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Storia di una casa. Pier Paolo Pasolini a Casarsa

La storia di una casa e di un clan familiare. L’edificio che comunemente è indicato cone la casa di Pier Paolo pasolini è in realtà la casa del ramo materno del poeta. All’inizio del Novecento, su un lotto che risultava già edificato nella prima metà del secolo precedente, ma con conformazione assai diversa dall’attuale, Domenico Colussi, padre di Susanna e nonno di Pier Paolo, realizzò infatti la Casa Còlus o Colussi, da cui deriva l’edificio esistente. La pubblicazione contiene numerose foto d’epoca di Casarsa, della casa e di Pasolini giovane, oltre a ricordi e testimonianze di Susanna Colussi, Nico Naldini a altri, brani tratti dall’epistolario e dai diari di Pasolini, una sua biografia e bibliografia del periodo ‘casarsese’ e alcune schede per un possibile 'itinerario pasoliniano'

La storia di una casa e di un clan familiare. L’edificio che comunemente è indicato cone la casa di Pier Paolo pasolini è in realtà la casa del ramo materno del poeta. All’inizio del Novecento, su un lotto che risultava già edificato nella prima metà del secolo precedente, ma con conformazione assai diversa dall’attuale, Domenico Colussi, padre di Susanna e nonno di Pier Paolo, realizzò infatti la Casa Còlus o Colussi, da cui deriva l’edificio esistente.

La pubblicazione contiene numerose foto d’epoca di Casarsa, della casa e di Pasolini giovane, oltre a ricordi e testimonianze di Susanna Colussi, Nico Naldini a altri, brani tratti dall’epistolario e dai diari di Pasolini, una sua biografia e bibliografia del periodo ‘casarsese’ e alcune schede per un possibile 'itinerario pasoliniano'

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poi con Antonio Naldini, era attaccata una vecchia “dipendenza”

che al piano terra era occupata da grandi fosse per la conservazione

della vinaccia. Nel cortile interno, sotto una tettoia, era riparata

anche la macchina usata per la produzione della grappa: una favolosa

«piccola locomotiva», come ricorda ancora Nico, ripescando

immagini della sua infanzia casarsese.

Il primo piano della casa comprendeva la “zona notte” con quattro

camere da letto, occupate rispettivamente, dopo la morte del

vecchio Domenico, da sua moglie Giulia, dai coniugi Enrichetta e

Antonio Naldini e dalle due figlie nubili del vecchio Colussi, Chiarina

e Giannina. Il secondo piano, infine, a parte uno spazio da adibire a

soffitta, accoglieva le camere per le due figlie dei coniugi Naldini, la

primogenita Anna Maria, poi sposa di Umberto Chiarcossi e madre

di Giulietta e Graziella, e Franca, poi sposata Mazzon.

La casa subì varie traversie a seguito dei due conflitti mondiali del

Novecento: fu infatti abbandonata dalla famiglia dopo la rotta di

Caporetto nell’ottobre 1917 e occupata dalle truppe austriache che

erano dilagate in Friuli, ma soprattutto fu seriamente danneggiata

nel bombardamento aereo del 5 marzo 1945 che colpì e quasi distrusse

l’abitato di Casarsa.

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