syndicom rivista N.14
Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L''unione fa la forza!
Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L''unione fa la forza!
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26 Rubriche<br />
Idee<br />
Una formazione su misura<br />
Il programma di perfezionamento<br />
professionale Helias 2020, rivolto<br />
agli operatori del settore media, è<br />
ora disponibile online su helias.ch e<br />
nella sua versione cartacea, che verrà<br />
distribuita a breve. Vi invitiamo a<br />
consultare il programma e a iscrivervi<br />
sin d’ora ai corsi di vostro interesse.<br />
Il numero di partecipanti è infatti<br />
limitato, in modo da<br />
permettere a chi frequenta i corsi di<br />
essere seguito dai docenti con la<br />
massima cura e di trovare il tempo<br />
necessario per chiarire ogni dubbio<br />
o curiosità sulla materia trattata.<br />
Con quest’ottica d’insegnamento, i<br />
partecipanti possono avvantaggiarsi<br />
di una formazione fatta su misura<br />
per loro. Tra le novità di quest’anno<br />
segnaliamo i corsi «Gestione dello<br />
stress» (una serata, il 29 gennaio) e<br />
«Gestione dell’ansia» (due serate, a<br />
metà febbraio) con Marko Valdarnini,<br />
formatore per adulti ed esperto<br />
di realtà virtuale nel contesto della<br />
psicoterapia. Per chi vuol migliorare<br />
il contatto con i clienti, c’è il corso<br />
«La vendita consulenziale: come aumentare<br />
e fidelizzare i clienti» (tre<br />
serate, con lo specialista di marketing<br />
Stefano Bosia). Mattia Speroni<br />
propone invece un corso sulla creazione<br />
della carta decorata con fiori<br />
secchi, profumata o marmorizzata.<br />
I prodotti, frutto di questo atelier,<br />
potranno essere utilizzati nei seguenti<br />
corsi, organizzati dal docente<br />
esperto in legatoria artigianale. Vi<br />
ricordiamo che è sempre possibile<br />
suggerire a Helias gli argomenti che<br />
vi interessano per il vostro aggiornamento<br />
professionale, richiedendo<br />
un corso su misura. Oppure potete<br />
prenotarvi per uno degli otto corsi<br />
su richiesta, che spaziano dalla proprietà<br />
intellettuale alla fotografia,<br />
dalla sicurezza sul lavoro all’informatica.<br />
Potrete farci avere i vostri<br />
suggerimenti attraverso un sondaggio<br />
che sarà inviato prossimamente.<br />
(Red)<br />
La lista e i formulari di iscrizione ai corsi<br />
Helias si trovano su www.helias.ch<br />
© Filmcoopi Zürich<br />
La Gig Economy secondo Ken<br />
Ken Loach, il regista della «no working<br />
class», è sempre lì, a ricordarci<br />
la rabbia (e la disperazione) di quella<br />
che una volta era la classe operaia.<br />
In questo periodo di crisi (non<br />
soltanto economica), Loach ha continuato<br />
a raccontare i drammi proletari<br />
delle vittime del capitalismo.<br />
Lo ha fatto con l’ex alcolista di My<br />
Name is Joe, gli addetti alla manutenzione<br />
delle ferrovie di Paul, Mick<br />
e gli altri, gli immigrati sfruttati di<br />
In questo mondo libero, il sessantenne<br />
in lotta contro la burocrazia di Io,<br />
Daniel Blake. Nell’ultimo Sorry We<br />
Missed You, Loach affronta la Gig<br />
Economy, la cosiddetta «economia<br />
dei lavoretti» attraverso la storia di<br />
un trasportatore freelance. Ormai<br />
sono le macchine, i software, le applicazioni<br />
(come quelle di Uber o di<br />
Deliveroo) che contano i tempi, che<br />
impongono ritmi sovrumani (da robot…).<br />
Il film del regista britannico,<br />
presentato al Festival di Cannes,<br />
racconta la storia di una coppia di<br />
cosiddetti «working poor», lavoratori<br />
precari che non riescono ad arrivare<br />
a fine mese. «Quando abbiamo<br />
visitato le banche alimentari per il<br />
mio precedente film Io, Daniel Blake<br />
– racconta Loach – ci siamo resi conto<br />
che la maggior parte delle persone<br />
lavora con contratti a zero ore. Si<br />
tratta di una nuova forma di sfruttamento.<br />
Questa economia dei lavoretti,<br />
assieme al lavoro precario, è<br />
sempre stata al centro delle mie discussioni<br />
quotidiane con lo sceneggiatore<br />
Paul Laverty. A poco a poco è<br />
emersa l’idea che avrebbe potuto<br />
essere il soggetto per un film».<br />
(Giovanni Valerio)<br />
Sorry We Missed You sarà nelle sale della<br />
Svizzera italiana dal 16 gennaio 2020<br />
Al di là degli stereotipi<br />
Nel 2006 l’Economist dedicò una copertina<br />
alla «Womenomics», neologismo<br />
creato dalla giapponese Kathy<br />
Matsui, per sottolineare il ruolo<br />
motore del lavoro femminile nella<br />
crescita economica globale del futuro<br />
prossimo. Oltre dieci anni dopo,<br />
nello spiegare e interpretare il mondo,<br />
il potenziale femminile rimane<br />
poco valorizzato. Anche se cresce la<br />
consapevolezza che una partecipazione<br />
femminile in linea con quella<br />
maschile significa più ricchezza per<br />
tutti, in Svizzera l’accesso delle donne<br />
a posti di responsabilità e l’orientamento<br />
verso settori ritenuti tradizionalmente<br />
maschili rappresentano<br />
ancora un problema.<br />
Perciò a novembre è stata lanciata<br />
la campagna «100 donne e mille altre»,<br />
che porta un contributo concreto<br />
per una società nella quale le<br />
donne (a partire da quelle più giovani)<br />
trovino un terreno fertile per<br />
esprimere i loro talenti. Si tratta di<br />
un progetto interregionale di comunicazione<br />
e sensibilizzazione, che<br />
coinvolge Francia e Svizzera e pone<br />
al centro storie di donne, i cui percorsi<br />
professionali e personali si dipanano<br />
anche in ambiti considerati<br />
maschili. Lo scopo della campagna<br />
è smontare gli stereotipi e svecchiare<br />
così un linguaggio (spesso mediatico)<br />
dove si trascura l’apporto delle<br />
donne in tutti gli ambiti, dalla scienza<br />
e la medicina alla tecnologia,<br />
dall’economia alle scienze sociali,<br />
passando per l’arte e lo sport. A dimostrazione<br />
che le competenze non<br />
hanno genere. Il sito della campagna<br />
presenta i ritratti delle donne<br />
scelte. Sempre sullo stesso sito si<br />
può scaricare (oppure ordinare sotto<br />
forma stampata) il volume trilingue<br />
che accompagna il progetto.<br />
(Valeria Camia)<br />
www.100femmes.ch