syndicom rivista N.14
Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L''unione fa la forza!
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Politica<br />
Persone LGBTI: non più<br />
indifese di fronte alla legge!<br />
23<br />
Il 9 febbraio 2020 si terrà una<br />
votazione popolare sull’estensione<br />
della norma penale<br />
per includere il criterio dell’orientamento<br />
sessuale. Il 70%<br />
dei dipendenti omosessuali<br />
ha subito discriminazioni sul<br />
lavoro negli ultimi tre anni.<br />
Testo: Reto Wyss, USS<br />
Foto: Burst<br />
Per consentire la ratifica della Convenzione<br />
sulla discriminazione razziale<br />
adottata dall’ONU già nel 1965,<br />
nel 1995 la Svizzera ha infine rivisto<br />
il suo Codice penale e ha aggiunto<br />
l’articolo 261bis, comunemente<br />
noto come «norma penale sul razzismo».<br />
È stata una dura lotta contro i<br />
reazionari di questo paese, che presumibilmente<br />
«vogliono che sia vietato<br />
parlarne».<br />
Una legislazione rimasta indietro<br />
Attualmente la Svizzera è indietro<br />
anche in materia di protezione di<br />
persone LGBTI (acronimo che sta a<br />
indicare lesbiche, gay, bisessuali,<br />
transgender e intersessuali). Si classifica<br />
al 22° posto a livello europeo<br />
per la situazione giuridica e sociale<br />
delle persone LGBTI – posizionandosi<br />
addirittura dietro l’Ungheria di<br />
Viktor Orbán, che non è nota per un<br />
clima particolarmente favorevole<br />
alle persone LGBTI. Questa classifica<br />
della Svizzera ha anche molto a<br />
che fare con il fatto che «l’incitamento<br />
all’odio» contro le persone<br />
LGBTI in Svizzera non può ancora<br />
essere punito legalmente. In questo<br />
la Svizzera viene regolarmente criticata<br />
anche dal Consiglio d’Europa.<br />
Con l’aggiunta del criterio<br />
dell’orientamento sessuale alla norma<br />
penale, questo finalmente cambierebbe<br />
quanto meno per lesbiche,<br />
gay e bisessuali. Il nostro collega<br />
Matthias Reynard ha già chiesto<br />
questa modifica della legge nel 2013<br />
con un’iniziativa parlamentare. Il<br />
Parlamento lo ha seguito con<br />
un’ampia maggioranza dopo un lungo<br />
tira e molla, ma i circoli conservatori<br />
di destra legati all’UDC e<br />
all’UDF hanno lanciato con successo<br />
il referendum (anche se con mezzi<br />
sleali: «Firma qui contro l’omofobia!»).<br />
La votazione popolare si terrà<br />
quindi il 9 febbraio 2020.<br />
La discriminazione avviene laddove<br />
le persone trascorrono il loro<br />
tempo e quindi sul posto di lavoro.<br />
Le persone LGBTI ne sono particolarmente<br />
colpite, come rivelano sia i<br />
dati statistici che le innumerevoli<br />
esperienze individuali. Secondo recenti<br />
sondaggi, il 70% dei dipendenti<br />
omosessuali ha subito negli ultimi<br />
tre anni una discriminazione<br />
basata sull’orientamento sessuale.<br />
Nel caso di persone transgender, la<br />
discriminazione – addirittura i licenziamenti<br />
– è ancora più frequente<br />
a causa della loro identità di genere.<br />
Purtroppo, questi ultimi, in<br />
particolare, sono ora esplicitamente<br />
esclusi dall’estensione dell’articolo<br />
sul diritto penale, perché il criterio<br />
dell’«identità di genere», che per<br />
loro è rilevante, è stato ribaltato dal<br />
Parlamento. Dopo aver vinto la consultazione<br />
popolare, è necessario<br />
apportare miglioramenti il più rapidamente<br />
possibile in questo senso.<br />
Difendersi in caso di perdita del posto<br />
Sul posto di lavoro, la discriminazione<br />
assume molte forme diverse, che<br />
vanno dall’esclusione professionale<br />
o sociale, alle osservazioni oscene,<br />
all’outing forzato e alle molestie sessuali.<br />
Tuttavia, a livello materiale la<br />
discriminazione per le persone<br />
LGBTI è più grave quando culmina<br />
nel rifiuto o nella perdita del posto<br />
di lavoro. Oggi non esiste una base<br />
giuridica in questi casi, come ha ribadito<br />
ancora una volta la recente<br />
sentenza del Tribunale federale sulla<br />
non applicabilità della legge<br />
sull’uguaglianza alle persone<br />
LGBTI. L’estensione della norma<br />
penale cambierebbe finalmente la<br />
situazione per le lavoratrici e i lavoratori<br />
omosessuali e bisessuali, poiché<br />
i contratti di lavoro rientrano<br />
chiaramente nell’ambito della protezione<br />
di questo articolo. I dipendenti<br />
interessati avrebbero così finalmente<br />
la possibilità di difendersi<br />
legalmente in caso di rifiuto (ed<br />
eventualmente di perdita) di un<br />
posto di lavoro, ovviamente basato<br />
sulla discriminazione.<br />
A parte l’applicabilità tecnica<br />
di questo articolo riveduto, la votazione<br />
del 9 febbraio ha un importante<br />
effetto catalizzatore. Vogliamo<br />
una Svizzera dove ognuno abbia il<br />
suo posto e si senta al sicuro e accolto?<br />
O continuiamo a stare a guardare<br />
come pochi riescono a dividere la<br />
società a spese delle minoranze?<br />
Un sì è indispensabile, e anche noi<br />
sindacati dobbiamo batterci con<br />
veemenza per questo!<br />
La commissione LGTBI dell’USS<br />
uss.ch/luss/organes/commission-lgbt<br />
«Sul luogo di lavoro, le persone<br />
LGTBI possono essere escluse<br />
professionalmente o ricevere<br />
insulti osceni».