br />
la distribuzione di un giornale sindacale durante le pause<br />
o l’utilizzo di uno spazio nella ditta messo a disposizione<br />
dal datore di lavoro per tenere una riunione informativa<br />
fuori dagli orari di lavoro.<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/puntodiritto
26 Rubriche<br />
Idee<br />
Una formazione su misura<br />
Il programma di perfezionamento<br />
professionale Helias 2020, rivolto<br />
agli operatori del settore media, è<br />
ora disponibile online su helias.ch e<br />
nella sua versione cartacea, che verrà<br />
distribuita a breve. Vi invitiamo a<br />
consultare il programma e a iscrivervi<br />
sin d’ora ai corsi di vostro interesse.<br />
Il numero di partecipanti è infatti<br />
limitato, in modo da<br />
permettere a chi frequenta i corsi di<br />
essere seguito dai docenti con la<br />
massima cura e di trovare il tempo<br />
necessario per chiarire ogni dubbio<br />
o curiosità sulla materia trattata.<br />
Con quest’ottica d’insegnamento, i<br />
partecipanti possono avvantaggiarsi<br />
di una formazione fatta su misura<br />
per loro. Tra le novità di quest’anno<br />
segnaliamo i corsi «Gestione dello<br />
stress» (una serata, il 29 gennaio) e<br />
«Gestione dell’ansia» (due serate, a<br />
metà febbraio) con Marko Valdarnini,<br />
formatore per adulti ed esperto<br />
di realtà virtuale nel contesto della<br />
psicoterapia. Per chi vuol migliorare<br />
il contatto con i clienti, c’è il corso<br />
«La vendita consulenziale: come aumentare<br />
e fidelizzare i clienti» (tre<br />
serate, con lo specialista di marketing<br />
Stefano Bosia). Mattia Speroni<br />
propone invece un corso sulla creazione<br />
della carta decorata con fiori<br />
secchi, profumata o marmorizzata.<br />
I prodotti, frutto di questo atelier,<br />
potranno essere utilizzati nei seguenti<br />
corsi, organizzati dal docente<br />
esperto in legatoria artigianale. Vi<br />
ricordiamo che è sempre possibile<br />
suggerire a Helias gli argomenti che<br />
vi interessano per il vostro aggiornamento<br />
professionale, richiedendo<br />
un corso su misura. Oppure potete<br />
prenotarvi per uno degli otto corsi<br />
su richiesta, che spaziano dalla proprietà<br />
intellettuale alla fotografia,<br />
dalla sicurezza sul lavoro all’informatica.<br />
Potrete farci avere i vostri<br />
suggerimenti attraverso un sondaggio<br />
che sarà inviato prossimamente.<br />
(Red)<br />
La lista e i formulari di iscrizione ai corsi<br />
Helias si trovano su www.helias.ch<br />
© Filmcoopi Zürich<br />
La Gig Economy secondo Ken<br />
Ken Loach, il regista della «no working<br />
class», è sempre lì, a ricordarci<br />
la rabbia (e la disperazione) di quella<br />
che una volta era la classe operaia.<br />
In questo periodo di crisi (non<br />
soltanto economica), Loach ha continuato<br />
a raccontare i drammi proletari<br />
delle vittime del capitalismo.<br />
Lo ha fatto con l’ex alcolista di My<br />
Name is Joe, gli addetti alla manutenzione<br />
delle ferrovie di Paul, Mick<br />
e gli altri, gli immigrati sfruttati di<br />
In questo mondo libero, il sessantenne<br />
in lotta contro la burocrazia di Io,<br />
Daniel Blake. Nell’ultimo Sorry We<br />
Missed You, Loach affronta la Gig<br />
Economy, la cosiddetta «economia<br />
dei lavoretti» attraverso la storia di<br />
un trasportatore freelance. Ormai<br />
sono le macchine, i software, le applicazioni<br />
(come quelle di Uber o di<br />
Deliveroo) che contano i tempi, che<br />
impongono ritmi sovrumani (da robot…).<br />
Il film del regista britannico,<br />
presentato al Festival di Cannes,<br />
racconta la storia di una coppia di<br />
cosiddetti «working poor», lavoratori<br />
precari che non riescono ad arrivare<br />
a fine mese. «Quando abbiamo<br />
visitato le banche alimentari per il<br />
mio precedente film Io, Daniel Blake<br />
– racconta Loach – ci siamo resi conto<br />
che la maggior parte delle persone<br />
lavora con contratti a zero ore. Si<br />
tratta di una nuova forma di sfruttamento.<br />
Questa economia dei lavoretti,<br />
assieme al lavoro precario, è<br />
sempre stata al centro delle mie discussioni<br />
quotidiane con lo sceneggiatore<br />
Paul Laverty. A poco a poco è<br />
emersa l’idea che avrebbe potuto<br />
essere il soggetto per un film».<br />
(Giovanni Valerio)<br />
Sorry We Missed You sarà nelle sale della<br />
Svizzera italiana dal 16 gennaio 2020<br />
Al di là degli stereotipi<br />
Nel 2006 l’Economist dedicò una copertina<br />
alla «Womenomics», neologismo<br />
creato dalla giapponese Kathy<br />
Matsui, per sottolineare il ruolo<br />
motore del lavoro femminile nella<br />
crescita economica globale del futuro<br />
prossimo. Oltre dieci anni dopo,<br />
nello spiegare e interpretare il mondo,<br />
il potenziale femminile rimane<br />
poco valorizzato. Anche se cresce la<br />
consapevolezza che una partecipazione<br />
femminile in linea con quella<br />
maschile significa più ricchezza per<br />
tutti, in Svizzera l’accesso delle donne<br />
a posti di responsabilità e l’orientamento<br />
verso settori ritenuti tradizionalmente<br />
maschili rappresentano<br />
ancora un problema.<br />
Perciò a novembre è stata lanciata<br />
la campagna «100 donne e mille altre»,<br />
che porta un contributo concreto<br />
per una società nella quale le<br />
donne (a partire da quelle più giovani)<br />
trovino un terreno fertile per<br />
esprimere i loro talenti. Si tratta di<br />
un progetto interregionale di comunicazione<br />
e sensibilizzazione, che<br />
coinvolge Francia e Svizzera e pone<br />
al centro storie di donne, i cui percorsi<br />
professionali e personali si dipanano<br />
anche in ambiti considerati<br />
maschili. Lo scopo della campagna<br />
è smontare gli stereotipi e svecchiare<br />
così un linguaggio (spesso mediatico)<br />
dove si trascura l’apporto delle<br />
donne in tutti gli ambiti, dalla scienza<br />
e la medicina alla tecnologia,<br />
dall’economia alle scienze sociali,<br />
passando per l’arte e lo sport. A dimostrazione<br />
che le competenze non<br />
hanno genere. Il sito della campagna<br />
presenta i ritratti delle donne<br />
scelte. Sempre sullo stesso sito si<br />
può scaricare (oppure ordinare sotto<br />
forma stampata) il volume trilingue<br />
che accompagna il progetto.<br />
(Valeria Camia)<br />
www.100femmes.ch
1000 parole<br />
La matita di Ruedi Widmer<br />
27
28 Eventi Durante i mesi di ottobre e novembre, <strong>syndicom</strong> è stato davanti al Parlamento<br />
giurassiano a Delémont con i 150 conducenti di AutoPostale e con chi ha<br />
mostrato loro la propria solidarietà, alle esposizioni sulla parità di Gossau e<br />
Eclépens, alla giornata di giornalismo di Winterthur e con il comitato pensionati.<br />
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2<br />
3<br />
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5
1–4. A Delémont, davanti al Parlamento del Giura, circa 150 conducenti di AutoPostale e Chemins de fer du Jura (CJ) hanno manifestato per dire<br />
che non accetteranno nessun peggioramento delle condizioni di lavoro a seguito della nuova assegnazione delle linee (© Hélène Tobler)<br />
5. L’assemblea dei delegati della Posta manifesta la sua solidarietà al personale di AutoPostale del Giura. (© Sheila Winkler)<br />
6. Stessa solidarietà viene espressa il 15 novembre all’assemblea dei latini (© Sheila Winkler)<br />
7. A Gossau, il 14 ottobre, si è tenuto il vernissage dell’esposizione sulla parità presso il centro logistico della Posta (© Dominik Fitze)<br />
8. La mostra sulla parità è stata esposta anche presso il centro lettere di Eclépens, nel canton Vaud (© <strong>syndicom</strong>)<br />
9. Lo stand di <strong>syndicom</strong> alla giornata di giornalismo di Winterthur (© <strong>syndicom</strong>)<br />
10. La retraite del comitato dei pensionati <strong>syndicom</strong> tenutasi a Biel/Bienne (© Rodolphe Aeschlimann)<br />
29<br />
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30<br />
Un lavoro,<br />
una vita<br />
«Non si deve risparmiare sulle spalle<br />
dei lavoratori e degli utenti»<br />
Nicolas Maître, nato nel 1961, ha<br />
cominciato la sua carriera alla Posta<br />
come postino a 17 anni. È stato attivo<br />
soprattutto a Bienne nella distribuzione<br />
e nella spedizione. Nel 1988 ha<br />
rilevato l’ufficio postale di suo padre a<br />
Epauvillers. Rappresentava la quarta<br />
generazione in quella funzione. Nel<br />
2000 ha assolto una riconversione professionale<br />
come tecnico informatico.<br />
Padre di tre figli ormai adulti, oggi lavora<br />
come sostituto nelle filiali della<br />
Posta giurassiana. Dal 2009 è anche<br />
consigliere comunale presso il comune<br />
di Clos-du-Doubs e dal 2015 deputato<br />
socialista nel parlamento del Giura.<br />
È iscritto al sindacato da più di quarant’anni.<br />
Testo: Sylvie Fischer<br />
Foto: Hélène Tobler<br />
«I salari dei conducenti<br />
del Giura non devono<br />
diminuire»<br />
Sono membro della Commissione<br />
dell’economia del Parlamento giurassiano<br />
e della Conferenza dei<br />
trasporti per il comune di Clos-du-<br />
Doubs. È proprio in occasione di una<br />
riunione di questa conferenza nel<br />
2017 che ho scoperto che sarebbe<br />
stato indetto un concorso sulle linee.<br />
Già mi ero allarmato che questo non<br />
accadesse a spese dei dipendenti e il<br />
ministro dei trasporti ci aveva promesso<br />
che non c’era motivo di preoccuparsi.<br />
A torto, visto che nessuna di<br />
queste promesse è stata mantenuta.<br />
Questo sarà il mio quarto intervento<br />
parlamentare che deporrò al Parlamento<br />
giurassiano. Noi stiamo facendo<br />
una pressione sindacale affinché<br />
la scelta del Giura e della Confederazione<br />
possa essere orientata<br />
verso una soluzione soddisfacente.<br />
Innanzitutto, chiediamo un<br />
salario annuale superiore ai 58mila<br />
franchi raccomandati dalla direttiva<br />
dell’Ufficio federale dei trasporti<br />
(UFT). Attualmente si stima a 72mila<br />
franchi il salario d’uso nel settore nel<br />
Giura. Noi avremmo voluto che il<br />
cantone fissasse un criterio di qualità,<br />
di costo fisso e di rilevamento del<br />
personale nelle condizioni della<br />
gara, cosa che non è successa. Il cantone<br />
avrebbe potuto indicare liberamente<br />
che esiste un salario d’uso<br />
nel Giura per questa funzione, dal<br />
momento che l’UFT non tiene conto<br />
del carovita della nostra regione. Noi<br />
chiediamo che questi criteri, indicatori<br />
di buone condizioni di lavoro,<br />
siano rispettati e che la scelta non<br />
venga fatta a scapito del personale.<br />
La RATP francese o le società spagnole<br />
che attualmente sono entrate<br />
in lizza non si preoccupano di questi<br />
aspetti. Sono addirittura andate a<br />
spiare i conducenti per poter presentare<br />
una migliore offerta sul mercato!<br />
Io non sono solo preoccupato<br />
perché certe società pagano male,<br />
ma anche perché hanno problemi di<br />
sicurezza relativi al parco bus. Questo<br />
elemento dovrebbe pesare negativamente<br />
in un confronto tra i vari<br />
concorrenti.<br />
Il mio tasso d’impiego all’80%<br />
alla Posta mi permette d’assumermi<br />
anche incarichi politici e sindacali.<br />
Ho anche una compagna paziente e<br />
comprensiva. Le sostituzioni nelle<br />
filiali mi permettono di avere molti<br />
contatti e una buona rete nel Giura.<br />
Sono in primo luogo un sindacalista<br />
militante, membro del gruppo socialista.<br />
È per questo che sono pronto<br />
a lottare fino alla fine affinché<br />
queste concessioni non vengano assegnate<br />
a spese dei dipendenti delle<br />
linee di bus del Giura. Il vincitore dovrebbe<br />
essere reso noto a inizio 2020.<br />
Su raccomandazione del governo, la<br />
Confederazione (UFT) attribuirà queste<br />
linee per dieci anni. Un ghiotto<br />
mercato di 20 milioni di franchi l’anno,<br />
dunque 200 milioni su dieci anni.<br />
Noi ci batteremo per far sì che gran<br />
parte di questa somma venga spesa<br />
nei salari dei dipendenti per permettere<br />
loro di vivere e di far vivere le<br />
proprie famiglie in maniera decente.<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/stopaldumping
Impressum<br />
Redazione: Sylvie Fischer, Giovanni Valerio<br />
Tel. 058 817 18 18, redazione@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
Traduzioni: Barbara Iori, Alleva-Translations,<br />
Petra Demarchi<br />
Illustrazioni: Katja Leudolph<br />
Foto senza copyright: © zVg<br />
Layout e correzione: Stämpfli SA, Berna<br />
Stampa: Stämpfli SA, Wölflistrasse 1, 3001 Berna<br />
Notifica cambi di indirizzo: <strong>syndicom</strong>, Adressverwaltung,<br />
Monbijoustrasse 33, CP, 3001 Berna<br />
Tel. 058 817 18 18, Fax 058 817 18 17<br />
Inserzioni: priska.zuercher@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
Abbonamenti: info@<strong>syndicom</strong>.com<br />
Gratis per i soci. Per gli altri: Fr. 50.– (estero: 70.–)<br />
Editore: <strong>syndicom</strong> – sindacato dei media<br />
e della comunicazione, Monbijoustrasse 33,<br />
CP, 3001 Berna<br />
La <strong>rivista</strong> <strong>syndicom</strong> esce sei volte l’anno.<br />
Il prossimo numero uscirà il 24 febbraio 2020<br />
Chiusura redazionale: 13 gennaio 2020<br />
31<br />
Il cruciverba di <strong>syndicom</strong><br />
In palio un buono Coop del valore di<br />
40 franchi. La soluzione sarà pubblicata<br />
sul prossimo numero insieme al nome<br />
del vincitore. Non è previsto alcuno<br />
scambio di corrispondenza sul concorso.<br />
Sono escluse le vie legali.<br />
Inviare la soluzione entro il 12 gennaio<br />
2020 a <strong>syndicom</strong>, via Genzana 2,<br />
6900 Massagno.<br />
La soluzione del cruciverba dello scorso<br />
numero è DIGISOCIALE. La vincitrice è<br />
Anna Bullo di Claro, a cui va il premio di<br />
un buono REKA. Congratulazioni!<br />
Pubblicità<br />
TUTTO È BEN<br />
PROTETTO<br />
Attivati<br />
amnesty.ch<br />
TRANNE I RIFUGIATI<br />
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32 Inter-attivi<br />
Cosa ci aspettiamo dal nuovo Parlamento<br />
Regina Frei, libraia<br />
Dal nuovo Parlamento mi<br />
attendo che promuova l’adeguamento<br />
(già da tempo necessario)<br />
delle leggi esistenti<br />
di fronte a una società sempre<br />
più aperta, in particolare<br />
nell’ambito della parità dei<br />
diritti per tutti.<br />
Benjamin di Wyl,<br />
giornalista freelance<br />
Confido in una modifica costituzionale<br />
in tempi brevi: l’articolo sui<br />
media concernente la radio e la<br />
televisione deve essere esteso a<br />
giornali e media online.<br />
Andrea Pardo, postino<br />
Vorrei più attenzione agli<br />
stipendi del ceto mediobasso.<br />
Per un salario<br />
dignitoso per tutti, sgravi<br />
alle famiglie con figli (cassa<br />
malati e tasse). Più fatti e<br />
meno parole!<br />
Niclas Glauser, Enterprise<br />
Customer Care Swisscom<br />
Mi aspetto un ulteriore<br />
passo verso la parità sociale<br />
e giuridica di tutti i sessi e<br />
una discussione basata sui<br />
fatti sul tema dell’introduzione<br />
del 5G.<br />
Patrick Pflumm,<br />
autista AutoPostale<br />
Mi aspetto che vengano<br />
difesi i salari e non le<br />
frontiere. La battaglia deve<br />
essere condotta su un<br />
salario equo, stabilito dal<br />
contratto, senza discriminazioni<br />
tra lavoratori<br />
indigeni e frontalieri.<br />
Rachel Grüninger,<br />
impiegata AutoPostale<br />
Mi aspetto una particolare attenzione<br />
nei confronti dei lavoratori locali,<br />
proponendo un salario minimo dignitoso.<br />
In quanto donna, auspico<br />
la parità di diritti tra i sessi, sia di<br />
trattamento che di retribuzione, valutando<br />
anche un diritto di congedo<br />
paternità più esteso per i neo-papà.<br />
Sebastian Walter,<br />
DevOps Engineer Swisscom<br />
È necessario fermare il cambiamento<br />
climatico, ma non sulle spalle dei<br />
lavoratori. Le aziende che da anni<br />
distruggono l’ambiente devono<br />
pagare per la ristrutturazione<br />
dell’economia.<br />
Alda Viviani,<br />
traduttrice freelance<br />
Vorrei che il Parlamento si<br />
impegnasse per premi di<br />
casse malati proporzionali<br />
al reddito e non<br />
superiori al 10 per cento<br />
di questo.<br />
Priscilla De Lima,<br />
giornalista<br />
Dal nuovo Parlamento mi<br />
aspetto misure concrete<br />
per la parità salariale e<br />
per una migliore conciliabilità<br />
tra vita familiare e<br />
lavoro.