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syndicom rivista N.14

Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L''unione fa la forza!

Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L''unione fa la forza!

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<strong>syndicom</strong><br />

N. 14 Novembre-Dicembre 2019<br />

<strong>rivista</strong><br />

Aria<br />

fresca<br />

a Palazzo


Pubblicità<br />

Reka-Card: Così ottiene più soldi per il<br />

tempo libero e le vacanze<br />

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Con la Reka-Card paga ai terminali di pagamento<br />

presso i punti di incasso Reka. Può però registrare<br />

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veloce e senza complicazioni. Anche alle stazioni<br />

di benzina AVIA, BP e da poco Coop Pronto<br />

può pagare con la Reka-Card, agli automatici o<br />

direttamente nello shop. Ce n’è per tutti i gusti<br />

presso gli oltre 9000 punti di incasso in tutta la<br />

Svizzera. Tra questi figurano ristoranti, alberghi,<br />

impianti di risalita e skilift, parchi divertimento,<br />

musei, centri fitness o addirittura agli<br />

automatici Selecta.<br />

Come ottengo la Reka-Card?<br />

Reka le invia una polizza di versamento direttamente<br />

a casa. Dopo il suo pagamento le viene<br />

inviata la sua Reka-Card e separatamente il PIN.<br />

Parallelamente avrà accesso online attraverso<br />

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bloccare la sua carta in caso di perdita, visualizzare<br />

il suo credito o acquistare ulteriore credito<br />

Reka con uno sconto del 2 %.<br />

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tempo libero si trovano su<br />

reka-guide.ch o su Instagram<br />

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Terre des Hommes Suisse lavora a stretto contatto con i suoi<br />

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Il diritto all’istruzione Il diritto alla protezione Il diritto alla partecipazione<br />

Unitevi a noi per promuovere i diritti dei bambini, in Svizzera e<br />

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Per saperne di più sui nostri progetti e le nostre azioni :<br />

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© Terre des Hommes Suisse<br />

Ch. du Pré-Picot 3,<br />

1223 Cologny-Ginevra, Svizzera<br />

Tel. +41 (0)22 737 36 36 - CCP 12-12176-2<br />

Terre des Hommes Suisse detiene il marchio di qualità<br />

Zewo. Questa certificazione attesta che la sua donazione<br />

viene utilizzata in modo corretto e responsabile.


Sommario<br />

4 Team vincenti<br />

5 Brevi ma utili<br />

6 Dalla parte degli altri<br />

7 L’ospite<br />

8 Dossier: post-elezioni<br />

16 Dalle professioni<br />

22 Politica: intervista a<br />

Tamara Funiciello<br />

25 Diritto e diritti<br />

26 Idee<br />

27 Mille parole<br />

28 Eventi<br />

30 Un lavoro, una vita<br />

31 Cruciverba<br />

32 Inter-attivi<br />

We, not me. Noi, non io.<br />

Onda verde, politica climatica, slittamento a<br />

sinistra, elezione delle donne: titoli che hanno<br />

dominato i giornali e le cronache post-elezioni.<br />

Una cosa è chiara: il risultato di queste elezioni<br />

equivale per la Svizzera a uno tsunami. Il nostro<br />

Parlamento diventa più rosa e più giovane. Le<br />

spese per le casse malati, i problemi irrisolti in<br />

materia di rendite e il cambiamento climatico<br />

hanno prodotto un forte effetto di mobilitazione<br />

presso i giovani elettori e le giovani elettrici.<br />

Un effetto alimentato anche dallo sciopero delle<br />

donne. Questa frangia della popolazione chiede<br />

una politica, una società e un ambiente sostenibili.<br />

Soluzioni per il futuro ora e non chissà<br />

quando. E soprattutto una politica che metta al<br />

centro la società e non i singoli. Esattamente:<br />

we, not me!<br />

Non è tuttavia definito come questo si ripercuota<br />

sulle questioni e sulle problematiche irrisolte<br />

come la politica climatica, la protezione<br />

salariale, la questione delle rendite, il servizio<br />

pubblico, i crescenti costi sanitari, le pari opportunità<br />

oppure sulla crescente digitalizzazione<br />

nel mondo del lavoro. In tutti i settori c’è<br />

bisogno di soluzioni che garantiscano un impatto<br />

ampio e sostenibile per una Svizzera moderna<br />

che adempia ai propri obblighi sociali.<br />

È su questo che si valuta un Parlamento.<br />

4<br />

8<br />

22<br />

Daniel Münger, presidente <strong>syndicom</strong><br />

In copertina:<br />

Fabien Fivaz (Verdi, Neuchâtel),<br />

Baptiste Hurni (PS, Neuchâtel), Tamara<br />

Funiciello (PS, Berna) e Franziska Roth<br />

(PS, Soletta) nel giorno dedicato ai<br />

nuovi eletti a Palazzo Federale. Sullo<br />

sfondo: Flavia Wasserfallen (PS, Berna).


4<br />

Team vincenti<br />

«Sostenere <strong>syndicom</strong> grazie alla<br />

nostra esperienza è un piacere»<br />

Il sangallese Paul Heinzelmann (59<br />

anni) ha passato dieci anni al servizio<br />

operativo delle FFS dove è stato membro<br />

del sindacato del personale dei<br />

trasporti (SEV). Per trent’anni presso<br />

Swisscom, ha occupato diverse funzioni<br />

soprattutto nelle risorse umane con<br />

la formazione professionale simile al<br />

Customer Field Service. È socio <strong>syndicom</strong><br />

e nel 2018 è andato in pensione.<br />

Edith Annaheim ha lavorato 44 anni alla<br />

Swisscom e da 26 è iscritta a <strong>syndicom</strong>.<br />

Con questa esperienza si è impegnata<br />

attivamente nel comitato di<br />

sezione di Olten/Soletta. Alla fine del<br />

2016 Edith è approdata a Worklink, lo<br />

strumento del piano sociale di Swisscom,<br />

dove ha co-fondato Organisation<br />

Plus. In questa funzione ha già tenuto<br />

oltre 150 colloqui di consulenza.<br />

Anche Jürg Schär prima del suo pensionamento,<br />

lo scorso febbraio, era<br />

impiegato Swisscom nell’ambito<br />

dell’informatica. Il suo primo giorno di<br />

lavoro nel 1984 (presso l’allora PTT) ha<br />

aderito al sindacato e da allora gli è<br />

rimasto sempre fedele. All’interno di<br />

Organisation Plus è stato attivo nelle<br />

consulenze pensionistiche.<br />

Testo: Mark Herbst<br />

Foto: Peter Mosimann<br />

«Organisation Plus, al<br />

servizio dei lavoratori<br />

più anziani»<br />

L’idea di sfruttare le esperienze e il<br />

sapere acquisito negli anni da colleghi<br />

più anziani ha portato alla nascita,<br />

nel maggio 2019, di Organisation<br />

Plus. Siamo stati coinvolti nello sviluppo<br />

di idee e di progetti per il reclutamento<br />

di nuovi soci e ora siamo<br />

pronti a cominciare a realizzare i<br />

primi progetti!<br />

Il progetto di Edith Annaheim è pensato<br />

per tutti coloro che stanno pensando<br />

al prepensionamento: «Perché<br />

dovrei lavorare più a lungo, se ho più<br />

di 50 anni e nel caso di licenziamento<br />

farei tantissima fatica a ritrovare<br />

un lavoro? Il pensionamento anticipato<br />

è un’opzione che si deve verificare<br />

in ogni caso individuale. <strong>syndicom</strong><br />

può consigliarti e aiutarti a<br />

prendere una decisione». Il nostro<br />

progetto riguarda il trattamento riservato<br />

ai membri uscenti. Perché i<br />

sindacati come <strong>syndicom</strong> perdono i<br />

loro affiliati? Molto semplice: perché<br />

le dimissioni superano le adesioni.<br />

Organisation Plus vuol ricordare ai<br />

soci uscenti i vantaggi di un’affiliazione<br />

e di mostrare loro l’apprezzamento<br />

che magari è mancato loro in<br />

passato. Secondo Paul Heinzelmann,<br />

«con la nostra collaborazione si possono<br />

sostenere al meglio i soci e lo<br />

stesso sindacato. Inoltre, ho personalmente<br />

il piacere di diffondere le<br />

mie competenze e di fare qualcosa di<br />

gratificante. Per questo invito i colleghi<br />

a unirsi a noi!».<br />

Il progetto è sviluppato in collaborazione<br />

con Sébastien Bourquin, responsabile<br />

per lo sviluppo della rete<br />

dei soci di <strong>syndicom</strong>. L’organizzazione<br />

ripartisce i compiti in piccole parti<br />

per aumentare i contatti con i soci,<br />

come spiega Jürg Schär: «La co-impostazione<br />

attiva è una chance per tutti,<br />

ed è nelle nostre mani migliorare la<br />

considerazione verso gli iscritti. Ecco<br />

perché partecipo!»<br />

Ma abbiamo in mente attività anche<br />

riguardo al reclutamento di nuovi<br />

soci. A questo fine i colleghi si integrano<br />

in strutture regionali già esistenti,<br />

come per esempio i gruppi<br />

locali di Swisscom. Organisation<br />

Plus accoglie caldamente le colleghe<br />

e i colleghi sui 60 che fossero interessati.<br />

Teniamo regolarmente incontri,<br />

elaboriamo strumenti efficaci, utilizziamo<br />

quelli esistenti e ci rallegriamo<br />

di realizzare insieme dei progetti<br />

che servono a <strong>syndicom</strong> e che danno<br />

gioia anche a noi stessi.


Brevi ma utili<br />

Avviato il dialogo con Smood \ Per una tredicesima AVS \<br />

Una bomba sociale nel Giura \ Donne in vista da Ringier \<br />

170 aumenti a PostFinance \ Discriminazioni basate sull’età \<br />

Premio Gutenberg \ Contatti<br />

5<br />

Avviato il dialogo con Smood<br />

I fornitori di pasti al servizio dell’azienda<br />

Smood SA, che collabora con Migros, si<br />

sono lamentati dei salari e delle condizioni<br />

di lavoro, in particolare della comunicazione<br />

dei piani d’intervento e dei<br />

risarcimenti per l’utilizzo dei loro cellulari<br />

e veicoli privati. Tali servizi rientrano<br />

nel campo d’applicazione della legge<br />

sulle Poste, le cui condizioni devono essere<br />

rispettate. <strong>syndicom</strong> è soddisfatto<br />

che Smood SA si dimostri aperta al dialogo.<br />

In particolare, l’azienda potrebbe<br />

sottoscrivere il CCL dei corrieri in bici e<br />

dei servizi di corriere urbani.<br />

Per una tredicesima AVS<br />

L’assemblea dei delegati USS ha lanciato<br />

un’iniziativa popolare per una tredicesima<br />

rendita AVS per contrastare la diminuzione<br />

dei salari nonostante i contributi<br />

sempre più elevati. Il versamento<br />

di questa rendita supplementare, dello<br />

stesso importo della rendita AVS, corrisponde<br />

a un aumento dell’8,33% e<br />

andrebbe a beneficio dei redditi medio-bassi.<br />

Inoltre, l’USS ha proposto dieci<br />

misure per un maggior potere d’acquisto,<br />

tra cui la distribuzione di una parte<br />

degli utili della BNS a favore dell’AVS, una<br />

tredicesima mensilità per tutti e un<br />

aumento degli assegni famigliari.<br />

Una bomba sociale nel Giura<br />

Circa 150 autisti e simpatizzanti hanno<br />

manifestato il 27 novembre davanti al<br />

parlamento cantonale giurassiano a<br />

Delémont contro le modalità utilizzate<br />

nella messa a concorso delle linee di<br />

autobus nel Giura, rinunciando a criteri<br />

vincolanti per tutelare le condizioni di<br />

lavoro nel bando di concorso. Gli autisti,<br />

che indossavano simbolicamente dei gilet<br />

gialli, hanno offerto dei cioccolatini-bomba<br />

al governo per dimostrare che<br />

con questo concorso tiene tra le mani<br />

una vera bomba sociale a orologeria e<br />

non deve sacrificare i conducenti nei<br />

bandi di concorso.<br />

Donne in vista da Ringier<br />

Il gruppo Ringier utilizzerà l’intelligenza<br />

artificiale per contare gli articoli dedicati<br />

agli uomini e alle donne sui suoi<br />

siti internet, valutando immagini e titoli.<br />

Verrà misurata anche la frequenza<br />

con cui gli uomini e le donne prendono<br />

la parola, nonché le persone che compaiono<br />

nelle immagini dei siti. Attualmente<br />

Blick.ch dedica il 75% dei suoi<br />

articoli agli uomini e il 25% alle donne.<br />

L’obiettivo è di rendere maggiormente<br />

visibili le donne sensibilizzando le redazioni<br />

al posto che è loro concesso.<br />

170 aumenti a PostFinance<br />

PostFinance e <strong>syndicom</strong> hanno controllato<br />

l’attuazione delle misure salariali<br />

introdotte nel 2019. Questo ha<br />

riguardato 800 persone il cui valore<br />

indicativo del salario non è stato<br />

accordato. Per 170 dipendenti di Post-<br />

Finance, sulla base del controllo si è<br />

convenuto di procedere a posteriori a<br />

un aumento salariale.<br />

Discriminazioni basate sull’età<br />

L’associazione Avenir50plus che difende<br />

i disoccupati meno giovani ha richiesto<br />

un parere legale al professor<br />

Kurt Pärli che sostiene la necessità di<br />

una protezione giuridica per le discriminazioni<br />

basate sull’età. Secondo Avenir<br />

50plus, l’introduzione di una prestazione<br />

transitoria che impedisca che le<br />

persone che hanno esaurito le indennità<br />

debbano dipendere dall’assistenza<br />

sociale raggiungerà il suo scopo solo se<br />

accompagnata da tale protezione.<br />

Premio Gutenberg<br />

Il premio assegnato da viscom, in collaborazione<br />

con <strong>syndicom</strong> e fondazione<br />

Leins Ballinari, per il miglior apprendista<br />

dell’industria grafica ticinese, è andato<br />

quest’anno ad Alessia Lerose. Brava!<br />

Contatti<br />

Segretariato <strong>syndicom</strong> Ticino e Moesano<br />

e-mail: info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

via Genzana 2, 6900 Massagno<br />

Orari: lu e gio 8.00-12.00<br />

ma-me-ve 13.30-17.30<br />

Tel. 058 817 19 61, Fax 058 817 19 66<br />

Gruppo Pensionati Ticino e Moesano<br />

http://ig.<strong>syndicom</strong>.ch/it/pensionati/<br />

gruppo-regionale<br />

e-mail: ernesto.fenner@bluewin.ch<br />

Agenda<br />

Gennaio<br />

Fino al 25<br />

Aria della memoria<br />

Lugano, Biblioteca Salita dei Frati,<br />

me, gio, ve 14.00-18.00, sabato ore<br />

9.00-12.00. Incisioni di Bruno Zoppetti.<br />

Informazioni a: www.aaac-ticino.ch<br />

Febbraio<br />

7<br />

Giornata sindacale Swisscom<br />

Bellinzona, Casa del Popolo, ore 9.00<br />

Incontro per dipendenti swisscom.<br />

Informazioni e iscrizioni:<br />

nicola.morellato@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Fino al 23<br />

Swiss Press Photo 19<br />

Prangins, Museo Nazionale Svizzero<br />

Una selezione delle migliori foto<br />

giornalistiche svizzere del 2019.<br />

Info: www.chateaudeprangins.ch<br />

Marzo<br />

9-14<br />

Espoprofessioni<br />

Lugano, Centro Esposizioni<br />

Una finestra sul mondo del lavoro.<br />

Info: www.ti.ch/espoprofessioni<br />

14<br />

Assemblea ordinaria sezione<br />

Ticino e Moesano<br />

Bioggio, Birrificio, ore 15.00<br />

14<br />

Tag der Freien<br />

Zurigo, Kulturhaus Helferei, ore 13.15.<br />

Incontro degli indipendenti dei media<br />

affiliati a <strong>syndicom</strong>.<br />

Info: ig.<strong>syndicom</strong>.ch/it/freelance<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/agenda


6 Dalla parte<br />

Hans Hollenstein presiede la Commissione federale della Posta<br />

degli altri<br />

(PostCom) dal 2012. Dopo gli studi di economia all’Università<br />

di Berna ha ricoperto diverse funzioni presso Axa-Winterthur.<br />

Dal 2005 al 2011 ha fatto parte del Consiglio di Stato zurighese.<br />

1<br />

Dopo sette anni alla presidenza della<br />

Post Com e al momento del suo ritiro,<br />

che bilancio fa della situazione globale<br />

della Posta svizzera?<br />

La Posta si è distinta come migliore<br />

posta del mondo per la terza volta<br />

consecutiva, soddisfa e supera tutti i<br />

criteri che le sono imposti dalla legge<br />

e dall’ordinanza. Ma la Posta deve affrontare<br />

anche la concorrenza e grosse<br />

sfide soprattutto riguardo al servizio<br />

universale e al suo finanziamento<br />

futuro.<br />

2<br />

I parametri minimi introdotti nel<br />

2019 per le aziende senza CCL hanno<br />

scongiurato il rischio del dumping<br />

salariale?<br />

Sì, constatiamo che gli standard minimi<br />

costituiscono una protezione<br />

efficace contro il dumping salariale e<br />

che un grosso numero di dipendenti<br />

adesso gode – anche grazie ai partner<br />

sociali – di standard più elevati.<br />

3<br />

Fissando un salario minimo di soli<br />

18 franchi e 27 centesimi all’ora nella<br />

logistica, non avete invece favorito il<br />

dumping?<br />

La PostCom è competente solo per il<br />

settore postale. Con l’introduzione di<br />

questi standard non abbiamo assolutamente<br />

favorito il dumping, al contrario.<br />

Noi contribuiamo a evitare il<br />

precariato e proteggiamo le persone<br />

più vulnerabili che non sono tutelate<br />

da un CCL. Dunque, la PostCom controlla<br />

il rispetto delle condizioni di<br />

lavoro e sanziona quando c’è stata<br />

una violazione.<br />

4<br />

Cosa ne pensa dei nuovi concorrenti<br />

apparsi di recente sul mercato?<br />

La PostCom segue molto da vicino gli<br />

sviluppi sui mercati postali e verifica<br />

per ogni tipo di operatore se esso<br />

ricade o meno sotto la legislazione<br />

postale. È essenziale assicurare<br />

un’uguaglianza di trattamento tra<br />

tutte le aziende presenti su un mercato<br />

postale.<br />

5<br />

A fine 2018 il numero di uffici postali<br />

(1078) era quasi uguale al numero<br />

di agenzie postali (1061). Qual è la<br />

situazione alla fine di quest’anno?<br />

Alla fine del 2019 ci saranno più<br />

agenzie che uffici postali. Il processo<br />

di trasformazione va avanti, ma bisogna<br />

dire che le agenzie offrono anche<br />

dei vantaggi, come per esempio orari<br />

di apertura più lunghi.<br />

6<br />

Quindi la rete di agenzie viene<br />

formata soprattutto per migliorare<br />

la qualità del servizio?<br />

In effetti sì, è una delle nostre rivendicazioni,<br />

tra le altre che figurano nel<br />

nostro rapporto annuale. In particolare,<br />

va menzionato l’obbligo della<br />

Posta di adottare un sistema per assicurare<br />

anche la qualità delle agenzie<br />

postali.<br />

Testo: Sylvie Fischer<br />

Foto: PostCom


L’ospite<br />

Ho appena passato qualche giorno<br />

con 23 studenti del Master in giornalismo a<br />

Neuchâtel per un corso sui principi del nostro<br />

mestiere. C’erano tipi svegli e sono state poste<br />

buone domande: ottime leve dunque, che ritroveremo<br />

nelle redazioni romande tra 18 mesi.<br />

Ma mi sono chiesto: quanti di loro tra dieci anni<br />

saranno ancora giornalisti, e quanti saranno<br />

passati ai reparti di comunicazione? La mia domanda<br />

ha suscitato facce schifate: d’altronde<br />

tutti loro sognano di fare inchieste e reportage.<br />

Mi hanno chiesto quale fosse la differenza. Ho<br />

risposto: «I giornalisti lavorano per la verità e la<br />

democrazia, i comunicatori per le loro aziende».<br />

Certo, il concetto è parecchio sintetizzato. Alcuni<br />

giornalisti hanno motivazioni diverse e il lavoro<br />

di alcuni addetti alla comunicazione è davvero<br />

d’interesse pubblico. Ciò nonostante, è indiscutibile<br />

che i principi del corso (ricerca della verità,<br />

distanza dai protagonisti, servire gli interessi<br />

del cittadino) non si applicano alla comunicazione.<br />

A occhio e croce, direi che due terzi di questi<br />

studenti finiranno nei reparti di comunicazione.<br />

Prendiamo le università. In una ricerca, Urs Hafner<br />

ha contato 179 comunicatori per 12 istituti.<br />

Quattro volte di più rispetto agli Anni Ottanta.<br />

L’UNIGE e l’ETHZ sono in testa con 25 posti ma<br />

in rapporto al numero di studenti chi vince è<br />

l’EPFL. Urs ha spesso sentito dire: «I media non<br />

fanno più il loro lavoro, ora bisogna farlo da<br />

soli». Di fatto, le riviste universitarie sono meglio<br />

di certe testate dei grandi gruppi editoriali<br />

svizzeri. Stessa cosa per cultura ed economia.<br />

E quanti giornalisti specializzati nella sanità<br />

abbiamo rispetto all’esercito di comunicatori di<br />

ospedali, assicurazioni e case farmaceutiche?<br />

Aghi nel pagliaio. Morale della favola? Giornalisti,<br />

rimbocchiamoci le maniche! Se i lettori non fanno<br />

più nessuna differenza tra giornalismo e comunicazione,<br />

sta a voi mostrarla, nella stampa<br />

tradizionale o in start-up giovani come la mia,<br />

che cercano di cambiare il destino. Un giorno, il<br />

pendolo tornerà a oscillare nell’altra direzione.<br />

Pochi giornalisti,<br />

troppi comunicatori<br />

Serge Michel, 50 anni, è cresciuto a<br />

Yverdon-les-Bains (VD). È cofondatore e<br />

direttore editoriale del nuovo sito Heidi.<br />

news. È stato direttore delle redazioni<br />

di Le Monde e caporedattore di Le Monde<br />

Afrique. Ha pubblicato i suoi primi<br />

reportage nel 1998 per il Journal de<br />

Genève. Nel 2001, ha vinto il premio<br />

Albert Londres per i suoi reportage in<br />

Iran, dove ha vissuto quattro anni come<br />

corrispondente per Le Figaro e Le Temps,<br />

di cui diventerà caporedattore. Nel 2005,<br />

quando era a L’Hebdo, ha fondato Bondy<br />

Blog nella periferia parigina. È anche<br />

autore di diversi libri sull’Iran, sui cinesi<br />

in Africa, sull’Iraq e l’Afghanistan.<br />

7


Franziska Ryser (Verdi, San Gallo),<br />

a sinistra, e Valentine Python (Verdi,<br />

Vaud) alla giornata introduttiva dei<br />

nuovi parlamentari a Palazzo federale.<br />

Dietro, Marionna Schlatter- Schmid<br />

(Verdi, Zurigo) e Christine Badertscher<br />

(Verdi, Berna), e in verde Manuela<br />

Weichelt-Picard (Verdi, Zugo).


Alleati e avversari dei sindacati alle Camere.<br />

Cosa <strong>syndicom</strong> si aspetta da un Parlamento giovane e donna.<br />

Lobby potenti e shopping dei parlamentari.<br />

Rendere pubblici i legami tra economia e politica.<br />

Dossier 9<br />

Le nostre<br />

forze in<br />

Parlamento


10 Dossier<br />

«Solo il futuro ci rivelerà i valori del<br />

nuovo Parlamento, giovane e verde»<br />

Il presidente di <strong>syndicom</strong> Daniel Münger parla<br />

del ruolo delle donne nel sindacato e dei temi<br />

politici che le forze sindacali sosterranno nel<br />

rinnovato Parlamento svizzero.<br />

Testo: Sylvie Fischer<br />

Foto: Yushiko Kusano<br />

Daniel Münger, presidente di <strong>syndicom</strong>, cosa pensi di<br />

questo nuovo Parlamento? I sindacati potranno lavorare<br />

meglio con i Verdi e con le donne?<br />

La redistribuzione, la ristrutturazione della nostra economia,<br />

il futuro digitale e le sfide sociali sono una questione<br />

di impostazione di valori. Il futuro ci mostrerà<br />

dove staranno i valori del nuovo Parlamento.<br />

Corrado Pardini e Adrian Wüthrich (PS, BE) non sono<br />

stati rieletti, ma a rappresentare le opinioni dei sindacati<br />

vi sono ora molte donne: Tamara Funiciello dell’Unia,<br />

Samira Marti (PS, BL), presidente dell’SSP/VPOD regione<br />

di Basilea, Edith Graf-Litscher (PS, TG), segretaria del<br />

SEV, oppure Katarina Prelicz-Huber (Verdi, ZH) presidente<br />

dell’SSP/VPOD e membro del comitato presidenziale<br />

dell’USS. È arrivato il momento di far svolgere alle<br />

donne un ruolo più importante all’interno dei sindacati?<br />

Le donne svolgono da tempo un ruolo importante all’interno<br />

dei sindacati e questo a ragione. Nelle tematiche<br />

politiche centrali, come ad esempio la protezione dei salari<br />

negli accordi bilaterali, abbiamo bisogno delle loro<br />

forti voci.<br />

Occorre aggiungere anche la rielezione di Barbara Gysi<br />

(PS, SG) e Irene Kälin (Verdi, AG), che presiedono le rispettive<br />

unioni sindacali dei cantoni San Gallo e Argovia.<br />

Con questa più alta percentuale di donne ci sarà un maggiore<br />

dibattimento di determinati temi? Quali? Inoltre<br />

<strong>syndicom</strong> sostiene questi progetti?<br />

C’è da sperare che tematiche come le pari opportunità, la<br />

conciliazione famiglie e lavoro, la questione delle rendite<br />

(per citarne solo alcune) possano assumere in futuro<br />

un’importanza significativamente maggiore. <strong>syndicom</strong><br />

appoggia questi temi e si impegna a loro favore.<br />

<strong>syndicom</strong> si impegnerà maggiormente per le questioni<br />

climatiche? E come?<br />

<strong>syndicom</strong> si impegnerà con tutte le sue forze per una<br />

ristrutturazione della nostra economia e della società.<br />

Sarà determinante a questo riguardo che le conseguenze<br />

della ristrutturazione ecologica non vadano a scapito dei<br />

lavoratori.<br />

Non toccherà ai<br />

lavoratori pagare<br />

i costi della<br />

ristrutturazione<br />

ecologica<br />

Gli avversari alla politica sindacale<br />

L’UDC resta al primo posto tra i partiti svizzeri, ma anche tra<br />

gli avversari della politica sindacale nel nostro paese. Basta<br />

ricordare il suo manifesto per le elezioni federali in autunno.<br />

Vi era raffigurata una mela rossa presa d’assalto dai vermi<br />

che stavano per i suoi avversari politici. «Lasciamo distruggere<br />

la Svizzera da sinistroidi ed europeisti?», chiedeva il manifesto<br />

dal dubbio gusto. Dipingere i propri avversari politici<br />

sotto forma di insetti nocivi ricorda i metodi utilizzati dalla<br />

Germania nazista per disumanizzare gli ebrei. Ma il consigliere<br />

nazionale Albert Rösti ha spiegato che i vermi rappresentavano<br />

le minacce che stavano per colpire il paese come l’accordo<br />

quadro con l’Unione Europea e gli «eccessivi dibattiti<br />

sul clima». Ricordiamo che i sindacati sono contro l’accordo<br />

quadro nella forma attuale, ma che fanno delle misure di accompagnamento<br />

un confine rosso da non oltrepassare.<br />

Il presidente USS Pierre-Yves Maillard (intervenuto recentemente<br />

in Ticino, come raccontiamo a pagina 20) ritiene che<br />

ormai ci siano forti tendenze sia presso alcuni datori di lavoro<br />

che presso i partiti di destra a non negoziare più affatto con<br />

i partner sociali. Al giornale Work ha dichiarato che la consigliera<br />

nazionale UDC Magdalena Martullo-Blocher ne ha buttato<br />

le basi in una conferenza stampa del 2017. Là si è posizionata<br />

contro i salari minimi, contro i contratti collettivi di<br />

lavoro e contro una tutela dei salari nell’ambito delle misure<br />

di accompagnamento alla libera circolazione delle persone.<br />

Martullo-Blocher è dell’avviso che queste misure diano ai<br />

sindacati «un potere sproporzionato». In questo modo, alcuni<br />

membri dell’UDC hanno calpestato i vecchi principi elvetici<br />

che sono comunque stati fissati da partiti conservatori:<br />

ovvero non regolare il progresso sociale nella legge, ma nello<br />

scambio e nella discussione con i partner sociali.<br />

Lo zughese Thomas Aeschi, sempre dell’UDC, è andato oltre,<br />

criticando il partenariato sociale nel suo insieme. Egli accusa<br />

le associazioni dei datori di lavoro e i sindacati di arricchirsi<br />

sulle spalle dei datori di lavoro e dei lavoratori firmando nuovi<br />

contratti collettivi di lavoro.<br />

Da parte sua, Unia è totalmente contraria all’iniziativa dell’UDC<br />

contro la libera circolazione, dove vede un attacco alle<br />

misure di accompagnamento. Questa iniziativa «mette in<br />

pericolo la protezione dei salari, indebolisce i nostri contratti<br />

collettivi di lavoro e fa dei nostri colleghi senza passaporto<br />

svizzero dei capri espiatori», ecco la posizione dei delegati e<br />

delle delegate di Unia.<br />

Perfino tra i nuovi consiglieri nazionali, come Jean- Pierre Gallati<br />

(Argovia), le tendenze a favorire la libertà economica<br />

piuttosto che l’aiuto dello Stato (questa volta nei confronti<br />

della stampa) fanno dell’UDC, ancora una volta, un avversario<br />

delle posizioni sindacali.


Gli ex consiglieri nazionali Adrian Wüthrich<br />

(PS, Berna) e Thomas Hardegger (PS, Zurigo)<br />

accanto a Katharina Prelicz- Huber (Verdi,<br />

Zurigo). Con loro, Martin Naef, ex consigliere<br />

nazionale (PS, Zurigo) e Claude Janiak, ex<br />

consigliere agli Stati (PS, Basilea Campagna).<br />

Temi come le rendite delle donne nel secondo pilastro e<br />

nell’AVS (che sono molto basse) sono anch’essi una battaglia<br />

da vincere per <strong>syndicom</strong>. E come?<br />

La questione delle rendite è il tema centrale per noi sindacati.<br />

Il lancio di una 13esima AVS deliberato al Congresso<br />

dell’USS e il relativo rafforzamento del primo pilastro<br />

è un passo in questa direzione. I sindacati non<br />

smetteranno mai di lottare per delle buone rendite.<br />

Il 14 giugno le donne hanno sollevato anche la questione<br />

dei loro salari, troppo bassi. Come si impegnerà <strong>syndicom</strong><br />

al riguardo?<br />

<strong>syndicom</strong> affronta da anni la parità salariale presso i nostri<br />

partner sociali. Questo ha portato ad alcuni successi<br />

nei nostri CCL. <strong>syndicom</strong> non si stancherà mai di affrontare<br />

non solo la parità salariale, ma tutti i salari bassi e di<br />

condurre la battaglia sindacale a loro favore.<br />

Quali saranno per <strong>syndicom</strong> i principali temi di questa<br />

legislatura del Consiglio nazionale, ovvero fino al 2023?<br />

La legislatura per <strong>syndicom</strong> va avanti fino al prossimo<br />

Congresso nel 2021. Si tratta, a livello interno a <strong>syndicom</strong>,<br />

dell’andamento dei membri, dell’equilibrio finanziario,<br />

della nostra rete di fiduciari. Nell’ambito della politica<br />

sindacale sono previste tante sfide, come, ad<br />

esempio, gli accordi bilaterali con l’UE e la relativa protezione<br />

salariale, il servizio pubblico, la digitalizzazione, la<br />

riduzione dell’orario di lavoro oppure l’ulteriore sviluppo<br />

dei nostri strumenti.<br />

Quanto è importante che il presidente USS Maillard e il<br />

consigliere nazionale socialista Mathias Reynard, presidente<br />

dell’Unione sindacale vallesana, possano ora sostenere<br />

le nostre tematiche presso il Consiglio nazionale?<br />

Quanto più forte si farà sentire la voce sindacale all’interno<br />

del Parlamento tanto meglio sarà per noi. In particolare<br />

se si tratta delle misure di accompagnamento<br />

degli accordi bilaterali, del servizio pubblico, della questione<br />

delle pensioni, ma anche del futuro digitale della<br />

Svizzera.<br />

Anche la difesa della Posta come servizio pubblico<br />

suscita preoccupazione. Quali sono i parlamentari che<br />

aiuterebbero maggiormente <strong>syndicom</strong>?<br />

Il servizio pubblico non è un problema soltanto alla Posta.<br />

La politica è chiamata a formare nel paese un servizio<br />

pubblico moderno e orientato al futuro per la nostra<br />

società. <strong>syndicom</strong> lo ha riconosciuto da tempo e lo ha sostenuto<br />

con delle rivendicazioni in occasione del nostro<br />

ultimo Congresso. Le rivendicazioni deliberate in tale<br />

sede servono a livello europeo da modello sindacale per<br />

un moderno servizio pubblico nell’epoca digitale. Si tratta<br />

soprattutto di arrestare le tendenze di liberalizzazione<br />

e deregolamentazione tuttora esistenti e di convincere il<br />

Parlamento della bontà delle nostre rivendicazioni.<br />

Un verde o una verde nel Consiglio federale. Che cosa ne<br />

pensa <strong>syndicom</strong>?<br />

<strong>syndicom</strong> non ha ancora discusso questo tema. La mia<br />

opinione è che il Consiglio federale debba riflettere i<br />

rapporti di forza rappresentati in Parlamento.<br />

«In quanto sindacato<br />

continueremo a<br />

sostenere le battaglie<br />

per salari più equi<br />

e più elevati»<br />

Daniel Münger


12 Dossier<br />

Dalla parte dei lavoratori<br />

Si è trattata dell’elezione che ha battuto tutti i record: mai un<br />

partito aveva ottenuto 17 seggi in una volta come hanno fatto<br />

i Verdi nel Consiglio nazionale, portando così il loro risultato<br />

a 28 seggi. I Verdi liberali, dal canto loro, hanno ottenuto<br />

16 seggi. Inoltre, mai un partito aveva perso 12 seggi come ha<br />

fatto l’UDC. Lo sciopero delle donne e quello del clima hanno<br />

reso il panorama politico svizzero più volatile che mai, poiché<br />

58 seggi hanno cambiato appartenenza, come mai era successo<br />

prima.<br />

Il Consiglio nazionale resta tuttavia dominato da una maggioranza<br />

borghese, poiché la forza dell’UDC (25,6%), a cui si aggiunge<br />

quella del PLR (15,1%) e quella del PPD (11,4%) supera<br />

quella dei verdi (13,2%) e dei socialisti (16,8%). Questi ultimi<br />

hanno subìto un calo. Ciò significa per i nuovi eletti la necessità<br />

di trovare delle alleanze per vincere le lotte politiche.<br />

E questo è un bene. Sebbene l’USS abbia deplorato la mancata<br />

rielezione di Corrado Pardini (PS/BE), membro del comitato<br />

direttore di Unia, «personalità di grande spicco e il cui bilancio<br />

è eccellente», due romandi, locomotive elettorali che seducono<br />

ben oltre il loro partito di appartenenza, difenderanno<br />

le lotte sindacali in Parlamento. Uno è il presidente dell’Unione<br />

sindacale svizzera Pierre-Yves Maillard (PS/VD), uno degli<br />

autori dell’accordo tra datori di lavoro (UPS) e sindacati (USS,<br />

Travail.Suisse) che consiste nell’abbassare il tasso di conversione<br />

della previdenza professionale al 6% in cambio di una<br />

migliore copertura dei lavoratori a tempo parziale e di un<br />

minor costo di contribuzione dei più anziani. Il secondo è il<br />

presidente dell’Unione sindacale vallesana, Mathias Reynard,<br />

molto impegnato nella parità tra uomini e donne, nelle condizioni<br />

di lavoro dei lavoratori e nella difesa dei servizi pubblici<br />

(Posta, trasporti pubblici) nonché nella lotta contro l’omofobia.<br />

Tra le donne, oltre a Tamara Funiciello, femminista, ex segretaria<br />

sindacale di Unia e che conoscerete a pagina 22 di questo<br />

numero, bisognerà seguire la presidente dell’SSP di Basilea<br />

Samira Marti, molto impegnata per la giustizia sociale e il<br />

femminismo (PS/BL), la segretaria del SEV Edith Graf-Litscher<br />

(PS/TH) impegnata in particolare per il servizio pubblico<br />

nell’ambito dei trasporti. Per Katarina Prelicz-Huber (Verdi,<br />

ZH), presidente SSP e membro del comitato presidenziale USS,<br />

l’elezione nel Consiglio nazionale dimostra che le forze progressiste<br />

e di sinistra si sono potenziate dando maggiormente<br />

voce in Parlamento ai lavoratori. Anch’essa chiede una<br />

riforma della previdenza vecchiaia in particolare a favore delle<br />

donne, i cui salari devono essere rivalutati, soprattutto in alcune<br />

professioni tipicamente «femminili». Essendosi particolarmente<br />

impegnato sul piano cantonale per la salvaguardia<br />

del partenariato sociale nella funzione pubblica, il verde Fabien<br />

Fivaz (NE) potrebbe essere un sostegno interessante,<br />

come pure gli avvocati specializzati nella difesa dei lavoratori<br />

Christian Dandrès (PS/GE) e Baptiste Hurni di Neuchâtel (PS).<br />

Tra le rielette, bisogna citare Barbara Gysi (PS/SG), presidente<br />

dell’unione sindacale del Canton San Gallo, che si batte per<br />

la parità salariale e un miglior riconoscimento del lavoro di<br />

cura e Irène Kälin (Verdi/AG), presidente dell’unione sindacale<br />

del Canton Argovia e favorevole al congedo parentale, per un<br />

mondo digitale che tenga conto dell’uomo e venga costruito<br />

insieme a esso, nonché di una migliore conciliabilità lavoro-famiglia.<br />

Infine, nel Consiglio degli Stati, si potrà contare sulla rielezione<br />

di Paul Rechsteiner (PS/SG), ex presidente USS, impegnato<br />

nelle lotte sociali, ma anche nella protezione dei salari e delle<br />

rendite nonché di premi di cassa malati sostenibili per la<br />

popolazione. Chi ha fatto notizia è la socialista Marina Carobbio,<br />

prima donna ticinese a entrare alla «camera alta».<br />

Pierre-Yves Maillard, presidente<br />

USS e consigliere nazionale (PS,<br />

Vaud) accanto a Paul Rechsteiner,<br />

ex presidente USS e consigliere<br />

agli Stati (PS, San Gallo).


Dossier<br />

Stagione di caccia per i lobbisti<br />

13<br />

È già corruzione? O ancora lobbying?<br />

La Svizzera ha urgente bisogno di regole<br />

efficaci per il finanziamento della politica.<br />

Testo: Oliver Fahrni<br />

Il nuovo Parlamento è al lavoro. Sin dalla serata del 20 ottobre,<br />

giorno delle elezioni, è iniziata la stagione di caccia<br />

dei lobbisti. Lo chiamano «shopping dei parlamentari»: 68<br />

candidati neoeletti devono prestare giuramento negli interessi<br />

e nei desideri di banche, corporazioni e associazioni;<br />

i rieletti devono essere tenuti buoni.<br />

A partire da questo momento, si pranza e si cena nel<br />

modo più discreto possibile. Le reti devono essere riorganizzate.<br />

I dossier sui candidati idonei erano disponibili da<br />

tempo, ad esempio presso l’organizzazione mantello per<br />

l’economia Economiesuisse, che di recente controllava<br />

più della metà dei «rappresentanti del popolo» eletti dalla<br />

Confederazione nel suo gruppo parlamentare. Nei consigli<br />

di amministrazione vengono previste delle poltrone<br />

per i politici, alcuni dei quali vengono pagati profumatamente.<br />

E se non è un mandato in un consiglio di amministrazione,<br />

forse si tratta di un contratto di consulenza.<br />

L’organizzazione indipendente Lobbywatch.ch ha contato<br />

3274 mandati di vario genere per i 246 consiglieri nazionali<br />

e consiglieri agli Stati (nella vecchia composizione).<br />

In realtà dovrebbero essere molti di più, poiché il numero<br />

si basa sull’autodichiarazione degli eletti. Solo che questa<br />

non è controllata. Nel 2018, ad esempio, la <strong>rivista</strong> Beobachter<br />

ha riferito che il politico del Partito Borghese Democratico<br />

(PBD) Lorenz Hess ha rivelato soltanto nove dei<br />

suoi 21 mandati. E, tra l’altro, ha omesso il suo ruolo nel<br />

gruppo assicurativo Visana, dal quale ha percepito ben<br />

più di 100mila franchi.<br />

Il parlamentare è il miglior lobbista<br />

Non c’è dubbio: la politica svizzera è ben lubrificata. Centinaia<br />

di agenti influenti hanno mezzi sufficienti per premiare<br />

il favore degli eletti con sovvenzioni, denaro, onorari<br />

per consultazioni reali e fittizie, viaggi e spese, crediti e<br />

altri benefici.<br />

Ben lubrificato e ben organizzato. Un nuovo arrivato al<br />

Parlamento dell’UDC, davanti a una tazza di caffè all’Hotel<br />

Bellevue di Berna, racconta come un collega di partito<br />

e un lobbista assicurativo abbiano esortato lui e altri nuovi<br />

arrivati a concordare una composizione della Commissione<br />

della sicurezza sociale e della sanità (CSSS), settore<br />

di competenza dell’UDC, anche per i prossimi anni.<br />

Le commissioni sono il cuore della politica svizzera. Si<br />

discutono le leggi e i regolamenti che vengono stabiliti<br />

nelle riunioni non pubbliche. A volte la seduta plenaria<br />

del Consiglio cambia di qualche sfumatura, ma solo raramente<br />

un Consiglio capovolge ciò che una Commissione<br />

ha presentato. La pressione dei lobbisti e gli accordi informali<br />

dietro le quinte di «gruppi d’interesse», «gruppi di<br />

azione» e «gruppi di riflessione» da soli lo garantiscono.<br />

Oltre alla Commissione dell’economia e dei tributi<br />

(CET), la CSSS non è solo un organo particolarmente importante<br />

per la vita quotidiana e la sicurezza sociale dei<br />

cittadini, ma è anche un caso lampante: nella legislatura<br />

2015–2019, i membri delle commissioni con un mandato<br />

nel settore assicurativo erano la maggioranza assoluta, osserva<br />

Martin Hilti, CEO di Transparency International in<br />

La consigliera nazionale<br />

Regula Rytz (Verdi, Berna) e la<br />

consigliera agli Stati Céline<br />

Vara (Verdi, Neuchatel)<br />

Svizzera, un’organizzazione non governativa che combatte<br />

la corruzione in tutto il mondo.<br />

Non sorprende quindi che le compagnie di assicurazione<br />

abbiano vita facile nello smantellamento delle assicurazioni<br />

sociali a favore delle assicurazioni private, causando<br />

esplosioni esorbitanti dei premi e altro ancora. La<br />

volontà dei cittadini non conta più, poiché è nata quella<br />

che il consigliere agli Stati liberale appenzellese Andrea<br />

Caroni descrive come una «fusione tra parlamentare e lobbista».<br />

Una triste realtà<br />

Il denaro governa, si sa. E questo, in Svizzera, avviene in<br />

maniera incontrollata. Ciò vale per il Parlamento, il finanziamento<br />

dei partiti, le votazioni. Il nostro è «l’unico paese<br />

in Europa che non ha regolamentato il finanziamento della<br />

politica a livello nazionale», afferma l’esperto di corruzione<br />

Martin Hilti. Egli vede in esso un «palese deficit democratico».<br />

Nelle camere oscure<br />

delle commissioni:<br />

ecco come il capitale<br />

domina la politica


14<br />

Dossier<br />

La Svizzera è l’unico paese in Europa<br />

senza regole chiare per l’attività di lobbying<br />

Sebbene socialdemocratici, politici di sinistra e verdi<br />

abbiano ripetutamente tentato di stabilire trasparenza,<br />

equità e democrazia, i parlamentari borghesi vi si oppongono<br />

regolarmente. Hanno fatto sì che l’influenza delle<br />

lobby sia addirittura aumentata notevolmente nell’ultimo<br />

decennio. Il loro intrallazzo è semplicemente troppo redditizio.<br />

Ai borghesi piace nascondersi dietro al pretesto della<br />

democrazia diretta: secondo loro, con i soldi non si possono<br />

comprare seggi in Parlamento o voti. Tuttavia, gli studi<br />

hanno dimostrato in decine di casi che esiste una connessione<br />

tra i mezzi utilizzati e il risultato, e il solo uso massiccio<br />

di denaro da parte delle aziende e delle loro lobby è<br />

in contrapposizione con la loro tesi.<br />

Su incarico del consigliere nazionale socialista Cédric<br />

Wermuth, due giornalisti, finanziati da un crowdfunding,<br />

hanno studiato più in dettaglio i flussi monetari («Lobbyreport<br />

2019»): solo nel settore assicurativo/casse malati<br />

e bancario/finanziario, sono stati in grado di dimostrare<br />

sovvenzioni per 26 milioni di franchi svizzeri a parlamentari,<br />

il 96% dei quali è andato a rappresentanti di UDC, PLR<br />

e PPD. Alcuni consiglieri accumulano fino a trenta mandati<br />

in diversi consigli di amministrazione. I modelli di<br />

calcolo mostrano che per il periodo 2015–2019 dovrebbe<br />

essere passato dall’economia ai politici un buon mezzo<br />

miliardo di franchi. Senza contare le costose campagne<br />

elettorali.<br />

È già corruzione o è ancora lobbying? È un fondamento<br />

della democrazia che i gruppi sociali difendano i loro<br />

interessi. Ma questi flussi di denaro e tutti gli altri fondi<br />

utilizzati devono essere visibili da tutti i cittadini. E regole<br />

vincolanti dovrebbero garantire che i gruppi d’interesse<br />

abbiano all’incirca le stesse possibilità.<br />

Infatti, i momenti decisivi della legislazione e delle decisioni<br />

del Consiglio federale si svolgono in una sorta di<br />

camera oscura, dove l’amministrazione, le lobby e i politici<br />

intrallazzano. I gruppi d’interesse a volte redigono essi<br />

stessi i testi delle leggi o ci mettono mano. E nessuno ne<br />

viene a conoscenza. È stato il caso, ad esempio, della riforma<br />

dell’imposizione delle imprese II, che è diventata una<br />

fregatura miliardaria grazie all’intervento di lobbisti fiduciari.<br />

E i politici delle lobby poi la fanno passare attraverso<br />

le commissioni.<br />

L’elettorato potrebbe presto portare la luce nella camera<br />

oscura delle lobby in Svizzera. In dicembre è stata<br />

presentata in Parlamento l’iniziativa popolare sulla trasparenza<br />

nel finanziamento della politica. Avrà di sicuro<br />

buone possibilità di successo fra la popolazione.<br />

I vantaggi dell’impronta legislativa<br />

All’inizio dell’anno, l’ONG Transparency ha esaminato il<br />

lobbying in Svizzera in un rapporto dettagliato (intitolato<br />

«Le lobbying en Suisse – influences cachées, intérêts croisés,<br />

accès privilégié», su internet in francese: transparency.ch/fr/category/publikation).<br />

Gli attivisti anti-corruzione<br />

hanno formulato dieci misure urgenti per un’attività di<br />

lobbying che sarebbe compatibile con la democrazia. Tra<br />

questi vi sono ampi obblighi di informativa e i relativi registri<br />

e controlli. Commissioni e organi al di sopra delle<br />

parti. E processi politici trasparenti. Spiega ancora Martin<br />

Hilti: «Nel processo legislativo sono solo due le fasi trasparenti:<br />

consultazione e dibattito in occasione della seduta<br />

plenaria. Ma dovrebbe essere resa pubblica l’intera impronta<br />

legislativa, cioè l’influenza su tutto il processo».<br />

Gli elettori potrebbero<br />

presto fare luce<br />

nella camera oscura<br />

delle lobby<br />

L’ONG Transparency International Svizzera; transparency.ch<br />

Iniziativa sulla trasparenza: transparenz-ja.ch<br />

Fotoreportage<br />

La fotografa bernese Yoshiko Kusano, accreditata da tempo a<br />

Palazzo federale, dagli Anni Duemila documenta quanto avviene<br />

sotto la cupola federale. Ha ideato questo reportage<br />

dietro le quinte del Parlamento, approfittando della giornata<br />

di introduzione per i nuovi parlamentari, di momenti nel Café<br />

des Alpes all’interno del palazzo, di immagini scattate al di<br />

fuori delle sedute e della conferenza stampa dei Verdi che annunciava<br />

la candidatura di Regula Rytz al Consiglio federale.<br />

Yoshiko Kusano ha più volte esposto i suoi scatti nell’ambito<br />

del premio della fotografia del canton Berna. Dopo un apprendistato<br />

come fotografa di moda nel laboratorio di Guy<br />

Jost a Berna, lavora dal 2007 come fotoreporter e fotografa<br />

freelance. Già nota ai lettori della <strong>rivista</strong> <strong>syndicom</strong>, l’anno<br />

scorso ha riunito diverse donne fotografe per un progetto<br />

sullo sciopero delle donne.<br />

Porta avanti inoltre dei progetti più personali come il libro<br />

«Bordelle» pubblicato nel 2015 e dedicato ai luoghi in cui le<br />

donne si vendono. Il suo sito è www.yoshikokusano.com


Il Parlamento: verde, giovane e femminile<br />

Ripartizione delle forze parlamentari nel Consiglio nazionale 2019<br />

Dati espressi in percentuale<br />

PLR 15,1 %<br />

PS 16,8 %<br />

Verdi 13,2 %<br />

PPD 11,4 %<br />

UDC 25,6 %<br />

Fonte: ust.admin.ch<br />

Verdi liberali<br />

7,8 %<br />

Altro 4,5 %<br />

PBD 2,5 %<br />

PEV 2,1 %<br />

UDF 1 %<br />

45,1 %<br />

Partecipazione al voto<br />

Età media dei 200 membri del Consiglio nazionale<br />

Partecipazione al voto più bassa rispetto agli anni<br />

precedenti<br />

2007<br />

2011<br />

2015 2019 2007 2011 2015 2019<br />

51,4 50,2 50,3 49 48,3 % 48,5 % 48,41 % 45,1 %<br />

Fonte: ats<br />

Fonte: Ufficio federale di statistica, gfs.bern<br />

I più giovani 2019<br />

Verdi<br />

44,8 anni<br />

Ripartizione dei mandati al Consiglio degli<br />

Stati e variazione rispetto al 2015<br />

Lega<br />

PS<br />

Verdi liberali<br />

45 anni<br />

47,1 anni<br />

48 anni<br />

Verdi<br />

PS<br />

5<br />

9<br />

+4<br />

–3<br />

Fonte: ats<br />

PPD<br />

0<br />

Mai così tante donne nel Consiglio nazionale<br />

13<br />

2011<br />

2015<br />

2019<br />

PLR<br />

12<br />

–3<br />

29 %<br />

32 %<br />

42 %<br />

UDC<br />

Altro<br />

1<br />

6<br />

+1<br />

–1<br />

Fonte: ust.admin.ch<br />

Fonte: ust.admin.ch<br />

Classifica della presenza femminile<br />

nei Parlamenti del mondo<br />

Elezioni 2019, in percentuale<br />

15<br />

42 %<br />

6<br />

47,4 %<br />

2<br />

53,2 %<br />

1<br />

61,3 %<br />

3<br />

53,1 %<br />

19<br />

39,7 %<br />

Svizzera<br />

Fonte: Unione interparlamentare<br />

Spagna<br />

Cuba Ruanda Bolivia Francia


16<br />

Dalle<br />

professioni<br />

La flessibilità deve<br />

avere il suo prezzo<br />

I lavoratori<br />

hanno il diritto<br />

di pianificare il<br />

tempo libero.<br />

(© Elnur Amikishiyev)<br />

Poco prima del tuo turno, te ne assegnano<br />

uno diverso. La sera ti chiedono<br />

se il giorno dopo puoi lavorare, e tu<br />

dici di sì per lealtà verso la collega. Invece<br />

dei due sabati al mese concordati<br />

per contratto ne fai «eccezionalmente»<br />

tre. Il messaggio WhatsApp del tuo<br />

superiore ti arriva la mattina presto<br />

prima del tuo turno. Ogni persona conosce<br />

questa situazione che sta sempre<br />

più diventando la normalità. I datori<br />

di lavoro chiedono sempre più<br />

flessibilità. I dipendenti non ce la fanno<br />

più a pianificare ragionevolmente<br />

il proprio tempo libero e il loro riposo<br />

ne risente. Ma dobbiamo accettare<br />

tutto questo senza battere ciglio ed essere<br />

flessibili solo perché ciò corrisponde<br />

ai tempi moderni? No. La nostra<br />

flessibilità favorisce il datore di<br />

lavoro, che così risparmia. In gergo<br />

tecnico si parla di costi-opportunità.<br />

E questi non possono essere scaricati<br />

unicamente sui dipendenti. Per questo<br />

serve l’impegno dei sindacati, sia a<br />

livello giuridico che di partenariato<br />

sociale. La flessibilità deve essere<br />

indennizzata, ovvero deve avere un<br />

suo prezzo.<br />

Matthias Loosli<br />

<strong>syndicom</strong> deve stare<br />

in Parlamento<br />

Giorgio Pardini, segretario centrale settore ICT e<br />

membro del Comitato direttivo<br />

A elezioni concluse, i prossimi quattro<br />

anni ci diranno quale sarà l’impatto<br />

del movimento verde-femminista sulle<br />

decisioni del nuovo Parlamento.<br />

Perché a un esame più attento constatiamo<br />

che i rapporti di maggioranza<br />

non sono cambiati in maniera sostanziale.<br />

I partiti conservatori continuano<br />

a dominare sia nel Consiglio nazionale<br />

sia agli Stati. In queste elezioni <strong>syndicom</strong><br />

ha perso importanti punti di riferimento<br />

delle parti sociali, non solo<br />

a sinistra. L’estensione del cosiddetto<br />

«banco di lavoro» delle parti sociali in<br />

Parlamento si è indebolita. Perché?<br />

Uno dei motivi è di origine interna: diversi<br />

anni fa i delegati di <strong>syndicom</strong><br />

hanno deciso di non sviluppare attivamente<br />

una propria presenza politica<br />

in Parlamento. Un errore da correggere.<br />

Poiché in qualità di sindacato del<br />

servizio pubblico non ci possiamo permettere<br />

di non essere rappresentati in<br />

Parlamento. La Posta e Swisscom si<br />

trovano da anni in fase di cambiamento,<br />

guidato non soltanto dal mercato e<br />

dalla trasformazione tecnologica, ma<br />

anche dagli obiettivi del Consiglio federale.<br />

Per la sua posizione di forza<br />

presso Swisscom e la Posta, <strong>syndicom</strong><br />

ha bisogno di una forte rappresentanza<br />

politica e di un collegamento in Parlamento.<br />

Non potremo più affidare al<br />

caso se essere rappresentati nell’arena<br />

politica della Berna federale. Perché<br />

abbiamo la responsabilità nei<br />

confronti dei nostri membri di influenzare<br />

direttamente in quale direzione<br />

si svilupperanno il servizio pubblico<br />

e con esso Posta e Swisscom.


«Regole chiare per sfruttare tutte le potenzialità dell’IA<br />

minimizzando i possibili rischi correlati» Daniel Hügli<br />

17<br />

L’intelligenza artificiale deve<br />

essere al servizio degli umani<br />

La risoluzione adottata dai membri del settore ICT chiede<br />

di formare i rappresentanti del personale per esercitare il diritto<br />

di codecisione dei lavoratori di fronte ai sistemi di IA.<br />

A conclusione di una conferenza nazionale,<br />

i soci del settore ICT il primo<br />

novembre scorso hanno approvato<br />

una risoluzione sull’intelligenza<br />

artificiale (IA). A questa conferenza<br />

sull’argomento «Intelligenza artificiale<br />

ed etica» i relatori invitati hanno illustrato<br />

diversi aspetti legati all’IA:<br />

gender, protezione dati, diritti umani<br />

ed etica nonché relative applicazioni.<br />

Sulla base delle idee anche scaturite<br />

da questi interventi, il settore ICT di<br />

<strong>syndicom</strong> è riuscito a fissare delle posizioni<br />

chiare sull’IA. Per esempio, riconosciamo<br />

il potenziale dell’IA nel<br />

progresso sociale, a condizione che la<br />

prima venga impiegata a favore dell’essere<br />

umano. Per questo vogliamo partecipare<br />

attivamente al dibattito pubblico<br />

riguardo l’IA, affinché al centro<br />

ci sia sempre il benessere dell’uomo.<br />

Più possibilità che rischi<br />

L’interazione tra essere umano e sistemi<br />

IA racchiude la possibilità di ripensare<br />

e reimpostare il rapporto tra i vari<br />

settori della nostra vita, soprattutto riguardo<br />

a una sensibile riduzione della<br />

durata del lavoro senza perdita di reddito.<br />

Affinché queste possibilità vengano<br />

sfruttate e allo stesso tempo vengano<br />

minimizzati i rischi correlati<br />

all’IA, <strong>syndicom</strong> vuole regolare in maniera<br />

vincolante lo sviluppo e l’applicazione<br />

dell’IA.<br />

La risoluzione è stata adottata a conclusione di<br />

un’interessante conferenza. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

L’essere umano prima di tutto<br />

Nella risoluzione chiediamo che la<br />

libertà e i diritti dell’uomo come anche<br />

i principi costituzionali dello stato<br />

di diritto e quelli democratici siano rispettati.<br />

Nello sviluppo di sistemi IA va<br />

tutelata e incentivata la diversità degli<br />

sviluppatori. Inoltre, nel design, nello<br />

sviluppo, nell’introduzione e nell’impiego<br />

di sistemi IA va assunta la responsabilità<br />

etica e sociale. I sistemi<br />

IA devono essere trasparenti, comprensibili,<br />

spiegabili e riconoscibili<br />

come tali. Quando i sistemi IA riguardano<br />

l’essere umano, quest’ultimo<br />

deve avere il diritto di impugnare queste<br />

decisioni e di farle verificare da<br />

una persona in carne ed ossa. Vanno<br />

vietate infine le armi che si basano su<br />

sistemi IA.<br />

Formare il personale<br />

La politica svizzera in materia di dati<br />

deve contenere regole efficaci per la sicurezza<br />

sui dati, la protezione degli<br />

stessi e la tutela della privacy. Per garantire<br />

la partecipazione di tutti i lavoratori<br />

per quanto riguarda i sistemi IA<br />

e l’elaborazione dei dati, vanno formate<br />

e istituite delle relative rappresentanze<br />

del personale munite di solidi<br />

diritti di partecipazione.<br />

Daniel Hügli<br />

Segretario centrale Telecom/IT<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/attualita/articolo/<br />

uso-dellintelligenza-artificiale-a-beneficiodellumanita/<br />

Industria grafica, in<br />

tutto il mondo grande<br />

volontà di battersi<br />

Dal 21 al 25 ottobre, a Toledo (Spagna)<br />

si è tenuta la conferenza di UNI Global<br />

graphical & packaging, organizzazione<br />

che riunisce i sindacati attivi nel<br />

settore dei servizi, tra cui <strong>syndicom</strong>.<br />

Con il motto «Il nostro sindacato lotta!»,<br />

sono intervenuti circa un centinaio<br />

di sindacaliste e sindacalisti provenienti<br />

da 42 paesi di tutto il mondo.<br />

Riassumere quanto discusso in una<br />

settimana non è facile, ma la cosa certa<br />

è che c’è grande volontà di battersi.<br />

La situazione nel settore<br />

Da anni il settore subisce una profonda<br />

trasformazione, accelerata dal<br />

cambiamento tecnologico. Malgrado<br />

ciò il libro elettronico non sfonda,<br />

come preannunciato. La produzione<br />

nel settore grafico non si differenzia<br />

molto anche su scala mondiale. Cala<br />

la stampa dei giornali e aumenta il settore<br />

dell’imballaggio, in particolare<br />

quello in cartone, grazie al commercio<br />

digitale. Crescono pure i prodotti di<br />

carta «tissue» (carta WC, carta assorbente,<br />

fazzoletti, salviettine). E sono le<br />

multinazionali a farla da padrone:<br />

Amcor, Westrock, Smurfit Kappa, Sofidel,<br />

Kimberly-Clark, DS Smith e altre<br />

ancora, sono state evocate da buona<br />

parte dei presenti.<br />

Per un mondo più solidale<br />

Le politiche dei vari Trump, Bolsonaro,<br />

Orbán, Salvini, e altri ancora preoccupano.<br />

Come pure le situazione in<br />

Turchia, Siria, Cile. E Joaquina Rodriguez,<br />

la presidente (riconfermata) di<br />

UNI Global, ha detto che oltre a difendere<br />

le condizioni di lavoro ci si deve<br />

battere per un mondo più solidale.<br />

Fra i numerosi interventi in materia<br />

di lotta per i diritti citerei quelli dei<br />

rappresentanti di Indonesia, Brasile,<br />

Costa d’Avorio o Senegal. Dove di diritti<br />

non ce ne sono o mancano le risorse<br />

per migliorarli, ma tutti si battono con<br />

forza. In Colombia vengono uccisi in<br />

media 150 sindacalisti all’anno. In Polonia<br />

si ricostruisce il sindacato partendo<br />

dalle grosse multinazionali.<br />

Dalla Gran Bretagna è arrivato il monito:<br />

chi ha un CCL, lo deve difendere a<br />

tutti i costi. Le politiche condotte finora<br />

in quel paese li avevano soppressi. E<br />

pensando ora alla Svizzera la domanda<br />

sorge spontanea ed è magari anche<br />

provocatoria: ma si deve per forza toccare<br />

il fondo prima che la gente reagisca?<br />

Angelo Zanetti<br />

Segretario centrale settore Media<br />

uniglobalunion.org


18<br />

Dalle<br />

professioni<br />

«Il nostro obiettivo è che la flessibilità sia pagata» Matteo Antonini<br />

No alla flessibilità<br />

a senso unico<br />

Matteo Antonini è membro del Comitato direttivo<br />

e responsabile del settore Logistica<br />

La Posta chiede sempre più flessibilità.<br />

Un sondaggio tra i dipendenti di<br />

PostMail condotto l’anno scorso ha<br />

evidenziato che per tre quarti del personale<br />

il piano turni non corrisponde<br />

alla percentuale lavorativa contrattuale.<br />

Le persone vengono impiegate più<br />

spesso, e una su quattro riceve il piano<br />

turni con una sola settimana d’anticipo.<br />

Questo riguarda soprattutto i dipendenti<br />

part-time, spesso donne.<br />

Questa flessibilità unilaterale, chiesta<br />

ma non indennizzata, si ripercuote negativamente<br />

sulla vita privata, sia a livello<br />

fisico che psichico. Per questo il<br />

nostro obiettivo è ottenere un risarcimento<br />

per questa flessibilità. Sulla<br />

base dei risultati di quest’inchiesta,<br />

<strong>syndicom</strong> ha concordato con PostMail<br />

l’attuazione di una procedura standardizzata<br />

dove vengono rilevate di comune<br />

accordo le esigenze dei dipendenti<br />

part-time riguardo ai giorni liberi. Un<br />

meccanismo del genere non risolve<br />

l’intera problematica: è soltanto un<br />

pezzo del puzzle. Nelle trattative in<br />

corso sul nuovo contratto collettivo di<br />

lavoro con la Posta chiediamo che la<br />

procedura prospettata possa valere in<br />

futuro per tutti gli ambiti della Posta.<br />

La risposta del sindacato alla flessibilità<br />

unilaterale è chiara: chi esige flessibilità<br />

dai propri dipendenti deve essere<br />

pronto a indennizzarli. Ecco cosa<br />

chiediamo nelle attuali trattative CCL:<br />

la Posta deve sostenere da sola i costiopportunità<br />

e non può semplicemente<br />

scaricarli sui dipendenti.<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/cclposta<br />

«Mi chiedono di essere flessibile<br />

a scapito del mio tempo libero»<br />

Karin Steinmann lavora part-time come consulente clienti a<br />

RetePostale. Nell’intervista racconta come la pianificazione<br />

dei turni si ripercuote sulla sua vita privata.<br />

Cosa significa tutto questo per la tua<br />

vita privata?<br />

Beh, diventa difficile pianificare il mio<br />

tempo libero e partecipare alla vita sociale.<br />

Per fortuna che i miei figli non<br />

devono più essere accuditi: non posso<br />

immaginarmi come fanno i genitori<br />

che hanno anche questa necessità.<br />

Fino a un certo punto voglio essere collaborativa.<br />

Ma i limiti sono stati<br />

oltrepassati. Volevo fare un perfezionamento,<br />

il che viene richiesto dal<br />

datore di lavoro, ma con questi turni<br />

diventa praticamente impossibile.<br />

Com’è la tua settimana lavorativa?<br />

Con un monte ore all’80% lavoro sempre<br />

da lunedì a venerdì quasi sempre<br />

dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18. Un<br />

paio di volte al mese devo lavorare<br />

anche il sabato. Ma qui bisogna essere<br />

parecchio flessibili, perché succede<br />

che mi assegnano anche 3–4 sabati<br />

uno dietro l’altro. Così con la mia<br />

percentuale all’80% ho regolarmente<br />

delle settimane di 6 giorni. E il giorno<br />

libero fisso, che spetterebbe ai dipendenti<br />

a tempo parziale, non è più garantito.<br />

Altrimenti ne risentirebbero i<br />

miei colleghi e le mie colleghe e questo<br />

non lo voglio: siamo leali gli uni<br />

con gli altri. Ma è vero che le cose sono<br />

parecchio cambiate.<br />

Che cosa è cambiato esattamente?<br />

Nel mio ufficio postale c’è meno personale.<br />

Un anno fa hanno cancellato<br />

un impiego al 100%. Dunque, dobbiamo<br />

essere più flessibili. Da colleghi e<br />

colleghe di lavoro sento che i turni<br />

cambiano quasi ogni giorno. A volte<br />

sanno solo la sera prima a che ora e in<br />

quale ufficio postale saranno assegnati<br />

l’indomani. La sera prima si controlla<br />

il proprio turno del giorno dopo.<br />

Karin Steinmann, consulente clienti RetePostale<br />

a Bienne, alla Posta da 36 anni, mamma sola con<br />

due figli, part-time all’80%. (© DR)<br />

Difficile fare affidamento sul piano<br />

turni che viene inviato 2–3 mesi in<br />

anticipo. Questa tendenza io la osservo<br />

da cinque anni.<br />

Come spieghi questa trasformazione?<br />

È chiaro che la società sta cambiando.<br />

Tutto è a chiamata, molto avviene per<br />

via elettronica. Questo la capisco. Faccio<br />

parte anch’io di questo sviluppo.<br />

Questo mette la Posta sotto pressione.<br />

Ma questa pressione al risparmio, proprio<br />

a RetePostale, spesso la subiamo<br />

noi dipendenti in quanto ci viene richiesta<br />

una maggior flessibilità. Questo<br />

va a scapito del nostro tempo libero,<br />

della nostra salute e si ripercuote<br />

anche sulla motivazione.<br />

Cosa ti auguri per il futuro?<br />

A dire il vero a me piace la mia professione,<br />

il contatto con i clienti, la varietà:<br />

sono qui da tanti anni. Ma mi<br />

pare che il mio lavoro venga sempre<br />

meno apprezzato. Se devo essere più<br />

flessibile, vorrei anche qualcosa in<br />

cambio che invece non ricevo. Trovo<br />

questa evoluzione molto a senso unico<br />

e molto a carico dei dipendenti.<br />

Matthias Loosli


«Gli indipendenti che non riescono a versare il 12,5% di contributi<br />

si ritroveranno soltanto con 1431 franchi di rendita AVS» Michael Moser<br />

19<br />

Grafici freelance, una situazione<br />

pensionistica inquietante<br />

Soltanto un quarto dei lavoratori creativi indipendenti sa quale<br />

sarà la sua pensione. E comunque non gli basterà per vivere.<br />

Nell’ambito della campagna was-istmeine-arbeit-wert.ch<br />

(«quanto vale il<br />

mio lavoro», solo in lingua tedesca)<br />

che si occupa del valore del lavoro nel<br />

settore grafico, <strong>syndicom</strong> ha lanciato<br />

un sondaggio sulla situazione lavorativa<br />

e reddituale dei creativi freelance.<br />

In questo sondaggio, <strong>syndicom</strong> ha voluto<br />

sapere anche come sono assicurati<br />

gli autonomi a livello di previdenza<br />

vecchiaia. Le risposte sono preoccupanti<br />

e spaventose allo stesso tempo:<br />

solo un esiguo 24,5% sa a quanto ammonterà<br />

un giorno la propria pensione<br />

e solo il 13,6% è convinto che basterà<br />

per vivere. Su informazione della<br />

cassa pensione Freelance di <strong>syndicom</strong><br />

ci è stato comunicato che una grafica<br />

con un’attività autonoma assicura tra<br />

i 30mila e 40mila franchi di reddito<br />

all’anno. Questo al raggiungimento<br />

dell’età pensionabile insieme all’AVS<br />

dà una pensione tra 2372 e 2681 franchi,<br />

che non basta per vivere e che tanto<br />

meno può essere il salario durante<br />

l’intera vita professionale.<br />

E qui stiamo parlando di coloro<br />

che sono ancora in grado di versare<br />

Solo un indipendente su otto pensa che la sua pensione sarà sufficiente per vivere. (© Fotomelia)<br />

qualcosa. Tutti quelli che non possono<br />

permettersi il 12,5% di contributi<br />

nel secondo pilastro alla fine avranno<br />

soltanto la rendita AVS di 1431 franchi.<br />

Soluzioni politiche urgenti<br />

Ma com’è possibile una cosa del genere<br />

nel 2019? Perché il nostro sistema<br />

pensionistico è ancora orientato su un<br />

impiego al 100% per tutta la vita, quando<br />

invece con la trasformazione del<br />

mondo del lavoro e con la nascita di<br />

nuove forme lavorative sempre meno<br />

persone lavorano così, anche se magari<br />

lo vorrebbero?<br />

Servono soluzioni politiche nuove,<br />

subito! I giusti passi in questa direzione,<br />

ovvero verso un rafforzamento del<br />

primo pilastro, sono stati bocciati con<br />

la Previdenza vecchiaia 2020 e prima<br />

ancora con AVS+. La revisione AVS 21<br />

in corso attualmente non contiene misure<br />

che potrebbero migliorare la situazione<br />

di chi è autonomo. Con un<br />

Parlamento più giovane, progressista<br />

e moderno almeno adesso c’è la speranza<br />

che ci sarà una maggiore consapevolezza<br />

riguardo alle nuove forme<br />

lavorative.<br />

Ma la sola speranza non basta. Senza<br />

la pressione dei diretti interessati<br />

non cambierà nulla, questo è chiaro.<br />

Per questo <strong>syndicom</strong> è pronto a fare<br />

un primo passo nel 2020 con la campagna<br />

was-ist-meine-arbeit-wert.ch e ad<br />

attuare misure politico-sindacali a favore<br />

dei grafici e anche di tutti gli altri<br />

autonomi e lavoratori nelle nuove forme<br />

lavorative.<br />

Michael Moser<br />

Segretario centrale settore Media<br />

La campagna (in tedesco)<br />

was-ist-meine-arbeit-wert.ch<br />

Quarto potere, appello<br />

al Parlamento<br />

Stephanie Vonarburg è vicepresidente di <strong>syndicom</strong><br />

e responsabile settore Stampa e media elettronici<br />

Il nostro sistema politico si basa sulla<br />

separazione dei poteri. Il potere legislativo<br />

emana le leggi, l’esecutivo le applica<br />

e quello giudiziario decide nella contesa<br />

giudiziaria. In questo modo si evita che<br />

il potere venga accentrato. Questa la teoria.<br />

Per avere informazioni su come questi<br />

tre poteri e le aziende si comportano,<br />

in ogni società democratica serve un<br />

quarto potere: la stampa. I giornalisti<br />

osservano, ricercano, fanno domande<br />

critiche, si soffermano su un argomento.<br />

Così facendo rappresentano i cosiddetti<br />

«cani da guardia» della democrazia.<br />

Se oggi i media possono esercitare<br />

sempre meno questa funzione, perché<br />

vengono smantellate le redazioni, perché<br />

gli onorari dei freelance rasentano<br />

terra, e perché i nuovi media non sono in<br />

grado di sopravvivere finanziariamente,<br />

allora noi tutti abbiamo un problema:<br />

veniamo informati solo parzialmente o<br />

in maniera sbagliata e ci sfugge ciò che<br />

accade dietro le quinte del potere. Perciò<br />

<strong>syndicom</strong> fa un appello al nuovo Parlamento:<br />

non c’è tempo da perdere, è<br />

giunta l’ora per un nuovo modello di sostegno<br />

alla stampa! Nel nostro documento<br />

orientativo (su www.<strong>syndicom</strong>.<br />

ch/politicadeimedia) spieghiamo come<br />

e a quali condizioni i media possano (e<br />

debbano) essere rafforzati. L’obiettivo è<br />

che i professionisti della stampa siano<br />

all’altezza di assumere il ruolo di quarto<br />

potere in maniera indipendente, secondo<br />

le regole etico-professionali del Consiglio<br />

svizzero della stampa e con condizioni<br />

di lavoro e salari dignitosi.


20<br />

Dalle<br />

professioni<br />

«Bisogna capire che un solo giorno nelle piazze non basta.<br />

Per cambiare il mondo dobbiamo organizzarci» Pierre-Yves Maillard<br />

Per un servizio pubblico forte<br />

Con entusiasmo, Pierre-Yves Maillard anticipa uno dei temi<br />

centrali della prossima assemblea USS a maggio 2020. E auspica<br />

una convergenza tra i movimenti, la società civile e i sindacati.<br />

«Finalmente qualcuno che parla chiaro,<br />

diretto, senza paroloni!»: a esprimere<br />

tutta la soddisfazione, per primo,<br />

è l’interprete che ha tradotto (dal<br />

francese all’italiano) l’incontro con<br />

Pierre-Yves Maillard a Bellinzona a<br />

metà novembre. L’occasione era la seconda<br />

«giornata di riflessione» dell’Unione<br />

Sindacale Svizzera (USS) Ticino<br />

e Moesa. Da qualche mese, su impulso<br />

del presidente Graziano Pestoni, la sezione<br />

cantonale organizza una serie di<br />

incontri per trovare sinergie tra i sindacati<br />

affiliati coinvolgendo la base, i<br />

lavoratori, i membri dei comitati. I diversi<br />

gruppi di lavoro (comunicazione,<br />

servizio pubblico, AVS, donne) hanno<br />

approfittato così dell’energia, della<br />

chiarezza comunicativa, dell’entusiasmo<br />

del neopresidente USS, per una<br />

conferenza che si è subito trasformata<br />

in una sorta di intervista a tutto campo.<br />

Si è parlato dell’accordo-quadro<br />

con l’Unione Europea, della situazione<br />

della SSR dopo il referendum No<br />

Billag, dello sciopero delle donne, del<br />

dumping salariale e dell’iniziativa<br />

UDC contro la libera circolazione. E<br />

della Posta.<br />

Opporsi alle privatizzazioni<br />

Lo scorso anno, la sezione USS Ticino<br />

e Moesa ha proposto il lancio di tre iniziative<br />

popolari per il ripristino delle<br />

regie federali. Si potrebbe iniziare con<br />

La forza espressiva del presidente USS Maillard in<br />

conferenza a Bellinzona. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

quella sulla Posta. Il tema è molto sentito<br />

presso la popolazione e anche tra i<br />

giovani, come testimoniano le centinaia<br />

di firme raccolte recentemente<br />

dai Giovani Comunisti del Ticino.<br />

Pure in Europa soffia il vento per una<br />

rinazionalizzazione dei servizi pubblici,<br />

come testimonia anche lo studio di<br />

Graziano Pestoni dedicato alla privatizzazione<br />

della Posta, edito da <strong>syndicom</strong>.<br />

«Quello del servizio pubblico<br />

sarà il tema della prossima assemblea<br />

dei delegati USS a fine maggio», ha affermato<br />

Maillard. «Abbiamo lasciato<br />

le aziende in mano a un management<br />

che ha ragionato in termini di produttività<br />

e redditività, senza pensare al<br />

servizio pubblico. Alla Posta c’è una<br />

pratica contabile non controllata: l’intento<br />

è di mostrare un settore in perdita<br />

piuttosto che un altro, per legittimare<br />

la chiusura degli uffici postali. Lo<br />

stesso sta accadendo alle FFS. Il rischio<br />

delle privatizzazioni è molto<br />

alto, anche nell’energia, nella sanità,<br />

nei servizi finanziari. L’iniziativa, se<br />

approvata dal congresso USS, dovrà<br />

però avere un testo circoscritto, perché<br />

abbia effetti concreti. In passato,<br />

abbiamo votato per la medicina complementare<br />

e i medici di famiglia, eppure<br />

cos’è cambiato?».<br />

Il sindacato è di chi lo fa<br />

Essenziale, per il successo dell’azione<br />

sindacale, è anche la convergenza con<br />

associazioni di cittadini, di consumatori,<br />

con i movimenti. «Basta vedere<br />

cosa è successo il 14 giugno: una mobilitazione<br />

mai vista negli ultimi 30<br />

anni!», ha esclamato Maillard. «Bisogna<br />

far capire alla gente che un solo<br />

giorno nelle piazze non basta. Per<br />

cambiare, dobbiamo organizzarci,<br />

solo organizzando le lotte si diventa<br />

forti. Se dicono che nei sindacati ci<br />

sono poche donne e pochi giovani, si<br />

uniscano a noi per cambiarlo. Sono i<br />

membri che fanno il sindacato! Spero<br />

che in futuro ci sia sempre maggiore<br />

convergenza tra movimenti e sindacati.<br />

Tra vent’anni dovremo affrontare<br />

uno shock demografico, con una popolazione<br />

sempre più anziana. Per<br />

questo saranno necessarie nuove prestazioni,<br />

che porteranno centomila<br />

nuovi posti di lavoro. E per l’emergenza<br />

climatica dovremo sviluppare la<br />

mobilità collettiva e cambiare sistema<br />

produttivo. Per tutto questo, ci vorrà<br />

un finanziamento pubblico e la garanzia<br />

di un servizio pubblico forte: è questa<br />

la nuova economia!».<br />

Giovanni Valerio<br />

Le news dell’USS (in francese)<br />

uss.ch/actuel<br />

Nuovo Parlamento:<br />

più giovane, più verde,<br />

più femminile.<br />

E anche migliore?<br />

Ci siamo: abbiamo un nuovo Parlamento.<br />

Balza subito agli occhi che sono state<br />

elette parecchie persone giovani: ora nel<br />

Consiglio nazionale siedono sette giovani<br />

con meno di 30 anni. Ma ancora il 40%<br />

ha tra 50 e 60 anni. La quota femminile<br />

è salita di 10 punti percentuali fino al<br />

42%, ma gli uomini continuano a essere<br />

sovrarappresentati. I verdi guadagnano<br />

6 punti percentuali e la maggioranza<br />

conservatrice di PLR e UDC è stata ridimensionata.<br />

Nonostante ciò, anche in<br />

futuro le questioni sindacali, le misure<br />

concrete a favore del clima e una politica<br />

sociale progressista avranno vita dura.<br />

Il bilancio di queste elezioni non è<br />

uniforme. Sicuramente con giovani consigliere<br />

nazionali vicine ai sindacati<br />

come Samira Marti e Tamara Funiciello<br />

possiamo aspettarci che i giovani come<br />

me siano ben rappresentati e le nostre<br />

richieste portate avanti. Infatti quanto a<br />

digitalizzazione, politica per le famiglie<br />

e vera parità, spesso abbiamo idee molto<br />

diverse. In questo senso possiamo attenderci<br />

sicuramente nuove dinamiche.<br />

Ma non culliamoci sugli allori: nel<br />

nuovo Parlamento le tematiche sindacali<br />

non godranno automaticamente della<br />

maggioranza. Anche in futuro dovranno<br />

essere fatte delle alleanze con i partiti<br />

conservatori. E servono quindi azioni<br />

sindacali forti, lobbying strategico per<br />

far sentire la nostra voce nella discussione<br />

pubblica. Ma almeno adesso la nostra<br />

è una voce squillante, più giovane<br />

e più rosa.<br />

Dominik Fitze è segretario dei giovani <strong>syndicom</strong>


«In alcuni casi, le fatture dei freelance sono state pagate<br />

dopo più di un anno» Mireille Guggenbühler<br />

21<br />

Rimetti a noi i nostri debiti<br />

Soltanto l’intervento di <strong>syndicom</strong> ha costretto l’editore<br />

Dornbusch Medien a pagare i giornalisti freelance. Ed è stato<br />

elaborato un opuscolo con istruzioni per redazioni e indipendenti.<br />

Nell’edificio della Dornbusch Medien<br />

a Baden-Dättwil in questa calda giornata<br />

di fine estate si sta traslocando.<br />

Due uomini stanno caricando un camion,<br />

mentre noi stiamo lì accanto e<br />

scriviamo manifesti. I due uomini ci<br />

chiedono cosa stiamo facendo. La nostra<br />

spiegazione li lascia a bocca aperta:<br />

siamo giornalisti freelance e siamo<br />

venuti qui per riscuotere i nostri soldi.<br />

«Ma davvero in Svizzera succede che<br />

un lavoro eseguito non venga pagato?»,<br />

chiede uno dei traslocatori. Ebbene<br />

sì. Ascoltate un po’ cosa è successo.<br />

25 giornalisti e giornaliste freelance<br />

hanno scritto per le testate della Dornbusch<br />

Medien ed emesso fattura con<br />

gli onorari che spettavano loro. Ma<br />

queste fatture non sono mai state pagate,<br />

mail e telefonate ignorate. La<br />

somma complessiva dovuta ammontava<br />

a oltre 30mila franchi.<br />

La Bibbia come guida<br />

La Dornbusch Medien AG è nata<br />

dall’ex azienda mediatica CAT Medien<br />

AG. Il nome dell’azienda (che significa<br />

rovo) prende spunto dal passaggio nella<br />

bibbia sul roveto che andava a fuoco,<br />

come ha voluto ricordare il caporedattore<br />

Anton Ladner nel 2015 al<br />

portale online kath.ch. La Bibbia dunque<br />

è la linea guida dell’azienda, e il<br />

settimanale Doppelpunkt. Schweizer<br />

Magazin für Achtsamkeit è il suo fiore<br />

all’occhiello.<br />

Scrivere come privilegio<br />

E poter scrivere per questa perla è un<br />

vero privilegio. È quanto ha fatto intendere<br />

il responsabile della casa editrice<br />

Fabian Egger a tutti coloro che in<br />

quella calda giornata estiva e anche<br />

successivamente hanno lottato per<br />

avere i propri soldi. Il rifiuto di pagare<br />

è stato motivato con la svolta finanziaria<br />

a cui aspirava Dornbusch. Per svoltare,<br />

sono stati sospesi i pagamenti degli<br />

onorari. Fino a quest’autunno. Solo<br />

a ottobre sono state pagate le fatture<br />

dei freelance, per alcuni dopo più di<br />

un anno di attesa e solo perché il sindacato<br />

<strong>syndicom</strong> dall’estate scorsa si è<br />

impegnato insieme ai giornalisti per<br />

la riscossione dei loro onorari.<br />

Qualche consiglio pratico<br />

Ma si può ritenere equo e professionale<br />

un tale trattamento verso i freelance?<br />

E in caso negativo: come dovrebbe<br />

configurarsi un corretto rapporto di<br />

lavoro? Queste sono state le domande<br />

dei giornalisti freelance ma anche dei<br />

rappresentanti delle redazioni. Per rispondervi,<br />

sono stati elaborati dieci<br />

consigli che ora sono stati riassunti in<br />

un opuscolo pubblicato da <strong>syndicom</strong>.<br />

Si tratta di consigli senza carattere<br />

giuridico che però magari riescono a<br />

far nascere una discussione su come<br />

dovrebbero essere regolati i rapporti<br />

di lavoro tra redazioni e freelance.<br />

Mireille Guggenbühler<br />

Pagateci, per favore! La richiesta dei freelance è arrivata a Baden, alla sede di Dornbusch Medien.<br />

<br />

(© Marco Geissbühler)<br />

I consigli per freelance<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/10tipps<br />

Pubblicità sessista alla<br />

Posta: c’è poco da ridere<br />

Lo scorso 14 giugno, più di mezzo milione<br />

di partecipanti hanno dato un<br />

segnale forte per l’uguaglianza, la parità<br />

salariale e contro il sessismo sul<br />

posto di lavoro. Il successo della grande<br />

manifestazione dello sciopero delle<br />

donne ha scosso la Svizzera e ha sensibilizzato<br />

anche i datori di lavoro<br />

verso queste importanti tematiche.<br />

Pure nelle attuali trattative sul nuovo<br />

contratto collettivo della Posta le questioni<br />

attorno all’uguaglianza costituiscono<br />

un punto centrale. Motivo in<br />

più per far ritenere ultra-irritante alla<br />

maggioranza di lavoratrici agli sportelli<br />

della Posta la richiesta dei loro superiori<br />

di distribuire alla clientela un<br />

volantino con una frase ambigua: «Basta<br />

un sorriso per accendermi» (in italiano,<br />

il flyer era «Basta un sorriso per<br />

conquistarmi»). Nelle intenzioni, doveva<br />

essere una pubblicità divertente<br />

per una «app» di PostFinance che si<br />

sblocca attraverso il riconoscimento<br />

facciale. Le dipendenti hanno subito<br />

contattato <strong>syndicom</strong>. Non volevano<br />

assolutamente essere complici di tali<br />

vecchi stereotipi. <strong>syndicom</strong> ha posto<br />

un ultimatum al «gigante giallo» e la<br />

pubblicità è stata subito sospesa. La<br />

Posta si è resa conto di aver commesso<br />

un errore. La cosa che lascia un po’<br />

perplessi è perché prima non se ne fosse<br />

accorto nessuno. Il contesto infatti<br />

è decisivo. Su cartelloni pubblicitari<br />

affissi al muro lo stesso slogan può<br />

sembrare anche un gioco di parole a<br />

effetto, ma distribuito dalle mani delle<br />

sportelliste è uno slogan inaccettabile.<br />

L’esempio ci mostra in modo<br />

lampante perché dobbiamo ancora<br />

impegnarci quotidianamente a favore<br />

della parità.<br />

Christian Capacoel<br />

Il comunicato di <strong>syndicom</strong> (in francese)<br />

https://bit.ly/33kfaox


22 Politica<br />

«Femminismo significa far<br />

stare meglio uomini e donne»<br />

Dopo le ultime elezioni, il<br />

Consiglio nazionale è più<br />

rosa. Le donne hanno conquistato<br />

venti seggi in più:<br />

ora sono 84 su 200, pari al<br />

42 %. Tamara Funiciello,<br />

presidentessa dei Giovani<br />

Socialisti, è tra le nuove<br />

elette. Qui ci spiega cosa l’ha<br />

spinta in politica e perché si<br />

sente una sindacalista nata.<br />

Testo: Patrizia Mordini<br />

Foto: Alexander Egger<br />

Giovane, di sinistra, donna.<br />

Ti senti rappresentativa nel nuovo<br />

Parlamento svizzero?<br />

Sì, mi sento molto rappresentativa.<br />

Sono stati eletti nel nuovo Parlamento<br />

7 giovani al di sotto dei 30<br />

anni. Molti non capiscono che come<br />

appartenente a un gruppo particolare<br />

si vive una determinata realtà.<br />

Invece questo aiuta a mettere a fuoco<br />

meglio delle problematiche che<br />

altrimenti andrebbero facilmente<br />

perse di vista, che invece possono e<br />

devono essere rappresentate. Per<br />

esempio, nella questione delle pensioni,<br />

per le donne lesbiche ci sono<br />

al centro delle domande specifiche<br />

o anche riguardo al «Matrimonio civile<br />

per tutti»<br />

Una vittoria enorme per le donne e<br />

i verdi ma una perdita del Partito<br />

Socialista e dei sindacati.<br />

Con la mancata rielezione di Corrado<br />

Pardini, Adrian Wüthrich e Philipp<br />

Hadorn il Parlamento ha perso tre<br />

politici molto esperti. Proprio Corrado<br />

ha fatto così tanto per le richieste<br />

sindacali e si è occupato di dossier<br />

molto importanti come le misure<br />

accompagnatorie con l’Unione Europea.<br />

È da sei anni che lavoro con lui.<br />

Per me ora è assurdo essere in Parlamento<br />

senza di lui. Ma sono state<br />

elette anche persone nuove come<br />

Pierre-Yves Maillard e Greta Gysin<br />

che sono chiaramente impegnati sindacalmente<br />

e che porteranno avanti<br />

le tematiche sociali. Continuiamo<br />

comunque ad avere una minoranza<br />

di sinistra, dal momento che i verdi<br />

liberali non appartengono alla nostra<br />

area. Dunque, questa svolta a sinistra<br />

non c’è stata.<br />

Qual è stata la molla che ti ha spinto<br />

a impegnarti politicamente? Quali<br />

esperienze hai fatto con il sindacato?<br />

Fino a dieci anni ho vissuto in Sardegna<br />

dove mio papà era lavoratore<br />

autonomo. A casa, i miei spesso parlavano<br />

di politica. Provengo da una<br />

famiglia politicamente vicina ai sindacati.<br />

In Svizzera, mia mamma ha<br />

lavorato per il SEI. Quando mio padre<br />

ha perso il suo lavoro alla Wifag<br />

e Corrado Pardini ha fatto sì che ricevesse<br />

un buon piano sociale, mi<br />

sono iscritta al sindacato. All’università<br />

poi sono diventata una femminista.<br />

Quando mi sono impegnata<br />

in seno al consiglio studentesco,<br />

ho riconosciuto l’importanza del<br />

linguaggio gender. Parità vuol dire<br />

che devono stare bene tutti in ugual<br />

misura, donne e uomini. Femminismo<br />

per me vuol dire che devono<br />

stare meglio sia le donne che gli uomini.<br />

Il marxismo analizza soltanto<br />

l’incongruenza tra capitale e lavoro<br />

ma tralascia il lavoro non retribuito<br />

che viene prestato soprattutto dalle<br />

donne.<br />

Che influenza ha avuto su di te il<br />

fatto che tuo padre fosse italiano e<br />

i tuoi genitori degli operai?<br />

Ho toccato con mano cosa vuol dire<br />

avere davanti ancora molti giorni<br />

prima della fine del mese e zero<br />

soldi sul conto o quando bisogna<br />

decidere se ci si può permettere il<br />

dentista o meno. Durante la scuola<br />

e l’università ho fatto tanti lavoretti<br />

come pulire gli uffici per esempio.<br />

In Svizzera abbiamo un milione di<br />

persone a rischio povertà!<br />

Cosa pensi dei sindacati oggi?<br />

Sono indispensabili. Sette anni fa<br />

sono stata assunta da Unia come responsabile<br />

per il commercio al dettaglio<br />

e le donne. Ancora oggi sono<br />

responsabile dei giovani nell’Unione<br />

sindacale del canton Berna<br />

(GKB). I sindacati sono la mia patria<br />

politica. Attualmente punterei maggiormente<br />

sulla fidelizzazione degli<br />

iscritti che non sull’acquisizione di<br />

nuovi membri. E a rendere i sindacati<br />

più attrattivi per le donne.<br />

Di sicuro nel Consiglio nazionale<br />

ti impegnerai per le tue tematiche,<br />

come la parità e la giustizia sociale.<br />

Hai già pensato a degli interventi?<br />

I punti chiave sono la riduzione del<br />

tempo di lavoro, non aumentare<br />

l’età pensionabile, la revisione del<br />

diritto penale sessuale e la lotta contro<br />

lo smantellamento del servizio<br />

pubblico. E mancano anche 25mila<br />

posti negli asili nido.<br />

I sindacati hanno contribuito allo<br />

sciopero delle donne. È giusto che<br />

s’impegnino anche nello sciopero<br />

del clima il prossimo 15 maggio?<br />

Tutti gli scioperi sono correlati! Non<br />

si deve distinguere tra la politica a<br />

Palazzo e quella che si fa nelle piazze.<br />

Un movimento forte sulle strade<br />

può cambiare le cose anche in Parlamento!


Politica<br />

Persone LGBTI: non più<br />

indifese di fronte alla legge!<br />

23<br />

Il 9 febbraio 2020 si terrà una<br />

votazione popolare sull’estensione<br />

della norma penale<br />

per includere il criterio dell’orientamento<br />

sessuale. Il 70%<br />

dei dipendenti omosessuali<br />

ha subito discriminazioni sul<br />

lavoro negli ultimi tre anni.<br />

Testo: Reto Wyss, USS<br />

Foto: Burst<br />

Per consentire la ratifica della Convenzione<br />

sulla discriminazione razziale<br />

adottata dall’ONU già nel 1965,<br />

nel 1995 la Svizzera ha infine rivisto<br />

il suo Codice penale e ha aggiunto<br />

l’articolo 261bis, comunemente<br />

noto come «norma penale sul razzismo».<br />

È stata una dura lotta contro i<br />

reazionari di questo paese, che presumibilmente<br />

«vogliono che sia vietato<br />

parlarne».<br />

Una legislazione rimasta indietro<br />

Attualmente la Svizzera è indietro<br />

anche in materia di protezione di<br />

persone LGBTI (acronimo che sta a<br />

indicare lesbiche, gay, bisessuali,<br />

transgender e intersessuali). Si classifica<br />

al 22° posto a livello europeo<br />

per la situazione giuridica e sociale<br />

delle persone LGBTI – posizionandosi<br />

addirittura dietro l’Ungheria di<br />

Viktor Orbán, che non è nota per un<br />

clima particolarmente favorevole<br />

alle persone LGBTI. Questa classifica<br />

della Svizzera ha anche molto a<br />

che fare con il fatto che «l’incitamento<br />

all’odio» contro le persone<br />

LGBTI in Svizzera non può ancora<br />

essere punito legalmente. In questo<br />

la Svizzera viene regolarmente criticata<br />

anche dal Consiglio d’Europa.<br />

Con l’aggiunta del criterio<br />

dell’orientamento sessuale alla norma<br />

penale, questo finalmente cambierebbe<br />

quanto meno per lesbiche,<br />

gay e bisessuali. Il nostro collega<br />

Matthias Reynard ha già chiesto<br />

questa modifica della legge nel 2013<br />

con un’iniziativa parlamentare. Il<br />

Parlamento lo ha seguito con<br />

un’ampia maggioranza dopo un lungo<br />

tira e molla, ma i circoli conservatori<br />

di destra legati all’UDC e<br />

all’UDF hanno lanciato con successo<br />

il referendum (anche se con mezzi<br />

sleali: «Firma qui contro l’omofobia!»).<br />

La votazione popolare si terrà<br />

quindi il 9 febbraio 2020.<br />

La discriminazione avviene laddove<br />

le persone trascorrono il loro<br />

tempo e quindi sul posto di lavoro.<br />

Le persone LGBTI ne sono particolarmente<br />

colpite, come rivelano sia i<br />

dati statistici che le innumerevoli<br />

esperienze individuali. Secondo recenti<br />

sondaggi, il 70% dei dipendenti<br />

omosessuali ha subito negli ultimi<br />

tre anni una discriminazione<br />

basata sull’orientamento sessuale.<br />

Nel caso di persone transgender, la<br />

discriminazione – addirittura i licenziamenti<br />

– è ancora più frequente<br />

a causa della loro identità di genere.<br />

Purtroppo, questi ultimi, in<br />

particolare, sono ora esplicitamente<br />

esclusi dall’estensione dell’articolo<br />

sul diritto penale, perché il criterio<br />

dell’«identità di genere», che per<br />

loro è rilevante, è stato ribaltato dal<br />

Parlamento. Dopo aver vinto la consultazione<br />

popolare, è necessario<br />

apportare miglioramenti il più rapidamente<br />

possibile in questo senso.<br />

Difendersi in caso di perdita del posto<br />

Sul posto di lavoro, la discriminazione<br />

assume molte forme diverse, che<br />

vanno dall’esclusione professionale<br />

o sociale, alle osservazioni oscene,<br />

all’outing forzato e alle molestie sessuali.<br />

Tuttavia, a livello materiale la<br />

discriminazione per le persone<br />

LGBTI è più grave quando culmina<br />

nel rifiuto o nella perdita del posto<br />

di lavoro. Oggi non esiste una base<br />

giuridica in questi casi, come ha ribadito<br />

ancora una volta la recente<br />

sentenza del Tribunale federale sulla<br />

non applicabilità della legge<br />

sull’uguaglianza alle persone<br />

LGBTI. L’estensione della norma<br />

penale cambierebbe finalmente la<br />

situazione per le lavoratrici e i lavoratori<br />

omosessuali e bisessuali, poiché<br />

i contratti di lavoro rientrano<br />

chiaramente nell’ambito della protezione<br />

di questo articolo. I dipendenti<br />

interessati avrebbero così finalmente<br />

la possibilità di difendersi<br />

legalmente in caso di rifiuto (ed<br />

eventualmente di perdita) di un<br />

posto di lavoro, ovviamente basato<br />

sulla discriminazione.<br />

A parte l’applicabilità tecnica<br />

di questo articolo riveduto, la votazione<br />

del 9 febbraio ha un importante<br />

effetto catalizzatore. Vogliamo<br />

una Svizzera dove ognuno abbia il<br />

suo posto e si senta al sicuro e accolto?<br />

O continuiamo a stare a guardare<br />

come pochi riescono a dividere la<br />

società a spese delle minoranze?<br />

Un sì è indispensabile, e anche noi<br />

sindacati dobbiamo batterci con<br />

veemenza per questo!<br />

La commissione LGTBI dell’USS<br />

uss.ch/luss/organes/commission-lgbt<br />

«Sul luogo di lavoro, le persone<br />

LGTBI possono essere escluse<br />

professionalmente o ricevere<br />

insulti osceni».


24 Politica<br />

Aumentare l’offerta di alloggi<br />

a prezzi accessibili è fattibile!<br />

Il prossimo 9 febbraio voteremo<br />

sull’iniziativa popolare<br />

dell’Associazione Inquilini.<br />

È un’assoluta necessità.<br />

Poiché da anni gli affitti sono<br />

in costante aumento.<br />

Testo: ASI - Associazione Svizzera<br />

Inquilini<br />

Foto: Fotomelia<br />

L’iniziativa «Più abitazioni a prezzi<br />

accessibili» è sostenuta dall’Unione<br />

sindacale svizzera (USS) sin dal suo<br />

lancio, nel 2015. L’USS è pure rappresentata<br />

nel comitato degli iniziativisti,<br />

assieme a numerose associazioni,<br />

partiti e persone singole di<br />

tutto il paese.<br />

A detta dello stesso Consiglio federale,<br />

come rilevato nel suo messaggio<br />

sull’iniziativa «Più abitazioni a<br />

prezzi accessibili», «l’iniziativa affronta<br />

una questione importante<br />

per l’offerta di alloggi in Svizzera.<br />

È difficile per chi cerca un alloggio,<br />

soprattutto per chi ha un basso potere<br />

d’acquisto, trovare un alloggio<br />

che soddisfi le proprie esigenze. Ne<br />

sono indice gli elevati costi abitativi<br />

delle famiglie economicamente più<br />

deboli e l’aumento del traffico pendolare».<br />

Con la costruzione di un<br />

maggior numero di alloggi senza<br />

scopo di lucro, l’iniziativa si basa su<br />

un sistema collaudato di produzione<br />

di alloggi da parte di committenti<br />

di abitazioni di utilità pubblica.<br />

Già oggi, questi costruttori edilizi<br />

producono appartamenti a prezzi<br />

accessibili in città, ma anche nelle<br />

zone rurali, che a lungo termine<br />

sono molto più economici perché<br />

non sono immobili da reddito.<br />

Sempre più appartamenti di società<br />

immobiliari orientate al reddito<br />

Sempre più in alto: da anni, gli affitti sono in crescita. (© Fotomelia)<br />

Negli ultimi anni il mercato immobiliare<br />

ha subito un preoccupante<br />

cambiamento. Nel 2000, quasi il<br />

60% degli alloggi in affitto apparteneva<br />

ancora a privati. Oggi, solo il<br />

47% degli appartamenti in affitto è<br />

di proprietà di privati. Dall’anno in<br />

oggetto, né il settore pubblico né le<br />

cooperative edilizie sono riusciti ad<br />

aumentare in modo significativo la<br />

loro quota di alloggi in affitto. Tra il<br />

2000 e il 2017, la percentuale di abitazioni<br />

in affitto di proprietà di società<br />

immobiliari (compagnie di assicurazione,<br />

gruppi bancari, fondi<br />

immobiliari, società immobiliari, e<br />

così via) è passata dal 29% al 39%. In<br />

termini assoluti, ciò rappresenta un<br />

aumento di 300mila abitazioni. Il risultato:<br />

spesso vengono costruiti appartamenti<br />

troppo costosi e in luoghi<br />

dove esiste poca richiesta.<br />

In media, gli affitti per gli immobili<br />

di reddito sono significativamente<br />

più elevati rispetto a quelli per gli<br />

appartamenti senza scopo di lucro.<br />

La differenza ammonta a due affitti<br />

mensili all’anno. Nelle città principali,<br />

ammonta persino a tre mesi di<br />

affitto. «Il fatto è che in tutta la Svizzera<br />

ci sono tanti appartamenti vuoti<br />

quante sono le abitazioni nella<br />

sola città di Berna. E pure nella capitale<br />

federale c’è carenza. Per questo<br />

motivo sono necessarie soluzioni<br />

urgenti, soprattutto nelle aree urbane,<br />

e anche la Confederazione e i<br />

cantoni sono chiamati a dare il loro<br />

contributo», afferma Carlo Sommaruga,<br />

presidente dell’Associazione<br />

Svizzera Inquilini (ASI).<br />

Iniziativa basata su strumenti<br />

collaudati<br />

Il Consiglio federale intende migliorare<br />

la situazione integrando con<br />

250 milioni di franchi la dotazione<br />

del fondo di rotazione nei prossimi<br />

dieci anni. In realtà, tuttavia, questo<br />

significa che ogni anno vengono costruiti<br />

solo 800–900 appartamenti<br />

senza scopo di lucro, il che corrisponde<br />

all’incirca al livello attuale.<br />

Ciò ridurrà ulteriormente la quota<br />

di alloggi convenienti.<br />

Grazie al diritto di prelazione a<br />

prezzi di mercato, le imprese edilizie<br />

senza scopo di lucro possono acquistare<br />

terreni edificabili e, grazie<br />

al comprovato fondo di rotazione,<br />

le cooperative edilizie possono ottenere<br />

prestiti. Questi non costano<br />

nulla alla Confederazione, al momento<br />

fruttano addirittura interessi<br />

a favore delle casse federali. Le cooperative<br />

edilizie costruiscono dove<br />

esiste una domanda di alloggi a<br />

prezzi accessibili. E nelle ristrutturazioni<br />

legate al risparmio energetico,<br />

la conservazione di spazi abitativi<br />

a prezzi accessibili deve essere<br />

tenuta in maggiore considerazione.<br />

Fermare la crescita degli affitti<br />

Balthasar Glättli, vicepresidente<br />

dell’ASI, conclude: «Gli affitti in<br />

Svizzera continuano ad aumentare<br />

di anno in anno. È nell’interesse di<br />

tutta la popolazione che gli affitti<br />

siano abbordabili. Per questo l’iniziativa<br />

è necessaria, fattibile e molto<br />

efficace».<br />

https://abitazioni-accessibili.ch


Diritto e diritti<br />

25<br />

Sono iscritta al vostro sindacato e<br />

desidero, per convinzione, impegnarmi<br />

anche all’interno della mia azienda per<br />

rappresentare i miei colleghi davanti<br />

alla direzione. Potrebbe quest’ultima<br />

licenziarmi per «vendetta»?<br />

Se verrò eletta rappresentante dei<br />

lavoratori, qual è il mio margine di manovra<br />

soprattutto in merito al tempo necessario<br />

per questo mandato?<br />

Nel caso invece non venga eletta,<br />

in che modo potrò comunque esercitare<br />

i miei diritti sindacali?<br />

Risponde il servizio giuridico <strong>syndicom</strong><br />

Innanzitutto, va ricordato che la libertà sindacale è sancita<br />

nella Costituzione federale (art. 28). Tuttavia, questa<br />

disposizione non parla esplicitamente di delegati sindacali<br />

o di rappresentanti eletti dai lavoratori. La protezione<br />

dei lavoratori è prevista in primo luogo dalla Legge sulla<br />

partecipazione (art. 12), il cui campo di applicazione è più<br />

esteso rispetto al Codice delle obbligazioni (CO), ma che<br />

non comporta sanzioni specifiche, cosa che invece fa<br />

quest’ultimo. In effetti, nonostante il diritto del lavoro sia<br />

regolato dal principio della libertà contrattuale, l’art. 336<br />

CO elenca, in maniera non esaustiva, i casi di licenziamenti<br />

abusivi, senza definirne il termine. Secondo la dottrina,<br />

una disdetta è abusiva quando i motivi sui quali si<br />

fonda urtano il nostro senso di giustizia perché contrari ai<br />

valori riconosciuti dalla società attuale. Ad esempio, un<br />

licenziamento pronunciato per via di un’affiliazione a un<br />

sindacato o dell’esercizio lecito di un’attività sindacale è<br />

ritenuto abusivo (art. 336 cpv. 2 lett. a e b). Questa disposizione<br />

è piuttosto imperativa, ovvero non può essere<br />

derogata a scapito del dipendente.<br />

Affinché l’attività sindacale venga tutelata, bisogna che<br />

venga esercitata in conformità alla legge e al contratto di<br />

lavoro (CCL o contratto tipo). In linea di massima, il datore<br />

di lavoro ha il diritto di limitare l’esercizio dell’attività<br />

sindacale per contratto, regolamento o direttive (vedi<br />

art. 321d CO) laddove questa limitazione posi su motivi<br />

oggettivi come il desiderio che l’azienda o i rapporti con<br />

la clientela non ne soffrano. I dipendenti organizzati in<br />

un sindacato non beneficiano di nessun privilegio particolare<br />

riguardo al loro obbligo di fedeltà, contrariamente<br />

invece ai rappresentanti eletti dai lavoratori che possono<br />

esercitare la loro attività durante il tempo di lavoro purché<br />

il loro mandato lo esiga e il lavoro professionale lo<br />

consenta (art. 13 Legge sulla partecipazione).<br />

La legge non definisce quali sono i diritti sindacali che<br />

il dipendente può esercitare all’interno dell’azienda; la<br />

questione spesso è regolata da contratti collettivi, da regolamenti<br />

aziendali o a volte da contratti individuali. Dovrebbero<br />

essere considerate attività conformi alla legge<br />

la distribuzione di un giornale sindacale durante le pause<br />

o l’utilizzo di uno spazio nella ditta messo a disposizione<br />

dal datore di lavoro per tenere una riunione informativa<br />

fuori dagli orari di lavoro.<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/puntodiritto


26 Rubriche<br />

Idee<br />

Una formazione su misura<br />

Il programma di perfezionamento<br />

professionale Helias 2020, rivolto<br />

agli operatori del settore media, è<br />

ora disponibile online su helias.ch e<br />

nella sua versione cartacea, che verrà<br />

distribuita a breve. Vi invitiamo a<br />

consultare il programma e a iscrivervi<br />

sin d’ora ai corsi di vostro interesse.<br />

Il numero di partecipanti è infatti<br />

limitato, in modo da<br />

permettere a chi frequenta i corsi di<br />

essere seguito dai docenti con la<br />

massima cura e di trovare il tempo<br />

necessario per chiarire ogni dubbio<br />

o curiosità sulla materia trattata.<br />

Con quest’ottica d’insegnamento, i<br />

partecipanti possono avvantaggiarsi<br />

di una formazione fatta su misura<br />

per loro. Tra le novità di quest’anno<br />

segnaliamo i corsi «Gestione dello<br />

stress» (una serata, il 29 gennaio) e<br />

«Gestione dell’ansia» (due serate, a<br />

metà febbraio) con Marko Valdarnini,<br />

formatore per adulti ed esperto<br />

di realtà virtuale nel contesto della<br />

psicoterapia. Per chi vuol migliorare<br />

il contatto con i clienti, c’è il corso<br />

«La vendita consulenziale: come aumentare<br />

e fidelizzare i clienti» (tre<br />

serate, con lo specialista di marketing<br />

Stefano Bosia). Mattia Speroni<br />

propone invece un corso sulla creazione<br />

della carta decorata con fiori<br />

secchi, profumata o marmorizzata.<br />

I prodotti, frutto di questo atelier,<br />

potranno essere utilizzati nei seguenti<br />

corsi, organizzati dal docente<br />

esperto in legatoria artigianale. Vi<br />

ricordiamo che è sempre possibile<br />

suggerire a Helias gli argomenti che<br />

vi interessano per il vostro aggiornamento<br />

professionale, richiedendo<br />

un corso su misura. Oppure potete<br />

prenotarvi per uno degli otto corsi<br />

su richiesta, che spaziano dalla proprietà<br />

intellettuale alla fotografia,<br />

dalla sicurezza sul lavoro all’informatica.<br />

Potrete farci avere i vostri<br />

suggerimenti attraverso un sondaggio<br />

che sarà inviato prossimamente.<br />

(Red)<br />

La lista e i formulari di iscrizione ai corsi<br />

Helias si trovano su www.helias.ch<br />

© Filmcoopi Zürich<br />

La Gig Economy secondo Ken<br />

Ken Loach, il regista della «no working<br />

class», è sempre lì, a ricordarci<br />

la rabbia (e la disperazione) di quella<br />

che una volta era la classe operaia.<br />

In questo periodo di crisi (non<br />

soltanto economica), Loach ha continuato<br />

a raccontare i drammi proletari<br />

delle vittime del capitalismo.<br />

Lo ha fatto con l’ex alcolista di My<br />

Name is Joe, gli addetti alla manutenzione<br />

delle ferrovie di Paul, Mick<br />

e gli altri, gli immigrati sfruttati di<br />

In questo mondo libero, il sessantenne<br />

in lotta contro la burocrazia di Io,<br />

Daniel Blake. Nell’ultimo Sorry We<br />

Missed You, Loach affronta la Gig<br />

Economy, la cosiddetta «economia<br />

dei lavoretti» attraverso la storia di<br />

un trasportatore freelance. Ormai<br />

sono le macchine, i software, le applicazioni<br />

(come quelle di Uber o di<br />

Deliveroo) che contano i tempi, che<br />

impongono ritmi sovrumani (da robot…).<br />

Il film del regista britannico,<br />

presentato al Festival di Cannes,<br />

racconta la storia di una coppia di<br />

cosiddetti «working poor», lavoratori<br />

precari che non riescono ad arrivare<br />

a fine mese. «Quando abbiamo<br />

visitato le banche alimentari per il<br />

mio precedente film Io, Daniel Blake<br />

– racconta Loach – ci siamo resi conto<br />

che la maggior parte delle persone<br />

lavora con contratti a zero ore. Si<br />

tratta di una nuova forma di sfruttamento.<br />

Questa economia dei lavoretti,<br />

assieme al lavoro precario, è<br />

sempre stata al centro delle mie discussioni<br />

quotidiane con lo sceneggiatore<br />

Paul Laverty. A poco a poco è<br />

emersa l’idea che avrebbe potuto<br />

essere il soggetto per un film».<br />

(Giovanni Valerio)<br />

Sorry We Missed You sarà nelle sale della<br />

Svizzera italiana dal 16 gennaio 2020<br />

Al di là degli stereotipi<br />

Nel 2006 l’Economist dedicò una copertina<br />

alla «Womenomics», neologismo<br />

creato dalla giapponese Kathy<br />

Matsui, per sottolineare il ruolo<br />

motore del lavoro femminile nella<br />

crescita economica globale del futuro<br />

prossimo. Oltre dieci anni dopo,<br />

nello spiegare e interpretare il mondo,<br />

il potenziale femminile rimane<br />

poco valorizzato. Anche se cresce la<br />

consapevolezza che una partecipazione<br />

femminile in linea con quella<br />

maschile significa più ricchezza per<br />

tutti, in Svizzera l’accesso delle donne<br />

a posti di responsabilità e l’orientamento<br />

verso settori ritenuti tradizionalmente<br />

maschili rappresentano<br />

ancora un problema.<br />

Perciò a novembre è stata lanciata<br />

la campagna «100 donne e mille altre»,<br />

che porta un contributo concreto<br />

per una società nella quale le<br />

donne (a partire da quelle più giovani)<br />

trovino un terreno fertile per<br />

esprimere i loro talenti. Si tratta di<br />

un progetto interregionale di comunicazione<br />

e sensibilizzazione, che<br />

coinvolge Francia e Svizzera e pone<br />

al centro storie di donne, i cui percorsi<br />

professionali e personali si dipanano<br />

anche in ambiti considerati<br />

maschili. Lo scopo della campagna<br />

è smontare gli stereotipi e svecchiare<br />

così un linguaggio (spesso mediatico)<br />

dove si trascura l’apporto delle<br />

donne in tutti gli ambiti, dalla scienza<br />

e la medicina alla tecnologia,<br />

dall’economia alle scienze sociali,<br />

passando per l’arte e lo sport. A dimostrazione<br />

che le competenze non<br />

hanno genere. Il sito della campagna<br />

presenta i ritratti delle donne<br />

scelte. Sempre sullo stesso sito si<br />

può scaricare (oppure ordinare sotto<br />

forma stampata) il volume trilingue<br />

che accompagna il progetto.<br />

(Valeria Camia)<br />

www.100femmes.ch


1000 parole<br />

La matita di Ruedi Widmer<br />

27


28 Eventi Durante i mesi di ottobre e novembre, <strong>syndicom</strong> è stato davanti al Parlamento<br />

giurassiano a Delémont con i 150 conducenti di AutoPostale e con chi ha<br />

mostrato loro la propria solidarietà, alle esposizioni sulla parità di Gossau e<br />

Eclépens, alla giornata di giornalismo di Winterthur e con il comitato pensionati.<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5


1–4. A Delémont, davanti al Parlamento del Giura, circa 150 conducenti di AutoPostale e Chemins de fer du Jura (CJ) hanno manifestato per dire<br />

che non accetteranno nessun peggioramento delle condizioni di lavoro a seguito della nuova assegnazione delle linee (© Hélène Tobler)<br />

5. L’assemblea dei delegati della Posta manifesta la sua solidarietà al personale di AutoPostale del Giura. (© Sheila Winkler)<br />

6. Stessa solidarietà viene espressa il 15 novembre all’assemblea dei latini (© Sheila Winkler)<br />

7. A Gossau, il 14 ottobre, si è tenuto il vernissage dell’esposizione sulla parità presso il centro logistico della Posta (© Dominik Fitze)<br />

8. La mostra sulla parità è stata esposta anche presso il centro lettere di Eclépens, nel canton Vaud (© <strong>syndicom</strong>)<br />

9. Lo stand di <strong>syndicom</strong> alla giornata di giornalismo di Winterthur (© <strong>syndicom</strong>)<br />

10. La retraite del comitato dei pensionati <strong>syndicom</strong> tenutasi a Biel/Bienne (© Rodolphe Aeschlimann)<br />

29<br />

6<br />

8<br />

7<br />

9<br />

10


30<br />

Un lavoro,<br />

una vita<br />

«Non si deve risparmiare sulle spalle<br />

dei lavoratori e degli utenti»<br />

Nicolas Maître, nato nel 1961, ha<br />

cominciato la sua carriera alla Posta<br />

come postino a 17 anni. È stato attivo<br />

soprattutto a Bienne nella distribuzione<br />

e nella spedizione. Nel 1988 ha<br />

rilevato l’ufficio postale di suo padre a<br />

Epauvillers. Rappresentava la quarta<br />

generazione in quella funzione. Nel<br />

2000 ha assolto una riconversione professionale<br />

come tecnico informatico.<br />

Padre di tre figli ormai adulti, oggi lavora<br />

come sostituto nelle filiali della<br />

Posta giurassiana. Dal 2009 è anche<br />

consigliere comunale presso il comune<br />

di Clos-du-Doubs e dal 2015 deputato<br />

socialista nel parlamento del Giura.<br />

È iscritto al sindacato da più di quarant’anni.<br />

Testo: Sylvie Fischer<br />

Foto: Hélène Tobler<br />

«I salari dei conducenti<br />

del Giura non devono<br />

diminuire»<br />

Sono membro della Commissione<br />

dell’economia del Parlamento giurassiano<br />

e della Conferenza dei<br />

trasporti per il comune di Clos-du-<br />

Doubs. È proprio in occasione di una<br />

riunione di questa conferenza nel<br />

2017 che ho scoperto che sarebbe<br />

stato indetto un concorso sulle linee.<br />

Già mi ero allarmato che questo non<br />

accadesse a spese dei dipendenti e il<br />

ministro dei trasporti ci aveva promesso<br />

che non c’era motivo di preoccuparsi.<br />

A torto, visto che nessuna di<br />

queste promesse è stata mantenuta.<br />

Questo sarà il mio quarto intervento<br />

parlamentare che deporrò al Parlamento<br />

giurassiano. Noi stiamo facendo<br />

una pressione sindacale affinché<br />

la scelta del Giura e della Confederazione<br />

possa essere orientata<br />

verso una soluzione soddisfacente.<br />

Innanzitutto, chiediamo un<br />

salario annuale superiore ai 58mila<br />

franchi raccomandati dalla direttiva<br />

dell’Ufficio federale dei trasporti<br />

(UFT). Attualmente si stima a 72mila<br />

franchi il salario d’uso nel settore nel<br />

Giura. Noi avremmo voluto che il<br />

cantone fissasse un criterio di qualità,<br />

di costo fisso e di rilevamento del<br />

personale nelle condizioni della<br />

gara, cosa che non è successa. Il cantone<br />

avrebbe potuto indicare liberamente<br />

che esiste un salario d’uso<br />

nel Giura per questa funzione, dal<br />

momento che l’UFT non tiene conto<br />

del carovita della nostra regione. Noi<br />

chiediamo che questi criteri, indicatori<br />

di buone condizioni di lavoro,<br />

siano rispettati e che la scelta non<br />

venga fatta a scapito del personale.<br />

La RATP francese o le società spagnole<br />

che attualmente sono entrate<br />

in lizza non si preoccupano di questi<br />

aspetti. Sono addirittura andate a<br />

spiare i conducenti per poter presentare<br />

una migliore offerta sul mercato!<br />

Io non sono solo preoccupato<br />

perché certe società pagano male,<br />

ma anche perché hanno problemi di<br />

sicurezza relativi al parco bus. Questo<br />

elemento dovrebbe pesare negativamente<br />

in un confronto tra i vari<br />

concorrenti.<br />

Il mio tasso d’impiego all’80%<br />

alla Posta mi permette d’assumermi<br />

anche incarichi politici e sindacali.<br />

Ho anche una compagna paziente e<br />

comprensiva. Le sostituzioni nelle<br />

filiali mi permettono di avere molti<br />

contatti e una buona rete nel Giura.<br />

Sono in primo luogo un sindacalista<br />

militante, membro del gruppo socialista.<br />

È per questo che sono pronto<br />

a lottare fino alla fine affinché<br />

queste concessioni non vengano assegnate<br />

a spese dei dipendenti delle<br />

linee di bus del Giura. Il vincitore dovrebbe<br />

essere reso noto a inizio 2020.<br />

Su raccomandazione del governo, la<br />

Confederazione (UFT) attribuirà queste<br />

linee per dieci anni. Un ghiotto<br />

mercato di 20 milioni di franchi l’anno,<br />

dunque 200 milioni su dieci anni.<br />

Noi ci batteremo per far sì che gran<br />

parte di questa somma venga spesa<br />

nei salari dei dipendenti per permettere<br />

loro di vivere e di far vivere le<br />

proprie famiglie in maniera decente.<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/stopaldumping


Impressum<br />

Redazione: Sylvie Fischer, Giovanni Valerio<br />

Tel. 058 817 18 18, redazione@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Traduzioni: Barbara Iori, Alleva-Translations,<br />

Petra Demarchi<br />

Illustrazioni: Katja Leudolph<br />

Foto senza copyright: © zVg<br />

Layout e correzione: Stämpfli SA, Berna<br />

Stampa: Stämpfli SA, Wölflistrasse 1, 3001 Berna<br />

Notifica cambi di indirizzo: <strong>syndicom</strong>, Adressverwaltung,<br />

Monbijoustrasse 33, CP, 3001 Berna<br />

Tel. 058 817 18 18, Fax 058 817 18 17<br />

Inserzioni: priska.zuercher@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Abbonamenti: info@<strong>syndicom</strong>.com<br />

Gratis per i soci. Per gli altri: Fr. 50.– (estero: 70.–)<br />

Editore: <strong>syndicom</strong> – sindacato dei media<br />

e della comunicazione, Monbijoustrasse 33,<br />

CP, 3001 Berna<br />

La <strong>rivista</strong> <strong>syndicom</strong> esce sei volte l’anno.<br />

Il prossimo numero uscirà il 24 febbraio 2020<br />

Chiusura redazionale: 13 gennaio 2020<br />

31<br />

Il cruciverba di <strong>syndicom</strong><br />

In palio un buono Coop del valore di<br />

40 franchi. La soluzione sarà pubblicata<br />

sul prossimo numero insieme al nome<br />

del vincitore. Non è previsto alcuno<br />

scambio di corrispondenza sul concorso.<br />

Sono escluse le vie legali.<br />

Inviare la soluzione entro il 12 gennaio<br />

2020 a <strong>syndicom</strong>, via Genzana 2,<br />

6900 Massagno.<br />

La soluzione del cruciverba dello scorso<br />

numero è DIGISOCIALE. La vincitrice è<br />

Anna Bullo di Claro, a cui va il premio di<br />

un buono REKA. Congratulazioni!<br />

Pubblicità<br />

TUTTO È BEN<br />

PROTETTO<br />

Attivati<br />

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TRANNE I RIFUGIATI<br />

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32 Inter-attivi<br />

Cosa ci aspettiamo dal nuovo Parlamento<br />

Regina Frei, libraia<br />

Dal nuovo Parlamento mi<br />

attendo che promuova l’adeguamento<br />

(già da tempo necessario)<br />

delle leggi esistenti<br />

di fronte a una società sempre<br />

più aperta, in particolare<br />

nell’ambito della parità dei<br />

diritti per tutti.<br />

Benjamin di Wyl,<br />

giornalista freelance<br />

Confido in una modifica costituzionale<br />

in tempi brevi: l’articolo sui<br />

media concernente la radio e la<br />

televisione deve essere esteso a<br />

giornali e media online.<br />

Andrea Pardo, postino<br />

Vorrei più attenzione agli<br />

stipendi del ceto mediobasso.<br />

Per un salario<br />

dignitoso per tutti, sgravi<br />

alle famiglie con figli (cassa<br />

malati e tasse). Più fatti e<br />

meno parole!<br />

Niclas Glauser, Enterprise<br />

Customer Care Swisscom<br />

Mi aspetto un ulteriore<br />

passo verso la parità sociale<br />

e giuridica di tutti i sessi e<br />

una discussione basata sui<br />

fatti sul tema dell’introduzione<br />

del 5G.<br />

Patrick Pflumm,<br />

autista AutoPostale<br />

Mi aspetto che vengano<br />

difesi i salari e non le<br />

frontiere. La battaglia deve<br />

essere condotta su un<br />

salario equo, stabilito dal<br />

contratto, senza discriminazioni<br />

tra lavoratori<br />

indigeni e frontalieri.<br />

Rachel Grüninger,<br />

impiegata AutoPostale<br />

Mi aspetto una particolare attenzione<br />

nei confronti dei lavoratori locali,<br />

proponendo un salario minimo dignitoso.<br />

In quanto donna, auspico<br />

la parità di diritti tra i sessi, sia di<br />

trattamento che di retribuzione, valutando<br />

anche un diritto di congedo<br />

paternità più esteso per i neo-papà.<br />

Sebastian Walter,<br />

DevOps Engineer Swisscom<br />

È necessario fermare il cambiamento<br />

climatico, ma non sulle spalle dei<br />

lavoratori. Le aziende che da anni<br />

distruggono l’ambiente devono<br />

pagare per la ristrutturazione<br />

dell’economia.<br />

Alda Viviani,<br />

traduttrice freelance<br />

Vorrei che il Parlamento si<br />

impegnasse per premi di<br />

casse malati proporzionali<br />

al reddito e non<br />

superiori al 10 per cento<br />

di questo.<br />

Priscilla De Lima,<br />

giornalista<br />

Dal nuovo Parlamento mi<br />

aspetto misure concrete<br />

per la parità salariale e<br />

per una migliore conciliabilità<br />

tra vita familiare e<br />

lavoro.

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